Langellotti, un monegasco che vive con i campioni in casa…

18.08.2024
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E’ ormai risaputo che a Montecarlo c’è una clamorosa concentrazione di ciclisti professionisti. Il buon clima e le agevolazioni fiscali convincono ormai da anni a spostarsi nel Principato, dove sulle strade e in bici si parlano tutte le lingue del mondo. Non ci si è mai chiesti però che cosa ne pensino i corridori locali, se quest’agglomerato di talento sta avendo effetti anche sul movimento locale.

La notizia di pochi giorni fa è che la Ineos Grenadiers, nel suo processo di rinnovamento per il 2025, ha ingaggiato anche un corridore monegasco, Victor Langellotti già nel giro delle professional, venendo dalla Burgos BH. Tocca a lui farci un po’ da Cicerone per le strade di Montecarlo per capire come viene vissuta la presenza di tanti campioni.

Per il monegasco nel 2024 la piazza d’onore al Classic Grand Besançon Doubt
Per il monegasco nel 2024 la piazza d’onore al Classic Grand Besançon Doubt
Come sei arrivato a praticare il ciclismo?

Ho cominciato a circa 12 anni. Mio padre andava in bicicletta quando ero piccolo e quindi è stato lui a trasmettermi la passione per il ciclismo.

Nel 2022 hai vinto la prima corsa per un ciclista monegasco: che ricordi di quel giorno?

Era un sogno. Non pensavo che un giorno sarei riuscito a vincere una gara professionistica. E’ stato un grande momento per me e per il mio team Burgos BH perché erano passati 2 anni dall’ultima volta che la squadra era riuscita a vincere una gara. Quindi è stato un momento fantastico e ho potuto condividerlo con tutta la squadra. Inoltre è diventato un momento storico per il mio Paese. Il Principe mi ha chiamato per farmi i complimenti quindi ho davvero un bel ricordo.

La vittoria di Langellotti alla Volta a Portugal nel 2022, precedendo Moreira e McGill
La vittoria di Langellotti alla Volta a Portugal nel 2022, precedendo Moreira e McGill
A Monaco risiedono molti campioni di ciclismo, capita mai d’incontrali anche in allenamento?

Sì, molto regolarmente poiché sono moltissimi i ciclisti professionisti che vivono a Monaco. Penso che attualmente siano una quarantina, relativamente solo al WorldTour. Quindi, ogni giorno in allenamento ci incontriamo. Alcuni pedalano insieme, ne incontriamo moltissimi. Anche stamattina sono andato ad allenarmi e ho potuto incontrare Mohoric e Pogacar.

Con quali corridori fra quelli che risiedono a Monaco hai più legato?

Con il mio connazionale Antoine Berlin, che corre nella squadra continental di Bike Aid. E’ davvero quello a cui sono più vicino e con cui mi alleno più spesso. Di regola però preferisco allenarmi da solo. Infatti mi permette di concentrarmi sugli esercizi che devo fare in allenamento.

Nei suoi allenamenti il monegasco incontra sempre grandi campioni, dirigendosi verso l’Italia
Nei suoi allenamenti il monegasco incontra sempre grandi campioni, dirigendosi verso l’Italia
Come sono le strade per allenarsi nella tua città, che percorsi ci sono?

Monaco è molto piccola, è solo 2 chilometri quadrati. Quindi per allenarci dobbiamo partire da Monaco e andare in Francia e Italia perché il confine italiano non è lontano. Penso che siamo a 14-15 chilometri da Ventimiglia, da lì troviamo terreno molto montuoso, ci sono tantissime salite e colline, l’ideale per allenarsi. Poi c’è tutta la parte sul mare, tutta la costa, quella è per la maggior parte piatta. E poi, appena torniamo, ci addentriamo nell’entroterra. Lì ci sono molte salite e di conseguenza l’allenamento può diventare rapidamente molto duro. Ma è anche un fantastico parco giochi per un allenamento perfetto tutto l’anno. E anche le condizioni meteorologiche sono molto, molto buone. Il tempo è sempre molto molto bello a Monaco… Anche in inverno, le condizioni sono piacevoli per l’allenamento. E’ anche per questo che ci sono tanti professionisti che vivono qui e che sono felici di vivere a Monaco.

