La Lotto-Kern-Haus entra nell’universo Ineos. Scopriamola

18.11.2024
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L’indizio era arrivato dagli organizzatori del Tour of Rhodes, che nell’annunciare le squadre al via il prossimo anno aveva inserito la Lotto Kern-Haus PSD Bank come devo team della Ineos Grenadiers. L’ufficializzazione è di poche ore fa: la formazione Continental tedesca fungerà da vivaio del team WT britannico, dando modo ai più giovani di sviluppare le loro capacità per poter approdare al team maggiore. L’accordo s’inserisce nel più ampio quadro di sviluppo voluto dal team britannico chiamato “Ascent” e dal quale sono usciti fuori talenti come Tarling e Leonard

Ben Jochum, classe 2004, ha regalato al team la gioia di un bronzo mondiale con il quartetto
Ben Jochum, classe 2004, ha regalato al team la gioia di un bronzo mondiale con il quartetto

La formazione teutonica arriva a questo traguardo un po’ a sorpresa. Per saperne di più abbiamo quindi chiesto lumi a uno dei suoi direttori sportivi, Torsten Schmidt con un passato anche dalle nostre parti avendo militato nel 1997 nelle fine della Roslotto-ZG Mobili.

Qual è la storia della vostra squadra?

E’ stata creata da Florian Monreal. E’ il proprietario e ha 38 anni, per brevi periodi è stato anche professionista, poi ha corso in un piccolo club. Nel “land” intanto stava prendendo piede una lotteria e i responsabili hanno pensato di associarla a una squadra ciclistica. E’ stato 11 anni fa. Da allora molti corridori sono passati da queste parti e alcuni sono anche approdati al ciclismo professionistico, ad esempio Jonas Rutsch oggi all’Intermarché Wanty.

Torsten Schmidt, Head of Sports del team tedesco. Ha corso anche in Italia dove ha molti legami
Torsten Schmidt, Head of Sports del team tedesco. Ha corso anche in Italia dove ha molti legami
Come giudichi la stagione 2024 del team?

Devo dire che abbiamo avuto una buona stagione. Fra gli under 23 l’obiettivo principale è ovviamente fare risultati, ma d’altra parte dobbiamo anche pensare alla formazione professionale e anche umana dei giovani ciclisti. Non è come in un team WT dove conta solo una vittoria o il miglior risultato. E penso che questo sia quello che abbiamo avuto e di cui dobbiamo gioire. Non abbiamo vinto, ma ci siamo fatti vedere. Vogliamo che le persone, quando tornano a casa da un evento riconoscano la nostra maglia, sappiano che c’eravamo. Ho abbastanza esperienza sull’ammiraglia per sapere che non sempre si può lottare per la vittoria, ma che possiamo avere una funzione importante nel ciclismo odierno, dimostrare qualcosa.

Nell’ambiente si parla da tempo di un interesse della Ineos Grenadiers per associarsi a voi…

Ora è tutto ufficiale e confermato. Abbiamo una partnership di sviluppo molto bella. Questo cambia tutto, ci fa stare al centro dell’attenzione dei media. E’ stato premiato il nostro lavoro di formazione, continueremo su quella strada sapendo che ci siamo inseriti in un grande progetto di crescita che non riguarda solo noi.

Joshua Huppertz, 30 anni, ha corso nel team sin dal 2014
Joshua Huppertz, 30 anni, ha corso nel team sin dal 2014
La vostra è una squadra con una forte identità tedesca: questo cambierà in futuro, cioè prenderete più atleti stranieri?

Per forza, fa parte della nostra evoluzione. Avremo sempre un nocciolo tedesco, ma il numero di corridori di altre nazioni crescerà di sicuro. Io però devo dire che non guardo molto alle nazionalità, è un concetto che non mi è mai piaciuto. Quando correvo a 16 anni ero in nazionale e ho incontrato altre persone di altre nazionalità, avevo più amici e buoni colleghi fuori dalla Germania. Anche quando sono stato in Italia, ho mantenuto ad esempio legami con Gasparotto e Corti. Io guardo la persona, non il passaporto… Il nostro obiettivo è anche quello di prendere i tedeschi se sono bravi e vediamo per loro una prospettiva per il futuro. Ma per il resto ripeto, la nazionalità di un corridore non è un fattore.

In questo caso guardate anche al mercato italiano, potrebbero arrivare italiani da voi?

Sicuramente. A dir la verità, ce n’erano alcuni che mi hanno scritto. Li teniamo sott’occhio. Se potremo dar loro una possibilità, lo faremo. Io l’Italia la conosco bene, d’inverno mi allenavo da voi per il bellissimo clima. Penso che l’Italia sia un paese fantastico con tutte le possibilità per il ciclismo. Magari inizialmente potrà esserci qualche ostacolo con la lingua, per un italiano trasferirsi in Spagna può essere più affine. Ma per me come detto la nazionalità non è un problema, se un corridore vale ha le porte aperte.

