Gusto, produzione Slovenia

Gusto e la nuova sede europea: il mercato e la voglia di crescere

19.11.2025
5 min
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NAKLO (Slovenia) – Gusto, marchio taiwanese produttore di telai per bici da corsa, ha da poco aperto la sua prima sede europea, più precisamente a Naklo in Slovenia. Un paesino vicino alla città di Kranj dove si respira ancora un clima di tradizioni, colori e sapori tipici di questa parte di mondo. La sede europea di Gusto è stata inaugurata un anno fa e la sua modernità è quasi in contrasto con le strutture intorno, con ancora tante parti realizzate con il legno dei boschi circostanti.

All’interno della sede di Naklo viene ultimato l’assemblaggio delle biciclette che poi saranno distribuite sul mercato europeo. Un lavoro del tutto manuale della durata di un paio d’ore dove i tre meccanici: Andrej, Urban e Mark si dividono il carico. Da qui esce una ventina di biciclette al giorno.

Luka Zele, Gusto Europe Operation Manager
Il nostro interlocutore è stato Luka Zele, Gusto Europe Operation Manager
Luka Zele, Gusto Europe Operation Manager
Il nostro interlocutore è stato Luka Zele, Gusto Europe Operation Manager

Nuove prospettive

Gusto è cresciuta molto nel corso degli ultimi anni, complici alcuni successi sportivi legati al Pogi Team Gusto Ljubljana, certamente, ma anche grazie alla qualità dei propri telai.

«La decisione di trasferire una parte dell’attività qui in Europa – racconta Luka Zele, Gusto Europe Operation Manager – è abbastanza semplice da spiegare. Il ciclismo è un mercato globale, e operando in questo settore da tanti anni Gusto ha voluto espandere i propri confini. Per riuscire a lavorare con continuità con il mercato europeo era necessario stabilirsi nel Vecchio Continente e avere una sede centrale. 

«Avere una sede europea – riprende Luka Zele – è importante anche per il mercato asiatico e per l’azienda stessa. Gran parte dell’industria e dell’attività sportiva si concentra qui da noi. Essere vicini agli atleti e ai consumatori ci permette di raccogliere rapidamente i feedback e parte del potere di acquisto che si trova in Europa».

Quali sono le differenze tra il mercato asiatico e quello europeo?

Il mercato asiatico è più orientato verso il ciclismo ricreativo. Un altro aspetto interessante è che in Asia non si vedono molte mountain bike, né biciclette gravel. Di conseguenza distribuire molte bici da strada sul mercato europeo significa prendere una fetta di clientela importante che è ancora affezionata a questa disciplina. Allo stesso modo è utile anche per l’immagine di Gusto in Asia, in quanto facciamo vedere come il nostro brand sia appetibile sul mercato mondiale di riferimento. La combinazione di questi due fattori significa che l’azienda sta crescendo nel suo complesso.

Essere legati da ormai dieci anni a una formazione continental che vantaggi vi ha portato?

Il rapporto tra la nostra azienda e il Pogi Team Gusto Ljubljana è piuttosto stretto. Diciamo che i corridori testano le nostre attrezzature, chiaramente a un livello superiore rispetto agli altri utenti. Un altro motivo che ci spinge a sponsorizzare un team è il marketing e il conseguente ritorno d’immagine, pensate cosa significa per noi il fatto che Pogacar abbia vinto il Tour de l’Avenir con una bici Gusto. Terzo e ultimo motivo è la presenza alle corse, non solo in Slovenia ma in tutta Europa. Da quest’anno anche in tutto il mondo. 

Un team che nel frattempo è diventato sempre più internazionale…

Abbiamo avuto modo di creare e far vivere tante belle storie, aiutando molti atleti a raggiungere un livello superiore. Negli anni la squadra si è allargata e sono arrivati corridori australiani, taiwanesi e giapponesi. Anche molti membri dello staff sono passati poi nelle squadre migliori al mondo, nel WorldTour: Ineos, Q36.5 Pro Cycling, Visma Lease a Bike. Per noi avere queste storie da raccontare è un modo per far vedere che il nostro modo di lavorare funziona e sta portando i suoi frutti

Quanto ha imparato Gusto dal mercato europeo?

In termini tecnici ci sono stati dei feedback importanti con il team. Alcuni piccoli accorgimenti, in particolar modo nel design, che ci hanno permesso di migliorare i nostri telai e le nostre biciclette. 

Avete parlato di gravel e mountain bike, Gusto sta pensando di entrare in questo mercato?

L’azienda si è sempre concentrata sulle bici da strada e continuerà così. Allo stesso modo non si può mai sapere cosa comporterà il futuro. Al momento escludiamo il campo delle e-bike e delle mountain bike. E’ possibile vedere qualcosa sul gravel in futuro, che è più simile al ciclismo su strada per certi aspetti.  

Gusto, produzione Europa, Slovenia, Naklo
Gli uffici, al piano superiore della sede: qui vengono gestiti gli ordini dei negozianti in tempi davvero brevi
Gusto, produzione Europa, Slovenia, Naklo
Gli uffici, al piano superiore della sede: qui vengono gestiti gli ordini dei negozianti in tempi davvero brevi
In che modo vi rapportate con i venditori?

Entrare in un mercato in cui sono già presenti marchi locali ben più noti del nostro non è facile ma abbiamo trovato il modo giusto, a mio avviso. Il rapporto diretto con il rivenditore ci permette di aiutarlo a crescere ed evolvere. Questo lo facciamo attraverso la cooperazione, e non con la competizione. Inoltre i nostri rivenditori non devono fare preordini, ma lavorano con le quantità disponibili e con gli ordini al momento. 

Da qui anche l’esigenza di spostare la parte finale dell’assemblaggio in Europa?

Normalmente abbiamo tutte le biciclette disponibili in magazzino e produciamo ciò che viene ordinato con tempi di reazione rapidi. Assemblare in Europa in base alla domanda del mercato è un modo per essere presenti e competitivi

E’ un sistema che può funzionare anche con numeri più alti?

Certamente, abbiamo già dei piani che ci permetteranno di sostenere una produzione più grande mantenendo lo stesso criterio di gestione degli ordini. Il nostro metodo di lavoro non richiede al negoziante di avere cento o duecento biciclette a magazzino, questa responsabilità ricade su Gusto come azienda. Si tratta di un sistema che ci rende unici e specifici sul mercato.

Tadej Pogacar, Pogi Team Gusto Ljubljana (foto Instagram)

In Slovenia sulle tracce di Pogacar: dove è nato il mito

14.11.2025
6 min
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VIKRCE (Slovenia) – La sede del Pogi Team Gusto Ljubljana è una villetta a due piani come se ne trovano tante nella campagna slovena. Il muro bianco mangiato dalla nebbia e dal freddo, le montagne intorno che con la loro ombra ne coprono il tetto e un silenzio così profondo da riuscire a sentire ogni respiro. Fuori, nel piccolo cortile interno, i mezzi della formazione continental e le bandiere richiamano il nome di Tadej Pogacar. Qui a mezz’ora dalla capitale Ljubljana è partita la storia del corridore che sta riscrivendo regole e numeri nel ciclismo moderno. 

