Trentin, la dannata foratura e la voglia di rivincita

27.03.2021
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«Quanto ha inciso la foratura nella corsa di eri?», Trentin sorride amaro. «Ha inciso tutto. Ho forato ai piedi della salita, non in cima. Ed è successo tutto in quel tempo che mi è servito per mettere a posto la bici e rientrare. Li ho ripresi, ma ho speso tanto. Il numero l’ho fatto nella parte sbagliata, da dietro, mentre davanti si scattavano sul muso».

Vigilia della Gand-Wevelgem. Nell’hotel di Oudenaarde, il Uae Team Emirates affila le armi per una corsa che sulla carta dovrebbe essere più adatta rispetto al Gp E3 Saxo Bank che ha visto la vittoria di Kasper Asgreen. Ma quello che si è visto ieri è stata soprattutto la vulnerabilità dei due giganti Van der Poel e Van Aert.

«Ce lo siamo detti anche la mattina della Sanremo – ricorda Trentin – sono umani anche loro e in queste ultime corse hanno dimostrato di essere meno incisivi di quello che ci aspettavamo. Ieri è stata una bella corsa, che la Deceuninck-Quick Step ha dominato a livello tattico».

L’arrivo di Baldato ha portato un riferimento in più per il Nord
L’arrivo di Baldato ha portato un riferimento in più per il Nord
Meno incisivi di quanto si pensava significa che potrebbero essere in calo di condizione?

Non lo so. Sento gente chiedersi come facciano a reggere dopo il ciclocross, potrebbe essere. Ma basterà aspettare per vederlo.

Tu come stai?

Bene, ci arrivo con la gamba che volevo. Ieri c’è stato un attacco di undici e alla fine siamo rimasti davanti soltanto Matthews, che è caduto, e io. Rientrare dopo la foratura è stato una bella sfaticata. Col livello che c’è adesso, non puoi sbagliare più niente.

Come va con Baldato in ammiraglia?

Abbiamo corso bene, considerando anche che ci sono tanti corridori giovani come Bjerg e Oliveira che sono qui per capire quale sia il loro posto nel mondo. E sono rimasti a bocca aperta vedendo quanto si va forte. Van der Poel e Van Aert sono quelli che saltano di più all’occhio, ma vanno tutti fortissimo.

Bjerg e Oliveira: in effetti sei ormai uno degli anziani della squadra…

Uno dei più esperti, anziano non mi piace. Nel team c’è un bel gruppo di corridorini, molto giovani, cui manca l’esperienza. Conoscere le strade qui fa la differenza. Anche il modo di correre è molto aggressivo. Sei davanti, ti distrai un attimo e ti scappa la corsa. Ieri chi ha sprecato energie è rimasto davanti, gli altri sono arrivati con calma…

Ad Harelbeke una foratura lo ha tolto dai giochi nel momento meno indicato
Ad Harelbeke una foratura lo ha tolto dai giochi nel momento meno indicato
Li hai accompagnati a fare ricognizioni?

Io non ho avuto il tempo, viste le corse e i viaggi. Loro qualcosa sono andati a vedere. Ricordo quando passai alla Quick Step, in queste corse ero l’unico corridore giovane in un gruppo solido ed esperto. Adesso, a parte Kristoff e il sottoscritto, c’è giusto Bystrom che è un po’ esperto, ma gli altri sono tutti alle prime armi. Ci vorrà tempo, ma arriveranno.

Come va con Kristoff, che è stato per anni un rivale?

Abbiamo un bel rapporto, è un tipo alla mano. Ieri abbiamo provato a correre con la testa, io davanti e lui dietro a giocare di rimessa. E se non gli avessero sfasciato una ruota e io non avessi avuto quella foratura, magari si faceva meglio del mio 8° posto. Nella prima parte delle classiche abbiamo lavorato bene.

Domani come sarà?

Bisognerà stare davanti. Domani c’è una sola tattica: menare. Il tempo sarà buono, ma con tanto vento.

Un altro giorno per la Deceuninck?

Per loro, ma anche per la Trek-Segafredo, che in queste situazioni è a suo agio con quei… bersaglieri. E noi dovremo stare davanti, non ci sarà il tempo per giocare di rimessa. Se giochi di rimessa, porta un paio di barrette in più, che arrivare all’hotel sarà lunga…

Ruote normali e il 54 sempre in tiro?

Ruote normali e neanche i tubolari da pavé, perché a parte il Kemmel e un paio di strappi, il pavé non c’è neanche. E il 54 in queste corse ormai si fa fatica a levarlo. Ieri abbiamo fatto la prima ora a 47 di media, con il 53 avrei girato a vuoto. Alla Gand si toglierà il 54 a dir tanto tre volte, per fare il Kemmel.