Ole Thriller, uno dei tanti tedeschi passati per le file della Lotto Kern-Haus
Ole Thriller, uno dei tanti tedeschi passati per le file della Lotto Kern-Haus
Secondo la sua opinione qual è la situazione attuale del ciclismo tedesco?

È un problema complesso da affrontare. Abbiamo molto traffico in Germania. I problemi di sicurezza delle strade tedesche sono un ostacolo alla diffusione del ciclismo, i ragazzi prediligono altre specialità, come la pista o la mtb. Mettiamoci anche che il materiale è molto costoso e non tutti riescono a sostenere le spese. Quando correvo io c’erano tante gare e tanta concorrenza, si emergeva perché c’era modo di migliorare e mostrare il tuo talento. Oggi i praticanti sono molti meno. Speriamo che iniziative come la nostra diano nuovo impulso, visibilità, fiducia.

Nel vostro team c’è anche l’estone Romet Pajur che da junior ha anche vinto un Giro delle Fiandre. Come sta crescendo?

Il prossimo anno si unirà alla squadra Rookies della Red Bull Bora Hansgrohe. Significa che da noi ha proseguito nel suo cammino di crescita. Anche il ceko Martin Barta, molto promettente, ha trovato un nuovo approdo. Auguriamo loro buona fortuna per il futuro ed è giusto che le strade si siano separate. È un ciclo di un periodo della tua vita. Lavori insieme a qualcuno e poi lui sceglie il suo destino.

Pajur sul podio del GP Bade. L’estone torna ora nell’orbita della Red Bull Bora Hansgrohe
Pajur sul podio del GP Bade. L’estone torna ora nell’orbita della Red Bull Bora Hansgrohe
Quali sono i vostri obiettivi per la prossima stagione?

Continueremo su questa strada, mettendo il risultato in second’ordine rispetto alla crescita professionale e umana dei ragazzi, a introdurli verso il ciclismo che realmente conta. Ora per noi cambia molto, siamo inquadrati in un sistema più ampio. Dobbiamo anche cercare diverse impostazioni per portare i ragazzi nella giusta direzione per capire le tattiche, per capire come muoversi al momento giusto. Tutte queste cose, come lavorare insieme come una squadra saranno il nostro target: portare gli under 19 a crescere nella nuova categoria per prepararli all’ulteriore salto fra i grandi. Ci fa sorridere quando vediamo che un giovane passato da noi diventa un professionista. Significa che abbiamo vinto qualcosa di veramente importante, non una semplice gara.

Pajur 2022

Romet Pajur, dall’Estonia arriva un vero ammazzasette…

23.05.2022
5 min
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Se si dovesse giudicare solo dalla foto di apertura, si sarebbe portati a pensare a un ragazzino mite e di bell’aspetto, un biondino studioso come ce ne sono tanti in giro per le scuole europee. Ma quel viso è destinato a rimanere impresso nei siti ciclistici, perché si tratta di Romet Pajur, estone di 17 anni del quale si fa un gran parlare come di un talento del futuro. Un talento sul quale ha già messo le mani la Bora Hansgrohe, piazzandolo in quella che è l’Auto Eder, la sua affiliata per gli Under 19.

Pajur Eder 2022
Al Fiandre ha corso da ciclista consumato, battendo in volata Huising (NED) e Isidore (FRA)
Pajur Eder 2022
Al Fiandre ha corso da ciclista consumato, battendo in volata Huising (NED) e Isidore (FRA)

Un Fiandre da padrone

Quel viso non deve trarre in inganno perché parliamo di un autentico demonio in sella. Al Giro delle Fiandre di categoria di poche ore fa non si è per nulla intimorito della fuga iniziale di 10 corridori arrivata a quasi tre minuti, ha spremuto i suoi due compagni di squadra per ricucire e poi, trovatosi solo, ha rincorso tutti. Pensavano di averlo sfiancato, invece in volata ha chiuso i conti. Da vero padrone.

Prima di raccontare chi è Pajur, è necessario soffermarsi un attimo sul suo team: la formazione tedesca fino al 2020 aveva nelle sue file solamente corridori nazionali e attraverso il suo serbatoio la squadra maggiore ha attinto a piene mani, con gente come Schwarzmann, Zimmermann, Brenner, protagonisti in pianta stabile nel WorldTour. Dal 2020 però la politica del team è cambiata e i suoi dirigenti sono andati a cercare i migliori talenti in giro per l’Europa. Ora l’Auto Eder è una formazione con 8 atleti in prima squadra di 6 Paesi diversi e non è un caso se i suoi corridori stanno quasi dominando la stagione junior.

