Seconda a Roubaix: Borghesi commossa, ma non incredula

12.04.2025
4 min
Salva

ROUBAIX (Francia) – Dopo il sesto posto del Fiandre, il secondo della Roubaix. Poco prima di salire sul podio, Letizia Borghesi si è ritrovata al centro del prato accanto a Lorena Wiebes e Pauline Ferrand Prevot e per la prima volta da un po’ di tempo a questa parte non si è sentita fuori posto. Aveva da poco conquistato il secondo gradino nella classica del pavé, anticipando tutte le atlete più attese del gruppo. Le era sfuggita soltanto la francese, che ha dimostrato per tutto il giorno di avere una super gamba. E anche adesso raccontando il momento, la trentina dimostra una lucidità da grande e non da ragazzina impressionata per il grande piazzamento.

«A dire la verità – sorride – mi sono sentita più fuori posto in passato, quando sapevo delle mie capacità, però non riuscivo a concretizzare. E’ un circolo vizioso, perché quando vuoi veramente qualcosa e non arriva, accumuli sempre più stress, un po’ di nervosismo che ti porta a fare degli errori. Dopo il sesto posto del Fiandre mi sono sentita in pace, più tranquilla. Per cui sono arrivata alla Roubaix un po’ più spensierata. Ovviamente sempre nervosa perché è una gara importantissima, però più consapevole che se qualcosa fosse andato storto, avevo già dalla mia il risultato del Fiandre».

Aspettando di andare sul podio con Ferrand Prevot e Wiebes, Borghesi si è sentita al suo posto
Aspettando di andare sul podio con Ferrand Prevot e Wiebes, Borghesi si è sentita al suo posto

La ressa nella zona mista dopo il podio coinvolge ovviamente Pauline Ferrand Prevot e Lorena Wiebes e forse i giornalisti di quassù si chiedono chi sia l’italiana che ha conquistato il secondo posto. Lei si muove a suo agio e spiega che la EF Education-Oatly nel finale aveva la doppia opzione di Alison Jackson per lo sprint e lei per anticipare. E mentre si racconta con gli altri, la memoria scava nei ricordi e ci torna in mente la sua vittoria di tappa al Giro d’Italia del 2019 a Carate Brianza quando aveva appena 21 anni e l’anno dopo quel problema alla vista, che si pensò legato al Covid ed era invece un rarissimo virus dal quale è uscita se non più forte, di certo più consapevole. Poi arriva da noi e si passa a parlare in italiano.

Ci racconti l’emozione di salire su un podio così importante?

Oggi è stato veramente incredibile. Sapevo che avevo una condizione veramente grandiosa dopo le Fiandre. Già dalla Omloop Nieuwsblad ho avuto veramente delle buone sensazioni, ma questa era la gara a cui puntavo da inizio stagione. E’ la mia gara speciale, ce l’ho nel cuore già dall’anno scorso, quando ero arrivata tredicesima. Mi ero promessa che un giorno avrei vinto o perlomeno sarei arrivata sul podio, quindi oggi è stato veramente fantastico. Anche perché la gara era iniziata male…

La Roubaix di Letizia Borghesi era iniziata con un inseguimento dovuto a foratura
La Roubaix di Letizia Borghesi era iniziata con un inseguimento dovuto a foratura
Era iniziato con una caduta anche il Fiandre del sesto posto, che cosa è successo oggi?

Una foratura nel primo settore, per cui ho dovuto inseguire ed è stata veramente tosta. Però nel finale ho avuto ancora delle buone gambe e ho deciso di rischiare il tutto per tutto e provare a prendermi questo podio, invece di aspettare la volata. Eravamo d’accordo che io avrei provato ad anticipare sullo strappetto a quattro chilometri dall’arrivo. C’è stato un tentativo di attacco che ho seguito, ho provato a collaborare, ma non ha funzionato. Pensavo ormai che non si riuscisse più ad andare via, però a un chilometro e mezzo dall’arrivo ho visto l’occasione e sono andata a tutta. L’ultimo giro è sembrato veramente lungo, sono così contenta.

Perché hai detto che è la tua corsa?

Io vengo dal ciclocross, quindi il pavé è qualcosa che ho nel sangue. Mi piacciono tutte le classiche, il mio punto forte è quando le gare sono veramente a esaurimento. Tante salite o settori a tutta fuori soglia, perché ho una grande durabilità. Quindi nelle gare del Nord, le classiche in genere, riesco ad esprimermi al meglio. Potrei aggiungere che vado bene con il freddo, la pioggia e il vento, però oggi non è stato il caso. E’ stata una Roubaix in versione estiva.