La porta si apre e il freddo dell’autunno sloveno ci accompagna anche all’interno dell’officina posta all’ingresso. Assi di finto legno, un bancone con cassetti colmi di attrezzi da lavoro e una rastrelliera dove sono agganciate le biciclette Gusto in attesa di rifarsi il look in vista della prossima stagione. L’ambiente è familiare, i ragazzi del team continental passano di qui come si fa a casa quando è da un po’ che non ci si vede. Sorrisi, kit da provare e si dà una mano al meccanico a fare qualche piccola modifica

Nicolas Gojković, campione croato in carica è venuto a provare l’abbigliamento con la bandiera del suo Paese che indosserà il prossimo anno. Nel sentirci parlare in italiano accenna qualche parola raccontandoci di aver corso da juniores al Team Fratelli Giorgi, condividendo spesso la casetta della squadra con Samuele Privitera. Ricordando il sorriso del ragazzo ligure, scomparso quest’anno al Giro della Valle d’Aosta, ci stupiamo di quanto sia piccolo il mondo a volte. 

L’inizio di tutto

I locali e i corridoi stretti lasciano entrare una luce fioca che accarezza le pareti, tutto dentro la sede del Pogi Team Gusto Ljubljana parla di Tadej Pogacar, il quale a questa squadra ha legato il nome. La Slovenia da anni conta diversi corridori capaci di inserirsi tra i migliori al mondo: Mohoric e Roglic su tutti, ma da quando quel ragazzo col ciuffo che spunta dal casco ha vinto il Tour de France nel 2020 tante cose sono cambiate. A raccontarcelo è Bostjan Kavcnik, meccanico di Tadej Pogacar anche ora al UAE Team Emirates, che al Pogi Team Gusto Ljubljana è da sempre legato.

«Sono entrato in questa squadra nel 1995 – racconta Bostjan in un perfetto italiano – quando ero allievo e correvo ancora. Ho proseguito fino ai dilettanti poi con il tempo ho smesso e sono entrato a far parte dello staff del team. Ricordo ancora quando abbiamo ordinato le prime biciclette Gusto, era il 2014 quando Tomaz Poljanec (il team manager) ha portato qui i primi telai. Lui ha lavorato come direttore di Gusto in Australia e aveva fondato una squadra per poi tornare qui in Slovenia e partire con il progetto della continental».

Prendere le misure

I primi passi mossi insieme tra Gusto e il Team Ljubljana hanno permesso a entrambi di crescere e lavorare alla ricerca del miglior set-up. Riuscire a parlare e far coincidere le esigenze non è stato facile, ma poi la strada intrapresa ha portato i suoi frutti. L’avvento di un talento come quello di Tadej Pogacar, che con il modello Gusto Ranger ha vinto il Tour de l’Avenir nel 2018, ha fatto da volano verso riconoscimenti sempre più importanti.

«Ricordo che quando ho ordinato i primi telai – racconta ancora Bostjan Kavcnik – le misure e le geometrie erano tanto diverse. Infatti Gusto produceva biciclette per il mercato asiatico, quindi c’era da prendere la mano. Il telaio che ha utilizzato Pogacar per vincere l’Avenir è una taglia XL, diciamo che è completamente diverso rispetto ai marchi europei con i quali eravamo abituati a lavorare. Nel tempo Gusto ha realizzato biciclette in linea con il nostro mercato diventando un produttore affidabile (ora Gusto ha aperto anche la sua prima sede europea, proprio qui in Slovenia, ndr)».

L’impronta di Tadej

All’interno della villetta del Pogi Team Gusto Ljubljana, al piano superiore, si apre quella che è una mansarda e allo stesso tempo un museo dedicato a Tadej Pogacar. Biciclette, trofei, maglie e fotografie. Qui la sua presenza non manca e nel tempo si è costruito un movimento capace di raccogliere tanti ragazzi e avvicinarli al ciclismo. 

«Il Rog Club, che raccoglie diversi iscritti e del quale fa parte anche il Pogi Team Gusto Ljubljana – ci spiega Bostjan Kavcnik – ha visto aumentare considerevolmente il numero di iscritti, anche tra i più piccoli. Fino a cinque o sei anni fa avevamo cinque bambini che facevano attività, ora siamo a cinquanta. Il nome di Pogacar ha ispirato tanti giovani e li ha avvicinati alla bicicletta. In totale il Rog Club (che conta tutte le categorie giovanili, ndr) arriva a oltre 200 iscritti. Qualcosa in più se si considerano anche gli amatori. Pogacar stesso nonostante i tanti impegni passa da qui una o due volte all’anno, poche settimane fa ha anche organizzato l’evento a Komenda la sua città natale, dove siamo andati con tutti gli iscritti (in apertura Pogacar con alle spalle i ragazzi del Pogi Team Gusto Ljubljana, foto Instagram, ndr)».

Guardandoci intorno rimaniamo sorpresi nello scoprire, dietro ogni angolo, la storia assolutamente normale di un corridore che normale non è. Da dove tutto è partito, ormai otto anni fa, la domanda che ci poniamo è se ora sarebbe possibile vedere qualcosa del genere. Nell’epoca dei devo team e del professionismo appena maggiorenni la storia di Pogacar ci deve insegnare che il talento nasce ovunque. E questo non bisogna mai darlo per scontato.

Nrgy Gel 45 Nduranz

Nrgy Gel 45, il gel super bilanciato di Nduranz (e della Slovenia)

04.11.2025
3 min
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E’ cosa nota che, soprattutto negli sport di endurance, che i gel siano ormai fondamentali. Ma è altrettanto vero che i gel non sono tutti uguali. Uno certamente di qualità è l’Nrgy Gel 45 di Nduranz, che non a caso è utilizzato dalla nazionale che ha vinto gli ultimi due mondiali su strada maschili: la Slovenia.

Si tratta di un gel studiato nei dettagli che ottimizza l’apporto energetico grazie ad un mix tra glucosio e fruttosio, ma non solo. Non crea problemi di digestione, aiuta a prevenire i crampi e a mantenere la giusta idratazione. Insomma un prodotto a tutto tondo. 

Nrgy Gel 45 Nduranz
La formula si basa su un rapporto molto ben bilanciato tra due diversi carboidrati
Nrgy Gel 45 Nduranz
La formula si basa su un rapporto molto ben bilanciato tra due diversi carboidrati

Glucosio e fruttosio, il giusto mix 

Il nome dell’Nrgy Gel 45 dice già qualcosa del suo contenuto. Il 45 sta infatti per i grammi di carboidrati presenti in ogni confezione (da 75 grammi totali). Fondamentale però, oltre alla quantità, anche la qualità. La formula dell’Nrgy Gel 45 è composta da un mix di glucosio e fruttosio in rapporto di 1 a 0,8.

