Giant Tcx DP66

Asciutto o bagnato, quali gomme scegliere?

09.01.2021
4 min
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Nella prima giornata dei campionati italiani di ciclocross a Lecce abbiamo voluto capire quali scelte tecniche vengono fatte dai corridori. Come ben si sa le condizioni atmosferiche e quindi del terreno condizionano le scelte dei materiali e soprattutto delle gomme da usare in gara. Ne abbiamo parlato con uno dei meccanici del Team DP66 Race Academy, Mauro Bandiziol.

Il terreno cambia tutto

Le condizioni meteorologiche a Lecce hanno visto la pioggia nella serata del venerdì con qualche goccia anche nella mattina del sabato. Il percorso che si snoda nel parco di Belloluogo sulla carta è veloce, ma il fango lo ha reso scivoloso. La domanda è, quali coperture scegliere?
«Siamo partiti con una situazione abbastanza umida, ma non pioveva – inizia così Mauro Bandiziol – per cui il terreno era da pneumatici mix, da situazione mista. Però questa pioggia potrebbe cambiare un po’ le condizioni e potremmo montare le gomme da fango».

La gomma da bagnato in dotazione al Team DP66
La gomma da bagnato in dotazione al Team DP66

Gomme Mix o Wet?

Ma quali differenze ci sono fra una gomma da condizioni miste e una da fango? «Le gomme da condizioni miste hanno dei tasselli non molto alti e servono per dare direzionalità alla bici senza creare troppi attriti, quindi rendono la bici più scorrevole nei pezzi dritti, ma si ha un po’ meno grip nelle curve. Mentre la gomma da bagnato ha i tasselli più alti e molto più aperti tra l’uno e l’altro per fare espellere meglio il fango e l’acqua».

Solo in casi estremi

Fra le stesse gomme da bagnato ci sono delle differenze.
«Esistono delle gomme da bagnato con tasselli molto più alti – continua Bandiziol – ma sono per condizioni estreme quando piove per due o tre giorni e c’è bisogno del massimo grip a discapito della scorrevolezza ma non è il caso di oggi».

Il pneumatico Vittoria Terreno Mix della DP66
Il pneumatico Vittoria Terreno Mix in dotazione alla DP66

E i cerchi?

Oltre alle gomme anche i cerchi hanno la loro importanza.
«Diciamo che negli ultimi anni si tende molto ad andare sulle ruote alto profilo – ci spiega sempre Mauro Bandiziol – che nel ciclocross vuole dire delle misure fra i 40 e i 50 millimetri». Ma non ci sono solo vantaggi nelle ruote ad alto profilo: «Il problema è che l’altezza del cerchio deve essere messa in relazione con le caratteristiche dell’atleta. Alle categorie giovanili non possiamo dargli profili troppo alti, perché non hanno ancora la forza per sfruttarli bene e preferiamo montargli dei cerchi più bassi per favorire la guidabilità».

Anche le condizioni del terreno influiscono sulla scelta del profilo del cerchio, infatti con condizioni fangose anche alcuni atleti più esperti preferiscono montare cerchi bassi per avere un controllo migliore della bicicletta, mentre il cerchio ad alto profilo viene usato molto sui terreni sabbiosi oppure asciutti. Il percorso di Lecce sarebbe ideale per fare velocità con i cerchi alti, ma il fango non aiuta.

Attacco manubrio sulla bici di un atleta del Team DP66
Attacco manubrio sulla bici di un atleta del Team DP66

Attacchi corti

A proposito di guidabilità, un altro aspetto che abbiamo notato sono gli attacchi manubri molto corti.
«Il discorso è un po’ diverso rispetto alla strada – continua a spiegarci Mauro Bandiziol – anche nel ciclocross si tende ad avere telai più piccoli, però il tempo delle gare è corto, quindi si tende ad avere telai compatti con attacchi corti per favorire la guidabilità e ricercare la massima spinta. Ovvio che si va a discapito della comodità per ricercare la massima potenza». In definitiva si cercano telai compatti con attacchi compatti per avere la migliore reattività e guidabilità, senza guardare il fattore comfort.