Zanini: cosa ho capito dopo un anno nel devo team dell’Astana

16.04.2024
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COL SAN MARTINO – Le aspettative con le quali il giovane Simone Zanini era passato al team Astana Qazaqstan Development erano di per sé elevate. Non è facile entrare nel ciclismo che conta con un cognome così importante. E a maggior ragione non lo è stato entrando nel team dello zio Stefano. Nulla passa inosservato all’esterno e quando sei al centro dell’attenzione tutto forse si complica. 

Dopo un periodo di adattamento Zanini ha trovato il suo “posto” nel team
Dopo un periodo di adattamento Zanini ha trovato il suo “posto” nel team

Debutto difficile

Alle attenzioni che arrivavano dall’esterno, sulle spalle di Simone Zanini sono arrivati anche dei risultati non troppo incoraggianti. Una prima stagione difficile nel team kazako, fatta di corse, ma pochi squilli, nessuno in pratica. 

«Rispetto a quanto fatto nel 2023 – racconta al via del Trofeo Pivala squadra non dico che è rimasta soddisfatta, ma quasi. Comunque sia ero al primo anno di categoria e con la scuola non è stato per nulla facile. Ho raccolto due decimi posti in Bulgaria, per il resto è stato un anno di esperienza. Anche questa stagione non è iniziata al massimo, ma bisogna avere pazienza, perché di corse ce ne sono tante».

Per Zanini uno degli adattamenti più difficili è stato quello al ritmo in corsa
Per Zanini uno degli adattamenti più difficili è stato quello al ritmo in corsa
Qual è la cosa che ti ha messo più in difficoltà?

Il cambio di ritmo – dice subito, senza quasi farci finire la domanda – l’ho sofferto molto. Non tanto i chilometri, perché dopo un po’ ti abitui, ma il ritmo di gara. Sia in salita che in pianura diventa davvero fastidioso a lungo andare. 

Nel senso di percorrenza?

Sì. Me ne sono accorto anche guardando i dati, a casa. In salita, rispetto a quando ero junior, ho dovuto imparare un nuovo modo di pedalare. Migliorare in efficienza e velocità, risparmiando energie, ma comunque provando a guadagnare quei due o tre chilometri orari. Già l’anno scorso soffrivo la grande velocità in salita, quest’anno si è alzata ancora di più. 

Tu arrivavi da una squadra piccola, raccontaci la difficoltà maggiore che hai trovato nell’adattarti a un team così grande. 

La lingua sicuramente, anche se piano piano ti abitui. I primi mesi da questo punto di vista sono stati i più duri, perché poi ho avuto un po’ di problemi con il reparto kazako. Hanno fatto fatica ad aprirsi con me, ora invece è quasi una seconda famiglia. Poi ci sono le aspettative. 

Nel primo anno tra gli under 23 pochi squilli per il nipote d’arte
Nel primo anno tra gli under 23 pochi squilli per il nipote d’arte
Raccontaci…

Arrivare in un team famoso, e il cognome che mi porto dietro, non è stato facile. Erano più aspettative mie, la squadra non mi ha mai caricato di nulla. Sono stato io a darmi maggiori pressioni, sbagliando. 

Com’è essere uno Zanini che corre in Astana?

Sento di essere conosciuto, e non è così facile a volte. Il 2023 mi è servito anche per imparare a fregarmene un po’ di meno rispetto a quello che arriva da fuori. 

Ci avevi detto di essere uno scalatore, dopo un anno tra gli under cosa ci dici?

Che se si parla di strappi corti ed esplosivi riesci ancora ad essere lì. Quando invece si va su salite lunghe, ci sono persone più portate di me, per caratteristiche e watt/chilo, che hanno un altro passo. Potrò sempre migliorare, ma non riuscirò ad essere come i migliori scalatori al mondo. 

Il 2024 ha visto dei cambiamenti negli allenamenti per provare a migliorare nel fuori soglia
Il 2024 ha visto dei cambiamenti negli allenamenti per provare a migliorare nel fuori soglia
Hai cambiato modo di allenarti?

Ho cambiato preparatore rispetto allo scorso anno e stiamo lavorando su tutti gli aspetti fuori soglia, che sono quelli che mi mancano maggiormente. Stiamo provando degli esercizi e dei lavori specifici che mi permettano di migliorare. Ad esempio ci stiamo concentrando sui cinque minuti a blocco o i 30/30. 

Hai avuto modo di correre con i professionisti, lì cosa hai visto?

E’ incredibile come sia un mondo completamente differente rispetto agli under 23. La corsa parte allo stesso modo: un’ora a fuoco, poi si sgancia la fuga, ci si rilassa, e poi l’ultima ora e mezza ancora a fuoco. Correre tra i grandi aiuta a capire e prendere le misure, non è facile, ma si fa

Simone, professione scalatore: un altro Zanini in Astana

02.01.2023
5 min
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Nell’organico del team Astana Qazaqstan Development, oltre a Davide Toneatti, c’è spazio per un altro italiano: Simone Zanini. Il cognome non è nuovo al mondo del ciclismo dato che suo zio Stefano è stato professionista dal 1991 al 2007 ed ora è diesse dell’Astana Qazaqstan Team. Simone Zanini è un classe 2004 e si appresta ad affrontare la sua prima stagione da under 23. Ha tanta voglia di fare, lo si capisce dalla voce, che trasmette una grande energia e tanta vitalità.

Nei due anni da junior Simone (al centro) ha corso con la CC Canturino 1902 (foto Instagram)
Nei due anni da junior Simone (al centro) ha corso con la CC Canturino 1902 (foto Instagram)
Simone, che inverno è?