Le cronometro non sono il suo forte, ma spera di avere qualche miglioramento
Le cronometro non sono il suo forte, ma spera di avere qualche miglioramento
La presenza di tanti campioni sta cambiando qualcosa in città, i ragazzi monegaschi sono più interessati a fare ciclismo?

Sì, ma non ci sono solo ciclisti. Abbiamo anche la fortuna di avere molti piloti di Formula 1 che vivono a Monaco, giocatori di tennis e anche alcuni calciatori. Ci sono molti atleti che vivono qui e questo permette soprattutto ai giovani di incontrarli. Per chi va in bicicletta, la possibilità di pedalare con loro è un valore enorme. Le scuole e le federazioni sportive di Monaco puntano su questo per incoraggiare i ragazzi a fare sport. A volte capita che certi professionisti vadano a parlare nelle scuole, vadano a parlare in diversi club. Per poter interagire con i giovani e poterli motivare a fare sport, invogliarli e ispirarli. Intanto nella vita quotidiana e poi per alcuni, quelli che lo vogliono e che possono farlo ad alto livello, farne anche la propria professione.

Victor Langellotti ha conquistato le sue 2 vittorie in salita, nel 2022 in Portogallo e nel 2023 in Turchia
Victor Langellotti ha conquistato le sue 2 vittorie in salita, nel 2022 in Portogallo e nel 2023 in Turchia
Che tipo di corridore sei e quali sono le corse dove ti trovi meglio?

Uno scalatore, non per le salite lunghe ma sugli strappi brevi è il mio terreno preferito. Diciamo dai 2 agli 8 chilometri, mi trovo a mio agio quando l’arrivo è in salita. Le mie due vittorie le ho ottenute sempre attaccando in un finale in salita. Ma sto lavorando per migliorare anche sulle salite più lunghe.

Tu hai un cognome italiano: che rapporti hai con il nostro Paese, vieni spesso qui?

Mio padre è italiano. Venne a vivere a Monaco quando aveva 18 anni ed era originario di Napoli. Buona parte della mia famiglia è a Napoli e quindi metà della famiglia è italiana. Io ci vado regolarmente ad allenarmi e a rivedere i parenti, anche se non spesso quanto vorrei. L’italiano lo parlo molto poco, ma lo capisco.

A 29 anni Langellotti ha firmato un biennale con la Ineos Grenadiers, come uomo per le salite
A 29 anni Langellotti ha firmato un biennale con la Ineos Grenadiers, come uomo per le salite
Il prossimo anno passerai alla Ineos: che cosa rappresenta per te entrare in un team del WorldTour?

Beh, per me è davvero un sogno diventato realtà. Quando ero junior e promettente, era il Team Sky, il riferimento per tutti. E così sono sempre cresciuto con il sogno di far parte un giorno della squadra Sky. Ora sono molto, molto felice di potermi unire a loro l’anno prossimo. E’ per la mia carriera un progresso molto grande. C’è un enorme divario di livello tra Burgos BH ed Ineos, vedo quanto lontano posso andare, come esprimere il mio pieno potenziale, magari partecipare un giorno al Tour de France, quello sarebbe il mio obiettivo. Oppure la Vuelta 2026 che inizierà proprio a Monaco.

BeKing: cuore e campioni, in soccorso dei bambini

24.11.2022
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Come fu che qualcuno per caso s’inventò BeKing, l’evento di beneficienza che si svolgerà domenica nel Principato di Monaco. Era uno di quei giorni lentissimi durante il lockdown, ma insieme un giorno speciale: la prima Pasqua senza corse. Rinchiusi nell’appartamento di Monaco in cui vivono da anni, Matteo Trentin e sua moglie Claudia Morandini guardavano i figli giocare. Giovanni e Jacopo, come tutti i bimbi del mondo, stavano perdendo due anni della loro vita, senza neppure poter vedere il sorriso degli amici, coperto dalle mascherine.

«E così – racconta lei – abbiamo fatto un brain storming in famiglia. Matteo ed io siamo una squadra che funziona e ci siamo messi a pensare al futuro. Volevamo fare qualcosa che coinvolgesse i corridori residenti a Monaco, per dare qualcosa ai bambini. L’idea c’era già, poi però il lockdown finì e uscimmo di casa.