Gli studi hanno portato Nduranz a questa proporzione perché si è dimostrata quella ottimale per l’assorbimento dell’energia fino a 90 grammi di carbo l’ora, cioè il corrispondente di due gel. Questo senza però causare problemi digestivi, che sappiamo essere il possibile rovescio della medaglia di questo tipo di integratori. Ma c’è dell’altro. La proporzione e il tipo di carboidrati presenti nell’Nrgy Gel 45 aiutano anche a prevenire un altro spauracchio degli atleti di endurance, i crampi.  

Nrgy Gel 45 Nduranz
Oltre all’apporto energetico è stata data molta importanza anche all’integrazione di sali minerali
Nrgy Gel 45 Nduranz
Oltre all’apporto energetico è stata data molta importanza anche all’integrazione di sali minerali

Elettroliti, gli alleati per l’idratazione

Ma non di soli carboidrati è fatto un gel. All’interno dell’Nrgy Gel 45 è infatti presente anche una miscela di elettroliti, l’Nduranz Electrolyte Mix. Gli elettroliti (tra cui Sodio, Potassio, Calcio e Magnesio) sono fondamentali per diverse funzioni fisiologiche, tra cui quella del sistema nervoso, quella muscolare e quella che gestisce l’equilibrio dei liquidi. Quando l’equilibrio elettrolitico viene alterato, come durante un’eccessiva sudorazione durante uno sforzo prolungato, si possono quindi riscontrare diverse conseguenze negative.

L’Nrgy Gel 45 contrasta questo problema proprio perché integra, assieme all’energia, anche gli elettroliti che vengono persi attraverso il sudore. Il mix speciale studiato da Nduranz sostiene l’idratazione ottimale rimpiazzando solo i minerali di cui si ha davvero bisogno, senza quelli che potrebbero appesantire ulteriormente lo stomaco durante lo sforzo.

Nrgy Gel 45 Nduranz
I gusti sono 5, tra cui anche quello neutro
Nrgy Gel 45 Nduranz
I gusti sono 5, tra cui anche quello neutro

Modalità di utilizzo, gusti e prezzo 

Nduranz raccomanda di assumere uno o due gel energetici per ora di esercizio, a seconda del livello di intensità e della propria abitudine. Per un’indicazione più dettagliata, l’azienda consiglia comunque di consultare il proprio calcolatore di carboidrati.

I gusti disponibili sono 4 (+1): limone, arancia, fragola e tropical, ma è anche disponibile in versione neutra. Nrgy Gel 45 è ora disponibile nel box da 16, al prezzo di 39,95 euro.

Nduranz

4Endurance

4Endurance, Slovenia, Tadej Pogacar, mondiali, Kigali 2025

4Endurance “iridata”! E’ partner delle nazionali slovene

02.10.2025
3 min
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4Endurance non è un semplice negozio online, ma anche un marchio di nutrizione sportiva nato dall’esperienza diretta degli atleti. Questa realtà slovena, specializzata nella vendita di integratori per il ciclismo e gli sport di endurance, sta rapidamente guadagnando visibilità e credibilità a livello internazionale.

La partnership consolidata con la Federazione Ciclistica Slovena (KZS) ne è la prova. Anche quest’anno, 4Endurance ha difatti rivestito il ruolo di partner e fornitore tecnico ufficiale delle nazionali slovene. Una visibilità amplificata enormemente dal bis iridato di Tadej Pogacar ai recenti Campionati del Mondo di Kigali, in Rwanda, che ha proiettato il brand sotto i riflettori globali, confermando la qualità dei prodotti utilizzati dagli atleti elite.

4Endurance, Slovenia, Tadej Pogacar, mondiali, Kigali 2025
4Endurance ha affiancato gli atleti della nazionale slovena durante gli ultimi mondiali in Rwanda
4Endurance, Slovenia, Tadej Pogacar, mondiali, Kigali 2025
4Endurance ha affiancato gli atleti della nazionale slovena durante gli ultimi mondiali in Rwanda

Qualità e convenienza: “Fuel for Everyone!”

Ma chi si cela dietro il nome 4Endurance? Semplice, un team di atleti dedicati agli atleti. Il loro percorso nel settore della nutrizione sportiva affonda le radici in anni di competizioni e allenamenti intensi. Il team conosce profondamente l’importanza di un recupero efficace e di nutrienti di alta qualità per superare i propri limiti. Questa consapevolezza si traduce in una missione chiara: aiutare ogni singolo sportivo a realizzare il proprio potenziale atletico. Ogni prodotto nasce da questa profonda comprensione e dall’esperienza sul campo.

L’obiettivo primario di 4Endurance è fornire il supporto nutrizionale necessario per eccellere, rendendolo accessibile.

Il marchio persegue una filosofia semplice ma potente: nutrizione di alta qualità a prezzi realmente convenienti, basandosi sulla convinzione che lo sport di alto livello non debba essere un lusso. Il segreto di questa accessibilità è un’efficiente produzione interna. Controllare direttamente il processo produttivo permette difatti a 4Endurance di bilanciare la qualità con l’economicità.

Questo approccio garantisce prodotti che supportano al meglio gli obiettivi di resistenza, mantenendo l’alimentazione sportiva di qualità uno standard e non un’eccezione per l’atleta. Il loro mantra è esplicito e inclusivo: “Fuel for Everyone!”

I prodotti 4Endurance sono in costante evoluzione. Questo processo di miglioramento continuo è guidato dal feedback reale di una rete di atleti, nutrizionisti, allenatori e professionisti. Tale approccio collaborativo assicura che gli integratori non siano solo formulati in modo ottimale ed efficaci, ma anche gustosi e facili da consumare durante l’attività fisica.

L’impegno del brand va oltre la vendita. 4Endurance attribuisce grande valore all’educazione. L’azienda si impegna a fornire costantemente le ultime ricerche, tendenze e approfondimenti nel campo della nutrizione, dell’allenamento e degli sport di resistenza. Collaborando con i massimi esperti del settore, il brand offre contenuti che informano e guidano gli atleti a prendere decisioni consapevoli. Per 4Endurance, la conoscenza è potere, ed è essenziale per scegliere le strategie e i prodotti giusti.

4Endurance, Slovenia
4Endurance, marchio sloveno, ha una partnership consolidata con la Federazione Ciclistica Slovena Slovenia
4Endurance, Slovenia
4Endurance, marchio sloveno, ha una partnership consolidata con la Federazione Ciclistica Slovena Slovenia

Lo shop e la comunità endurance

4Endurance si configura dunque come qualcosa di più di un e-commerce di integratori. È una vera e propria comunità dinamica che aggrega atleti, allenatori, nutrizionisti e medici. L’obiettivo comune è elevare l’intero settore degli sport di resistenza. Il brand è attivo in numerose iniziative, come l’organizzazione di una delle più grandi leghe Zwift a livello globale e la collaborazione con numerosi club e organizzazioni sportive in Europa. Inoltre, vengono regolarmente organizzati eventi dal vivo. Queste attività non solo rafforzano i legami all’interno della community, ma aggiungono anche un importante aspetto ludico e sociale al viaggio di endurance di ogni ciclista.