Strano! Sto facendo tante nuove esperienze, lo definirei anche molto divertente. All’inizio di tutto ero un po’ spaventato: nuovo mondo, nuova categoria, una squadra internazionale… 

Come sta procedendo?

Mi sto allenando bene, per quanto possibile visti gli impegni scolastici. Sono all’ultimo anno dell’Istituto alberghiero a Gallarate. Ho fatto già molte ore in bici rispetto al passato ed ho iniziato a fare anche un po’ di palestra. Lo avevo già fatto, ma ora sto sperimentando un sistema nuovo e direi che mi sono adattato abbastanza velocemente. 

Quando hai iniziato la preparazione?

Il 16 novembre, ormai è un mese e mezzo che si lavora, è stato un periodo di crescita costante e questo mi dà entusiasmo. Tra un paio di settimane andrò in ritiro con la squadra, più precisamente dal 17 al 30 gennaio.

Nel 2022 al suo secondo anno nella categoria ha ottenuto due vittorie (foto Instagram)
Nel 2022 al suo secondo anno nella categoria ha ottenuto due vittorie (foto Instagram)
Sarà la prima volta che incontrerai lo staff ed i nuovi compagni?

L’unica persona che per il momento ho visto è il mio preparatore Mazzoleni. Ho fatto qualche chiamata con il diesse di riferimento che è Orlando Maini. Però sì, incontrerò tutti per la prima volta proprio in ritiro, mi sento abbastanza tranquillo.

Anche avere uno staff italiano aiuta, no?

Assolutamente, la mia preoccupazione più grande era di incontrare staff o diesse stranieri, non tanto per il metodo di lavoro, ma per la lingua. Avrei fatto più fatica ad integrarmi, forse. 

Com’è stato il tuo approdo all’Astana?

Traumatico (dice ridendo, ndr). No dai, traumatico no, però mi han fatto tribolare perché la risposta non arrivava più. Ho avuto paura di perdere il treno per passare in una bella squadra.

Simone Zanini è un corridore molto leggero, un fisico da scalatore ma ancora tutto da formare
Simone Zanini è un corridore molto leggero, un fisico da scalatore ma ancora tutto da formare
Quali altri team ti avevano contattato?

Ho fatto dei test con la Bardiani, ma alla fine mi hanno detto di no. Poi mi hanno contattato la Corratec e la Beltrami. 

Così, anche se all’ultimo, è arrivata l’Astana, contento?

Contentissimo. Quasi tutte le persone che conosco mi hanno consigliato di cercare una squadra estera, internazionale. Mi fa piacere che nel team ci sia una persona come mio zio Stefano, anche se lui con noi c’entra poco visto che non lavorerà direttamente con me. 

Cosa ti entusiasma di più?

Il calendario. Non so ancora di preciso quali corse farò perché ci saranno da considerare anche lo studio e la maturità. Tuttavia il programma mi intriga molto, faremo tutte le gare internazionali sia in Italia che all’estero.

Per Zanini la pazienza è una caratteristica fondamentale: meglio crescere per gradi
Per Zanini la pazienza è una caratteristica fondamentale: meglio crescere per gradi
Raccontaci di te e della tua esperienza da junior.

Arrivo dal team CC Canturino 1902, il primo anno della categoria mi sono concentrato sulla crescita e sul trovare il ritmo. Verso metà stagione sono arrivato ad essere competitivo. Il secondo anno, grazie anche ad una maggiore armonia con i miei compagni, sono riuscito a dare sempre qualcosa in più, arrivando a fare due vittorie

Sei uno a cui stare in gruppo fa bene?

Mi piace andare in bici e stare bene dove corro. Al secondo anno da junior il presidente della squadra, essendo io uno dei più grandi, mi ha chiesto di fare gruppo e “tenere” la squadra. Mi definirei anche curioso, infatti non vedo l’ora di entrare in questo nuovo mondo, di capirlo e di guardare come corrono i ragazzi stranieri. 

Tuo zio Stefano che ruolo ha avuto nella tua crescita sportiva?

E’ una persona che ha una grande esperienza e mi ha sempre dato ottimi consigli. Mi ha sempre aiutato, a partire dai consigli più “sciocchi” fino a qualche aiuto in gara. Spesso veniva a vedermi alle corse, soprattutto quando ero più piccolo.

Zanini Amstel 1996
Lo zio Stefano nei suoi 17 anni di professionismo ha ottenuto 29 vittorie in carriera, oggi è diesse dell’Astana
Zanini Amstel 1996
Lo zio Stefano nei suoi 17 anni di professionismo ha ottenuto 29 vittorie in carriera, oggi è diesse dell’Astana
Ti ricordi un suo consiglio in particolare?

Sì. Quando ero piccolo ed uscivo con lui ed i miei fratelli, mi staccavo spesso in salita e lui mi diceva: «Stai tranquillo ed appena finisce rientri, senza fretta». E’ un consiglio che mi è rimasto dentro e che ho portato anche nella vita di tutti i giorni. Nella vita bisogna cercare di rimanere calmi e di non avere fretta, la pazienza è una grande virtù. 

Cosa ti aspetti da questo tuo primo anno da under 23?

Di crescere e imparare. Punterò molto sul migliorare in salita, ho capito che mi devo specializzare in questo campo, visto anche il mio fisico esile. In pianura faccio tanta fatica, ovviamente dovrò migliorare anche lì. Voglio crescere gradualmente, non ho fretta, le cose bisogna farle bene per maturare.