Da Ciclocentrico il primo Liv Corner in Italia

09.11.2023
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RIVOLI – Biciclette pensate e create da donne per le donne. E’ questa in sintesi la filosofia che ha portato alla creazione del brand Liv, nato all’interno della più grande famiglia Giant. Oggi il marchio taiwanese sta conquistando fette di mercato sempre più importanti nel mondo femminile grazie al numero crescente di donne che ogni giorno decidono di utilizzare la bicicletta per fare sport, per spostarsi nel corso della loro giornata o semplicemente per stare bene.

Sono naturalmente tante le iniziative che ogni giorno Liv mette in campo per “aiutare” le donne a salire in sella. Guardando all’Italia, merita sicuramente di essere sottolineata l’a nascita’inugurazione del primo Liv Corner avvenuto lo scorso 7 novembre presso il negozio Ciclocentrico di Rivoli, comune alle porte di Torino.

Il primo Liv Corner di Italia è nato presso il negozio Ciclocentrico di Rivoli (foto Guido P. Rubino)
Liv Corner, Ciclocentrico Rivoli (foto Guido Rubino)

La casa del viaggiatore

Ciclocentrico è un negozio davvero particolare, nato nel 2016 da un’idea di Valerio Fava e Serena Cugno, marito e moglie amanti dei viaggi in bicicletta. Presso Ciclocentrico è possibile trovare tutto quello che serve per organizzare il proprio viaggio in bici, che sia di un giorno oppure di più settimane, magari in giro per il mondo. Si tratta di un vero e proprio concept store dedicato al cicloturismo, dal bikepacking al gravel pensato per il viaggiatore “evoluto” così come per il neofita, oppure per la famiglia che vuole vivere una vacanza diversa dal solito. Ciclocentrico nasce anche per essere un luogo di incontro e confronto per viaggiatori che vogliono condividere con altre persone le loro esperienze di viaggio.

Il numero di donne che organizzano e svolgono viaggi in bici è in aumento (foto Guido P. Rubino)
Il numero di donne che organizzano e svolgono viaggi in bici è in aumento (foto Guido P. Rubino)

E ora le viaggiatrici

Se fino ad oggi Ciclocentrico era la casa del viaggiatore in senso generale, ora è un punto di riferimento per le donne viaggiatrici, grazie proprio all’inaugurazione del primo Liv Corner tenuto a battesimo da Claudio Cannizzaro, Sales & Marketing Manager di Giant Italia, e Marta Villa, responsabile marketing per il nostro Paese di Liv Cycling e Cadex.

A fare gli onori di casa è stata Serena Cugno che, oltre a gestire Ciclocentrico con il marito, è anima di Myfamilybike, un progetto dedicato alle vacanze in bicicletta per famiglie. 

Nel nuovo Liv Corner è possibile trovare biciclette e accessori ideali per organizzare il proprio viaggio in bici, a partire dalla nuova Devote, il modello firmato Liv per le amanti del gravel.

La grande famiglia del negozio Ciclocentrico (foto Guido Rubino)
La grande famiglia del negozio Ciclocentrico (foto Guido Rubino)

Una scelta naturale

Come hanno tenuto a sottolineare Serena Cugno e Marta Villa, la scelta di aprire il primo Liv Corner in Italia è il risultato di un processo naturale. Il numero delle donne che hanno voglia di viaggiare in bicicletta è in continua crescita e Liv è la risposta perfetta a tutte le loro richieste e necessità. Tutto questo grazie a biciclette dedicate esclusivamente al mondo femminile, così come ad accessori pensati espressamente per le donne.

Il nuovo Liv Corner vuole anche essere il catalizzatore delle tante iniziative che Serena Cugno e CCPink, un gruppo di donne che condividono la propria passione per la bici, hanno pensato da qui alla prossima estate. Stiamo parlando di pedalate e incontri pensati e gestiti da donne per donne. C’è spazio per tutte. Basta avere voglia di andare in bici, ognuna con il proprio ritmo ma con il desiderio comune di condividere la propria passione per la bicicletta.

Chiudiamo con un pensiero di Marta Villa espresso durante l’inaugurazione del Liv Corner e che fa comprendere al meglio come una bicicletta Liv sia la scelta ideale per qualunque donna desideri viaggiare in bicicletta: «Solo salendo in sella a una Liv si può capire perfettamente cosa vuol dire pedalare su una bicicletta pensata e realizzata per le donne».

Ciclocentrico

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Denz, la sfortuna è alle spalle (e anche Skujins!)

18.05.2023
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La vigilia del tappone forse faceva paura ed è stato così che il gruppo ha lasciato sganciare una fuga super numerosa, da cui a sua volta si sono avvantaggiati i cinque che si sono giocati la tappa. Che poi l’azione sia sembrata una svista più che un attacco non cambia il fatto che a Rivoli si siano trovati testa a testa Denz, Skujins e Berwick, mentre il tenace Tonelli è arrivato a 58 secondi, dopo aver chiesto al suo corpo più di quello che aveva sulla salita di Colle Braida.

