Remco Evenepoel, Kigali 2025, mondiali

Evenepoel: mondiale perso a causa del reggisella? Colò conferma

30.09.2025
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Il campione olimpico Remco Evenepoel sul traguardo di Kigali ha passato diversi minuti seduto sull’asfalto africano a pensare e sbollire. La rabbia per il mondiale perso è tanta, soprattutto se il pensiero va ai due cambi di bici che hanno condizionato la corsa del belga

Al termine della prova iridata Evenepoel ha parlato così in conferenza stampa: «Prima del Mount Kigali, sono finito in una buca della strada e la sella si è abbassata, tanto che stare seduto è diventato un problema. Poi è cominciata la salita e i crampi ai muscoli posteriori della coscia si sono fatti sempre più forti. Non è stato il massimo. E una volta che Tadej ha sferrato il suo attacco, cosa che sapevo sarebbe accaduta lì, ho avuto dei crampi e non riuscivo a spingere bene. Potrebbe sembrare strano, ma è così che funziona quando si cambia posizione drasticamente».

Campionati del mondo 2025, Kigali, Remco Evenepoel dopo il traguardo
A Kigali Evenepoel è stato messo fuori dai giochi a causa dell’inclinazione della sella
Campionati del mondo 2025, Kigali, Remco Evenepoel dopo il traguardo
A Kigali Evenepoel è stato messo fuori dai giochi a causa dell’inclinazione della sella

Pochi gradi

E’ possibile perdere un campionato del mondo a causa di una buca? La risposta è sì. Nel ciclismo dell’estremo e della ricerca della massima prestazione ogni dettaglio conta e anche la più piccola variazione causa dei problemi. Siamo però andati a bussare alla porta di Alessandro Colò, biomeccanico del centro Biomeccanica Bodyframe, per un parere tecnico sull’accaduto. 

«Che una buca possa causare una variazione dell’inclinazione della sella è possibile – spiega Colò – soprattutto per il modello di reggisella che utilizza Evenepoel. Infatti il belga sulla sua Specialized Tarmac SL8 utilizza l’offset 0 millimetri. Questo modello ha il morsetto che tiene la sella in posizione centrata rispetto all’asse del tubo verticale. Sulla Tarmac SL8 è possibile anche montare il reggisella offset 15 millimetri».

Coni del morsetto reggisella offset 0mm
Questi sono i coni del morsetto reggisella offset 0 millimetri
Cosa cambia tra i due?

Che l’offset 0 millimetri permette di tenere la sella più avanti, cosa necessaria per assecondare la posizione estrema che Evenepoel tiene in bici. Infatti per stare così in avanti con il bacino serve spingere molto in avanti la sella. Questo reggisella, per forza di cose, utilizza una sola vite per il serraggio. A differenza dell’offset 15 millimetri che ne utilizza due.

Il rischio, nel montare l’offset 0 è che si possa muovere?

Diciamo che può ruotare. Fondamentalmente l’offset 0 si basa su due coni che si incastrano nel tubo del reggisella. Una volta raggiunta la misura giusta si serra a una forza di circa 13 Nm, che non è poco. E’ progettato per resistere, tuttavia può succedere che in occasioni particolari possa ruotare. Infatti la casa madre segnala di utilizzare anche un grasso specifico, grippante, per tenerlo in posizione

Remco Evenepoel, Kigali 2025, mondiali
La posizione estrema di Evenepoel porta il peso sulla punta della sella
Remco Evenepoel, Kigali 2025, mondiali
La posizione estrema di Evenepoel porta il peso sulla punta della sella
Possibile sia stato montato male?

Sì. Anche se stretto bene con la giusta chiave al serraggio indicato c’è la possibilità di muoversi. 

Evenepoel ha parlato di una buca sull’asfalto…

Probabilmente il belga stava pedalando in punta di sella, quando si viaggia a grandi velocità e si prende una buca il peso dell’atleta può causare un cambiamento dell’inclinazione della sella di 1 o 2 gradi. Questo comporta dei problemi fisici, come dolori alla schiena e alla zona lombare. Infatti un’inclinazione eccessiva verso il basso farà scivolare il bacino in avanti e i muscoli lombari devono lavorare ancora di più per tenere il corpo in posizione. 

Ma una buca, a quelle velocità, non avrebbe causato una foratura?

