Mondiali ed europei a ranghi ristretti, ma Amadori ha le idee chiare

01.09.2025
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Il Tour de l’Avenir ha lasciato negli occhi del cittì della nazionale under 23, Marino Amadori, la certezza di aver tra le mani un futuro campione. Ma la corsa a tappe francese non ha solo mostrato le qualità di Lorenzo Finn, le risposte di tutti i ragazzi chiamati in causa sono state più che soddisfacenti. Così, una volta richiuse le valige e tornato a casa, il tecnico della nazionale si prepara per i prossimi impegni con le idee chiare (in apertura foto Philippe Predier/DirectVelo). 

«Lorenzo (Finn, ndr) ha fatto una bellissima corsa – racconta da casa Marino Amadori – era lì con i migliori e ci siamo giocati il podio fino all’ultimo momento. Le ultime tre tappe sono state divertenti, ma si è trattato di un Tour de l’Avenir complicato. La Francia ha corso all’attacco, anche quando la maglia gialla era sulle loro spalle. Sapevamo che i nomi da “bollino rosso” erano quattro: Seixas, Nordhagen, Widar e Torres. Tutti questi, a parte Widar, sono già nel WorldTour. Essere così vicini e riuscire a mettere dietro lo spagnolo (Torres, ndr) è stata un’ottima cosa per il nostro Finn».

Lorenzo Finn ha corso un grande Tour de l’Avenir e ha messo il suo nome tra i favoriti per i mondiali in Ruanda (foto Aurélien Regnoult/DirectVelo)
Lorenzo Finn ha corso un grande Tour de l’Avenir e ha messo il suo nome tra i favoriti per i mondiali in Ruanda (foto Aurélien Regnoult/DirectVelo)
Ci presentiamo ai mondiali e agli europei con una pedina importante…

Con una squadra importante, perché l’Avenir ha dimostrato questo. Siamo forti, e rispetto agli scorsi anni avevamo un nome concreto per la classifica generale. Però tutti gli atleti sono stati bravi, a partire da Turconi che è stato capace di inserirsi nella fuga dei diciannove atleti che ha caratterizzato la seconda tappa. Mattio e Donati hanno svolto un lavoro eccezionale, così come Borgo. Gualdi, invece, è stato bravo a risalire la classifica e arrivare nei primi 20. 

E’ mancata la vittoria di tappa?

Quando si corre con il mirino puntato alla classifica generale è difficile concentrarsi anche sulle vittorie di tappa. Nelle edizioni passate non arrivavamo con un corridore da podio, il nome di Lorenzo Finn faceva paura a molti. La Francia ci ha corso contro dal primo giorno, hanno tentato di metterlo in difficoltà in tutte le maniere. Essere arrivati a sette secondi dalla medaglia d’argento è un risultato notevole

Simone Gualdi e Lorenzo Finn saranno gli unici due a correre sia mondiali che europei (foto Aurélien Regnoult/DirectVelo)
In Ruanda sarà davvero una sfida a due con Widar?

Non saprei, perché le incognite per quella gara sono molte. Inoltre ci sono tanti altri corridori da attenzionare: Mateo Ramirez, Pavel Novak, Omrzel e soprattutto Jarno Widar. A Kigali arriveremo con una squadra ridotta, con quattro atleti. Visto che occupiamo la prima posizione nel ranking under 23 ne avremmo potuti schierare sei di ragazzi, ma la Federazione ha dovuto fare delle scelte legittime (l’Italia si presenterà a ranghi completi solamente nelle prove elite, ndr). 

Quattro nomi soltanto, scelte facili o difficili?

Facili, a essere onesti. Perché qualche corridore non mi ha dimostrato una solidità tale da poter pensare di schierarlo al mondiale. Sull’aereo per il Ruanda saliranno: Lorenzo Finn, Simone Gualdi, Alessandro Borgo e Pietro Mattio. I primi due sono le migliori pedine a disposizione per una gara come il mondiale, Mattio è una certezza e Borgo ha fatto vedere di essere forte anche in salita. 

Una trasferta impegnativa, non solo per la durezza del percorso…

Per tanti aspetti: il viaggio, i vaccini (non obbligatori ma consigliati, ndr), il fatto che si corre a quote elevate. L’obiettivo principale sarà di arrivare al giorno della gara, il 26 settembre. Partiremo il 18 settembre, perché Finn e Borgo faranno anche la cronometro, decisione presa insieme a Villa. 

All’europeo, invece, ci presenteremo con la squadra al completo?

No. La decisione, presa in accordo con la Federazione è di correre in quattro anche l’europeo in Francia. Anche perché il percorso sarà ancora più duro del mondiale, con una salita vera di sette chilometri da ripetere tre volte. Verrà fuori una gara individuale, se fatta a certi ritmi. Le uniche due certezze saranno Lorenzo Finn e Simone Gualdi, gli altri due nomi li capiremo strada facendo con le gare di settembre (Giro del Friuli, Pantani e Matteotti, ndr). 

Davide Donati, Italia, Tour de l’Avenir 2025 (foto Aurélien Regnoult/DirectVelo)
Davide Donati, Italia, Tour de l’Avenir 2025 (foto Aurélien Regnoult/DirectVelo)
Si correrà una settimana dopo Kigali, tempi stretti…

Strettissimi. Anche qui ci sarà da capire come rientreranno i nostri dal viaggio in Ruanda. Il ritorno è previsto per il 29 di settembre, quattro giorni prima dell’europeo. La cronometro non sarà un problema perché porteremo nomi diversi da quelli che correranno su strada, visto che si tratta di un percorso per specialisti pensavo a Davide Donati e Nicolas Milesi. Ma ci sarà modo di capire.

Vince, sbaglia, impara: Seixas saluta gli under 23

31.08.2025
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Diversi modi di avere 18 anni. Quello di Lorenzo Finn, che dal Tour de l’Avenir fa rotta sui mondiali del Rwanda per under 23. Quello di Paul Seixas, che l’Avenir l’ha vinto e in Africa correrà con i professionisti (in apertura un’immagine decathlonag2rlamondiale). Entrambi iridati a Zurigo nel 2024: l’azzurro su strada, il francese nella crono. Il fatto che Seixas non possa essere schierato nella squadra dei più giovani per le regole UCI, avendo già corso nel WorldTour, c’entra fino a un certo punto. Diversi modi di avere 18 anni e di crescere, senza sapere quale sia la ricetta migliore.

Seixas ne compirà 19 il 24 settembre (Finn dovrà aspettare il 19 dicembre). Lo vedi che è giovane, eppure in quelle sopracciglia folte e lo sguardo sempre fisso vedi un’età probabilmente superiore a quella effettiva. Chi lo ha vissuto da vicino al Tour de l’Avenir ha colto anche la voglia di godersi i 18 anni e di cadere in errori che presto non saranno più perdonati. «Mi è piaciuto correre senza radio – ha detto – non è un’opportunità che mi capita spesso tra i professionisti. Ho commesso piccoli errori, succede anche questo, fa parte del processo di apprendimento».