«Con la mia società – prosegue Claudia – già collaboravo con Romy Gai (per anni dirigente della Juventus e ora Chief Business Officer della FIFA, ndr) e parlandoci gli dissi che avevamo questo progetto e che lo avremmo fatto magari negli anni successivi. E lui invece ci disse di farlo subito e ci diede il supporto organizzativo. Partiva tutto da valori nobili, potrebbe sembrare qualcosa di romantico. Invece nacque a casa nostra, davvero in un giorno per caso…».

Domenica alle 9 del mattino

L’evento si svolgerà domenica, dalle 9 fino alle 17. Il programma prevede una prova cicloturistica, quindi un giro dei bambini con i professionisti, il criterium dei campioni e una serie di test bike con bici elettriche e il supporto di alcuni sponsor.

La beneficienza avrà due destinatari. La Fondation Princesse Charlene de Monaco, che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli dell’acqua, insegnando ai bambini le misure di prevenzione e a nuotare per scongiurare gli annegamenti. E Fight Aids Monaco, fondata invece dalla Principessa Stephanie, che sostiene i malati di Hiv in Francia ma anche in Africa.

Claudia Morandini è la punta dell’iceberg dell’organizzazione e in queste ore si sta dedicando agli ultimi ritocchi.

L’anno scorso ci fu il pienone di corridori…

Rimanemmo colpiti. Vennero credendo a un’idea. Parlammo molto di “famiglia”, mostrando quel che si poteva fare semplicemente per amore dei bambini. Quest’anno la parola chiave potrebbe essere “team” grazie al coinvolgimento di varie squadre. Da quella degli atleti ai media, passando per gli sponsor e gli appassionati. C’è addirittura un pullman che parte da Forano in provincia di Rieti pieno di bimbi fra 5 e 12 anni. Il focus è “diamo un futuro alle nuove generazioni”, creando qualcosa per i bambini, affinché crescano in un ambiente di valori.

In che modo BeKing può fare questo?

Non vuole essere un criterium come gli altri, ma un momento di formazione ed educazione. I pro’ sono i migliori ambassador di questi messaggi. Finora, grazie all’aiuto di At Communication, abbiamo diffuso i loro messaggi in tema di sicurezza e promozione del ciclismo. Loro davanti e noi a lavorare dietro. Ogni campione ha a cuore questi temi e la loro voce vale più di tutte.

Le strade del Principato di Monaco sono state e saranno riservate alle biciclette, per gara e test
Le strade del Principato di Monaco sono state e saranno riservate alle biciclette, per gara e test
Rispetto allo scorso anno sembra ci siano più sponsor: quel è il loro ruolo?

Sono sponsor legati al ciclismo. Marchi come Specialized, Sportful, Ekoi e Stromer ci hanno creduto dall’inizio e daranno la possibilità ai presenti di provare i loro prodotti. Nello specifico, proveremo bici elettriche, perché tutto questo deve avere una ricaduta sulla gente. Ormai per andare al lavoro uso solo la bici elettrica, col tacco o senza, con la borsa del computer o lo zainetto. Impiego la metà del tempo e lo scooter ormai lo uso solo per fare dietro motore per Matteo (ride, ndr). Anche quando porto Giovanni a scuola, usiamo la bici. Gli abbiamo insegnato a pedalare nel traffico e andiamo via sicuri. Non capisco più la gente che prende la macchina.

Quali sono i rapporti con i Principi?

La Principessa Stephanie probabilmente si farà vedere. Alberto è molto legato agli sportivi in genere e ai corridori in particolari. Fra gli sportivi residenti a Monaco, i ciclisti sono in sovrannumero. Ce ne sono 55 contro 12 piloti di Formula Uno e 3-4 piloti di Moto Gp. Diciamo che la famiglia Grimaldi apprezza quel che facciamo.

Il Principe Alberto di Monaco è una vecchia conoscenza del Tour: qui con Pogacar, Sagan e Froome
Il Principe Alberto di Monaco è una vecchia conoscenza del Tour: qui con Pogacar e Sagan
Si pensa già alla terza edizione?

E’ un piccolo evento, per ora si fa tutto la domenica. Non nascondo che ci piacerebbe fare anche un criterium per le donne, ce lo ha chiesto anche l’UCI che ha spostato a Monaco la propria riunione annuale. Ci sarà Lappartient. E’ tutto da costruire, per adesso cos’altro dire? Ci vediamo domenica…

Vlasov, festa al Romandia e un pensiero per la Gazprom

04.05.2022
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Vinto il Romandia, Alexander Vlasov se ne è tornato a casa per fare qualche giorno da persona normale. «Niente bici – sorride – ma solo per poco. Qualche serie tivù. E magari dei giri a Nizza o Cannes per scoprire posti nuovi».