Sul podio, Boghesi è commossa: l’attacco nel finale è riuscito benissimo
Sul podio, Boghesi è commossa: l’attacco nel finale è riuscito benissimo
Cambia qualcosa adesso nella tua percezione e forse anche nella tua carriera?

Sicuramente ho sempre creduto nelle mie capacità e sono sempre migliorata anno dopo anno, senza mai forzare le tappe. Ho rispettato i tempi della maturazione del mio corpo e quest’anno ho salito il gradino finale che mi ha portato a gareggiare alla pari delle big. Questo piazzamento mi dà tanta confidenza per le gare che vengono, sono consapevole di potermi giocarmi qualcosa di grande e anche che posso avere una posizione di leader nella squadra. E’ qualcosa di eccezionale e sicuramente è una bella conferma che siamo sulla giusta strada.

Troppa Kopecky per questa Balsamo. Roubaix all’iridata

06.04.2024
6 min
Salva

ROUBAIX (Francia) – Se domenica scorsa al Giro delle Fiandre ci aveva colpito lo sguardo di Elisa Longo Borghini prima della partenza, stamattina a Denain quegli stessi occhi li aveva Lotte Kopecky. La campionessa del mondo è sempre molto concentrata e determinata, ma stavolta faceva veramente paura.

Body iridato strettissimo che esaltava ogni fibra muscolare. E quegli occhiali, appoggiati sul casco mentre gironzolava tra il bus e il podio firma, lasciavano intravedere uno sguardo agghiacciante.

«Questo era uno dei grandi obiettivi della stagione – ci ha detto la sua compagna Barbara Guarischi dopo l’arrivo – la volevamo tantissimo e la volevamo con Lotte. Oggi abbiamo corso da squadra vera. Sempre unite, sempre compatte».

Spettri fiamminghi?

Eppure la corsa non sembrava stesse prendendo una piega troppo positiva per la Sd Worx-Protime. Lorena Wiebes faceva fatica e Kopecky, come avevamo già visto nelle ultime gare fiamminghe, continuava a scattare, ma senza fare la differenza. Per poi spegnersi nel finale.

«No – continua Guarischi – la corsa è andata come volevamo. Riscatto? Direi che è vero che qualcosa non ha funzionato bene nelle ultime gare, ma proprio per questo come ho detto prima ci siamo comportate come una vera squadra. Le gambe non sono sempre le stesse e ogni gara ha una storia a sé. Oggi però non ci sarebbe sfuggita. Speravamo di avere Wiebes davanti nel finale, così da far correre più coperta Lotte, anche perché c’erano ragazze molto veloci, ma col senno del poi è andata bene così».

Una volta entrate nel velodromo, tra le “altre ragazze veloci” c’era anche Elisa Balsamo. La sua presenza in quel drappello ci ha fatto sperare che il suo spunto riportasse la Roubaix Femmes in Italia dopo il successo di Elisa Longo Borghini due anni fa. Ma dal bordo della pista abbiamo rivisto lo sguardo feroce, o meglio l’espressione visto che questa volta gli occhiali erano abbassati, di Kopecky.

In questa foto tutta la potenza di Lotte Kopecky
In questa foto tutta la potenza di Lotte Kopecky

Feeling Koepcky

Per un po’ ci è sembrato uno sprint a due: Elisa contro Lotte. Prima della curva finale Balsamo si volta, come cercando Kopecky. L’iridata è dietro, poi sale sulla curva e si butta giù come un falco. Nel rettilineo finale va il doppio delle altre. Dal vivo, e per di più di profilo, questa differenza di velocità è stata stupefacente.

«Oggi mi sentivo davvero bene – ha detto Kopecky – sentivo un grande feeling con la bici, con il fisico e con la squadra. Sono state tutte molto brave. Elena Cecchini mi ha portato in testa nel primo tratto di pavè. Che dire, sono contenta. Tenevo moltissimo a questa gara».

Kopecky è stata una vera sfinge anche quando a 60 chilometri dall’arrivo ha avuto un guasto meccanico. Ci ha messo un secondo a rientrare e a tornare in testa al gruppo. Di nuovo ha mostrato quella sua determinazione famelica.