Il Tour de l’Avenir è stato vinto da Isabella Holmgren fra le donne e Seixas fra gli uomini (foto @jolypics / @lewiscatel)
Il Tour de l’Avenir è stato vinto da Isabella Holmgren fra le donne e Seixas fra gli uomini (foto @jolypics / @lewiscatel)

Avenir, tutto da perdere

Nel piccolo Tour aveva soltanto da perdere e lo sapeva bene. Non più ragazzino da scoprire, non ancora professionista fatto e finito. Tra i grandi era arrivato a febbraio senza pressioni, correndo il UAE Tour, il Tour of the Alps e il Delfinato (cercando di non strafare), dove ogni lampo di talento era stato ritenuto messianico e prodigioso. Al Tour de l’Avenir Seixas non poteva che vincere.

«Si è messo in una situazione difficile – ha raccontato a L’Equipe il tecnico francese Francois Trarieux – presentandosi a una gara U23 in condizioni diverse da quelle del Delfinato. Sapeva benissimo che tutti lo avrebbero aspettato. Gli ho detto che aveva vinto molto e con facilità da più giovane perché era di una categoria superiore. Questa volta invece si trovava contro corridori pronti, che volevano battere Paul Seixas. E anche questo lo ha messo in difficoltà».

Il Tour of the Alps aveva iniziato a mettere in mostra Seixas anche tra i pro’
Il Tour of the Alps aveva iniziato a mettere in mostra Seixas anche tra i pro’

I dubbi e le domande

Widar lo ha staccato per due volte, in entrambi i casi per appena cinque secondi che a Seixas sono sembrati come schiaffi in faccia davanti ai suoi amici. Prima a Tignes 2100 e poi l’indomani a La Rosiere, con Finn che in entrambi i casi si è piazzato a otto secondi dal vincitore, alle spalle del francese. Per vincere il Tour de l’Avenir gli è servita la crono finale, quando i secondi mollati a Widar sono stati 32 con buona pace del giovane talento belga.

«E’ ancora più bello vincere così – ha detto Seixas subito dopo – questo è lo sport. Sono stato nel vivo dell’azione, abbiamo avuto giornate combattute. Ho dovuto lottare sino alla fine, attraversando momenti difficili nella mia testa. Mi sono chiesto se davvero avessi quel che serviva per vincere. Anche prima che l’Avenir partisse, mi chiedevo se avessi fatto bene a venire, dati i miei valori in allenamento. La chiave è stata la resilienza. Le risorse mentali che ho dovuto raccogliere, i momenti di dubbio, le difficoltà. Ho dovuto accettare lo status di favorito senza essere al massimo».

Il francese Maxime Decomble ha guidato l’Avenir dalla seconda tappa all’ultima crono (foto @jolypics)
Il francese Maxime Decomble ha guidato l’Avenir dalla seconda tappa all’ultima crono (foto @jolypics)

Tignes, una lezione preziosa

C’è maturità nelle sue parole, tanta capacità di analisi. Al tempo stesso, Seixas ha dovuto capire che cosa si richieda a un leader. In testa all’Avenir è stato dal secondo all’ultimo giorno il compagno Decomble: toccava ad altri attaccarlo, invece a Tignes fra i primi a muoversi c’è stato Seixas. Al punto che l’indomani dalla squadra francese sono permeate le voci di un lungo debriefing per chiarire.

«Volevamo che la squadra restasse attorno al nostro leader – ha spiegato ancora Trarieux – ma c’è stata impazienza. Seixas deve padroneggiare la voglia di vincere e l’ha capito perché ne abbiamo parlato a lungo. Nella tappa finale, Decomble ha dovuto accettare di cedere a lui la maglia: è stato un importante atto collettivo. Si è fidato di lui e questo è fantastico. Paul non è un corridore completamente formato, ha bisogno di tempo e una tappa come quella di Tignes la ricorderà a lungo. Voleva staccare Widar, ma non era il più forte. Negli anni scorsi è sempre stato fisicamente superiore, ora si rende conto che più diventa grande, più i livelli si avvicineranno».

La cronoscalata a La Rosiere ha permesso a Seixas di conquistare la testa della classifica (foto Tour de l’Avenir)
La cronoscalata a La Rosiere ha permesso a Seixas di conquistare la testa della classifica (foto Tour de l’Avenir)

In Rwanda con i pro’

Tignes sarà la base di lavoro della nazionale francese U23 in vista dei mondiali di Kigali, ma laggiù Seixas non sarà con loro. Per il regolamento e anche per la chiara intenzione del cittì Voeckler che ha scelto di inserire Paul nella squadra dei pro’.

«Per me è un corridore selezionabile – ha dichiarato a L’Equipe l’ex corridore di Schiltigheim, 46 anni – non mi interessa la sua età. La decisione è di fare ciò che è meglio per lui e per gli interessi della squadra francese, senza necessariamente pensare a breve termine. Il mio compito è anche quello di lavorare di concerto con le persone che lo circondano».

Seixas ha conquistato il primato nella cronoscalata finale, vinta con 28″ su Nordhagen (foto @jolypics)
Seixas ha conquistato il primato nella cronoscalata finale, vinta con 28″ su Nordhagen (foto @jolypics)

Il Tour de l’Avenir potrebbe essere stata l’ultima corsa di Seixas fra gli under 23, mentre il mondo dei grandi lo aspetta a braccia aperte. E’ stato utile per prendere le misure e per sostenere la responsabilità di leader, mentre d’ora in avanti per lui inizierà la routine del professionismo. Dopo il mondiale infatti e anche a causa del mondiale, il suo programma sarebbe stato già cambiato. Si parla già infatti di campionati europei e Giro di Lombardia.

Finn e il primo Avenir: «Ho dimostrato di poter stare con i migliori»

31.08.2025
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Tre secondi hanno diviso Lorenzo Mark Finn dal podio finale del Tour de l’Avenir, vinto da Paul Seixas davanti a Jarno Widar e Jorgen Nordhagen. E’ facile pensare di avere davanti i campioni che potranno regalarci le sfide del futuro, al momento ce li godiamo consapevoli che siano in punti diversi della loro crescita e maturazione. Finn aveva tenuto l’Italia sul podio fino alla mattina dell’ultimo giorno di questo Tour de l’Avenir. Infatti nella semitappa corsa venerdì mattina gli uomini di classifica non sono riusciti a fare la differenza (in apertura foto Tour de l’Avenir). 