Alla Gand del 2018, con Bettiol e Viviani, che arriverà secondo dietro Sagan
Alla Gand del 2018, con Bettiol e Viviani, che arriverà secondo dietro Sagan
Ti sei fatto un’idea della situazione di Viviani, che ha lasciato il Belgio per correre in Francia?

Bisognerebbe chiederlo a lui. E’ sempre più difficile fare il velocista in questo ciclismo così veloce. Avere un treno come la Deceuninck fa una differenza non banale, in più la Gand non si può certo definire una classica per velocisti. L’anno scorso dal vento che c’era, finimmo con un corridore per cantone. E domani vedrete che sarà lo stesso.

Resti su fino al Fiandre?

Sì e per la prima volta correrò anche a Waregem. Si sta quassù come una volta, ma una volta almeno potevi farti il giro e fermarti a prendere un caffè. Adesso invece è tutto chiuso, quassù non è come in Italia o in Francia, dove almeno prendi il caffè e lo bevi seduto sulla canna della bicicletta. Che non è il massimo, ma è sempre un modo per staccare. Siamo rinchiusi in hotel, un hotel solo per noi. Abbiamo il nostro cuoco. Ci alleniamo e aspettiamo la prossima corsa…

Vuelta: Formolo cresce, Soler vince

21.10.2020
3 min
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Sarà che la Vuelta è partita da quella che doveva essere la sua terza tappa, la prima con arrivo in salita, ma lo spettacolo è già al massimo. Ieri abbiamo visto subito Roglic in maglia roja. Oggi le braccia al cielo invece le ha alzate Marc Soler. Benissimo ancora Bagioli. Ma anche Davide Formolo va forte e sembra in crescita.

La Spagna nel mirino

Lo scalatore della UAE era uscito con la clavicola rotta dal Tour de France. Dopo essere stato costretto a rinunciare anche a Mondiale ed Ardenne credeva molto in questa Vuelta.

«Mi manca il ritmo gara – dice “Roccia” – vedo che faccio fatica a tirare il rapporto e per dirlo io! Con il team abbiamo deciso di lavorare sull’agilità e ho cambiato parecchio la preparazione. Sto provando sensazioni nuove. Okay, vedo che mi salvo bene, ma poi quando davanti aprono il gas resto un po’ dietro. Vorrà dire che salverò la gamba per le tappe future. Spero che col passare dei giorni riuscirò a spingere quel dente in più».

Quest’anno Formolo ha corso poco. La frattura alla clavicola lo ha limitato molto
Quest’anno Formolo ha corso poco

Tappe corte e nervose

Ritmi frenetici. Percorsi accattivanti e tanti campioni. Lo spettacolo è assicurato.

«Il calendario ha penalizzato il Giro. Chi faceva il Tour poi poteva correre bene le classiche e la Vuelta per questo qui ci sono tutti i migliori. Il livello è molto alto. Senza contare che in Spagna con tappe così corte è dove si va più forte. Più di Tour e Giro. Oggi, per esempio, abbiamo iniziato l’ultima discesa dopo neanche 130 chilometri. Al Giro dopo 130 chilometri la tappa deve ancora iniziare! Qui si parte a tutta, nel mezzo si va sostenuti e nel finale c’è la bagarre. Difficile controllare la corsa così».

La scalata finale, l’Alto de San Miguel saliva a gradoni. Gli uomini in fuga sono riusciti a prendere un bel vantaggio e Marc Soler è stato bravo a sfruttare l’occasione. Dietro invece se le sono date.

«Chi vedo bene? I nomi sono talmente conosciuti che vanno forte tutti i soliti noti. C’è tanta gente che esce dal Tour e che ha corso molto. Come detto mi è mancato quell’ultimo chilometro per restare con i primi.

«Andrea Bagioli? E’ bravissimo. Mi piace quando un giovane italiano va forte. Ci siamo visti in altura a Livigno, lui stava facendo dietro moto. Ha grinta. E’ alla prima esperienza in un grande Giro, chissà dove potrà arrivare. Sono felice per lui».

Formolo non perde il suo buonumore, nonostante nell’ultimo anno sia stato sfortunato. Il veronese è caduto l’anno scorso proprio alla Vuelta e qualche settimana fa si è ritirato dal Tour. Dopo il Giro 2019 ha corso pochi giorni e quest’anno tra lockdown e frattura non ha fatto molto di più. Però ha voglia di fare e prima o poi tornerà a farci sognare. Magari dedicando una vittoria alla bimba che presto gli nascerà