4Endurance si rivela come un partner ideale per chi cerca integratori per la resistenza che combinino l’eccellenza garantita dall’uso professionale con un prezzo accessibile, il tutto supportato da una community forte e attenta all’educazione dell’atleta.

4Endurance

Pogacar incontra i media e basta una domanda per definire il suo stato d'animo. Vuole vincere. Forse non ha neppure il dubbio. Domenica si combatte

Pogacar, Evenepoel e quel sorpasso da ricacciargli in gola

25.09.2025
7 min
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KIGALI (Rwanda) – Gli giriamo l’osservazione fatta ieri da Ciccone parlando della crono di domenica. Cioè che guardando il sorpasso di Evenepoel, Giulio ha immaginato il nervosismo e la voglia di rifarsi che potrebbe aver scatenato in Pogacar. Tadej ascolta e annuisce.

«Probabilmente – dice – Remco voleva vendicarsi per il Tour de France, quando è stato raggiunto da Jonas (Vingegaard, ndr) nella crono in salita. Quindi penso che sia stato un bene per lui. Penso che fosse arrabbiato per una cosa, un momento negativo di quest’anno. E allora forse domenica potrà essere il mio turno di arrabbiarmi e mettere da parte quella giornata. Magari non è stata così negativa, ma sento il bisogno di mettere da parte la brutta sensazione di quando qualcuno ti raggiunge».

Il guanto di sfida è lanciato. Sarà un corpo a corpo, pur con la presenza di altri sparring intorno a loro. Resta da vedere se la condizione di Evenepoel potrà reggere l’urto dello sloveno in una corsa così lunga.

Kigali 2025, crono mondiale, Remco evenepoel e Tadej Pogacar
Aveva ragione Ciccone: Pogacar non vede l’ora di far ingoiare questo sorpasso a Evenepoel (immagini TV)
Kigali 2025, crono mondiale, Remco evenepoel e Tadej Pogacar
Aveva ragione Ciccone: Pogacar non vede l’ora di far ingoiare questo sorpasso a Evenepoel (immagini TV)

Passaggio in Africa

Per raggiungere l’hotel della Slovenia, che poi è anche quello dell’Italia, siamo passati effettivamente in Africa. Tutto quello che avevamo visto finora nel media center e lungo il percorso è la versione della domenica. Ma fuori di lì, Kigali ha anche una faccia polverosa e disordinata eppure piena di colori, bellissime ragazze, madri stanche e sguardi scintillanti di bambini. Lasciata l’auto al media center, siamo saliti su una moto-taxi. Ti danno il casco e lo infili senza pensare a quante teste ha protetto. Fornisci l’indirizzo e semmai Google Maps. E per tremila franchi, meno di due euro, ti portano dovunque in modo ben più rapido. Solo che con le strade chiuse per la corsa, i percorsi alternativi mostrano un’altra sfumatura della città.

Pogacar non si è rasato e ha un timido accenno di baffi. Da tempo ha perso lo stupore di quando, ragazzino, si affacciava nel mondo dei grandi. Adesso parla da campione del mondo. Scherza dicendo che l’ultimo allenamento con la maglia iridata l’ha fatto martedì, ma non è certo che non possa accadere di nuovo la prossima. Le domande lo rincorrono, lui risponde a bassa voce. Uros Murn, il commissario tecnico della Slovenia, è seduto accanto e parla per monosillabi. Dice che sono qui tutti per Tadej, ma che Roglic farà un lavoro importante nel finale. Poi il microfono passa al campione.

Campionati del mondo Kigali 2025, bambini, colore
La gente di Kigali ha accolto i mondiali con notevole entusiasmo: soprattutto i bambini
Campionati del mondo Kigali 2025, bambini, colore
La gente di Kigali ha accolto i mondiali con notevole entusiasmo: soprattutto i bambini
Ti consideri il favorito assoluto per domenica prossima, dopo quello che è successo nella crono?

Penso che domenica scorsa sia un po’ diversa da quella che si avvicina. Ovviamente sono venuto qui per la corsa su strada, quindi le aspettative sono alte. Mi aspetto molto dalle mie gambe e anche il risultato dovrebbe essere il migliore possibile. Abbiamo una squadra forte, dovremmo essere considerati tra i migliori in gara.

Ti abbiamo visto duellare con improvvisati tifosi su biciclette pesantissime…

Credo di aver perso qualche sfida. Durante le uscite di scarico, mi hanno sempre battuto. Ma anche quando ho fatto qualche allenamento serio, li ho trovati davvero forti. Mi sono abituato all’ambiente e a tutto il resto. Inizio a divertirmi davvero in bici e penso di aver ricevuto una spinta dall’arrivo dei compagni di squadra. Questo mi dà un’ulteriore carica di energia e motivazione e non vediamo l’ora che arrivi domenica.

Puoi parlare di questo? Il percorso in sé e poi l’altitudine e la qualità dell’aria. E poi cosa ne pensi dell’atmosfera in Rwanda e dei tifosi che hai visto lungo le strade?

Prima di tutto, l’altitudine. Molti la sottovalutano troppo perché non sono 1.800 o 2.000 metri, ma appena 1.500. Però in realtà si percepisce, quindi sono contento di essere arrivato qui in anticipo per stare bene nella gara su strada. L’atmosfera è già fantastica. Quando abbiamo fatto qualche giro sul circuito, era già pieno di gente. Era come in gara. Quanto al posto, è ottimo per allenarsi. Non ci sono molte opzioni, ma le strade sono ottime. Martedì o mercoledì ho fatto uno degli allenamenti più belli di quest’anno. Mi sono divertito molto. Certo il tempo è un po’ diverso rispetto a casa. E’ un po’ strano, fa caldo, ma non è sempre umido. E’ un meteo complicato, almeno in bici. Qui in città ad esempio la qualità dell’aria non è delle migliori. Ma quando ci siamo allontanati, la qualità dell’aria era piuttosto buona e la differenza l’ho sentita.

Nell’incontro di oggi con i media, si è visto un Pogacar molto sicuro: se dubbi c’erano, nessuno li ha notati
Nell’incontro di oggi con i media, si è visto un Pogacar molto sicuro: se dubbi c’erano, nessuno li ha notati
Questo essere così atteso e sentire di voler vincere può portarti a esagerare? Potrebbe essere un rischio?

Può succedere. Quando corri così tanto e corri sempre per la vittoria e hai molti occhi puntati addosso, puoi commettere degli errori. Devi provare anche cose diverse e non puoi correre sempre allo stesso modo.

Ti pesa questo essere al centro del mirino. Chi ti conosce meglio parla di un Tadej nel privato e di un Tadej che si trasforma quando scende in gara.

Direi che più della metà del gruppo è fatta così. Voglio dire, è quello che dobbiamo fare. Nelle gare devi essere determinato, l’adrenalina è alle stelle e per forza sei diverso dal solito te stesso. E’ così anche per me. Fuori dal ciclismo sono un ragazzo normale, normalissimo. E poi in bici faccio quello che meglio mi riesce.