Marianne Vos in grande spolvero. In tante foto Balsamo le appare vicina
Marianne Vos in grande spolvero. In tante foto Balsamo le appare vicina

Podio d’onore

Dopo il podio, Elisa Balsamo si ferma a parlare con noi. E’ stanca, un po’ felice, un po’ delusa. Una vincente come lei non può gioire del tutto per un secondo posto. Anche se è un secondo posto di quelli pesanti.

«E’ normale che dopo l’arrivo ci sia un po’ di disappunto – racconta con la sua innata gentilezza l’atleta della Lidl-Trekun secondo posto alla Roubaix per ora mi fa pensare che devo credere di più in me stessa. Ad inizio gara non avrei mai detto che sarei stata qui a giocarmela. Vorrà dire che ci riproverò l’anno prossimo».

Balsamo passa poi a raccontare della corsa e di quanto sia stato buono il lavoro della sua squadra. Ormai sempre più una squadra faro. Anche senza le due vincitrici della precedenti Roubaix, Longo Borghini e Deignan, hanno preso in mano la gara e non hanno sbagliato di molto a conti fatti. 

«Voglio dire un grande grazie a tutte le ragazze e ad Ellen (Van Dijk, ndr) in particolare, che oggi è stata davvero forte. Tutte noi abbiamo fatto un ottimo lavoro. E’ stata una corsa molto dura. Nel finale temevamo che rientrasse Wiebes. Per radio ci hanno avvertito che erano a 18”. A quel punto Ellen si è messa a tirare e vedendo che non guadagnavano più, siamo rimaste abbastanza tranquille».

Il vento ha inciso non poco. E La stessa Guarischi, che ha lavorato le prime due ore, ha detto che alla fine proprio il vento ha reso ancora più stressante la corsa ben prima del pavè.

Dopo il piccolo cedimento nel Carrefour de l’Arbre Balsamo si è incollata a Giorgi, poi terza
Dopo il piccolo cedimento nel Carrefour de l’Arbre Balsamo si è incollata a Giorgi, poi terza

Due momenti

Ma torniamo ad Elisa Balsamo. E continuiamo l’analisi della sua Roubaix. Le facciamo notare che ci hanno colpito due momenti in particolare: quando si è staccata nel Carrefour de l’Arbre e quando nel velodromo si è voltata mentre veniva lanciata la volata. Un gesto che abbiamo visto a 4 metri di distanza, non di più. E che sicuramente aveva un significato. Che cercasse proprio Kopecky?

«No – spiega Elisa – in realtà volevo prendere la ruota di Marianne Vos perché pensavo fosse la più veloce. Ma poi si sa: nelle volate dopo una gara così lunga e tosta, non conta tanto chi è più veloce ma chi è più fresco».

Stremata, Balsamo aspetta la compagna Ellen Van Dijk, dopo il traguardo
Stremata, Balsamo aspetta la compagna Ellen Van Dijk, dopo il traguardo

«Per quanto riguarda il Carrefour de l’Arbre invece, quando mi sono staccata, ero semplicemente un pochino oltre il limite. Dovevo per forza mollare un po’. Mi sono gestita». Ecco dunque spiegata anche la sua volata. Una Balsamo con le gambe giuste, tanto più in un velodromo, lei che è anche pistard, non fa uno sprint simile. Era quasi seduta.

Dopo una vistosa scodata in uscita di curva sempre su quel settore di pavè, pensavamo avesse un guasto meccanico, una foratura. Invece è stata questione di gambe. Però anche in quel frangente Elisa si è mostrata campionessa. Non è andata nel panico. Si è voltata, ha visto Giorgi risalire forte e si è fatta bastare quella manciata di secondi per “recuperare”.

50 vs 52

Le abbiamo anche chiesto se la sua scelta di usare la monocorona da 52 denti non sia stata troppo azzardata, rispetto alla 50, sempre mono, di Kopecky. Come a dire che quei due denti in più le avessero un po’ “cucinato” le gambe. 

«No, no – spiega Elisa – col senno del poi credo fosse la scelta giusta, come per tutti gli altri materiali. La squadra ha fatto un grande lavoro in questi giorni anche in questo senso. Sono assolutamente contenta di questa scelta».

E a proposito di materiali, va segnalato che proprio Lidl-Trek e Sd-Worx sono state le uniche squadre a portare al traguardo sei atlete su sette, piazzandone due nelle prime dieci. Come tra gli uomini, più si alza il livello, più certe differenze sono marcate.