Dipende. Evenepoel utilizza il copertoni tubeless, quindi se fosse stata una buca “classica” avrebbe bucato e ci sarebbe stata la fuoriuscita del liquido sigillante. Probabilmente ha preso un avvallamento importante nell’asfalto, e molto probabilmente in un momento in cui non stava spingendo sui pedali. Il cambiamento dell’inclinazione della sella è dato dalla velocità, se nel mentre avesse pedalato le gambe avrebbero sollevato leggermente il busto e magari non sarebbe successo nulla. 

Campionati del mondo 2025, Kigali, Remco Evenepoel
Nei giorni precedenti la corsa Evenepoel ha fatto una ricognizione del percorso pedalando sulla bici nera (la stessa poi presa ai box?)
Nei giorni precedenti la corsa Evenepoel ha fatto una ricognizione del percorso pedalando sulla bici nera (la stessa poi presa ai box?)
Evenepoel ha parlato anche di crampi.

Vero. Una sella troppo inclinata in avanti porta i quadricipiti a lavorare male, come se la posizione fosse più bassa. In una fase di piena spinta possono sopraggiungere dei crampi. Non dimentichiamoci che il tutto è accaduto nel momento in cui Pogacar ha alzato il ritmo. Evenepoel si è sfilato, ma a giudicare da come ha proseguito non ha mollato perché stanco o al limite. 

Poi è arrivato al box e nemmeno la bici di scorta andava bene…

Questo, invece, è molto più strano. E’ passato dalla bici oro a quella nera e ha lamentato che la sella fosse poco inclinata, troppo orizzontale e questo gli avrebbe dato problemi di schiena (tanto che ha preso a manate la punta della sella alla ricerca della giusta inclinazione, ndr). Mi sembra strano pensare che la terza bici del campione olimpico non sia settata perfettamente. Poi c’è un altro fattore…

Campionati del mondo 2025, Kigali, Remco Evenepoel con BEn Healj e atias Skjelmose
Al secondo cambio di bici Evenepoel è tornato ad avere ottime sensazioni
Campionati del mondo 2025, Kigali, Remco Evenepoel con BEn Healj e atias Skjelmose
Al secondo cambio di bici Evenepoel è tornato ad avere ottime sensazioni
Quale?

Evenepoel ha pedalato con la bici nera nei giorni della ricognizione. Se ci fosse stato qualche problema se ne sarebbe accorto. Magari il meccanico nel montarla ha sbagliato qualcosa, è possibile visti i tanti aspetti da curare. Però Remco ci ha pedalato sopra… 

Però si è fermato ancora e ha preso una terza bici.

Lui ha pedalato fino ai box per non perdere troppo tempo sul Mont Kigali, se avesse aspettato l’ammiraglia in quel momento avrebbe perso anche il secondo posto. Nel momento in cui ha cambiato la bici nera ha preso, probabilmente, la seconda bici (sempre con il telaio dorato, ndr) ed è andato fino alla fine. Tanto da dichiarare che è tornato ad avere sensazioni perfette, infatti ha viaggiato alla stessa velocità di Pogacar, ma ormai la corsa era andata.

Specialized Tarmac SL8, la generazione 8 ha una forma

06.08.2023
5 min
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Una nuova versione della Specialized Tarmac era nell’aria e puntualmente arriva la sua ufficialità a ridosso della settimana iridata. Tarmac SL8 mutua in parte il design della generazione precedente, ma con differenze sostanziali che ne migliorano l’efficienza aerodinamica.

Ma c’è anche un po’ di Aethos nel DNA del nuovo modello, perché il valore alla bilancia (dichiarato) del telaio, soli 685 grammi, posiziona la nuova versione della Tarmac SL8 tra i telai più leggeri oggi disponibili. Entriamo nel dettaglio.

Utilizzata in anteprima da Evenepoel (foto Specialized)
Utilizzata in anteprima da Evenepoel (foto Specialized)

Tarmac SL8, racing ed equilibrio

Se Specialized viene identificato come un racing brand, la categoria S-Works è il simbolo dello sviluppo orientato alle competizioni. Tarmac è in un certo senso il simbolo della famiglia S-Works, una bicicletta che soprattutto a partire dalla versione SL7 fa collimare aerodinamica e pesi ridotti, performances ed equilibrio tra le parti, senza dimenticare l’integrazione.

Citando alcuni numeri, Specialized Tarmac SL8 fa risparmiare quasi 17 secondi su una distanza di 40 chilometri, con un rapporto tra la rigidità ed il peso migliorato del 33%, oltre ad una maggiore (+6%) scorrevolezza. Una definizione che può calzare a pennello per la nuova SL8? Una velocissima bici ultraleggera.

