Età media più bassa, la Dsm ci spiega il suo primato

13.02.2023
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Lo si vede nel calcio, nella Formula 1 e ultimamente anche nel tennis, sport in cui storicamente la componente dell’esperienza giocava un ruolo importante, ma a quanto pare il mondo dello sport è sempre più dei giovani. L’età media in cui si arriva al top, o comunque si raggiunge un grado di competitività più che adeguato, continua ad abbassarsi.

Facendo un’analisi dei team WorldTour è emerso che la squadra più giovane è il Team Dsm. La pulce all’orecchio ce l’aveva messa Alberto Dainese che “dall’alto” dei suoi 24 anni ci aveva detto di essere il dodicesimo uomo più vecchio del team (in realtà è il 13° e ce ne sono 17 più giovani di lui!).

Negli ultimi due Giri U23 molto spesso a gestire la corsa sono state proprio i devo team di Dsm e Groupama (foto Isola Press)
Negli ultimi due Giri U23 molto spesso a gestire la corsa sono state proprio i devo team di Dsm e Groupama (foto Isola Press)

La foto

Da parte nostra, vista la mole e i continui passaggi dalla squadra development alla WorldTour, credevamo che la più giovane fosse la Groupama-Fdj e invece è spuntata la DSM. La squadra francese però resta sul podio.

La classifica vede Dsm in testa con un’età media di 24,2 anni per atleta. Alle sue spalle ecco appunto la Groupama-Fdj con 25,9 anni e poi, e questa è in parte una sorpresa, c’è la Ineos-Grenadiers con 26,6 anni. Dal 2015 la società inglese è quella che più si è ringiovanita. Ma come ci aveva detto Capecchi stanno lavorando bene con i giovani.

Man mano i vecchi leader, da Wiggins a Froome e a fine stagione anche Thomas, lasciano e sono sostituiti dai Carlos Rodriguez, dagli Hayter, dai Pidcock… La differenza però è che la Dsm i suoi atleti se li cresce in casa, con i suoi metodi, i suoi tempi e la sua mentalità. Il continuum è più lineare e il ragazzo arriva nel WorldTour con meno shock.

Ultima curiosità: le stesse continental di Dsm e Fdj-Groupama sono in assoluto le squadre Uci più giovani al mondo con un’età media appena superiore ai 18 anni.

Per conoscere meglio le radici di questo primato del Team Dsm abbiamo chiesto direttamente a Rudi Kemna, direttore sportivo e capo della preparazione, del team olandese.

Rudi Kemna (classe 1967) è stato un ex corridore e oggi è uno dei coach e diesse del Team Dsm (foto Nick Dick)
Rudi Kemna (classe 1967) è stato un ex corridore e oggi è uno dei coach e diesse del Team Dsm (foto Nick Dick)
Signor Kemna, siete il team WorldTour con l’età media più giovane: cosa significa per voi?

Questo dimostra il grande lavoro che stiamo facendo con il nostro programma di sviluppo negli ultimi anni. Complessivamente 18 corridori hanno già fatto il salto dal team development al nostro programma WorldTour. E il fatto che la maggior parte di loro abbia già corso insieme ai più grandi prima del passaggio è molto importante. In più, conoscendo i tempi del programma di sviluppo rende la transizione molto più facile per loro.

In effetti anche Lorenzo Milesi ci aveva detto che sapeva sin dal momento della firma che, salvo intoppi particolari, sarebbe passato in prima squadra l’anno successivo…

Ma anche l’esperienza è una parte importante per noi. Abbiamo corridori come John Degenkolb, Romain Bardet, Alex Edmondson, Patrick Bevin e Martijn Tusveld che possono essere leader ma anche mentori per il gruppo dei giovani. Crediamo di avere una bella esperienza nel nostro roster.

Questo primato è una conseguenza del team di sviluppo dunque. Fa parte di un progetto di continuità?

In effetti, abbiamo alcuni dei migliori corridori U23 nel nostro programma di sviluppo. Con loro stiamo lavorando sulle basi per prepararli a una carriera nel WorldTour… con noi.  Il fatto che 18 di loro abbiano già fatto il salto di categoria dimostra che questo lavoro paga e che i giovani corridori trovano nel nostro team un buon ambiente per imparare e per crescere come atleti e come persone.

Ha parlato di vivaio e di un certo rifornimento al team principale, ma avere un “vivaio” che produce atleti è anche un modo per monetizzare vendendo gli stessi corridori, un po’ come succede nel calcio?

L’obiettivo è portare i corridori più promettenti al nostro programma WorldTour, dove possono costruire un nucleo solido per il successo a breve e a lungo termine. Poi a volte i corridori sono alla ricerca di una nuova sfida, il che è del tutto normale, ma l’obiettivo è rendere la nostra squadra più forte sul momento e anche per il futuro.

Con i suoi 34 anni, John Degenkolb (a sinistra) è il più vecchio del team. Il più giovane è Max Poole, inglese di 19 anni
Con i suoi 34 anni, John Degenkolb (a sinistra) è il più vecchio del team. Il più giovane è Max Poole, inglese di 19 anni
Perché è così importante avere atleti giovani oggi? Ed è sempre un vantaggio?

E’ importante per il successo nel WorldTour e del nostro programma. Possiamo sviluppare corridori lungo il nostro percorso a breve termine e avere poi dei corridori a tutto tondo anche nel WorldTour. Una buona squadra è composta da un buon mix di qualità e capacità che non sono necessariamente legate all’età.

Come fate a sapere quando i ragazzi sono pronti per la prima squadra?

Il nostro programma di sviluppo ha accesso alla stessa infrastruttura dei programmi per uomini e donne. In questo modo automaticamente si preparano ad una vita come corridore da WorldTour. Hanno anche la possibilità di trascorrere del tempo con gli atleti più esperti in alcune gare e nei training camp, facendo domande, ricevendo suggerimenti e consigli e imparando osservando dai più grandi. Il momento in cui un corridore è “pronto” per il salto è abbastanza individuale. Ed è una decisione che l’intero staff prende insieme all’atleta stesso e al team delle prestazioni per vedere cosa è meglio per  il suo sviluppo a lungo termine.

Un lavoro corale dunque…

Abbiamo un ottimo sistema di lavoro nel gruppo di coaching che ci aiuta a trovare il momento giusto. Lavoriamo insieme quotidianamente e cerchiamo di imparare il più possibile gli uni dagli altri. Ecco perché abbiamo una buona idea di dove dobbiamo lavorare con quale corridore e quando è pronto per quale passo.