Quale pensi sia la parte di percorso che più ti di addice? E secondo te il muro finale in pavé si può paragonare al Qwaremont rispetto al Fiandre?

Personalmente, credo che sulla carta la parte migliore per me sia la salita più lunga di Mount Kigali. Le due salite successive sono brevi. L’unico problema è che la distanza da Mount Kigali fino al traguardo è piuttosto lunga. Invece non credo che il tratto finale in pavé ricordi un muro delle Fiandre, sono pietre completamente diverse. In Belgio la strada è come una gobba, qui i sassi sporgono e sono a volte più sporgenti e a volte appuntiti. Per fortuna si fanno in salita e non sono pericolosi, la rendono solo più difficile.

Pogacar si è visto più di una volta sul circuito in allenamento. Qui con la compagna Urska
Pogacar si è visto più di una volta sul circuito in allenamento. Qui con la compagna Urska
Dici che c’è la possibilità di attaccare su Mount Kigali?

C’è sempre la possibilità di attaccare ovunque tu voglia, se hai le gambe. Solo è un peccato che lo abbiano messo così presto nel circuito. Sarebbe stato molto più divertente o meno doloroso se fosse più avanti o il prima possibile. Invece è proprio a metà, poco dopo metà gara e sicuramente alcuni penseranno di essere abbastanza vicini da arrivare al traguardo.

Così parlò quello che l’anno scorso attaccò a 100 chilometri dal traguardo…

Sì, ma non puoi farlo ogni volta. Avevo Jan (Tratnik, ndr) davanti nel gruppo di testa, che era di circa 20 corridori. Ho trovato un riparo fra loro e poi ho avuto la forza per fare ancora due giri da solo. Non sono stato solo per tutto il tempo, ho sempre avuto qualche piccolo aiuto, che però non ha reso l’impresa più facile.

Hai un’idea di quali saranno i principali contendenti?

Molti saranno impazienti di attaccare da lontano, altri guarderanno me. Penso a Remco, abbiamo visto che nella cronometro volava e penso che sia in buona forma anche per domenica. Poi ho i miei compagni di squadra della UAE Emirates, anche Del Toro vola (i due sono insieme nella foto di apertura, ndr). Poi c’è Pidcock che è uscito bene dalla Vuelta. Però in realtà penso che non dovremmo preoccuparci troppo degli avversari, ma concentrarci sulla nostra gara, perché sarà lunga e difficile. Dovrò risparmiare energie, non solo guardare i miei rivali. Dovremo essere intelligenti sotto ogni aspetto.

Proprio Remco ha detto che il circuito di qui gli ricorda quello di Wollongong, dove ha vinto…

Non è affatto simile, questo è molto più divertente (lo dice con un sorrisino tutto da decifrare, ndr). E’ dieci volte migliore di quello australiano. Senza offesa per gli australiani che lo hanno disegnato, ma non era un buon circuito oppure non faceva per me. So che la gara di domenica sarà molto diversa.

La fuga di Zurigo 2024. Dopo aver trovato Tratnik, Pogacar ebbe collaborazione da Sivakov e poi fece due giri da solo
La fuga di Zurigo 2024. Dopo aver trovato Tratnik, Pogacar ebbe collaborazione da Sivakov e poi fece due giri da solo
Diresti invece che si tratta del circuito più duro degli ultimi anni?

Non lo so, vedremo domenica. Sicuramente sulla carta è la gara più dura, ma il circuito in sé non è poi così difficile. Ci sono due salite principali che non sono lunghissime, ma sono piuttosto ripide e una ha il pavé. Il resto del circuito è veloce in discesa, con un po’ di terreno ondulato. Si può dire che il dislivello si ottenga gratis in questo circuito. Poi aggiungi Mount Kigali nel mezzo, che lo renderà ancora più difficile. Diciamo che è il percorso con più salite degli ultimi anni.

L’Africa, l’altura, il sole… Senti dentro di te l’emozione di far parte di un mondiale mai visto prima?

Già sono stati diversi i preparativi, a partire dai vaccini. Un viaggio lungo, l’ambiente diverso a livello di altitudine e di aspetto. I dintorni sono totalmente diversi dall’Europa. Ma è una bella novità. Penso che sia davvero bello essere venuti anche in Africa. E’ stato più difficile da organizzare per le nazionali, ma direi che per ora sta andando tutto bene.

Quando Pogacar si concede agli sloveni nella lingua madre, mancano venti chilometri all’arrivo delle ragazze U23. Un’altra moto, un altro casco e sfrecciamo verso l’arrivo. La Ciabocco è rientrata nel gruppo di testa. Sarà un po’ uno sbattimento, ma questo mondiale africano inizia a proprio a piacerci.

Nduranz: quando la nutrizione è alimentata dalla scienza

07.09.2025
5 min
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Quando l’agonismo incontra la nutrizione, l’eccellenza diventa un imperativo. Nel mondo del ciclismo, dove ogni dettaglio conta, la scelta degli integratori può fare la differenza tra una performance importante e un’uscita deludente. Mentre il mercato degli integratori sportivi è spesso affollato di marchi che propongono soluzioni miracolose, Nduranz punta dritto su scientificità e innovazione. Fondata in Slovenia nel 2013, questa azienda ha difatti scelto di percorrere una strada diversa, non seguendo le tendenze ma plasmandole. Il suo successo non è un colpo di fortuna, ma il risultato di un percorso decennale segnato da una profonda umiltà e da un’incrollabile fiducia nella ricerca.

Nduranz è un brand sloveno nato nel 2013 che ha sviluppato diversi prodotti per l’integrazione sportiva
Nduranz è un brand sloveno nato nel 2013 che ha sviluppato diversi prodotti per l’integrazione sportiva

Si parte dalla necessità personale

La storia di Nduranz inizia con una ricerca personale. Il fondatore, Valentin Gorsek, era un atleta di endurance insoddisfatto delle soluzioni esistenti. Il mercato offriva prodotti pieni di ingredienti superflui, basati più su miti che su evidenze scientifiche. Gorsek ha avuto un’intuizione semplice ma potente: un’alimentazione sportiva efficace deve essere minimalista, onesta e supportata dalla scienza.

Questa visione ha portato alla nascita di Nduranz. L’azienda ha impiegato anni per costruire le sue fondamenta, attraversando fasi di tentativi, errori e apprendimento costante. Il team di lavoro, composto da atleti e scienziati, ha lavorato instancabilmente per combinare la conoscenza teorica con l’esperienza sul campo. Questa sinergia è il cuore della filosofia Nduranz. Ogni prodotto che arriva sul mercato è stato testato, analizzato e perfezionato, garantendo che sia non solo scientificamente valido, ma anche realmente efficace.

