Simone Ravanelli, Giro d'Italia 2020

E l’Androni si inventa il ritiro virtuale

14.12.2020
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Se qualche anno fa avessero detto a Giovanni Ellena, tecnico della Androni-Sidermec, che il solo modo per comunicare con i corridori sarebbero state le videochiamate di whatsapp, non ci avrebbe creduto o avrebbe minacciato di cambiare mestiere. Poi la glaciazione del Covid ha costretto lui, come molti altri, a rivedere prospettive e strumenti. E oggi anche il roccioso piemontese di vecchia scuola si trova a fare i conti con i limiti che la prudenza ha imposto alla squadra.

«Avevo anche prenotato l’hotel in Toscana per il ritiro di dicembre – ammette con una punta di nostalgia il tecnico della Androni – poi ci siamo chiesti se davvero valesse la pena di rischiare, come la Deceuninck-Quick Step e la Eolo-Kometa. Se ci scappa un positivo, fermi tutta la squadra per due settimane. Meglio i piccoli gruppi come la Cofidis, semmai. Ma noi abbiamo deciso di spostare tutto a gennaio. Sono giusto passati in magazzino Sepulveda e Vigo per ritirare i materiali. Mentre Umba a casa si è ritrovato la bici, perché ha le stesse misure di Flores e per ora si è adattato a quella. Da ieri e fino al 22 dicembre i ragazzi vivranno un training camp virtuale. Dieci giorni di lavoro concordati assieme ai rispettivi preparatori, con la possibilità da parte nostra di verificare ogni cosa, facendo videochiamate nei vari gruppi di lavoro».

Luca Chirico, Giro d'Italia 2020
Luca Chirico al Giro d’Italia 2020, sarà una possibile rivelazione come fu Vendrame?
Luca Chirico, Giro d'Italia 2020
Luca Chirico seguirà il percorso di Vendrame?

Una via di mezzo fra un lockdown ciclistico e una sorta di cautela preventiva. Tanto più che i sudamericani sono tornati a casa da un pezzo e non avrebbero comunque partecipato ad alcun ritiro. Così sarà come averli qua, nei limiti imposti dal fuso orario.

Ti mancherà la possibilità di guardarli negli occhi?

Mancherà la parte della confidenza, che si costruisce proprio in ritiro. Ci lavoreremo meglio a gennaio, ma devo dire che anche una videochiamata ben fatta ti permette di capire qualcosa. Sarà che ormai ci siamo abituati…

Sicuro?

Telefono molto più del solito. Io ero quello che, avendo i colombiani in albergo vicino casa, andavo a trovarli dopo pranzo per un caffè e per fare due chiacchiere. Ho imparato a creare qualcosa anche al telefono, a fare due risate. Siamo quattro direttori sportivi, ognuno ha il suo gruppo di lavoro. A me sono toccati i sudamericani e Natnael Tesfatsion, l’eritreo appena arrivato. Però siccome sono il più anziano, ho facoltà di spaziare.

Simon Pellaud è uno dei punti di forza della Androni-Sidermec
Pellaud, uno dei punti di forza del team
Hai parlato di lavoro a distanza concordato con i preparatori.

Sì, noi diamo la linea e loro la calano sul lavoro dei ragazzi, ricordando che l’ultima parola è della squadra. Si lavora bene così. Uno di loro è Michele Bartoli, che segue Chirico, Bisolti, Muñoz, Cepeda, Restrepo e Umba e a suo tempo aveva seguito anche Bernal. Mi ha stupito l’umiltà di questo ragazzo. Poteva dire «Io sono quello che ha vinto il Fiandre e tu sei soltanto Giovanni Ellena», invece ascolta, accoglie, ci pensa e condivide ogni cosa.

Si può dire che la Androni ad ora sia una squadra che deve ritrovare identità?

Abbiamo fatto un ragionamento. Quando iniziavamo la stagione con Vendrame, Masnada e Ballerini si faceva lo stesso tipo di analisi. Pochi li volevano, Masnada ha faticato per passare, non lo dimentichiamo. Il primo anno non fece il Giro. Il secondo anno lo portammo e al terzo vinse una tappa. Il suo terzo Giro lo avete visto tutti poche settimane fa, giusto? Adesso ripartiamo con ragazzi come Ravanelli, Bais, Venchiarutti, Restrepo, Pellaud, Muñoz e Sepulveda che porterà tanta esperienza. Siamo certi che non accadrà di nuovo?

Fausto Masnada, San Giovanni Rotondo, Giro d'Italia 2019
Anche Masnada partì da questa maglia e ora è uno dei punti di forza della Deceuninck
Fausto Masnada, San Giovanni Rotondo, Giro d'Italia 2019
Anche Masnada partì dalla Androni
E poi ci sono i giovani…

C’è Umba, che ha 18 anni e già da junior era un bel corridorino. Ci ho parlato tre volte e culturalmente mi è sembrato più vicino al primo Egan Bernal. E poi c’è Vigo, che viene dallo sci di fondo e come prima cosa dovrà perdere un po’ di spalle, perché è tanto possente e portarsele in salita non sarà semplice.

Sa stare in gruppo?

Era e in parte è ancora il mio punto di domanda. Così un paio di giorni fa, quando è venuto qua, l’ho portato a fare una salita di 10 chilometri con relativa discesa. Devo dire che in bici non è male. E comunque è un atleta di vertice, avendo partecipato alle Olimpiadi Invernali del 2018 e sa come ci si rapporta con i problemi tecnici. Ne parla, fa le sue analisi. Non è uno sprovveduto. E il fatto di poter essere inizialmente a disagio in gruppo è tra le voci.

Speriamo si riparta presto…

Alla Vuelta al Tachira, in Venezuela, il Governo ha messo a disposizione l’Esercito e un enorme hotel a San Cristobal in cui far dormire tutte le squadre in una gigantesca bolla. L’Argentina di San Juan pare stia organizzando tutta la logistica in un autodromo. La Colombia avrebbe tutto pronto, ma non c’è certezza della data. E poi credo che da marzo in Europa si partirà come al solito. Manca poco, anche ai vaccini. Ormai bisogna solo lavorare e tener duro.