Matteo Scalco in questi giorni si trova in Spagna, ad Altea, e si sta allenando sulle strade che negli ultimi tre anni lo hanno visto crescere e mettere chilometri nelle gambe. Tuttavia quest’anno qualcosa è cambiato, perché il ragazzino di Thiene si veste di nuovi colori. Ha abbandonato il nido della VF Group-Bardiani ed è pronto a spiccare il volo con la XDS Astana. Quello che lo aspetta è un altro anno da vivere come under 23, l’ultimo a disposizione, ma ciò che cambia è la prospettiva. Matteo Scalco infatti con la XDS Astana ha firmato un contratto triennale: una stagione nel devo team e due nel WorldTour.
«Rispetto agli scorsi anni – dice Scalco – l’hotel dell’Astana è a un chilometro di distanza rispetto a quello in cui alloggiavamo con la VF Group-Bardiani. Siamo qui da quattro giorni e piano piano mi sto ambientando. Ieri (sabato, ndr) sono arrivati gli altri ragazzi del devo team».


Ultimo anno da under, allora perché cambiare?
In VF Group-Bardiani ero un professionista contrattualmente, ma mi sono sempre sentito come un ragazzo che fa parte di un devo team. Per questo penso di avere ancora ampi margini di crescita e che per sfruttarli al meglio sia giusto fare un passaggio intermedio. Essere parte della formazione di sviluppo qui in XDS Astana mi darà modo di prendere parte alle gare under 23 e di fare un passo alla volta.
Pensi sia un ulteriore step?
Entrare in un devo team di una squadra WorldTour è sempre un passo in avanti. Non per togliere niente al team di Reverberi, ma sappiamo tutti che nel ciclismo moderno il budget fa tanto. Alle spalle ora ho uno staff molto più grande che mi segue in tutti gli aspetti, non che prima mancasse qualcosa, ma il cambio c’è.


Con chi lavorerai?
Il mio preparatore sarà Cucinotta, mi seguiva già nella passata stagione. Mi sono trovato subito molto bene con lui e non avevo motivo di cambiare, anzi.
Hai già parlato di programmi di lavoro?
Tutto rimarrà invariato più o meno, il principale cambiamento sarà che non inizierò a correre a fine gennaio, ma a metà febbraio. Quando ero in VF Group il programma era stabilito su una ventina di corridori, di cui sei o sette erano under 23. Qui ci sono ventotto atleti del WorldTour e una quindicina del devo team. Per cui i programmi saranno distinti, qualche volta andrò comunque a correre con i professionisti.


Al Giro delle Valle d’Aosta parlavi di essere un corridore costante, questo ulteriore anno da under servirà per raccogliere qualche risultato di rilievo?
Nel momento in cui ho avuto i primi contatti con l’Astana abbiamo parlato proprio di questo. Il fatto di fare un altro anno da under 23 mi permetterà di tornare in certe gare per cercare di fare risultati importanti. Un calendario ben diviso tra under 23 e gare con la squadra WorldTour mi permetterà di concentrarmi al meglio. Comunque con la VF Group-Bardiani era diverso.
Cosa intendi?
Che anche nelle gare professionistiche si andava con l’obiettivo di fare il miglior risultato e di non mollare. Mentre quest’anno il mio ruolo in squadra, tra i grandi, sarà di supporto.


Dopo risultati del 2025 non avevi voglia di entrare già nel WorldTour?
Mi è sempre piaciuto fare le cose con calma. Ci sono tanti ragazzi che in pochi anni entrano nel WorldTour, però sono dell’idea che non per tutti questo sia il cammino giusto. A volte serve tempo per crescere. Magari avrei anche potuto trovare un contratto di due anni nel WorldTour, ma avrei avuto le occasioni contate. Qui sento di avere tanta fiducia e il 2026 sarà un anno fondamentale per gettare le basi in vista dei prossimi due.





