L’obiettivo di Nduranz è fornire all’atleta esattamente ciò di cui ha bisogno per la performance
L’obiettivo di Nduranz è fornire all’atleta esattamente ciò di cui ha bisogno per la performance

La filosofia “meno è più”

Il principio guida di Nduranz è “il meno è più”. Questo approccio contrasta nettamente con la tendenza del mercato a proporre formulazioni complesse e piene di ingredienti…esotici. Nduranz ha scelto la via della semplicità e dell’efficienza. L’obiettivo è fornire all’atleta esattamente ciò di cui ha bisogno per la performance, eliminando tutto ciò che non contribuisce direttamente al risultato.

Questo approccio minimalista si traduce in un sistema di nutrizione sportiva che è allo stesso tempo intuitivo e personalizzabile. I prodotti Nduranz sono progettati per essere combinati tra loro in modo logico e funzionale. Per esempio, il loro sistema – basato sulle linee 22.5, 45 e 90 – rende facile raggiungere un apporto di carboidrati preciso, come i 90 grammi all’ora, senza calcoli complicati. Questo metodo semplifica la nutrizione sportiva, liberando l’atleta dalla confusione e permettendogli di concentrarsi pienamente sull’allenamento o sulla gara.

Il segreto dei carboidrati

Uno degli elementi distintivi di Nduranz è l’uso di una miscela di due tipi di carboidrati: glucosio e fruttosio. Il corpo umano può assorbire circa 60 grammi di glucosio e 30 grammi di fruttosio all’ora. Utilizzando una singola fonte di carboidrati, il limite massimo di assorbimento si ferma a 60 grammi l’ora, e un’assunzione superiore può facilmente causare problemi digestivi.

La miscela di glucosio e fruttosio utilizzata da Nduranz permette al corpo di sfruttare contemporaneamente due diversi trasportatori di carboidrati, aumentando l’assorbimento totale fino a 90 grammi l’ora senza causare disturbi intestinali. Questo approccio è stato affinato grazie alla collaborazione con il fisiologo sportivo Tim Podlogar, che nel 2019 ha fornito a Nduranz una solida base scientifica e ha contribuito a definire il rapporto ottimale di 1:0.8 tra i carboidrati.

L’apporto energetico durante l’esercizio è una scienza complessa, ma il sistema Nduranz la semplifica, consentendo agli atleti di fidarsi della matematica e concentrarsi sulla propria performance. Questo sistema permette di combinare liberamente diversi prodotti Nduranz, come gel, mix energetici ed elettroliti, per soddisfare le esigenze specifiche di gare difficili come un triathlon o una lunga tappa ciclistica.

Il sistema Nduranz garantisce un’assimilazione ottimale dell’energia. La combinazione di carboidrati mantiene l’energia stabile e la funzione del corpo al massimo livello, mentre la linea di prodotti è pensata per essere mixata e adattata a ogni necessità.

I prodotti di Nduranz sono sviluppati partendo da una solida base scientifica che mancava
I prodotti di Nduranz sono sviluppati partendo da una solida base scientifica che mancava

Un percorso di crescita e affidabilità

Il percorso di Nduranz è segnato da diverse tappe cruciali. Gli inizi, nel 2013, furono difficili, guidati da buone intenzioni ma da una conoscenza ancora limitata. L’azienda ha attraversato un periodo di intenso apprendimento, riconoscendo gli errori e trasformandoli in opportunità di crescita.

Il biennio 2017-2019 ha segnato una svolta. I prodotti hanno iniziato a migliorare significativamente, eliminando dolcificanti artificiali e sostanze inutili. L’ingresso di Tim Podlogar nel team nel 2019 ha fornito la solida base scientifica che mancava, portando alla creazione di prodotti iconici e all’adozione definitiva della filosofia “meno è più”.

Oggi, Nduranz è un marchio riconosciuto a livello globale, celebrato da atleti professionisti, team di primissima fascia e amatori. Le sue formulazioni hanno supportato vittorie e performance eccezionali, anche in competizioni WorldTour, consolidando la sua reputazione di affidabilità. La ricerca non si ferma mai. Nduranz continua a innovare, basando ogni miglioramento sulle ultime scoperte scientifiche e rimanendo fedele alla sua promessa originale: fornire integratori di altissima qualità, basati sulla scienza, per il bene dell’atleta.

Questo percorso dimostra che la vera eccellenza non si ottiene con le scorciatoie. Nduranz ha scelto una strada più lunga e solida, costruendo un marchio di cui gli atleti possono fidarsi ciecamente, non solo in Slovenia, ma in tutto il mondo. La loro dedizione alla scienza e alla trasparenza è la ragione per cui Nduranz non è solo un’azienda di integratori, ma un partner fidato per ogni ciclista che cerca di spingere i propri limiti.

Per poter conoscere nel dettaglio ed acquistare facilmente online gli integratori Nduranz consigliamo una visita alla piattaforma www.4endurance.it.

Nduranz

4endurance

Trentin a Komenda da Pogacar: «Una vera festa del ciclismo»

16.08.2025
5 min
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Tutti da Tadej Pogacar. O meglio pochi eletti e tanto pubblico… da Tadej Pogacar. A distanza di una settimana scarsa dal suo criterium, a Komenda non si è ancora spenta l’eco di una fantastica giornata di sport che ha visto l’abbraccio dei tifosi sloveni attorno al campione del mondo (in apertura (foto @alenmilavec).

Tra gli ospiti, nella cittadina slovena che ha dato i natali a Pogacar, c’era anche Matteo Trentin. Il corridore della Tudor Pro Cycling era uno degli otto grandi atleti presenti. Alla fine Trentin è un boss del gruppo, un veterano, vive a Montecarlo come Pogacar e i due, come altri corridori, sono molto amici. Ed è proprio Matteo che ci racconta come è andata.

Tanta gente a bordo strada e circuito divertente. In tutto tra categorie giovanili ed elite hanno preso il via 350 atleti (foto @alenmilavec)
Tanta gente a bordo strada e circuito divertente. In tutto tra categorie giovanili ed elite hanno preso il via 350 atleti (foto @alenmilavec)

Criterium Tadej Pogacar

E’ la settima volta che si tiene questo circuito, una vera festa cittadina a Komenda. Di solito si corre a giugno, ma Tadej era concentrato sul Tour de France e quindi lo ha spostato a dopo la corsa francese. Così l’evento si è trasformato anche in una festa per celebrare il suo quarto successo alla Grande Boucle.

«E’ stato bello – racconta Trentin – una gara piena di gente, c’erano anche i piccoli prima di noi elite e tanta, tanta gente alle transenne. Alla fine tanti sloveni, che abitano non lontano da Lubiana, ma anche turisti. C’erano italiani, tedeschi, francesi. Sapete, bastava che chi era al mare in Istria o in Croazia o sulle coste slovene si spostasse: con un’ora e mezza di auto era a Komenda. E se sei un appassionato di ciclismo, perché perdere l’occasione di vedere il campione del mondo e altri corridori gratis a un metro da te? Questa è l’essenza del ciclismo. Sì, davvero un bell’ambiente».

Trentin racconta che Pogacar ha fatto un giro di telefonate per portare qualche collega del WorldTour. Lui era disponibile e non ha avuto problemi a dire sì a un amico.
«Ma – spiega Trentin – non è poi così facile essere presenti. Quel weekend se non ricordo male si correva su quattro fronti».