Monaco è diventato il suo quartier generale dopo Andorra, dove d’estate si sta indubbiamente più freschi, ma per arrivare all’aeroporto ci sono due ore e mezza di macchina ogni volta e d’inverno si muore di freddo. Anche se sei russo.

Vlasov è passato professionista nel 2018 con la Gazprom. Ha corso nel team per due anni
Vlasov è passato professionista nel 2018 con la Gazprom. Ha corso nel team per due anni

Sui siti di ciclismo, accanto al suo nome in realtà non c’è bandiera. Qual che ne sia l’utilità, questo è l’effetto delle sanzioni richieste dal CIO e recepite dall’UCI dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. A lui tutto sommato è andata bene, ai corridori della Gazprom decisamente peggio.

«Mi dispiace tanto per loro – dice a bassa voce – perché in quella squadra ci sono cresciuto e sono ancora in contatto con corridori e personale. E’ difficile fare la vita da atleta senza un obiettivo e senza stipendio…».

Margini di crescita

La sua stagione ha il sapore di tutto nuovo. Dopo i due anni all’Astana, Vlasov è passato alla Bora-Hansgrohe, che ha fatto il pieno di scalatori e uomini di classifica. La preparazione è cambiata per il meglio.

Sul podio della Freccia Vallone con Valverde e Teuns, Vlasov non si aspettava un simile risultato
Sul podio della Freccia Vallone con Valverde e Teuns, Vlasov non si aspettava un simile risultato

«Con il mio coach – spiega – abbiamo individuato i punti su cui ero meno forte e abbiamo capito di dover lavorare su esplosività e sprint. Ho 26 anni e sappiamo bene che ho ancora dei margini. Il risultato di questi lavori c’è stato in modo sorprendente sul Muro d’Huy. Pensavo di poter fare una bella Freccia Vallone, non di arrivare sul podio. Quella è la corsa degli Alaphilippe, di Valverde oppure Teuns. Io sapevo di avere nelle gambe un minuto a tutta. E alla fine è servito».

Capolavoro Romandia

Ha vinto la Valenciana, tappa e maglia. E’ andato sul podio ai Paesi Baschi, poi alla Freccia Vallone. Infine al Romandia, dopo due piazzamenti, sono venute la vittoria nella crono e la classifica finale.

Sul traguardo di Zina, al Romandia, esulta per la vittoria di Higuita, che per prudenza dà il colpo di reni
Sul traguardo di Zinaal Romandia, esulta per la vittoria di Higuita, che per prudenza dà il colpo di reni

«Penso che di tutta questa prima parte di stagione – racconta – il Romandia sia stato il mio miglior periodo. Sapevo di stare bene e che poi avrei tirato il fiato, per cui non ho avuto timore di sprecare energie. Il giorno che ho fatto secondo dietro Higuita nel tappone, avrei voluto alzare le braccia assieme a lui. Ma Sergio deve aver pensato che fossi un avversario e non s’è fidato a esultare prima della riga».

Dritto sul Tour

Il programma immediato, dopo aver riposato il giusto, prevede l’avvicinamento al Tour. Alex non l’ha mai corso. E quando si è reso conto che Keldermann, Buchmann e Hindley preferivano correre il Giro, si è affrettato ad accettare l’opzione francese.

«Mi veniva quasi da dirgli grazie – sorride – perché a me l’idea di andare in Francia stuzzica tanto. Parto per fare classifica e poi vediamo come va. Non ho mai corso sul pavé. Ho provato quella tappa nei giorni delle classiche e non mi è sembrato tanto brutto, forse perché ero da solo. Chissà come cambia in gruppo…

«Per cui fra poco andrò in altura ad Andorra. Tre settimane dormendo proprio in cima, a 2.400 metri e poi riparto dal Giro di Svizzera. In teoria servirà come preparazione, ma ormai alle corse ci si allena sempre meno e si va sempre per il risultato».

