«Durante i blocchi di gara – risponde Stephanie Scheirlynck – utilizziamo le stesse bevande sportive, barrette, gel e tutto il resto che usiamo anche in allenamento. E’ importante abituarsi a tutti questi prodotti. Invece altri come vitamine e altri integratori, utili sia per la salute che per la prestazione, sono diversi tra allenamento e gara. Ancora tanti pensano che il nutrizionista sia colui che stringe le maglie della rete, mentre io guardo davvero il mio ruolo in termini di prestazioni. Il cibo è una storia positiva, dovrebbe essere divertente e gustoso…».
Stephanie Scheirlynck lavora per la Lidl-Trek, laureata in Scienza della nutrizione con successivo master in Nutrizione sportiva. Ha trascorso gli ultimi 15 anni abbinando la scienza allo sport, dedicandosi alla ricerca scientifica e alla scrittura di libri di cucina sportiva incentrati sulle prestazioni. Negli anni ha collaborato con atleti di diverse discipline, dal calcio al ciclismo, passando per l’atletica leggera. Scopo dello scambio è capire in che modo il team americano gestisca l’integrazione e come collabori con Enervit che ne è sponsor (in apertura, foto The Trek Shop).
L’analisi del percorso
La strategia nutrizionale in gara viene impostata analizzando il profilo della corsa e adattando sin dal mattino il buffet della colazione alle esigenze degli atleti. Gli chef e i massaggiatori sanno cosa preparare e i corridori sono consapevoli di quando mangiare, quanto e perché.
«Nel nostro team – spiega – diamo sempre la possibilità ai corridori di avere una tripla opzione. Ad alcuni infatti piace avere tutto calcolato, altri preferiscono avere linee guida più ampie e altri ancora preferiscono scegliere da soli. Gli atleti di vertice non sono robot. La nostra missione è fornire loro informazioni su ciò di cui hanno bisogno e quando. Anche in allenamento ottieni prestazioni migliori, se mangi il cibo giusto al momento giusto. Recuperi più velocemente, eviti infortuni e così via. Ma l’attenzione non deve esaurirsi all’allenamento, anche l’alimentazione di base deve essere coerente. Il tempismo è essenziale. Con il nostro staff aiutiamo i corridori dove possiamo e ascoltiamo le loro preferenze».
Tutto sotto controllo
Pedalare per tre settimane attraverso la Francia comporta molta pressione, la nutrizione è uno dei pochi aspetti che si possano davvero controllare. Così con il Tour ormai in partenza, è interessante notare la differenza di trattamento fra corridore e corridore e il fatto che spesso siano proprio gli atleti a essere contenti di avere schemi alimentari predefiniti e rigidi.
«Alcuni pensano: se è stato calcolato per me – dice ancora Stephanie – allora non devo più pensarci. Alla Lidl-Trek diamo libera scelta, ma spesso sono loro a volere una routine ben definita. Conosco atleti molto razionali. Se faccio così, pensano, mi riprenderò molto meglio, quindi lo faccio. Ma una volta finita la competizione, si lasciano andare. Per fortuna ci sono sempre le date che fissano le scadenze e viene il momento in cui si torna a fare sul serio. Anche sul discorso del peso si sono fatti dei grandi passi avanti: adesso sappiamo che c’è un minimo sotto il quale non si deve scendere: tutto lo staff medico è sulla stessa linea in questo senso».
Fra scienza e tradizione
E’ il leit motiv di quasi tutti i team WorldTour: l’alimentazione rientra fra i… protocolli più soggettivi. Ciascuno ha le sue esigenze, la sua corporatura, il suo ruolo all’interno della corsa e ogni team ha il suo modo nell’approcciarle. Questo si traduce nel fatto che a parità di sponsorizzazione con Enervit, ad esempio, la UAE Emirates abbia necessità di gestire la perdita di sodio con la sudorazione, mentre questa alla Lidl-Trek è evidentemente una necessità meno urgente.
«Quando sono in gara – spiega – i nostri corridori preferiscono avere un mix di entrambe le bevande sportive (con un quantitativo di carboidrati fra 30 e 60 grammi per borraccia di carboidrati e sodio/sali), combinate con gelatine, gel o barrette. Invece non mettiamo in atto delle precise strategie per quanto riguarda la sudorazione. Con una buona pre-idratazione ed elettroliti extra prima e durante le gare o gli allenamenti possiamo soddisfare tutti i loro bisogni.
«Solo nelle corse veramente lunghe, pianeggianti e “più facili” i corridori prenderebbero anche del “cibo normale”, ma questo ormai è davvero raro. Nel menu di gara ci sono ancora le gallette di riso, ma torte e panini non si vedono più tanto spesso. Quindici anni fa ci si chiedeva se avessimo il miglior allenatore e i migliori materiali, adesso il mondo dello sport ha capito che le corrette abitudini alimentari non sono garanzia di vittoria, ma aiutano».