Soudal-Quick Step, il Nord e lo studio dell’abbigliamento

19.02.2023
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Alvin Nordell risponde da Fonzaso, dalla sede di Castelli, ma lo slang è tutto americano. Dallo scorso anno, Alvin è la figura di raccordo tra l’azienda che produce abbigliamento per la Soudal-Quick Step e il team.  Ed è proprio questo il punto. Che cosa significa lavorare per una squadra che ha nelle classiche il fulcro dell’attività?

«Fortunatamente – sorride Alvin – abbiamo un catalogo piuttosto completo. Quindi lo scorso anno abbiamo iniziato con gli articoli che già avevamo. Abbiamo proposto il nostro body Sanremo, i giubbini Gabba, Perfetto e Gavia e anche la giacca Slicker Pro. Tuttavia, parte del motivo per cui sponsorizziamo le squadre è che ci piace sviluppare costantemente nuovi prodotti. Quindi dopo avergli consegnato il primo kit, li abbiamo incontrati in piccoli gruppi e li abbiamo fatti parlare».

Lo avete già fatto anche nel 2023?

C’è stato un primo giro a Bruxelles a fine stagione, mentre fra un paio di settimane andrò in Belgio e mi vedrò proprio con la squadra delle classiche. Chiederò il loro feedback, per capire se vorrebbero cambiare qualcosa. Il 2022 è stato il nostro primo anno con loro e già quest’inverno abbiamo inserito due nuovi articoli nel nostro catalogo per l’inverno 2023.

Di cosa si tratta?

Due capi che provengono direttamente dai feedback della Soudal. Un nuovo guanto in neoprene, molto più leggero di quello che avevamo prima. Ora c’è molta più libertà di movimento e non fa sudare così tanto, perché è più leggero. E poi il nuovo Arrow, un copriscarpe aerodinamico che tiene gli spruzzi della strada, l’acqua e la pioggia lontani dalle scarpe, anche quelle bianche. Entrambi finiranno nel catalogo del prossimo inverno.

I corridori sono tutti in grado di dare buoni feedback? 

Il migliore è Kasper Asgreen, che è molto bravo. Ma devo dire che ognuno di loro sa dare il suo contributo. Ho ricevuto buoni feedback da Yves Lampaert e anche Remco è fantastico, perché spinge sempre per diventare più veloce. Anche lui ha fatto delle buone domande e ha ricevuto delle buone risposte (ride, ndr). Non possiamo accontentarli su tutto, ma facciamo del nostro meglio. E se la stessa cosa ce la chiedono in due o tre, allora ci guardiamo e diciamo: «Dovremmo provarci».

Per Van Vilder, vincitore in Algarve, dopo l’arrivo una mantellina antivento, di solito la Slicker Pro
Per Van Vilder, vincitore in Algarve, dopo l’arrivo una mantellina antivento, di solito la Slicker Pro
E’ cambiato qualcosa passando da Ineos a Soudal?

Di base il materiale è simile, però Ineos è più concentrata sui grandi Giri. Quindi alcune delle loro richieste erano indirizzate verso questo aspetto, come quando presentammo il body da crono con il tessuto a palline che l’UCI vietò. Dagli sviluppi successivi però nacque il body di adesso che è ancora più veloce. In Soudal invece si concentrano maggiormente sulle classiche, quindi quei due prodotti che abbiamo in arrivo, i guanti e i copriscarpe, sono la risposta alle loro richieste. Ma ovviamente ora hanno Remco che può vincere i grandi Giri, quindi la loro attenzione si sta spostando. In fin dei conti, tutti corrono quando fa caldo e sotto la pioggia, quindi tutti hanno le stesse esigenze.

Hai parlato di piccoli gruppi: fate tante lavorazioni personalizzate?

Su un paio di articoli e per un paio di corridori si fanno misure custom, specialmente sui body da crono, perché quelli sono davvero importanti. Altrimenti, l’unica personalizzazione riguarda la lunghezza dei pantaloncini. Abbiamo la versione standard e poi una speciale più lunga per i corridori, ma scegliendo l’X2 Air copriamo il 90-95 per cento delle taglie.

