Evenepoel infallibile: crono perfetta e la maglia rosa

06.05.2023
6 min
Salva

ORTONA – Cattaneo gli ha fatto da cavia. I meccanici della Soudal-Quick Step hanno montato sulla sua bici l’anteriore da 100 millimetri. E quando il bergamasco ha confermato che il vento stava calando, Evenepoel ha lasciato che montassero anche a lui la stessa ruota ed è andato alla partenza. Poco meno di 22 minuti dopo, il belga ha tagliato il traguardo davanti a tutti, rifilando distacchi pesanti in proporzione alla lunghezza della crono. Ganna, secondo, era contrariato ma anche arreso: più di così non poteva fare. E anzi, nel tratto di salita ha perso meno che in pianura.

Scelta la bici per la crono, ecco quella di scorta. Ruota da 100 all’anteriore
Scelta la bici per la crono, ecco quella di scorta. Ruota da 100 all’anteriore

Corona da 60

Remco arriva da noi dopo aver esaurito le interviste fiamminghe nella zona mista. I giornalisti belgi sono arrivati in massa, come pure i tifosi del piccolo belga. Per l’arrivo di Roma, se tutto va come sperano, ne arriveranno 600. Desta interesse la scelta da noi annunciata stamattina della guarnitura da 60 denti, che accoppiata alla ruotona anteriore lasciano capire che il campione del mondo volesse fare una gara d’attacco.

«Ogni crono che ho fatto negli ultimi tempi – spiega – l’ho fatta con il 60, mi ci trovo bene. Non è una rapporto facile da sostenere, ma alla Vuelta ho capito che posso girarlo bene e che può darmi un bel vantaggio. Con il 60 ho vinto in Spagna e sono arrivato terzo al mondiale, poi abbiamo vinto la cronosquadre al UAE Tour. Insomma, mi sento a mio agio».

Nel tratto pianeggiante della ciclabile, con il 60 e le ruote da 100, Remco ha scavato un bel solco
Nel tratto pianeggiante della ciclabile, con il 60 e le ruote da 100, Remco ha scavato un bel solco

Respinto Roglic

E’ calmo: di buon umore, ma calmo. Sa che il Giro è ancora lungo, ma sentirsi dare il benvenuto al momento del suo ingresso lo ha rimesso in pace con una corsa che l’ultima volta lo aveva respinto malamente.

«Era una prova abbastanza piatta – va avanti a spiegare Evenepoel – volevo andare con un bel ritmo dall’inizio fino della salita, poi fare il massimo nella scalata, recuperare il possibile dallo scollinamento all’ultimo chilometro e poi dare tutto nel finale. Saremmo stati contenti di guadagnare 15 secondi sui rivali diretti. Sarebbe stato già un ottimo inizio, invece ne abbiamo più di 30 ed è fantastico. Sarà banale, ma è meglio cominciare con un bel vantaggio che essere costretto a inseguire.

«In realtà però sono sorpreso del margine e che soltanto Ganna e Almeida siano stati sotto i 30 secondi. Su Roglic ho guadagnato più o meno come alla Vuelta (nella crono di Alicante gli prese 48”, ndr), ma questa era più breve. Il piano era di andare il più veloci possibile fin dall’inizio ed è andata davvero bene».

Rosa a orologeria

Nei giorni scorsi ha raccontato che il primo Giro di cui ha memoria è quello del 2008, vinto da Contador con la magia dell’Astana. Ora che lo stesso simbolo fascia lui, a tratti lo tocca col palmo della mano. E se non fosse per la mascherina con cui si protegge da ogni possibile insidia, siamo certi che sarebbe lì a sorridere.

«E’ un grande onore – dice – ma non penso che la maglia rosa fosse l’obiettivo più grande per oggi. Volevo guadagnare tempo, ma ovviamente è un bell’extra venuto con la vittoria di tappa. Ho già detto che è più importante per me averla a Roma, quindi adesso provo una bella sensazione, ma penso che non la terrò troppo a lungo, forse sarà meglio provare a cederla per non sfinire la squadra. Dipenderà dalla gara. Le prossime due tappe saranno per velocisti, la quarta è lunga e si presta a fughe e imboscate. Martedì potrebbe essere il giorno giusto per lasciarla andare. Ma prima per un paio di giorni voglio godermela. 

La bocca era mascherata, ma gli occhi ridevano in modo inconfondibile: la rosa non era belga dal 2001 con Verbrugge
La bocca era mascherata, ma gli occhi ridevano in modo inconfondibile: la rosa non era belga dal 2001 con Verbrugge

Un chilo di muscoli

Il bilancio è importante e l’occhio si sofferma su un aspetto che non è sfuggito in queste ultime settimane. Evenepoel è molto tirato nella parte superiore del corpo, ma le gambe sembrano toniche e più potenti. In precedenti interviste si è parlato di 2 chili di massa magra in più.