Pogacar, Viviani e Dmt: “ciak” sulle strade di Monaco

11.02.2022
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Metti una piacevole giornata di sole a Montecarlo in compagnia, rigorosamente in bicicletta, di due grandi campioni del professionismo mondiale: Tadej Pogacar ed Elia Viviani. E’ proprio questo quanto accaduto a fine gennaio, grazie allo spunto e alla complicità di Dmt che ad entrambi i corridori fornisce le scarpe, e che in occasione di questa giornata di lavoro nel Principato ha organizzato un photo-shooting utile alla prossima promozione digitale delle calzature prodotte dal celebre brand italiano: su tutte il modello KR0.

A coordinare le sessioni foto e video in bici dei due top atleti Dmt ci ha pensato Mauro Scovenna, il marketing manager & events specialist del marchio di calzature veronese, ed il “risultato” di questo lavoro sarà presto visibile sia sulle piattaforme digital ufficiali Dmt, sito web e canali social attivi, quanto sui principali magazine online nel mondo.

Innovazione e zero compromessi

Dal 1983 Dmt lavora per ridefinire ciò che è standard con l’obiettivo dichiarato di creare qualcosa di completamente nuovo. La costante collaborazione con alcuni dei ciclisti più vincenti, ed al tempo stesso maggiormente esigenti dal punto di vista tecnico al mondo, hanno da sempre appassionano ed impegnato i tecnici Dmt sul tema dell’innovazione e su quello del miglioramento delle performance sportive. 

«All’interno dei nostri stabilimenti concentriamo i nostri sforzi e le nostre conoscenze per superare i limiti delle tecnologie esistenti e svilupparne di nuove. Siamo stati i primi a creare una scarpa da ciclismo 100% “full 3D Knit Technology”: un materiale composto da migliaia di fili che si intrecciano gli uni sugli altri, avvolgendo il piede come un calzino. Un modello estremamente leggero, traspirante e così comodo che sembra davvero di non averlo ai piedi».

Tadej Pogacar con le sue scarpe Dmt sulle strade di Montecarlo
Tadej Pogacar con le sue scarpe Dmt sulle strade di Montecarlo

La gamma? 100% calzature in maglia 

E proprio Elia Viviani, veronese anche lui come Dmt, ha sempre avuto un rapporto particolare con l’azienda del Gruppo Zecchetto. Elia ha difatti contribuito fortemente allo sviluppo della tecnologia proprietaria Dmt per la produzione di calzature in maglia: esprimendo pareri, dando giudizi, testando sia su pista quanto su strada, ridefinendo e “limando” come si dice in gergo… Il suo contributo più concreto è stato quello di aver portando dal 2018 questa tipologia di scarpa sul gradino più alto dei podi più prestigiosi.

Il resto lo hanno fatto e lo fanno tutt’oggi i tecnici dell’R&D di Dmt, “forti” di decadi di esperienza
manifatturiera e potendo contare su laboratori per i test di performance e resistenza allo stress, su un fondamentale laboratorio progettazione e di prototipazione, su ben due linee produttive in Italia e su un’altra – decisamente all’avanguardia – a Kotor Varoš, in Bosnia.

KR SL, la regina del Tour

L’ultima calzatura destinata al corsa ad essere stata presentata è stata il modello KR0: leggera, veloce ed estremamente confortevole rappresenta l’apice della performance in casa Dmt, migliorando tutte le caratteristiche dei precedenti modelli in maglia.

Le scarpe DMT KR0 sono estremamente leggere, solo 210 grammi nella taglia 42
Le scarpe DMT KR0 sono estremamente leggere, solo 210 grammi nella taglia 42

Applicando la propria tecnologia Dmt è così riuscita a creare una scarpa estremamente leggera. Allo stesso tempo la KR0 è in grado di offrire un eccellente trasferimento di energia, grazie alla suola anatomica in carbonio SL di nuova generazione. La chiusura è una Li2 BOA Fit System e ad una costruzione della tomaia integrata che si adatta perfettamente ai piedi di qualsiasi ciclista.

Ricordiamo che Tadej Pogacar ha portato ancora al successo nel luglio del 2021 in occasione del suo secondo vittorioso Tour de France il modello KR SL: la calzatura Dmt in maglia con i lacci alla quale lo stesso campione sloveno è estremamente affezionato.