Campione, ma prima studente

Pajur è uno di questi, uno dei più in vista. Forse il corridore che meglio sta mostrando le sue caratteristiche per un futuro nel WorldTour, il suo obiettivo per nulla nascosto: «Io voglio correre in un grande team. All’inizio della mia avventura tedesca, volevo che andasse tutto bene, magari con qualche vittoria, ma le cose sono andate anche oltre le mie aspettative. Io voglio seguire la stessa strada di Rein Taaramae e Tanel Kangert e se possibile fare anche qualcosa in più di loro».

Pajur ha avuto concrete possibilità di venire a correre dalle nostre parti: «Avevo avuto offerte da Italia e Francia, ma a ben guardare non valeva la pena lasciare il mio club estone visto quel che mi proponevano. Quando invece sono arrivati i capi dell’Auto Eder, la loro proposta mi è piaciuta subito». L’estone, anche se ha gareggiato molto in questa prima parte di stagione, non ha mai messo da parte gli studi: è all’11° anno all’Audentes Sports Gymnasium di Otepaa: «La mia fortuna è avere insegnanti molto comprensivi che aiutano chi per eventi sportivi deve accumulare giorni di assenza. Ma allo studio tengo molto».

Pajur scuola 2022
Romet è nato il 26 settembre 2004. E’ all’Auto Eder da quest’anno
Pajur scuola 2022
Romet è nato il 26 settembre 2004. E’ all’Auto Eder da quest’anno

Protagonista anche per gli altri

La particolarità di Pajur, al di là delle vittorie, è il suo modo di correre. Sembra quasi un professionista navigato nel corpo di un ragazzino, che sa come interpretare strategicamente ogni tipo di corsa e che sa anche mettersi al servizio dei suoi compagni. Al GP Boemia dell’Ovest, ad esempio, il diesse aveva stabilito che Romet sarebbe stato il capitano insieme al tedesco Emil Herzog (altro grande talento, vincitore della Corsa della Pace). La corsa si era messa in modo da favorire quest’ultimo, ma quando è andato in fuga, Pajur ha gestito la situazione dietro da vero regista, bloccando ogni risposta insieme a due compagni di squadra, per poi andarsi a prendere il secondo posto quando Herzog era arrivato a ben 3’40”.

Precedentemente, Pajur aveva corso anche la Parigi-Roubaix e quei terribili lastroni di pavé non lo avevano minimamente intimorito: «Tutti cercavano di essere davanti per i primi tratti di pavé, io ero tranquillo, la mia dose di emozioni, di scoperta l’avevo già vissuta nella ricognizione. Ho capito che la Roubaix richiede innanzitutto nervi saldi e non prendere decisioni stupide, oltre naturalmente ad evitare cadute. Dopo i primi tratti, il gruppo si è calmato e allora ho attaccato, nessuno aveva più le forze per venirmi dietro. Ho lavorato bene nel vento e credevo di aver vinto, ma non mi ero accorto di Michotte (lussemburghese dell’AG2R Citroen U19, che ha vinto con 27” di vantaggio sull’estone, ndr)».

Pajur Montes 2022
Un selfie sul podio della Coppa Montes, vicino al compagno di colori Viot e a Matteo Scalco (Borgo Molino)
Pajur Montes 2022
Un selfie sul podio della Coppa Montes, vicino al compagno di colori Viot e a Matteo Scalco (Borgo Molino)

La Bora già lo aspetta…

Romet lo abbiamo visto correre anche in Italia, finendo secondo alla Coppa Montes. Perché un’altra delle sue caratteristiche è proprio questa: ogni volta che corre vuole concretizzare la sua partecipazione con qualcosa di produttivo, se non la vittoria un piazzamento. Nel 2021 ha gareggiato 13 giorni con 7 Top 10 e una vittoria, quest’anno in 7 giorni di gare al massimo livello vanta tutti piazzamenti fra i primi 10 e, oltre a quello freschissimo del Fiandre, un altro successo, fra l’altro sempre nella Corsa della Pace, come lo scorso anno. Dove, pur correndo nella nazionale estone, non ha mancato di dare una mano ancora a Herzog e questo i dirigenti del team tedesco lo hanno molto apprezzato e segnalato ai quartieri alti…

Certo, parliamo di un diciassettenne atteso a questo punto da una prestazione importante nelle prove titolate di categoria. Ma il suo esempio insegna anche che un talento si giudica sì dai freddi numeri, ma anche da come interpreta la corsa, da come vive questo mestiere. Si può stare tranquilli che quelli della Bora non se lo faranno rubare da sotto il naso…