Podio Tour de l’Avenir 2025, Paul Seixas, Jarno Widar, Jorgen Nordhagen (foto Tour de l’Avenir)
Podio Tour de l’Avenir 2025: Paul Seixas, Jarno Widar, Jorgen Nordhagen (foto Tour de l’Avenir)

50 metri

E’ servita una prestazione monstre del talentino francese Paul Seixas nel pomeriggio per creare un gap importante. L’unico a percorrere i 10,6 chilometri che da Montvalezan portavano a La Rosiere con una velocità media superiore ai 25 chilometri orari. La voce del nostro Lorenzo Finn non fa trasparire delusione, è solida come le sue gambe. 

«La giornata finale di venerdì – racconta al telefono – con le due semitappe, è stata tosta. Al mattino la frazione era corta (solamente 41,6 chilometri, ndr) ma l’abbiamo fatta a fuoco. La cronoscalata del pomeriggio, invece, era parecchio lunga. Vero che il podio è sfumato per pochissimo, però sono contento della mia settimana. Alla fine ho concluso a soli tre secondi da Nordhagen e sette secondi da Jarno Widar. Vuol dire che il livello è buono, posso essere lì».

Già dal prologo iniziale avevi mostrato di stare molto bene…

Era, probabilmente, la mia migliore chance per vincere una tappa perché sapevo che su una prova così corta, e in salita, avrei potuto fare bene. Peccato essere arrivato dietro Seixas per così poco (il distacco è risultato di 7 centesimi, ndr). Nei giorni di ritiro in altura mi sentivo bene, ho sofferto un po’ il ritmo gara delle prime due o tre tappe ma poi sono stato sempre meglio. 

Sei arrivato pronto per la tappa regina, la quinta, dove però non sono emersi distacchi importanti…

Siamo rimasti tutti insieme noi favoriti: Seixas, Widar, Nordhagen e Ramirez. Non mi sarei mai aspettato che saremmo rimasti così attaccati. Nessuno è riuscito a fare la differenza nelle tappe in linea e questo fa capire che il livello era veramente alto. La quinta tappa prevedeva tre salite e 4.000 metri di dislivello, era veramente dura. 

Lorenzo Fin aveva fatto vedere un’ottima condizione già nel prologo iniziale nel quale era arrivato secondo (foto Tour de l’Avenir)
Lorenzo Fin aveva fatto vedere un’ottima condizione già nel prologo iniziale nel quale era arrivato secondo (foto Tour de l’Avenir)
Si sta creando un po’ il gruppo dei corridori del futuro per le corse a tappe?

Questo vedremo, non lo possiamo ancora dira. Seixas ha già fatto vedere che può arrivare nei primi dieci al Delfinato, se lui non ci riesce a staccare facilmente vuol dire che potremmo aggregarci tra qualche anno. Però non si può dire così, senza una controprova. 

Hai ritrovato Seixas dopo un anno nel WorldTour…

Vero, non correvamo uno contro l’altro dal mondiale di Zurigo. Il suo stile di correre non è cambiato molto, va sempre forte in salita, ma più o meno come lo scorso anno. Siamo migliorati entrambi rimanendo vicini nelle prestazioni. E’ riuscito a fare la differenza nella cronoscalata finale, e gli vanno fatti i complimenti. Io ho seguito i valori che la squadra mi aveva prefissato e di questo sono molto contento. Magari un po’ stanco dalla tappa del mattino ma non ho sottoperformato. 

I migliori si sono dati battaglia in salita ma nessuno è riuscito a fare la differenza nelle tappe in linea (foto Tour de l’Avenir)
I migliori si sono dati battaglia in salita ma nessuno è riuscito a fare la differenza nelle tappe in linea (foto Tour de l’Avenir)
Degli altri contendenti alla vittoria finale cosa hai visto?

Widar lo avevo già incontrato al Giro Next Gen e in altre gare, so che ha una “sparata” negli ultimi 500 metri che gli permette di fare la differenza. Ha vinto due tappe in questo modo, quindi ha rispettato le sue caratteristiche. Probabilmente mancava un arrivo in salita più selettivo o una frazione finale impegnativa e non due semitappe. 

Questo era il tuo secondo giro a tappe di una settimana, hai visto qualche miglioramento?

Nelle ultime tappe mi sono sentito molto meglio rispetto al Giro Next Gen, dove nelle frazioni conclusive ho accusato un po’ di fatica. Per questo dico che sono contento della mia prova qui all’Avenir. Alla fine è il mio primo anno da under 23 e queste due corse a tappe saranno un obiettivo anche nel 2026. 

Finn ha fatto molti progressi in questo primo anno da under 23 per quanto riguarda le corse a tappe (foto Tour de l’Avenir)
Finn ha fatto molti progressi in questo primo anno da under 23 per quanto riguarda le corse a tappe (foto Tour de l’Avenir)
Ora si conclude la stagione con mondiali ed europei?

Prima correrò al Memorial Pantani e al Matteotti, poi volerò in Rwanda. Però sì, mondiali ed europei saranno gli obiettivi di fine anno. Visto che Seixas, Nordhagen e Torres non ci saranno (l’UCI ha vietato ai corridori under 23 che già corrono tra i professionisti di partecipare a mondiali ed europei di categoria, ndr) direi che il grande rivale sarà Widar.

Gualdi fa il punto: le prove da scalatore e il WorldTour nel 2026

13.08.2025
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Il rumore di sottofondo durante la chiamata con Simone Gualdi è quello della sua macchina che lo sta riportando da Livigno a Trepalle. E’ ancora tardo pomeriggio e il corridore bergamasco sta rientrando da una merenda in paese. Questi giorni in altura, con il pensiero fisso sul Tour de l’Avenir, scorrono a tratti lenti. Tra le montagne della Valtellina Simone Gualdi ha trovato in Alessandro Borgo un ottimo compagno di allenamento. Anche il campione italiano under 23 sarà al via della corsa a tappe francese, ma i loro cammini di avvicinamento sono leggermente diversi. 

«Io sono salito qui a Trepalle – racconta Gualdi – il 26 luglio. Mentre Borgo è arrivato il 2 agosto, prima ha corso al Tour de Wallonie con i professionisti. Rimarremo ad allenarci da queste parti fino al 14 agosto per poi rientrare. Per quanto mi riguarda non farò giorni di gara prima del Tour de l’Avenir, al contrario Borgo dovrebbe correre a Capodarco».  

In questi giorni Simone Gualdi e Alessandro Borgo (insieme al centro) sono in ritiro a Livigno e nei giorni scorsi hanno scalato lo Stelvio
In questi giorni Simone Gualdi e Alessandro Borgo (insieme al centro) sono in ritiro a Livigno e nei giorni scorsi hanno scalato lo Stelvio
Come stanno andando questi giorni?