Gli 8 atelti di prima fascia presenti a Komeda (foto @alenmilavec)
Gli 8 atelti di prima fascia presenti a Komeda (foto @alenmilavec)

Pancia a terra

La giornata è iniziata alle ore 15 con le prove degli esordienti, degli allievi, degli Under 15 e Under 17, maschili e femminili. Poi è stata la volta degli Under 19 e delle donne elite. Alle 19,30 hanno preso il via gli elite uomini. Oltre a Pogacar e Trentin c’erano altri tre sloveni di grido: Matej Mohoric, anche lui super acclamato, Luka Mezgec e Matevz Govekar. Con loro i compagni di squadra di Pogacar, Tim Wellens e Pavel Sivakov.

«Ed è stata gara vera – riprende Trentin – non potete capire come siamo andati. C’erano anche diversi atleti delle continental locali, come la Adria Mobil, e delle giovanili dei team WorldTour. Questi sono partiti a tutta: i primi 15 giri… pancia a terra! Una gara super caotica, poi nel finale hanno un po’ calato. Ma che ritmi!

«Tra l’altro il circuito si prestava: misurava un chilometro circa e abbiamo fatto 35 tornate. Era carino, tutto dentro al paese che è davvero piccolino. Si partiva da una piazza, poi ricordo qualche stradina, una chiesetta e nel finale per tornare all’arrivo c’era una salitella. Mi è rimasto in mente il fatto che partendo noi al tramonto, nei primi giri quando tornavamo verso l’arrivo avevamo il sole in faccia e non si vedeva nulla. Non era facile».

Sole contro e ritmi folli… (foto @alenmilavec)
Sole contro e ritmi folli… (foto @alenmilavec)

Komenda perla slovena

Komenda è il paese natale di Pogacar. Si trova più o meno nel centro della Slovenia, a circa 25 chilometri a nord della capitale Lubiana e a 120 da Gorizia. E’ una terra collinare, poco sopra i 300 metri di quota.

«Come dicevo – riprende Trentin – Komenda è un paesino molto piccolo, ma grazioso. Io l’ho vissuto poco perché sarei dovuto arrivare un giorno prima, ma qualche piccolo intoppo familiare ha ritardato il mio arrivo. Komenda è in un catino circondato da colline, ma poco fuori ci sono anche delle montagne. Nell’hotel in cui eravamo, ad esempio poco fuori Komenda, c’era un impianto che portava su una montagna a 1.650 metri dove d’inverno si scia».

«Il programma era di allenarci tutti insieme il giorno prima, ma io essendo arrivato tardi non ho potuto. Così mi sono allenato strada facendo. E per fortuna, visti i ritmi che ci sono stati».

Trentin ha parlato di un Pogacar sereno che si è prestato all’abbraccio della su gente (foto @alenmilavec)
Trentin ha parlato di un Pogacar sereno che si è prestato all’abbraccio della su gente (foto @alenmilavec)

Tadej e Matteo al rientro

Domani Matteo Trentin correrà ad Amburgo, alla Hamburg Cyclassics. La classica tedesca sarà il suo rientro ufficiale alle gare e lui sembra stare bene. Tadej invece rientrerà il 12 settembre in Canada. Come lo ha trovato dopo essere uscito stanco, almeno mentalmente, dal Tour?

«Tutto sommato bene – dice Trentin – lui è sempre tranquillo, sorridente. Alla fine ci ho anche parlato poco perché giustamente la serata era la sua. Avrà firmato 800.000 autografi e fatto 500.000 selfie. Ma è stato bello. Questa è un po’ l’essenza del ciclismo. In quale sport vedi il tuo campione preferito a un metro, gratis, e magari gli dai anche il cinque?

«Noi del WorldTour (tecnicamente io non sono in un team WT, ma è chiaro che appartengo alla categoria dei corridori di prima fascia presenti a Komenda) dopo la corsa siamo stati un po’ insieme, abbiamo mangiato, bevuto una birra e poi con le famiglie siamo tornati in hotel. E il giorno dopo siamo ripartiti con il ricordo di un bel “casino”».

Altro che raccomandato… Erzen e una vittoria per chi pensa male

07.04.2025
5 min
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Per la seconda volta consecutiva, il VM Adria Mobil che è una delle principali classiche slovene è andata al padrone di casa Zak Erzen. Corridore del devo team Bahrain Victorious, Zak è figlio del general manager della squadra del WorldTour e come in ogni ambiente, questo genera sorrisini e retropensieri. Eppure basterebbe guardare al suo curriculum, su strada ma soprattutto su pista per capire che siamo di fronte a un corridore vero.

Zak a 19 anni non è uno che si nasconde e affronta di petto ogni situazione, come anche la convivenza con il padre in seno al team, d’altronde la sua influenza sul suo destino è stata subito molto forte.

La volata vittoriosa di Erzen alla I Feel Sloevia Adria Mobil, la gara della sua città Novo Mesto
La volata vittoriosa di Erzen alla I Feel Sloevia Adria Mobil, la gara della sua città Novo Mesto

«Penso che sia stata importante, forse è un po’ più difficile per me, ho la sensazione che devo dimostrare di più proprio per andare contro quelli che possono dire: “E’ nella squadra per via di suo padre” o qualcosa del genere. Io non voglio pensarci, preferisco pensare che posso sfruttare tutta la sua esperienza. Anche come diesse e allenatore, mi ha aiutato molto».

Hai visto le sue gare, sei un ciclista simile a lui o diverso?

Non ho visto molte delle sue gare, ma credo che siamo simili o così mi dicono coloro che hanno corso con lui. Sono veloce e forte negli sforzi brevi. Quindi direi che siamo abbastanza simili.

Milan Erzen, papà di Zak, general manager della Bahrain. Ha corso dal ’97 al 2002
Milan Erzen, papà di Zak, general manager della Bahrain. Ha corso dal ’97 al 2002
Il fatto di averlo come general manager del team ti ha mai fatto sentire un privilegiato?

Non proprio. Non guardo tanto gli altri né posso dire di essere stato mai additato per questo. Sono più io che mi metto pressione perché voglio mostrare di più esattamente per questo, così che non debbano dire che sono nella squadra perché raccomandato. E’ per questo che ho la sensazione di dovermi sempre dar da fare, ma altrimenti penso che non sia un grosso problema.

Come ti sei trovato nel devo team (con cui hai corso la classica di casa), quanto è cambiato rispetto al Cycling Team Friuli della passata stagione?

Il mio approccio in Italia è stato super bello. Con la squadra mi sono trovato subito molto bene e mi diverto ogni volta che vengo a correre qui perché anche le gare sono un po’ diverse da quelle ad esempio in Belgio. Nel team rispetto allo scorso anno e all’altra denominazione non credo che sia cambiato molto. Nuova maglia, nuovi colori, ma la gente è la stessa e anche il metodo di lavoro. Io poi, ora che faccio parte della squadra maggiore, vedo che c’è un forte segno di continuità, una bella componente italiana nel team.