Qualcosa di particolare per le classiche?

I capi sono quelli, cambia l’assortimento. Ci sono il body Sanremo, che abbiamo da molto tempo, e il BTW che è più sottile e adatto alle velocità elevate. Nelle classiche usano più che altro il BTW, perché non ci sono salite, ma dipende anche dal meteo. E’ tutto un fatto di velocità e quei piccoli guadagni possono salvarti le forze per giocarti meglio lo sprint.

Body con manicotti, la Gabba con i manicotti: ogni corridore della Soudal-Quick Step gestisce le temperature scegliendo i suoi capi
Body con manicotti, la Gabba con i manicotti: ogni corridore della Soudal-Quick Step gestisce le temperature scegliendo i suoi capi
Parlando delle giacche, preferiscono la Gabba a manica lunga o corta?

Per l’allenamento, generalmente usano il giubbino a maniche lunghe. Invece in gara, a meno che il tempo non sia davvero brutto, useranno la Gabba a manica corta, con i manicotti Nano Flex. Questo perché man mano che la corsa va avanti, a seconda del tempo, possono intervenire. Si parte con la Gabba e i manicotti. Poi quando si è già caldi, possono togliersi i manicotti e verso il finale anche la Gabba, in modo da restare con il body e diventare aerodinamici.

E per la biancheria intima?

Dipende da molti fattori. Hanno una bella scelta. C’è una maglia professionale, che è quella blu e che indossano tanto. Poi hanno l’intimo Flanders, la maglia Prosecco e l’intimo Miracolo. In queste corse, la preferenza di solito è di vestirsi a strati, usando i più leggeri sulla pelle e poi sempre più pesanti. Così possono controllare la temperatura mentre si avvicinano al traguardo.

C’è qualcuno di Castelli che li seguirà nei giorni delle classiche?

Tocca a me. Ho un doppio ruolo: uno è il collegamento fra l’azienda e la squadra e poi sono anche Product Marketing Manager. Due ruoli che si incontrano bene quando ci sediamo con la squadra e loro propongono un prodotto. Sono il primo filtro. Quindi fra un paio di settimane sarò alla Strade Bianche. A metà marzo sarò con il team per fare alcune prove al Nord. Potrò vedere davvero cosa indossano in corsa e se hanno qualche richiesta. E poi ad aprile dovrei essere al Giro delle Fiandre. Nelle prossime 6 settimane sarò con la squadra per almeno 10 giorni.

Fate parte del team, ormai?

Ci conoscono, quindi possiamo entrare e uscire come riteniamo necessario. Di sicuro cerchiamo di passare più tempo possibile con loro. Per questo andrò poi in ritiro con il gruppo Giro e la stessa cosa farò prima del Tour.

E tu da dove vieni?

Dagli Stati Uniti e sono in Castelli dal 2012. Prima lavoravo presso Castelli USA, sempre a contatto con i team, poi seguendo alcuni progetti speciali. Ho ripreso questo lavoro a marzo scorso proprio con la Soudal-Quick Step e mi sono subito schiantato con la bici durante un’uscita all’ora di pranzo, restando per un po’ in ospedale. Ho iniziato a correre negli anni del liceo e mi sono fatto strada scalando le classifiche negli Stati Uniti. Poi ho trascorso una stagione in Belgio e un altro anno e mezzo correndo in Austria, Ungheria e in quella zona.

Un corridore vero?

Ho molti chilometri nelle gambe, ho iniziato a correre quando alcuni dei ragazzi del team non erano ancora nati. Quindi sono cresciuto con vestiti orribili per andare in bicicletta, prima che tutto diventasse davvero tecnico. Ho sofferto il caldo e il freddo più di quello che capita a loro.

Vivi in Italia?