Bene, essere in altura con compagni che conosci è meglio. Tendenzialmente pedali sempre con qualcuno e in ogni caso anche nel pomeriggio ci facciamo compagnia. Abbiamo scelto un hotel qui a Trepalle per restare un po’ più alti di quota, rispetto al paese siamo qualche centinaia di metri più alti. Cerchiamo di non partire troppo presto la mattina, così da fare le cose con calma e in modo da non avere troppe ore libere al pomeriggio. Altrimenti diventa tutto monotono. 

Vi siete organizzati per allenarvi insieme?

Sì, Borgo mi ha mandato il suo piano di allenamento, io ho parlato con la squadra e ho fatto il mio programma per questi giorni. Non facciamo sempre le stesse cose, ma siamo riusciti a far combaciare i lunghi. Proprio ieri (mercoledì, ndr) ci siamo fatti cinque ore, almeno se siamo in due il tempo passa velocemente. 

Gualdi nel 2025 ha corso molto con i pro’ imparando a muoversi in gruppo
Gualdi nel 2025 ha corso molto con i pro’ imparando a muoversi in gruppo
Si avvicina il tuo primo Tour de l’Avenir, ti senti pronto?

Sono carico. Inizialmente il mio programma prevedeva una piccola pausa dopo il campionato italiano, giusto un paio di giorni, per poi riprendere ad allenarmi in vista del Giro della Valle d’Aosta. Purtroppo i giorni dopo il tricolore sono stato male e ho dovuto saltare l’unica gara che avevo in programma prima dell’Avenir. Quando riattaccherò il numero sulla schiena saranno passati due mesi dall’ultima volta. 

Hai qualche dubbio?

In realtà no, ho lavorato a casa sull’intensità. Restare fermo qualche giorno in più mi ha permesso di recuperare meglio. Qui in ritiro ho notato di avere buoni valori e ottime sensazioni. Penso di essere sulla strada giusta. 

Tra gli under 23 ha raccolto ottimi risultati, tra i quali un terzo posto al campionato italiano di categoria dietro Belletta e Borgo
Tra gli under 23 ha raccolto ottimi risultati, tra i quali un terzo posto al campionato italiano di categoria dietro Belletta e Borgo
E’ la prima volta che stai così tanto tempo senza correre durante la stagione?

Sì, non è facile allenarsi e basta, ma ho degli obiettivi in testa e so che sto lavorando per quelli. La motivazione di certo non manca. A livello mentale mi sento anche maggiormente carico, sono stato quasi un mese a casa. Una cosa che sicuramente non capita spesso durante la stagione e questo mi ha aiutato tanto a recuperare. 

Guardiamo un attimo indietro, quest’anno hai voluto testarti per curare la classifica generale…

Al Giro Next Gen ho provato a lottare per la classifica, vero. Ho notato che mi manca ancora qualcosa e non so nemmeno se è questo tipo di sforzo sia nelle mie corde. E’ stato un bel test, ci ho provato anche perché sono giovane e c’è da capire che tipo di corridore posso diventare da grande. Però all’Avenir non sarò io l’uomo di classifica, avremo Lorenzo Finn e Filippo Turconi che hanno dimostrato di andare forte in queste corse. Per quanto riguarda la mia corsa so che avrò anche i miei spazi, senza in mente la generale, però vedremo un po’ come sarò messo tappa dopo tappa. 

Tra i pro’ a inizio stagione ha dimostrato di sapersi difendere, qui al Laigueglia chiuso al decimo posto
Tra i pro’ a inizio stagione ha dimostrato di sapersi difendere, qui al Laigueglia chiuso al decimo posto
Secondo te vale la pena snaturarsi?

Vedremo un po’ quando riprenderò la preparazione durante il prossimo inverno quali saranno gli obiettivi della squadra. Anche perché dal 2026 faccio il salto (Gualdi passerà nel WorldTour con la Intermarché Wanty, ndr). Cambieranno anche tante cose, il livello si alzerà ancora di più e ci sarà sicuramente da lavorare. 

Il passaggio nel WorldTour era già siglato da tempo, ti senti pronto?

Direi di sì. So che non è mai arrivata la vittoria in questi due anni nella categoria under 23. Allo stesso tempo ho raccolto tantissimi risultati, come il terzo posto alla Liegi U23 o alla Corsa della Pace insieme alla nazionale. Credo sia il momento giusto per fare questo salto. Comunque ho già fatto molte esperienze con i professionisti in corse di livello. In un paio di occasioni, come al Laigueglia e in altre gare in Francia, sono riuscito a entrare nella top 10. Sono pronto e curioso per vedere come andrà tra i grandi.

Le voci intorno all’unione tra il team Intermarché-Wanty e Lotto Cycling in vista della prossima stagione rimangono senza conferme o smentite ufficiali. I corridori lavorano e rimangono vincolati ai contratti firmati, fino a quando qualcosa non si muoverà ci rimane solamente da aspettare e capire.

Amadori: «All’Avenir non vogliamo stare dietro a nessuno»

11.08.2025
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La prima notizia è che Marino Amadori si trova a casa e che sia costretto a preparare il Tour de l’Avenir affidandosi al lavoro svolti da propri ragazzi, i quali si sono dispersi per le diverse alture italiane. Lorenzo Finn si trova a Tignes, mentre Simone Gualdi e Alessandro Borgo sono a Livigno. Invece gli altri tre nomi selezionati per l’Avenir: Davide Donati, Filippo Turconi (in apertura al Giro Next Gen insieme a Finn, photors.it), avrà modo di vederli in corsa tra Poggiana e Capodarco. Mentre Pietro Mattio sarà impegnato con la Visma al PostNord Tour of Denmark.

«Preparare l’Avenir e avere i ragazzi lontani – dice Amadori – non mi darà modo di vedere come stanno giorno dopo giorno. Ho comunque massima fiducia nei loro confronti e nelle squadre che li supportano. La formazione l’ho comunicata un mese fa, ci vedremo il 21 agosto e partiremo tutti insieme. Avremo comunque modo di confrontarci e di parlare di tattiche. Faremo un piano d’azione che comprenderà tutte le possibili varianti».

Alessandro Borgo, qui insieme ad Amadori dopo aver vinto il tricolore U23, sarà uno dei protagonisti all’Avenir
Alessandro Borgo, qui insieme ad Amadori dopo aver vinto il tricolore U23, sarà uno dei protagonisti all’Avenir

Tanti impegni

Lontano dagli allenamenti il cittì della nazionale under 23 ha avuto modo di studiare il percorso e gli avversari. Sarà un Tour de l’Avenir impegnativo, sia per le tappe che per gli avversari che si presenteranno in Francia il prossimo 23 agosto. 