Parola all’ingegnere

«SL8 è stato un progetto pazzesco – racconta Alessandro Giusto, capo della simulazione compositi – simulazioni aerodinamiche, strutturali, test in galleria del vento e test con gli atleti professionisti. Il risultato è la bici più veloce mai progettata. Leggera, reattiva e comoda, naturalmente aerodinamica. Chi affermava che una bici veloce dovesse pagare qualcosa in termini di leggerezza si sbagliava. Il compito del mio team è stata la definizione e il calcolo della struttura in carbonio con la simulazione strutturale.

«Per la prima volta abbiamo adottato un approccio FLD (front-loading-development) che consiste nel definire la stratificazione delle pelli (circa 500 per il solo telaio), modificando il layup fino ad ottenere le performance desiderate senza produrre un solo pezzo. Per la SL8 abbiamo modificato 54 volte la struttura del telaio, un’enormità. Tanto per dare un’idea: con l’approccio tradizionale un ingegnere che sviluppa il layup ha la possibilità di sperimentare su prototipi reali tra le 5 e le 9 modifiche per progetto di telaio, ogni modifica richiede dalle 4 alle 6 settimane. Noi abbiamo testato virtualmente 54 modifiche in poche settimane. Ecco perché lo definisco un progetto pazzesco».

Il design del profilato dello sterzo
Il design del profilato dello sterzo

I punti chiave

La forma dello sterzo è stata completamente rivista, con una sorta di design allungato verso l’anteriore. Al tempo stesso la testa della forcella risulta leggermente arretrata rispetto al profilato dello sterzo. Il risultato è una resistenza frontale ridotta al minimo.

C’è il manubrio integrato Roval Rapide, già visto anche su alcune biciclette durante i ritiri di inizio stagione. E’ disponibile di serie sulle versioni S-Works.

Rispetto alla versione SL7 è stato cambiato completamente il reggisella, questo per massimizzare il guadagno aerodinamico in punto della bici molto sensibile sotto questo profilo tecnico. Il seat-post della SL8 ha lo stesso diametro di quello della SL7, ma è più stretto e non interferisce con i flussi generati dalle gambe durante la pedalata.

Inoltre, al netto delle taglie disponibili a catalogo (sono 7, dalla 44 alla 61) e della tipologia di carbonio, la nuova Tarmac SL8 adotta le medesime geometrie della precedente SL7.

S-Works con allestimento Shimano Di2
S-Works con allestimento Shimano Di2

Alcune particolarità

Il progetto SL8 può supportare pneumatici fino a 32 millimetri di sezione. E’ possibile rimuovere completamente il deragliatore anteriore, nell’ottica di un impiego della corona singola. In caso di utilizzo del doppio plateau anteriore, è possibile montare una combinazione al massimo di 55-42 denti. Come vuole la tradizione Specialized è stato mantenuta la scatola del movimento centrale larga 68 millimetri con calotte filettate BSA.

Allestimenti e prezzi

Gli allestimenti S-Works ( i frame-kit S-Works adottano il carbonio Fact 12r) sono due: uno con la trasmissione Shimano Dura Ace e il secondo con Sram Red AXS. Entrambi prevedono il manubrio integrato Roval Rapide, le ruote Roval Rapide CLX ed i rispettivi power meter integrati nelle guarniture. I prezzi di listino sono rispettivamente di 14000 euro. Delle versioni S-Works sono disponibili anche i frame-kit ad un prezzo di listino di 5500 euro.

Si scende di un gradino per passare alle versioni Specialized Tarmac SL8 Pro (viene utilizzato il carbonio Fact 10r, ma il design della bici non subisce nessuna variazione). Gli allestimenti disponibili sono due, il primo con la trasmissione Shimano Ultegra Di2, il secondo con Sram Force AXS (qui è incluso anche il misuratore Quarq). Entrambe portano in dote le ruote Roval Rapide CL, lo stem Tarmac in alluminio e la piega Roval Rapide in carbonio. Il prezzo di listino è di 9.000 euro.

Infine l’allestimento Expert (sempre con il carbonio Fact 10r mutuato dalla versione Pro), che alla base ha la trasmissione Sram Rival AXS con il misuratore di potenza e le ruote Roval C38. Il prezzo di listino è di 6500 euro.

Specialized