Loulou vuole Fiandre, Liegi e Lombardia. Si può fare Malaguti?

28.11.2021
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Julian Alaphilippe ha detto che ci sono tre corse che vorrebbe vincere più di altre: il Giro delle Fiandre, la Liegi-Bastogne-Liegi e il Giro di Lombardia. Tre monumenti che su carta sono alla portata del campione del mondo. Tuttavia se per la Liegi e il Lombardia non dovrebbero esserci problemi (ci è già andato vicino), nel ciclismo sempre più specializzato di oggi la corsa fiamminga potrebbe restargli un po’ fuori dai radar. Ultimamente infatti a vincerla sono corridori dal peso mediamente più elevato. Un dubbio simile non potevamo lasciarlo in sospeso e così abbiamo chiesto ad Alessandro Malaguti, preparatore giovane, che ha corso fino a pochi anni fa e che oggi ha un suo centro, Relab, a Forlì.

Fiandre, Liegi, Lombardia: una tripletta che è già stata compiuta. L’ultimo a riuscirci è stato Philippe Gilbert (e tanto è cambiato da allora) e prima ancora un certo Michele Bartoli. Cosa dovrebbe fare quindi l’asso della Deceuninck-Quick Step per realizzare questa impresa? Ma soprattutto: si può ancora fare?

Alessandro Malaguti, oggi è un preparatore atletico e lavora nel centro Relab, di cui è socio fondatore
Alessandro Malaguti, oggi è un preparatore atletico e lavora nel centro Relab, di cui è socio fondatore

Impresa possibile

Parola quindi a Malaguti: «Si può fare tutto! Abbiamo visto Wiggins, un pistard, vincere il Tour… Di sicuro è più facile che Alaphilippe possa vincere il Fiandre. Valverde la prima volta che l’ha fatto a 39 anni è entrato nei primi dieci, segno che se hai certe caratteristiche è una corsa che puoi conquistare.

«Corridori del genere sono “totali” e per certi aspetti è quasi facile allenarli, ma certo vanno gestiti. Alaphilippe può farcela: è veloce, ha il cambio di ritmo, è abbastanza forte a crono e sa guidare bene la bici. L’unico limite potrebbe essere il peso, perché in effetti è un po’ leggerino».

L’incredibile volata tra Alaphilippe e Pogacar all’ultima Liegi. La corsa andò allo sloveno chiaramente
L’incredibile volata tra Alaphilippe e Pogacar all’ultima Liegi. La corsa andò allo sloveno chiaramente

Guai a snaturarlo

Ed è qui che volevamo arrivare con Malaguti. Tra un Asgreen e un Alaphilippe ci sono 13 chili di differenza: 75 per il danese e 62 per il francese: non sono pochi. Oggi la specializzazione conta parecchio e anche se sei un fenomeno come “Loulou” poi devi fare i conti con i numeri.

«Vero – dice Malaguti –  la differenza di peso è reale, però Alaphilippe ha dimostrato di saper andare bene su queste corse. Oggi il livello è alto ma è anche molto equiparato. Dopo i 200 chilometri sono ancora 50-60 corridori che possono vincere la corsa. E in un Fiandre a 20 chilometri ce ne sono ancora 30. Questo per dire che sì serve essere specializzati, ma neanche andrei troppo a sconvolgere un atleta che è forte. Snaturare le sue caratteristiche sarebbe un errore.

«Detto questo, qualcosa di più specifico glielo farei fare, a cominciare dalla forza. Gli farei fare più forza pura, più palestra. Lavorerei sui massimali: grandi carichi con poche ripetizioni. E anche in bici più picchi di breve durata.

«Ma torniamo al discorso di prima: sono qualità che Alaphilippe già possiede. Pensiamo al mondiale: quando è scattato lui gli altri sembravano fermi. E anche il lavoro sul passo è buono. A Leuven nel finale andava via di 53×12 a 52-53 all’ora dopo aver superato il muro dei 250 chilometri».

Al Lombardia di quest’anno Julian è rimasto “incastrato” nella tattica di squadra con Masnada davanti…
Al Lombardia di quest’anno Julian è rimasto “incastrato” nella tattica di squadra con Masnada davanti…

Verso un lavoro di fino

Però un gap di una dozzina di chili rispetto agli specialisti non è poco. La differenza di watt si fa sentire e anche i rimbalzi sul pavè saranno di più presumibilmente.

«Un po’ mi viene da ridere quando sento parlare di watt puri – continua Malaguti – Vi faccio un esempio. Quando ero ancora pro’, fino al 2016, toccavo i 1.200 watt di picco. Adesso che ho smesso di correre ne ho fatti anche 1.300, solo che peso 15 chili di più! All’epoca ero molto più potente. E’ il rapporto potenza/peso che conta e quello di Alaphilippe è ottimo.

«Sì due chili in più potrebbero aiutarlo sul pavè ma poi c’è la Liegi dietro l’angolo… e lì pesano».

Loulou in ricognizione sul pavè del Fiandre. Anche ogni dettaglio tecnico per lui che è al limite col peso potrebbe fare la differenza
Loulou in ricognizione sul pavè del Fiandre. Anche ogni dettaglio tecnico per lui che è al limite col peso potrebbe fare la differenza

Attenzione alla forza

«Se invece Alaphilippe – conclude Malaguti – questa sua tripletta vuole realizzarla in anni differenti, allora quei due chili ci stanno bene. Gli farebbero comodo soprattutto pensando al lavoro in palestra. Io gli farei fare un lavoro per fargli mettere massa, massa magra… alzandogli così i picchi di forza. Ma, ripeto, se lo allenassi io non lo stravolgerei».

«Proverei a fare qualcosa per il pavé. Magari cercherei qualche soluzione tecnica ulteriore con l’aiuto di Specialized, rivedrei qualche posizione, ipotizzerei qualche gara di ciclocross o mtb, più che altro per prendere confidenza con gli altri terreni, perché saper dove e come mettere le ruote in quelle corse significa risparmiare tante energie. E poi non dimentichiamo che è nella squadra ideale per poter tentare questa sfida.

«Se mi aveste chiesto della Roubaix sarei stato più incerto, perché lì in effetti il peso è davvero importante».