«C’è massima fiducia nei nostri mezzi e nei ragazzi – dice Amadori – penso di aver messo insieme una buona squadra. Dispiace per alcuni atleti che sono rimasti fuori come Agostinacchio, Sambinello, Zamperini, Savino. Però tra Avenir, mondiale ed europei ci sarà spazio per tutti».

Pietro Mattio è ormai uno dei pilastri della nazionale di Marino Amadori (foto Tour Avenir)
Pietro Mattio è ormai uno dei pilastri della nazionale di Marino Amadori (foto Tour Avenir)
Andiamo con ordine e pensiamo alla corsa a tappe francese?

Certo, un passo alla volta. In gara troveremo un livello altissimo, come gli altri anni. I nomi di spicco non mancheranno, il primo che mi viene in mente è quello di Paul Seixas. Il transalpino, passato direttamente dalla categoria juniores al WorldTour, ha già raccolto una top 10 al Delfinato e altri piazzamenti importanti. Sicuramente verrà con l’obiettivo di vincere, non possono di certo nascondersi. 

I contendenti che arrivano dal WorldTour non mancheranno…

Avremo anche Jorgen Nordhagen e Pablo Torres. Senza dimenticare Jarno Widar, il quale anche se è ancora nel devo team della Lotto ha già dimostrato di essere uno dei favoriti. 

Davide Donati ha ottenuto la sua prima vittoria in maglia Red Bull-BORA-hasgrohe al Tour de Wallonie con i pro’
Davide Donati ha ottenuto la sua prima vittoria in maglia Red Bull-BORA-hasgrohe al Tour de Wallonie con i pro’
I nostri?

Non ci nascondiamo, arriviamo con una formazione forte. Alla fine si scontreranno con i pari età e anche i nostri ragazzi hanno fatto gare di un certo livello. Vedremo dove ci metteranno e dove riusciremo a metterci noi. 

Partiamo con gli scalatori, ne avremo tre: Finn, Gualdi e Turconi…

Sono tre atleti che in salita hanno dimostrato di esserci, la loro crescita e maturazione durante questa stagione sono state evidenti. Per me la categoria under 23 è un passaggio, si deve fare esperienza e capire come si corre in certe gare. Finn è il nostro uomo di riferimento, al Giro Next Gen ha dimostrato di saper reggere gli otto giorni di corsa. 

Paul Seixas quest’anno sta già correndo nel WorldTour, arriverà all’Avenir come uno dei favoriti
Paul Seixas quest’anno sta già correndo nel WorldTour, arriverà all’Avenir come uno dei favoriti
Come giudichi il percorso?

Dopo il prologo di Tignes, di appena tre chilometri con 300 metri di dislivello, avremo quattro tappe mosse. Sono percorsi molto tosti sui quali le squadre dei favoriti proveranno a controllare la corsa per non far andare via fughe pericolose. Noi dovremo trovare la giusta strategia per raccogliere il massimo risultato. Gli ultimi due giorni, per un totale di tre tappe, avremo la sagra della salita e lì quelli forti verranno fuori per forza.

La scelta di portare Mattio, Donati e Borgo, è dettata dalle quattro tappe intermedie?

Questi ragazzi su delle frazioni del genere ci vanno a nozze. Poi Donati e Mattio sono due atleti che sanno gestire bene la corsa e leggerne i momenti, cosa fondamentale anche nel dare una mano a Lorenzo Finn. Mi aspetto un team unito e coeso, non saremo noi a dover gestire la corsa ma non dovremo nemmeno subirla. 

Dopo il ritiro al Giro Next Gen, Jarno Widar ha dominato il Valle d’Aosta scrivendo il suo nome tra i favoriti dell’Avenir
Dopo il ritiro al Giro Next Gen, Jarno Widar ha dominato il Valle d’Aosta scrivendo il suo nome tra i favoriti dell’Avenir
Cosa intendi?

Che dovremo sfruttare le occasioni che ci capiteranno, perché in sette giorni di gara arriverà il momento giusto per fare qualcosa. Non dovremo far scappare i migliori. Anzi, sarebbe un bel risultato metterli alle spalle in qualche occasione. Il nostro obiettivo deve essere quello di imporci. 

Non guardarsi troppo intorno…

Abbiamo le carte per correre da protagonisti. Ed è questo quello che mi aspetto. 

Da Tignes, Lorenzo Finn ha negli occhi il Tour de l’Avenir

09.08.2025
5 min
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Diciotto giorni a Tignes con il Tour de l’Avenir (23-29 agosto) nel mirino, questa è l’estate di Lorenzo Mark Finn. Anche se di estivo c’è ben poco nel suo abbigliamento, felpa e giacca invernale mentre si trova sul lago poco sotto al paese. Per questo ritiro, che dopo diversi anni non è più organizzato dalla nazionale, Finn ha trovato come compagni di allenamento Enea Sambinello e alcuni amici

«Sambinello – racconta Finn – è sceso dall’altura qualche giorno prima per correre alcune gare con il team (la UAE Emirates Gen Z, ndr). Io invece rimarrò qui a Tignes fino al 10 agosto e arriverò al Tour de l’Avenir senza fare corse intermedie. Ho fatto così anche per il Giro Next Gen e mi sono trovato bene». 

Lorenzo Finn ha scelto Tignes per preparare l’Avenir, per qualche giorno ha avuto la compagnia di Enea Sambinello
Lorenzo Finn ha scelto Tignes per preparare l’Avenir, per qualche giorno ha avuto la compagnia di Enea Sambinello

Da un Giro all’altro

Giro Next Gen e Tour de l’Avenir, le due corse a tappe più importanti della stagione under 23 sono il centro del programma del giovane ligure della Red Bull-BORA-hansgrohe Rookies. La corsa a tappe francese, che correrà con la maglia della nazionale che sarà guidata da Marino Amadori, è un secondo banco di prova importante

«Il programma di lavoro è sempre lo stesso – continua Lorenzo Finn – con un po’ di adattamento all’altura e poi ho iniziato a caricare. Ho diviso la settimana fra un giorno con distanze più brevi e maggiore intensità e l’altro con un classico allenamento lungo senza lavori. Per poi scaricare il terzo giorno. Riesco a stare sulle 25 ore di allenamento a settimana e va bene così».

Al Tour de l’Avenir Finn tornerà a sfidare Widar, qui nella terza tappa dello scorso Giro Next Gen vinta dal belga (foto La Presse)
Al Tour de l’Avenir Finn tornerà a sfidare Widar, qui nella terza tappa dello scorso Giro Next Gen vinta dal belga (foto La Presse)
Dal Giro Next Gen come eri uscito?