Esatto, a Bassano del Grappa con la mia famiglia. Un buon posto dove vivere. Peccato solo che il mio italiano sia ancora messo piuttosto male…

Da Alaphilippe a Sagan, ecco le Specialized dei team

30.01.2023
5 min
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Come per la stagione 2022, Specialized ha confermato un grande impegno nei termini di sponsorizzazione tecnica. Due team World Tour, Soudal-Quick Step e Bora-Hansgrohe, ai quali si aggiunge l’equipe di Sagan (la TotalEnergies) che però ha licenza professional.

Tutte le squadre avranno in dotazione il modello Tarmac SL7, una conferma (in attesa della nuova versione?) dove spiccano alcuni nuovi componenti e la conferma dei tubeless, categoria dove il 28 sta diventando una sorta di standard.

Nuovo manubrio integrato?

Oltre a quello che si è gia visto sulla bici di Jakobsen, su alcuni modelli di Tarmac in dotazione alle donne, fa bella mostra di se un “nuovo” Roval full carbon e integrato. Non ci sono conferme e neppure smentite, ma con tutta probabilità e come accade in questi casi, sono stati forniti alcuni manubri di prima produzione da far testare ai team. Il nostro approfondimento prosegue con l’aiuto di Giampaolo Mondini.

Quali sono le novità principali?

In questa primissima parte di stagione, dove includiamo anche i ritiri dei team non ci sono grosse novità da segnalare, o meglio, possiamo dire che tutti i team hanno i modelli Tarmac che abbiamo già visto nel 2022. Dettagli a parte ovviamente.

Uno dei nuovi importanti ingressi nella famiglia Specialized, Tim Merlier, ha fatto delle richieste particolari?

Mi dicono dallo staff Soudal-Quick-Step di un corridore molto pignolo, piuttosto preciso e al quale piace provare soluzioni diverse. Dal suo ingresso ad oggi ha provato tre diverse tipologie di selle. L’ultima è una versione Mirror. Ha chiesto dei piccoli cambiamenti sulle calzature.

Aumentano le preferenze anche verso le selle Mirror (foto Specialized)
Aumentano le preferenze anche verso le selle Mirror (foto Specialized)
E per quanto concerne le selle 3D con tecnologia Mirror, cosa ci puoi dire?

Oltre il 70 per cento dei nostri corridori utilizza questa categoria di prodotti nelle tre versioni, Romin, Phenom e Power, quindi tra selle corte e tradizionali. E’ un successo, considerando che la tecnologia 3D applicata alle selle è una chicca.

Possiamo inoltre parlare della conferma dei tubeless per tutti i livelli di corridori e di un 28 che è quasi uno standard?

Decisamente si, il tubeless trova delle conferme e riscuote sempre maggiori consensi, considerando che i nostri atleti possono usare anche i copertoncini con le camere d’aria. Si, il 28 è una sorta di standard, ma qui entra in gioco anche la scelta dell’atleta stesso. Ad esempio gli scalatori e i corridori più leggeri, oppure per gli arrivi in salita più importanti, vedremo anche tanti pneumatici da 26.

Guardando le bici della TotalEnergies vediamo ancora le trasmissioni ad 11 velocità. Come mai?

Si potrebbe scrivere di una scelta obbligata. Il team di Sagan e compagni non rientra nella sponsorizzazione diretta di Shimano, anche se come è facile immaginare c’è una stretta collaborazione. Si tratta anche di una fornitura della quale non si occupa direttamente Specialized. Per via dei ritardi generalizzati, Shimano ha garantito il pieno supporto anche con l’utilizzo delle vecchie trasmissioni Dura-Ace a 11 rapporti ed ecco la scelta delle vecchie trasmissioni.

Invariato il modello Shiv TT (foto Specialized)
Invariato il modello Shiv TT (foto Specialized)
Per quanto riguarda la bici da crono Shiv, ci sono dei cambiamenti?

Anche la crono Shiv è un modello uguale a quello del 2022, non è stata fatta nessuna variazione. Ne forniamo due/tre per gli specialisti, generalmente una per chi non punta alle prove contro il tempo.