Dmt

Prosecco Astoria brinda con i campioni di BeKing Monaco

09.12.2021
4 min
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Recentemente, le conosciutissime strade del Principato di Monaco hanno rappresentato il palcoscenico perfetto per la prima edizione dell’evento BeKing Monaco. Sullo stesso asfalto reso celebre dal grande “Circus” della Formula 1, alcuni tra i più famosi ciclisti al mondo si sono sfidati lungo un circuito di soli 1.300 metri (ripetuto per 40 volte). Proprio nel cuore di Monte Carlo, affrontando le celebri curve del Tabaccaio e delle Rascasse, con partenza e traguardo posti sul rettilineo di Port Hercule. Tra i partner dell’evento non poteva mancare Astoria che quando si tratta di celebrare i successi dei campioni è sempre in prima fila.

PBeKing Monaco è un evento ideato da Matteo Trentin, qui con il principe Alberto, con la collaborazione di AWE International Group
BeKing Monaco è un evento ideato da Trentin, qui con il Principe Alberto

Un’iniziativa benefica

Complessivamente sono stati quaranta i corridori che hanno preso parte alla prima edizione del Criterium BeKing Monaco. Un evento inserito nel calendario ufficiale UCI 2021 e ideato da Matteo Trentin in collaborazione con AWE International Group UK e Live Your Passion. Pensato per trovare un punto di incontro tra il ciclismo come sport e la bicicletta come mezzo di spostamento sostenibile. In mattinata i corridori si sono impegnati in una Pro/Am benefica. Dodici team, ciascuno dei quali composto da due professionisti, un atleta ambassador e da due ciclisti amatoriali, si sono affrontati in una cronometro a squadre.

L’obiettivo era quello di raccogliere fondi da destinare alla Fondation Princesse Charlène de Monaco e alla Fondazione Michele Scarponi. Tra gli ambassador presenti, sono saliti in bici Valtteri Bottas, Mario Cipollini, Thor Hushovd e Michael Doohan. In gara anche quattro atlete professioniste: Lizzie Deignan, vincitrice della prima e storica Parigi-Roubaix femminile, Elena Cecchini, Urska Zigart e Tiffany Cronwell. Nel pomeriggio, invece, è andato in scena il vero e proprio clou dell’evento, ovvero la sfida tra molti dei top corridori del WorldTour.

Astoria porta nel mondo lo stile dell’aperitivo italiano per eccellenza
Astoria porta nel mondo lo stile dell’aperitivo italiano per eccellenza

Prosecco = gioiosità!

E tra i brand partner di BeKing Monaco non è mancato il supporto di Astoria: un’azienda oramai davvero molto familiare per tutti gli appassionati di ciclismo, da oltre 10 anni il vino simbolo del Giro d’Italia e quest’estate “official wine” de La Vuelta Espana. Astoria Wines è anche uno dei brand più amati del Prosecco DOC e DOCG Conegliano Valdobbiadene. Dal suo quartier generale sulle colline di Conegliano Valdobbiadene, dichiarate con ragione Patrimonio dell’Umanità Unesco, Astoria porta nel mondo lo stile dell’aperitivo italiano per eccellenza. Il Prosecco, con la sua piacevolezza, la sua bevibilità, coi suoi profumi floreali e delicatamente fruttati, è davvero lo Spumante perfetto per festeggiare ogni momento gioioso…

Astoria ha accompagnato, dall’aperitivo di benvenuto e fino al brindisi conclusivo alle premiazioni (senza dimenticare il “charity cocktail party” e la cena di gala con 350 ospiti…), l’intera prima edizione della Monaco Beking.

Astoria ha accompagnato tutto l’evento: qui FIlippo Polegato, Amministratore Delegato dell’Azienda
Filippo Polegato, Amministratore Delegato di Astoria

Parola a Polegato

«Tanti campioni che si mettono in gioco per una buona causa, sono certamente da celebrare – ha dichiarato Filippo Polegato, l’Amministratore Delegato di Astoria – e quando si parla di festeggiamenti nel mondo del ciclismo non possiamo certamente mancare

Da parte nostra cerchiamo sempre di accompagnare l’aspetto sportivo alle iniziative sociali. Siamo quindi doppiamente felici di legare il nostro nome a un’iniziativa così prestigiosa, in un luogo così ricco di glamour come il Principato di Monaco. Abbiamo anche voluto mettere all’asta per la raccolta benefica dedicata alla Fondazione Princesse Charlene di Monaco ben quindici Jeroboam di Prosecco, mentre un Mathusalem da sei litri è stato autografato da tutti gli atleti partecipanti alla manifestazione e donato al Principe Alberto come ricordo speciale dell’evento».

Astoria