Le prime tappe stavo davvero bene, lo si era visto anche sul Maniva. La caduta della terza tappa mi ha lasciato qualche strascico, ma per il resto sentivo di aver lavorato bene e di essere arrivato pronto. Purtroppo al Giro dell’Appennino, pochi giorni dopo il Giro, sono caduto e mi sono rotto la clavicola. Mi sono ripreso bene dall’infortunio, però peccato non aver sfruttato la condizione. 

Con quali consapevolezze arrivi al Tour de l’Avenir?

Sicuramente sarà un bel percorso, molto duro. Siamo venuti apposta a Tignes ad allenarci così da vedere un po’ i percorsi. Due tappe si concluderanno qui (la cronoscalata inaugurale e la quinta tappa, ndr). Verrà fuori una gara più dura con molto dislivello, andremo molte volte sopra quota 2.000 metri. Per me sarà la prima volta in gara, anche questo sarà un fattore da tenere in considerazione. 

Terminato il Giro Next Gen il ligure ha voluto sfruttare la condizione correndo al Giro dell’Appennino, ma una caduta gli ha causato la frattura della clavicola
Finn ha voluto sfruttare la condizione correndo al Giro dell’Appennino, ma una caduta gli ha causato la frattura della clavicola
Ti senti a tuo agio da questo punto di vista?

Avendo fatto tre settimane di ritiro in quota diciamo che mi preoccupa meno. Poi è un fattore che vale per tutti gli atleti allo stesso modo. C’è l’incognita della gara, perché per quanto ci si possa allenare diventa difficile fare ritmi sostenuti o simulare la corsa. L’obiettivo è di abituare il corpo a fare determinati sforzi in certe condizioni. 

Con quali ambizioni arrivi?

Correrò con la nazionale, il che sarà un po’ diverso ma mi fa piacere tornare a vestire l’azzurro. Avrò al mio fianco compagni di squadra forti e anche Davide Donati. Corriamo insieme al team Red Bull-BORA-hansgrohe Rookies e averlo con me è una bella cosa, a causa di un infortunio non è riuscito a partecipare al Giro Next Gen e condividere un’esperienza del genere con lui sarà molto bello. 

Lorenzo Finn e Paul Seixas torneranno a sfidarsi quasi un anno dopo il Lunigiana
Lorenzo Finn e Paul Seixas torneranno a sfidarsi quasi un anno dopo il Lunigiana
Cosa dici del percorso?

La cronoscalata iniziale è tosta, ma mi piace. E’ abbastanza esplosiva. Poi ci saranno tre tappe miste e un gran finale con tantissime salite sulle quali ci sarà una selezione naturale. Saranno scalate diverse rispetto a quelle del Giro Next Gen, sono salite da un’ora e ripetute una dopo l’altra. 

Per te è meglio avere salite più impegnative, in modo da cercare di fare la differenza sul passo?

Se le gambe girano bene non importa su quale salita ci si trova. Per esperienza posso dire che sono felice di avere questo appuntamento verso il finale di stagione, di solito riesco a dare il meglio di me nei mesi conclusivi. 

Come vi siete organizzati in questi giorni di ritiro?

Ci troviamo bene, abbiamo preso una casa in affitto e ci gestiamo noi la routine. Non avendo la squadra dietro abbiamo maggiore libertà sugli orari e i percorsi ma manca la parte del supporto tecnico. Senza l’ammiraglia ci si arrangia e se fa troppo freddo per fare la discesa verso valle in bici la facciamo in macchina e partiamo più in basso. 

Davide Donati sarà parte del team del Tour de l’Avenir, una bella notizia per Finn che ritrova il suo compagno di squadra
Davide Donati sarà parte del team del Tour de l’Avenir, una bella notizia per Finn che ritrova il suo compagno di squadra
Riuscite a godervi un po’ di tempo libero?

E’ difficile perché passiamo cinque o sei ore in bici e una volta tornati dobbiamo cucinare, fare la spesa, le pulizie e tanto altro. Però ci divertiamo, nei giorni di riposo facciamo un giro nel paese e la sera abbiamo tempo per cucinare qualcosa di più complesso. L’altro giorno Sambinello ha fatto un risotto con i peperoni davvero buono, altre sere ci cuciniamo una carne o un sugo più elaborato per la pasta. 

All’Avenir ci sarà qualche nome “nuovo” che hai già avuto modo di conoscere, come Seixas o Torres che arrivano dal WorldTour…

Non corro contro di lui dal mondiale dello scorso anno a Zurigo. Abbiamo visto quello che ha fatto in questi mesi con una top 10 al Giro del Delfinato e altri piazzamenti di rilievo. Credo che lui possa essere il faro della corsa, ma non vuol dire che sia il favorito. Certe gare a tappe ti danno una gamba differente, ma vedremo. Fino all’anno scorso ce la giocavamo in ogni gara. 

Scalco: la costanza e la voglia di misurarsi con i grandi

25.07.2025
4 min
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VALTOURNENCHE – Matteo Scalco ha trovato una buona continuità nei risultati anche nel Giro Ciclistico della Valle d’Aosta. Per lo scalatore della Vf Group-Bardiani CSF-Faizanè sono arrivati tre piazzamenti in top 10 nelle quattro tappe disputate. Il risultato finale è un quinto posto nella classifica generale che fa da eco al nono del Giro Next Gen. Alla terza stagione all’interno del progetto giovani della squadra di Bruno e Roberto Reverberi è il momento di fare un punto sulla sua crescita. 

Matteo Scalco al Giro della Valle d’Aosta ha conquistato un buon quinto posto finale
Matteo Scalco al Giro della Valle d’Aosta ha conquistato un buon quinto posto finale

La salita

Dopo le buone prestazioni al Giro Next Gen insieme a Filippo Turconi per Matteo Scalco si sono aperte le porte del Giro della Valle d’Aosta. 

«Tra queste due gare a tappe – racconta Scalco – siamo andati in ritiro sul Pordoi per prepararci al meglio. Cercavamo gare con tanta salita, perché è il mio terreno, dove riesco a dare il massimo. Non sono un corridore molto esplosivo, quindi soffro un po’ nelle gare mosse. All’inizio dell’ultima tappa guardavo ancora con speranza al podio finale, purtroppo è sfumato per una trentina di secondi ma mi ritengo soddisfatto».

Una delle qualità del giovane scalatore della Vf Group-Bardiani è la costanza
Una delle qualità del giovane scalatore della Vf Group-Bardiani è la costanza
Sei al terzo anno del tuo cammino in Vf Group-Bardiani, che bilancio fai?

Nel corso delle varie stagioni sono sempre migliorato, con passi anche ben evidenti. Ognuno ha i suoi momenti e i suoi tempi per crescere, non tutti vincono subito appena arrivati. I miei compagni di squadra qui al Valle d’Aosta erano tutti al primo anno e ne abbiamo parlato spesso. 

Di cosa?

