Alexander Konychev presenta la Corratec CCT Evo

10.02.2023
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L’impatto estetico della Corratec è di quelli importanti, con delle forme voluminose e un concept aero senza mezzi termini. Inoltre le prime considerazioni degli atleti, dicono di una bicicletta molto rigida nella zona dell’avantreno, da corridore vero.

Abbiamo chiesto ad Alexander Konychev alcune battute sul nuovo mezzo a disposizione e abbiamo curiosato i dettagli della bicicletta usata dal team alla Vuelta a San Juan in Argentina.

Konychev è nato nel 1998 a Verona ed è professionista dal 2020: 4 anni con Greenedge Cycling e ora la Corratec
Konychev è nato nel 1998 a Verona ed è pro’ dal 2020: 4 anni con Greenedge Cycling e ora la Corratec

Un bel cockpit

Si tratta di un telaio in carbonio monoscocca, caratterizzato da un’abbondante fazzoletto di rinforzo nella zona dello sterzo, che a sua volta prevede una svasatura importante. La parte inferiore è più asciutta ed è in linea con il disegno della forcella, la sezione superiore è muscolosa ed allargata.

C’è il manubrio integrato e completamente in carbonio, con una particolarità che si riferisce alla chiusura sullo stelo della forcella. Ci sono due brugole in linea e una sorta di taglio superiore che separa il punto di serraggio dal punto in cui lo stem scarica la pressione della serie sterzo. Questo dettaglio ha il compito di separare le forze verticali da quelle longitudinali, quasi a preservare la fibra composita.

C’è l’inserzione ribassata delle tubazioni oblique che sono leggermente arcuate. C’è il reggisella specifico e con design aero.

Le parole di Konychev

Che cosa ne pensa Alexander Konychev, corridore classe 1998, arrivato alla Corratec quest’anno dopo quattro stagioni nel WorldTour, è quello che stiamo per scoprire.

«Per le mie caratteristiche – dice – la bicicletta deve essere rigida e veloce prima di tutto e onestamente anche se paga qualcosa in termini di peso, 2/300 grammi, non è un grande problema. Effettivamente sono sorpreso dalla rigidità della Corratec. Arrivo dall’esperienza Giant con l’ultima versione della Propel, davvero un ottimo prodotto: fattore questo che da ancor più valore alla bicicletta che ho in dotazione in questo momento. E’ esigente nella guida, ma al tempo stesso velocissima e precisa. Non ti permette di correggere facilmente una traiettoria sbagliata e questo per via di una rigidità elevata nella zona dello sterzo e di questo manubrio integrato».

Misure e componenti

«Da quest’anno – prosegue Konychev – uso delle pedivelle da 175 di lunghezza, forse meno versatili rispetto alle 172,5, che mi permettono di sfruttare di più le mie caratteristiche e la potenza nei rilanci. Uso una taglia 57 e la bici ha una reach maggiore rispetto alla media della categoria. Questo ha influito sulla lunghezza dello stem: ora ho 120 millimetri, rispetto al 140 del passato. Ho preferito allargare il manubrio, passando da una larghezza di 40 ad un 42 attuale. I manettini del cambio sono girati leggermente all’interno, ma non troppo. Per i rapporti invece ho la doppia davanti 52-39, ma la cassetta dietro ha il 10 e posso assicurare che tirare un 52×10 è davvero impegnativo».

Quel nastro in Argentina

La trasmissione è Sram Red AXS ed è previsto anche il power meter Quarq. C’è Selle Italia e le ruote sono Ursus tubeless. I pedali sono Shimano. Gli pneumatici sono Shwalbe Pro One TLE, per ora nella sezione da 25 millimetri, ma dovrebbe arrivare una nuova versione da 28.

In alcune frazioni al Vuelta San Juan, i meccanici hanno montato del nastro adesivo nei passaggi ruota anteriore e posteriore, con l’obiettivo di limitare la presenza di spine e piccoli rami sul battistrada degli pneumatici, causa di numerose forature.