Fra Denz e Gasparotto

Dopo aver vinto, Denz strillava come un bambino felice nel giorno della sua vittoria più bella. Il tedesco di Waldshut ha 29 anni, è professionista dal 2015 e prima di oggi aveva vinto soltanto tre corse. A Cesena aveva chiesto a Gasparotto di fare la crono a tutta, sentendo di avere le gambe giuste, ma il friulano gli aveva detto di no, immaginando le grandi fatiche che lo attendevano in aiuto di Vlasov e Kamna. Poi Vlasov si è fermato e chissà se il tecnico della Bora-Hansgrohe, ripensandoci, abbia vissuto quel «no» come un senso di colpa. Sta di fatto che la vittoria di Rivoli ha pareggiato il conto, ha dato ragione a Gasparotto e reso felice il tedescone.

«Non so cosa dire – ha detto Denz, che nel finale ha animato la fuga più degli altri – tutto questo è troppo grande per me e ne sono molto orgoglioso. Ho sempre avuto sfortuna, oggi è andata bene. Non dovevo esserci io nella fuga, sarebbe toccato a Konrad e Jungels, ma Bob ha detto che non si sentiva tanto bene e voleva salvarsi per domani. Quindi ho avuto il via libera.

«Sapevo che sarebbe stato difficile, perché la prima fuga era numerosa e la collaborazione era  pessima. Ma improvvisamente si è creato un buco e ho tirato dritto. Sull’ultima salita ero al limite, ce l’ho fatta giusto ad arrivare in cima. Poi ogni cosa è andata al suo posto. Questa tappa rimarrà a lungo nella mia mente».

La sorpresa di Tonelli

Già, la fuga dei trenta da cui si sono sganciati i cinque… Stasera, fra gli altri, Bettiol, Formolo, Velasco e Oldani si mangeranno le mani per averli visti partire e aver litigato invece di unirsi e inseguirli. Non ha invece perso il treno Alessandro Tonelli, che quei 166 chilometri di fuga se li è sorseggiati fino all’ultima goccia.

«Mi sono staccato alla fine dell’ultima salita – ammette sfinito – purtroppo ho speso un po’ troppo nelle prime ore di gara, per entrare nella prima fuga numerosa e poi nel tratto in piana che abbiamo fatto veramente forte. Come sia nata la fuga dei cinque non l’ho capito bene neanche io. So solo che a un certo punto alla radio mi hanno detto di andare, perché si vede che c’era poca collaborazione davanti e nessuno voleva tirare. Si sono aperti, mi sembra che proprio Denz si è accorto di questo buco e ha fatto una tirata forte. A ruota c’era Skujins e poi io. Di colpo abbiamo accelerato a tutta e ci siamo sganciati in cinque, all’inizio c’era anche Battistella. E da lì abbiamo cominciato a guadagnare, grazie anche al lavoro dei miei compagni dietro e del compagno di Skujins che rompevano i cambi

«In salita ho provato ad andare col mio passo fino all’ultimo chilometro, poi gli altri hanno accelerato e non ho più avuto gambe per tenerli. Stasera l’imperativo è recuperare il più possibile, anche oggi abbiamo preso la nostra spruzzata di acqua e domani il meteo non sarà dei migliori…».

La neve in Svizzera

Domani è il giorno del Gran San Bernardo, che sarebbe stato la Cima Coppi qualora si fosse scalato fino in cima. Ma così non sarà a causa della neve che gli svizzeri non hanno pulito del tutto.

«Sarà comunque fantastico – dice Steve Morabito, ex pro’ e direttore generale dell’organizzazione – avremmo sognato di fare il San Bernardo, con i corridori davanti ai muri di neve, ma la sicurezza viene prima di tutto e, sul versante svizzero la strada è ancora in parte innevata. E’ stato meglio non correre rischi. Vista la situazione, tutto quello che dovevamo fare era ufficializzare il Piano B, era già tutto pronto».

Così, invece di salire fino alla cima del passo a circa 2.500 metri, il gruppo salirà fino a quota 1.900 metri e da lì entrerà in Svizzera attraverso il tunnel.

L’ironia di Thomas

Thomas in maglia rosa si guarda intorno e non si capisce se stia pedalando con la sensazione di potersela giocare o con la maglia rosa a orologeria. Il morale è buono, il tweet sul bagno dell’hotel della notte scorsa ha strappato il sorriso, ma in fondo parla di buon umore.

«La fuga di oggi – dice la maglia rosa – ci stava bene perché non comprendeva corridori con una grande classifica. Per noi è stata una buona giornata. Vedremo cosa accadrà domani, sarà il primo tappone alpino e il secondo giorno con delle salite lunghe dopo quello del Gran Sasso. Sarà un bel test. E’ una delle tre tappe più dure del Giro d’Italia, i ragazzi stanno bene. Il morale è alto. Sarebbe stato anche meglio se Tao non fosse caduto».