Parlando con Gianluca Valoti, diesse della Colpack-Ballan, ci aveva accennato di Ronan O’Connor, giovane prospetto irlandese indirizzato verso il team italiano da Matteo Cigala, che vive lì. Ricordandoci di quest’ultimo come buon Under 23 che poi non aveva mai fatto il grande salto, ci è venuta la curiosità di saperne di più e abbiamo scoperto una storia che vale la pena di essere raccontata.
Ventottenne di Nuvolento (BS), Cigala invece di passare professionista, appena superata la boa dei vent’anni ha preso armi e bagagli e si è involato alla volta della verde Irlanda: «E’ stata una scelta di cuore, allora stavo con una ragazza irlandese e decisi di trasferirmi nel suo Paese. Mi sono iscritto alla University Business Management, che con i suoi corsi online mi permetteva di lavorare e al contempo studiare. Pian piano mi sono stabilito e anche quando la storia d’amore è finita sono rimasto».


Perché lasciasti così presto?
Da Under 23 non me la cavavo male, diciamo che non ho avuto opportunità per passare e al contempo ho visto che dovevo pensare al mio futuro, non inseguire sogni che rischiavano di rimanere tali. Ho deciso di fare un investimento diverso, ma il ciclismo è rimasto il cardine nella mia vita.
In che termini?
Alcuni amici della zona, sapendo del mio passato, mi chiesero di far loro da allenatore e rimasero talmente soddisfatti da fare il mio nome anche ad altri, così pian piano si è sparsa la voce e quello è diventato il mio lavoro, o meglio parte del mio lavoro. Infatti, oltre ad allenare un gruppo di giovani, organizzo vacanze in bici in Italia, dal Lago di Garda alla Toscana, dal Lago di Como alle Dolomiti, cosa che mi permette di venire spesso nel nostro Paese. La nostra organizzazione è anche diventata Tour Official di alcune gare della Rcs come Strade Bianche e Lombardia. Inoltre, visto che molti ragazzi mi chiedevano prodotti specifici per il ciclismo, ho messo su un’impresa di E-commerce. E non basta…


Mamma mia, che cos’altro ancora?
Ho messo su un mio brand, con prodotti realizzati in Italia, che da queste parti sono molto richiesti e infine faccio il talent scout. Sono in contatto con i fratelli Carera per portare all’estero i migliori esponenti del ciclismo irlandese e dare loro un’opportunità proprio com’è avvenuto con O’Connor.
Veniamo a quest’ultimo aspetto. Noi eravamo rimasti all’Irlanda di Kelly e di Roche, pochi atleti emergenti ma grandi campioni. Ora qual è la situazione?
L’Irlanda è un’isola piccola, quindi ci sono pochi ciclisti. La Federazione sta lavorando molto bene per incrementare il movimento, tenendo però anche conto che qui comandano altre specialità, soprattutto la pista che dà maggiori chance per emergere anche a livello olimpico. Si sta però lavorando per dare maggiore spazio alla strada, c’è un calendario piuttosto fornito, ma vorrei sottolineare quanto si è fatto durante il lockdown…


Ossia?
In quel periodo si era fermato tutto lo sport irlandese, anche calcio e rugby e il ciclismo virtuale divenne l’attività principale. Mettemmo su una league di eventi che aveva un seguito di partecipazione, ma anche di seguaci online enorme. E l’attenzione è rimasta viva, basti pensare che a inizio gennaio si è svolto il campionato nazionale di E-sport, primo in Europa nel 2022.
Torniamo ai talenti locali, parlaci di O’Connor.
E’ un buon scalatore e so che la cosa può sembrare strana parlando di un irlandese, visto che qui non ci sono salite lunghe. Ha mostrato numeri importanti, ho fatto vedere i suoi dati ai Carera e si sono subito convinti che aveva delle chance, così ho parlato con la Colpack per farlo provare. Ha bisogno di fare esperienza, imparare a correre in gruppo. Qui le gare sono al massimo per 50-60 corridori, non è lo stesso.


Ti sei mai pentito della tua scelta di non insistere nel ciclismo?
Ogni tanto ci penso, quelli della mia classe, con cui lottavo da U23 sono anche approdati in nazionale, qualcuno è andato nel WorldTour, ma poi penso che se le cose sono andate così non ci poteva far nulla. Io non ero al massimo allora, avevo avuto infortuni, anche la mononucleosi, era difficile scegliermi. Alla fine è stata la scelta giusta e poi le mie soddisfazioni agonistiche me le prendo ancora.
Come?
Intanto sono già entrato in nazionale per i Mondiali Zwift del 27 febbraio, avendo fatto terzo nella selezione europea. Poi profitto dei tour in Italia per partecipare a qualche Granfondo. Nel 2021 ne ho vinte ben 6 (è stato terzo nella graduatoria di vittorie, conquistando tra le altre il medio della Strade Bianche del Colnago Cycling Festival, la GF di Casteggio e la GF Perini, ndr) e spero di ripetermi quest’anno. Ci rivediamo sulle strade italiane…