L’importanza di “essere” Ernesto Colnago

15.02.2022
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Si finisce di ascoltare Ernesto Colnago con la voglia di alzarsi dalla sedia e fare qualcosa di buono per cambiare il mondo. Perché lui, uno dei geni della bicicletta, ha appena compiuto 90 anni e ha quella capacità ormai rara da trovare, cioè di riuscire a trascinare le persone con la passione per quello che fa da una vita. Da quando aveva 13 anni per l’esattezza. E quello che fa è qualcosa che nasce nella sua mente e si materializza dalle sue mani e da quelle di chi lavora per lui.

L’incontro di Milano si è svolto nel Bocconi Sport Center
L’incontro di Milano si è svolto nel Bocconi Sport Center

Un artigiano, insomma, di quelli che ormai stanno scomparendo, sostituiti da macchine, robot o da persone altrettanto illuminate, ma che rincorrono la creazione di qualcosa di virtuale. Utilissimi per la nostra vita quotidiana – per carità – ma non così affascinanti al pari di uno che costruisce biciclette come lui.

Invito alla Bocconi

Ecco perché l’intuizione dell’Università Bocconi di Milano – che ha organizzato un evento per festeggiare Colnago alla presenza di nomi illustri del ciclismo italiano – è stata all’altezza del suo essere rivoluzionario. Ha permesso ai giovani di conoscere da vicino uno che può tramandare il suo sapere e il suo mestiere alle future generazioni. O quantomeno, che trasmetta ai posteri un’idea, un’intraprendenza, una necessità di trovare qualcosa di nuovo, sempre, ma che si ispiri a principi artigianali, antichi, frutto di studio e saggezza popolare.

Gianmario Verona è stato il padrone di casa in veste di Rettore della Bocconi
Gianmario Verona è stato il padrone di casa in veste di Rettore della Bocconi

«Sono figlio di contadini», ama sempre sottolineare lui. E Ernesto Colnago da Cambiago, manco a dirlo, ha subito centrato il cuore dell’incontro dicendo: «Ragazzi pedalate, perché la bici unisce». Già, la bicicletta, quella creatura tutta sua che negli anni è riuscito a cambiare, modellare, modificare, affinare, rivoluzionare, migliorare per dar modo ai campioni di vincere, agli amatori di sognare, ai giovani di sperare.

Le celebri forcelle dritte

Colnago che ha introdotto prima di tutti il carbonio per costruire i telai, la forcella dritta per migliorarli, le misure più corte per essere più scattanti, tirandosi addosso sguardi stralunati e dubbi sulla reale credibilità della cosa.

La storia del carbonio la conosciamo tutti; quella della forcella e delle misure basta guardare ogni bicicletta di oggi, non c’è bisogno di ripeterla. Tuttavia ricordarsi di certi aneddoti è utile a tutti. Rischiare e provarci è doveroso. E più gli altri ci osservano stralunati più è possibile che l’idea possa funzionare.

Del resto, non guardavano storto anche chi ha inventato il computer oppure il telefonino o – prima ancora – l’energia elettrica per non parlare di chi metteva in dubbio le teorie di Galileo Galilei?

Ernesto Colnago ha ispirato con i suoi interventi tutti i partecipanti
Ernesto Colnago ha ispirato con i suoi interventi tutti i partecipanti

Il rivoluzionario Ernesto

Insomma, Ernesto Colnago ha vissuto una vita da rivoluzionario e il connubio con le due ruote è stato come una bomba atomica perché l’idea di libertà e rivoluzione è intrisa in ogni tassello della bicicletta come mezzo e dello spirito di chi la fa avanzare.

Al cospetto di Colnago, alla Bocconi, giganti come Beppe Saronni, Gianni Bugno, Gianni Motta, Michele Dancelli, Davide Boifava, Mauro Vegni, Stefano Allocchio, Renato Di Rocco, Giovanni Mantovani, Dino Zandegù. Persone d’esperienza, con palmares straordinari. Eppure ognuno con gli occhi lucidi e un sorriso fanciullesco nell’osservare il maestro parlare, nel ricordare incontri, episodi, confronti, attimi di intimità.

Anche Capello e Norma Gimondi hanno testimoniato l’affetto per Colnago
Anche Fabio Capello fra coloro che hanno testimoniato l’affetto per Colnago

L’amico di Gimondi

Tanti nomi di cui si conosceva la stima reciproca e il lavoro di squadra per arrivare a certi successi; ma Colnago è uomo di sport e di ciclismo e dietro alle collaborazioni ufficiali c’erano tante amicizie nascoste, ma altrettante genuine. Come quella con Felice Gimondi, l’uomo Bianchi, acerrimo rivale di Eddy Merckx che correva proprio con una Colnago.

Famiglia, onestà, buone maniere e fiducia sono capisaldi della sua persona, di un uomo che ha sempre onorato e rispettato l’importanza di “essere” Ernesto piuttosto che cavalcare il fatto di “chiamarsi” Ernesto.