Che non si può raccogliere tutto e subito, non tutti passano da juniores a under 23 e fanno faville. E’ normale però avere tanti dubbi e tante apprensioni quando sei al primo anno in una nuova categoria.

Scalco aveva un conto aperto con il Giro Next Gen, quest’anno è tornato e ha conquistato il nono posto nella generale (photors.it)
Scalco aveva un conto aperto con il Giro Next Gen, quest’anno è tornato e ha conquistato il nono posto nella generale (photors.it)
Tu in queste stagioni hai raccolto quello che ti saresti aspettato?

Per certi versi sì. Avevo un conto aperto con il Giro Next Gen dopo il ritiro a causa di un virus lo scorso anno. Sono tornato e ho trovato una buona top 10. Alla fine in questi tre anni da under 23 penso di aver capito che il mio punto di forza è la costanza. Da un lato potrebbe anche essere una debolezza. 

In che senso?

Non ho ancora trovato un giorno nel quale riesco ad andare veramente forte. Però in questi tre anni ho ottenuto un decimo posto nella generale all’Avenir, un nono al Giro Next Gen e il quinto posto qui al Valle d’Aosta. Nei tre grandi giri under 23 ho raccolto tre top 10. 

Con la Vf Group-Bardiani per Scalco sono già arrivate le prime esperienze nel WorldTour, qui alla Tirreno-Adriatico 2025
Con la Vf Group-Bardiani per Scalco sono già arrivate le prime esperienze nel WorldTour, qui alla Tirreno-Adriatico 2025
Questo fattore di non spiccare pensi sia una cosa sulla quale devi lavorare?

Magari sì, credo che con il passare del tempo possa venire fuori. Una volta trovato il tuo livello provi a porti un obiettivo secco. Comunque, a mio avviso, essere costanti è una bella cosa, perché comunque durante tutto l’anno non ho mai periodi “bui”. 

Quali sono gli aspetti su cui devi lavorare?

Sicuramente l’esplosività, soffro parecchio i cambi di ritmo in salita. Quest’anno ho cambiato preparatore passando da Artuso, che per motivi contrattuali non può più seguire atleti esterni alla Red Bull-BORA, a Cucinotta. I due hanno metodi simili di lavoro e questo mi ha permesso di avere continuità. 

Quest’anno sei in scadenza.

Sì, il contratto che avevo firmato finita la categoria juniores era di tre anni. In queste settimane parlerò con la squadra e faremo il punto della situazione. Penso di aver fatto il mio percorso nella categoria under 23. I risultati ci sono stati, è mancato quello di spicco ma la crescita è arrivata. Vorrei provare a correre con costanza tra i grandi.

Hai già avuto modo di vedere come si corre…

E’ un bel modo, forse anche più tranquillo, rilassato. Tra gli under 23 ci sono tanti giovani che hanno voglia di dimostrare e c’è maggiore tensione. Un modo di correre regolare penso sia più vicino alle mie caratteristiche. 

Con Amadori ragionando di U23 e della nuova regola UCI

01.07.2025
6 min
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BRA – L’UCI ha ufficializzato che dalla prossima stagione i corridori professionisti, quindi coloro che già militano in squadre professional e WorldTour, non potranno partecipare alle prove di Nations Cup riservate agli under 23. Già a fine 2024, dopo i mondiali di Zurigo, l’Unione Ciclistica Internazionale aveva deciso di escludere gli atleti U23 tesserati come professionisti da europei e mondiali. 

La notizia riportata a inizio articolo, arrivata durante il Giro Next Gen, porta con sé delle novità importanti in termine di gestione dei giovani che passano nel WorldTour o in formazioni professional

Turconi è l’unico U23 che corre tra i pro’ a rientrare nei piani di Amadori per il 2025, con obiettivo Avenir (foto Tomasz Smietana)
Turconi è l’unico U23 che corre tra i pro’ a rientrare nei piani di Amadori per il 2025, con obiettivo Avenir (foto Tomasz Smietana)

Rimandato

Di questa nuova regola UCI si è parlato anche riguardo ai piani di crescita di Paul Seixas, che sta sorprendendo tutti al suo primo anno da professionista con la Decathlon AG2R La Mondiale. Il francesino potrebbe avere nel mirino il prossimo Tour de l’Avenir, visto che dal 2026 non potrà correrlo, ma la federazione francese deve capire come gestire i programmi. Lo stesso discorso vale per la nostra nazionale, infatti tra i prospetti più interessanti di quest’anno c’è Filippo Turconi. Il corridore della Vf Group-Bardiani è stato il migliore degli italiani al Giro Next Gen. Per lui però questo sarà l’ultimo anno in cui potrà contare sull’appoggio della nazionale under 23 nel suo cammino di crescita. 

«Penso che l’UCI – dice Marino Amadori, cittì della nazionale italiana U23 – stia mettendo ordine in questa categoria. Per quanto riguarda i professionisti abbiamo messo nell’orbita della nazionale under 23 solamente Filippo Turconi (i due sono insieme nella foto di apertura). Sarebbe un secondo anno, l’ho visto crescere tanto nel 2024 e con lui avevamo fatto un progetto che mi piacerebbe terminare con il Tour de l’Avenir. So che non potrà essere dei nostri all’europeo e al mondiale, ma questo è un discorso inerente solo a lui. Infatti gli altri ragazzi con i quali ho lavorato e con cui lavorerò saranno tutti presi da devo team o formazioni continental e di club».

La regola a proposito di mondiali ed europei aveva già cambiato i piani?

Sicuramente sì, il fatto che poi dal prossimo anno la regola si allargherà anche alle prove di Nations Cup è un fattore che ho dovuto tenere in considerazione. Mi spiace per quei ragazzi che saranno tagliati fuori, ma devo lavorare con corridori ai quali proporre un cammino di crescita strutturato

Turconi chiuderebbe un po’ il cerchio in questo senso?

Con lui avevamo iniziato un percorso lo scorso anno, il suo primo da under 23 e da professionista, e voglio farglielo concludere. A inizio 2025 ci eravamo detti di fare dei passi con l’obiettivo dell’Avenir. Siamo partiti dalla Polonia proprio con l’intento di testare il ragazzo, il riscontro è stato più che positivo quindi andremo avanti. Per gli altri purtroppo non si potrà fare anche perché comunque il lavoro deve essere fatto anche in ottica europeo e mondiale, senza dimenticare che l’Avenir è un banco di prova anche per atleti dei devo team e delle continental.

Come si lavorerà in ottica mondiali ed europei?

Considerando che saranno dopo l’Avenir dovrò sicuramente portare dei ragazzi che potranno essere protagonisti in quelle prove. Sarà un passaggio obbligato ma fondamentale, senza dimenticare che al mondiale per il momento avrò con me solamente quattro corridori. 