Da junior Erzen ha vinto molto, emergendo anche nelle classiche belghe. Al Team Bahrain ha un biennale
Da junior Erzen ha vinto molto, emergendo anche nelle classiche belghe. Al Team Bahrain ha un biennale
Hai vinto l’Adria Mobil per la seconda volta, che cos’ha quella corsa di particolare per te?

Di sicuro, è che è una gara di casa, alla quale tengo molto. Ecco perché sono super felice di averla vinta. Ogni volta è un’emozione diversa, un impegno diverso. Penso che quest’anno sia stato più difficile dell’anno scorso. Fino all’ultimo non si sapeva in quanti ci saremmo giocati la vittoria, alla fine eravamo una dozzina e sono contento di aver potuto battere allo sprint anche gente molto veloce e vincente quest’anno come Cataldo.

Quanto hanno influito i successi di Pogacar e Roglic nella tua scelta di correre in bici e quanto influiscono sui giovani in Slovenia?

E’ difficile da dire. Sicuramente hanno avuto un influsso, ma rappresentano esempi talmente in là con i loro successi che hanno anche un effetto contrario. Perché vedi Pogacar e pensi che non c’è modo di batterlo. Io sono super contento di poter correre con entrambi e anche con tutti gli altri ragazzi del WorldTour che vengono dalla Slovenia. Hanno anche fatto una foto straordinaria per la Slovenia, per promuovere il ciclismo. Credo che in questo senso il loro esempio sia positivo, dobbiamo cercare di trarne il massimo perché vediamo che la nostra gente ci segue e si esalta per ogni vittoria. E’ stato così anche per me.

Da sinistra Mohoric, Polanc, Roglic e Pogacar al Giro di Slovenia 2022
Roglic e Pogacar al Giro di Slovenia 2022. La foto con i migliori sloveni è stata usata per molta pubblicità
Continuerai a correre su pista?

Sì, probabilmente lo farò. Forse non tanto quanto facevo negli juniores, ma penso che farò anche gli europei Under 23 e poi l’anno prossimo di nuovo gli europei elite.

Non pensi che il sogno olimpico di Los Angeles sia più raggiungibile attraverso la pista?

Non credo, penso anzi che, considerando il sistema di qualificazione passato e in attesa di conoscere quello che verrà attuato, sia più difficile. Diverso il discorso sulle chance da potermi giocare, credo che si fossi qualificato avrei più possibilità di vincere una medaglia nell’omnium che su strada. Ma penso che sia solo un sogno. Quindi vedremo come andranno le cose.

Agli ultimi europei su pista ha chiuso 17° nell’omnium: è questa la via migliore per andare alle Olimpiadi?
Agli ultimi europei su pista ha chiuso 17° nell’omnium: è questa la via migliore per andare alle Olimpiadi?
Che cosa ti aspetti quest’anno?

Non mi pongo particolari obiettivi. Voglio solo dimostrare di essere bravo e cercare di ottenere buoni risultati e poi mi aspetto di vincere qualcosa nel WorldTour. Ma potrò arrivarci solo imparando il più possibile e lavorando sodo e poi vedremo dove arriveremo. Se parliamo di sogni, un giorno mi piacerebbe indossare una maglia arcobaleno e con quella vincere un Fiandre o una Roubaix come ha fatto un mio connazionale… Ma fino ad allora la strada è ancora lunga.

Alé ancora con la Federazione slovena: insieme fino al 2028!

31.03.2025
3 min
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La Federazione Ciclistica Slovena (KZS) e Alé hanno recentemente svelato la nuova livrea ufficiale che verrà indossata dalle nazionali di ciclismo. Questo design esclusivo accompagnerà gli atleti nelle competizioni più prestigiose, tra cui i campionati mondiali ed europei di tutte le discipline ciclistiche, le Olimpiadi di Los Angeles 2028 e numerosi altri eventi internazionali.

Alé, brand tutto italiano e di vertice nel settore dell’abbigliamento tecnico per il ciclismo, fornirà a tutti gli atleti divise all’avanguardia, studiate per garantire il massimo delle prestazioni. L’equipaggiamento include completi estivi e invernali, oltre ad accessori tecnici progettati con un’attenzione particolare all’aerodinamicità, al comfort e all’innovazione.

Il “Slovenian Green”, colore iconico della nazionale, resta il fulcro del nuovo design, arricchito da eleganti sfumature geometriche in blu scuro sul petto. I pantaloncini, anch’essi in blu scuro, riprendono i dettagli grafici della maglia, creando un look distintivo e sofisticato. Questa nuova divisa appartiene alla collezione PR-S di Alé, sviluppata per le squadre professionistiche e realizzata con tessuti di ultima generazione, capaci di offrire una vestibilità “racing” e un’aerodinamicità ottimale.

Nel 2025, la nazionale slovena sarà rappresentata da alcuni dei ciclisti più talentuosi del panorama internazionale. Oltre al campione del mondo in carica Tadej Pogacar (nella foto di apertura in azione ai trionfali mondiali di Zurigo 2024), Primoz Roglic e Matej Mohoric, indosseranno la nuova divisa anche atleti del calibro di Jan Tratnik, Domen Novak, Luka Mezgec, Urska Zisgart e Marusa Tereza Serkezi, campionessa europea juniores XCO. Anche le selezioni nazionali di mtb e BMX porteranno in gara i colori della Slovenia con l’abbigliamento firmato Alé.

La collaborazione tra Alé e la Federazione slovena proseguirà quindi fino alle prossime Olimpiadi
La collaborazione tra Alé e la Federazione slovena proseguirà quindi fino alle prossime Olimpiadi

Verso nuovi trionfi

«Siamo davvero entusiasti di continuare a vestire la nazionale slovena di ciclismo – ha dichiarato Alessia Piccolo, Amministratore Delegato di APG – ovvero una delle selezioni più forti al mondo, con atleti straordinari. Per noi di Alé, essere al loro fianco nei più importanti eventi internazionali è motivo di grande orgoglio. Questa collaborazione ci permette non solo di contribuire alle loro performance, ma anche di ricevere feedback tecnici preziosi per migliorare costantemente i nostri prodotti».

La partnership tra Alé e la Federazione Ciclistica Slovena è stata estesa fino al 2028, un rinnovo anticipato che testimonia il valore di questa sinergia. 

«Già prima dei Campionati del Mondo dello scorso anno». Ha commentato Pavel Mardonovic, il Presidente della Federazione Ciclistica Slovena «Dove Tadej Pogacar ha conquistato la medaglia d’oro, avevamo deciso di prolungare la nostra collaborazione. Alé rappresenta un partner affidabile, capace di offrire ai nostri atleti abbigliamento di altissima qualità, frutto di innovazione e ricerca costante. Con questa nuova divisa, Alé rinnova il proprio impegno con il movimento ciclistico sloveno, offrendo ai nostri corridori capi progettati per esaltare le loro performance e accompagnarli verso nuovi trionfi».

Alé