La nuova regola UCI dal 2026 metterà tanti giovani che prima lavoravano con te nelle mani di Villa, avete parlato di come gestirete la cosa?

Avete pienamente ragione. Con il fatto di avere le gare di Nations Cup aperte anche ai professionisti avevo modo di far girare tanti ragazzi e di tenerli attivi anche nell’ottica di essere convocati in nazionale. Gli under 23 professionisti dal 2026 dovranno aspettare le decisioni di Marco Villa, non so se dal prossimo anno farà qualche gara convocando i giovani o ragazzi di secondo piano.  

Il lavoro che hai sempre fatto tu come cittì dell’U23 ora va traslato sulla nazionale maggiore?

Se Villa stesso vorrà lavorare su una base di ragazzi giovani in prospettiva di Los Angeles 2028, e degli impegni futuri, dovrà fare un calendario che permetta loro di crescere e a lui di conoscerli. Questi ragazzi devono entrare nel giro della nazionale, indossare la maglia azzurra e sentirne la responsabilità. Che era il senso di fare tante prove di Nations Cup con la nazionale U23 e avere diversi ragazzi nel giro azzurro. 

Amadori, qui con Lorenzo Mark Finn al Giro Next Gen, crede molto nel lavoro dei devo team e delle squadre continental
Amadori, qui con Lorenzo Mark Finn al Giro Next Gen, crede molto nel lavoro dei devo team e delle squadre continental
In un certo senso questo limite non è troppo grande? 

Penso che chi ha in gestione gli juniores e gli under 23 deve avere un occhio di riguardo e capire, per il bene del loro assistito, quale percorso fargli fare. Ora sanno che se li portano nel mondo dei professionisti non hanno più il supporto di quella che sarebbe la nazionale di categoria. Quindi ci sarà da capire cosa fare, le alternative valide a livello under 23 ci sono perché oltre ai devo team ci sono anche formazioni continental italiane che lavorano bene. 

L’UCI ha messo un limite che in qualche modo obbliga a ragionare su una crescita graduale?

Penso di sì e sono d’accordo. Un percorso di due anni con un calendario adeguato permettono di maturare in maniera solida e di trovare la propria dimensione. Veder passare tanti junior direttamente nel professionismo è un grosso rischio perché se poi non va bene qualcosa tornano indietro e non li recuperi più.

Pablo Torres solidità, crescita e una news: farà l’Avenir

27.05.2025
4 min
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Pablo Torres è un altro gioiello della ricca corona della UAE Emirates e uno degli scalatori più forti in prospettiva. Su di lui, tutto sommato, si sa ancora poco. Quest’anno è passato nella squadra WorldTour. Torres era già in casa UAE, ma nella continental, ed era seguito da Giacomo Notari.

Come si sta adattando a questa nuova dimensione? Sin qui ha messo nel sacco ben 32 giorni di corsa e si è fermato ai primi di maggio a causa di una caduta, come vedremo. Tante corse a tappe per mettere chilometri ed esperienza nelle gambe e aumentare il motore. Ricordiamo che parliamo di un ragazzo nato nel 2005.

Torres sul podio del Giro d’Abruzzo dove ha chiuso terzo nella generale e primo nella classifica dei giovani
Torres sul podio del Giro d’Abruzzo dove ha chiuso terzo nella generale e primo nella classifica dei giovani

Dall’Abruzzo all’Ungheria

Ci eravamo lasciati con Pablo Torres brillante al Giro d’Abruzzo e poi al servizio del team al Tour de Romandie, sua terza gara WorldTour. Lo spagnolo era partito alla volta della corsa magiara con i gradi di leader e grandi ambizioni, ma nella seconda tappa ecco una brutta caduta che lo ha messo ko. Commozione cerebrale e stop forzato.

Come sta dunque Pablo Torres? «In Ungheria è caduto – spiega Matxin – ed è un peccato perché avrebbe potuto fare classifica. C’era per lui una tappa in salita interessante. La cosa importante però è che sta recuperando bene».

Noi ci ricordiamo delle sue imprese al Giro della Valle d’Aosta. Vederlo pedalare dal vivo non fu cosa banale: scioltezza e potenza insieme.

Matxin con il suo pupillo al Catalunya (foto Instagram)
Matxin con il suo pupillo al Catalunya (foto Instagram)

La crescita

Non è facile stabilire quanto sia cresciuto il madrileno. Ma se una squadra come la UAE Emirates, dove di certo non c’è fretta di sfornare campioni, ti promuove in prima squadra, vuol dire che stai andando bene e che la stoffa c’è.

«Io – va avanti Matxin – dico che Pablo sta facendo bene la sua professione ed è senza dubbio in crescita. Sta imparando a prendere il livello del WorldTour, che è diverso da quello della continental. Lo sta facendo piano piano. Stiamo mischiando un po’ le cose e le corse: alcune gare di primo livello e altre nel WorldTour, per far sì che possa crescere, come detto, e ottenere, non col Tour, qualche risultato».

«Non voglio neanche etichettare la sua crescita con un numero, con i watt… Non è una macchina che è in anticipo o in ritardo su certi parametri. Vogliamo fare le cose in maniera corretta, rispettando i suoi tempi. Se lui va forte siamo contenti, se va meno forte siamo fiduciosi per quello che sarà. Insomma, vogliamo togliergli tutta la pressione e dargli tutta la fiducia».

Torres al Romandia ha lavorato per il team e capitan Almeida. Anche questo fa parte della “scuola”
Torres al Romandia ha lavorato per il team e capitan Almeida. Anche questo fa parte della “scuola”

Torres all’Avenir

Matxin parla a tutto tondo del suo giovane connazionale. Esalta sia l’aspetto tecnico che quello umano.

«Pablo è un ragazzo d’oro. In squadra lo adorano tutti. Si sa far voler bene, E’ un ragazzo umile che ha tanta, tanta voglia di vincere. Per lui tutto questo è un sogno. Mi diceva: “Il primo giorno che sono stato con la prima squadra e sedermi al fianco di Tadej, Adam o Jay… non ci credevo. Erano i corridori di cui avevo il poster in camera”».

Ma c’è una domanda che ci preme fare al manager della UAE Emirates. Di solito chi arriva al primo anno nel WorldTour non fa un grande Giro. Tuttavia, qualche eccezione c’è stata: Del Toro e, prima ancora, Ayuso. Insomma, c’è un’idea Vuelta per Torres?

«Quest’anno no – replica Matxin – almeno per il momento. Ma vi dico questa: Torres farà il Tour de Suisse, il campionato nazionale e, visto che l’anno scorso è arrivato secondo sarà presente al Tour de l’Avenir. Abbiamo parlato con la Federazione spagnola, l’ho fatto io personalmente, per prepararlo bene in vista dell’Avenir».