«In realtà – precisa lui – sono più pesante di un chilo rispetto alla Vuelta, ma ho la stessa percentuale di grasso. Quindi significa che è tutto peso funzionale. E’ solo il mio metabolismo, ci siamo accorti che sono uscito dall’inverno con più muscoli che durante la stagione. Quindi sono ai minimi quanto a percentuale di grasso e non posso scendere oltre, perché significherebbe perdere muscolo. Per cui d’ora in avanti si tratterà di portare questo livello fino all’ultima settimana, ovviamente cercando di stare in piedi sulla bici e di non ammalarmi. Questo è l’obiettivo».

Strane ricorrenze

Sua moglie Oumi lo aspetta sui gradini, con il cappello da pescatore in testa, i jeans e il mazzo di fiori. La maglia rosa si allontana al piccolo trotto, specificando che se e quando perderà il primato, sarà contento di indossare nuovamente la sua maglia iridata.

Nel 1990 del precedente scudetto del Napoli, Gianni Bugno indossò la rosa il primo giorno nella crono di Bari e non la perse più. Remco dice che la lascerà andare ed è possibile. Gli sfugge forse il fatto che al posto della rosa, indosserà certamente la bianca. Potrebbe essere davvero un Giro in cui non vedremo mai la maglia iridata. Ma per ora non glielo diciamo…

Se Remco vola, Almeida guida gli altri uomini di classifica

06.05.2023
6 min
Salva

ORTONA – Appena 19,6 chilometri di Giro d’Italia e la classifica è già più che assestata. “Colpa” di Remco Evenepoel che ha messo tutti in fila nella suggestiva crono da Fossacesia Marina ad Ortona, lungo la Ciclabile della Costa dei Trabocchi.

Tolto il campione della Soudal-Quick Step, andiamola a vedere questa classifica, almeno per quel che concerne i corridori che hanno messo nel mirino la maglia rosa. Belga in testa con 29” su Almeida, 40” su Geoghegan Hart, 43” su Roglic…

Dopo l’arrivo Roglic fila via. Si fermerà parecchie decine di metri dopo. Lo sloveno è 6° a 43″ da Evenepoel
Dopo l’arrivo Roglic fila via. Si fermerà parecchie decine di metri dopo. Lo sloveno è 6° a 43″ da Evenepoel

Roglic ottimista

E partiamo dallo “sconfitto di giornata”, Primoz Roglic. Oggi il corridore della Jumbo-Visma ha incassato un bel distacco.

Da come si era messa dopo il primo intermedio poteva essere peggio. Rispetto ai colleghi di classifica non si è fermato subito dopo l’arrivo. All’inizio credevamo perché fosse furioso, in realtà era per trovare un punto meno affollato e scongiurare eventuali contagi Covid, vista la situazione che ha vissuto la sua squadra nelle ultime ore con continui cambi di atleti.

E sì perché poi Primoz è stato disponibile. Chiaramente non sorrideva. Si aspettava di più. Ad una veloce analisi della sua prova, Roglic forse ha un po’ sbagliato partenza e magari cadenza (un po’ troppo bassa, almeno vista da fuori) ma nel finale in salita è stato più veloce di Evenepoel di un secondo.

Non che sia questo a fare la differenza, ma tale dato ci dice di un atleta che non era alla frutta, che non è andato alla deriva. Ed è questo quello di buono che deve prendersi.

«E’ stata una crono più difficile di quel che mi aspettassi – ha detto Roglic – ma ormai è andata. Le gambe erano buone e sono ottimista per i prossimi giorni. Ho cercato di fare del mio meglio».

Poi prima di andare mentre da un balcone gli urlano «Bravo Primoz» e lui contraccambia con un saluto, si volta e aggiunge: «E poi mancano ancora venti tappe!».

Solo Ganna e Remco hanno fatto meglio di Almeida. Il portoghese è 3° a 29″ da Evenepoel
Solo Ganna e Remco hanno fatto meglio di Almeida. Il portoghese è 3° a 29″ da Evenepoel

Che Almeida!

Chi è andato benone è Joao Almeida. Tutti si aspettavano il duello Remco-Primoz e invece il primo uomo di classifica alle spalle del belga è il portoghese della UAE Emirates.

«Siamo molto contenti della prova di Joao e della squadra – racconta un sorridente Baldato – La possibilità di avere McNulty partito poco prima, ci ha aiutato molto per definire il passo di Almeida. Questo ci ha aiutato a verificare le medie ipotizzate e a stare su certi tempi e certi wattaggi. E poi avevamo la certezza che le soluzioni tecniche erano quelle giuste».

E il passo è stato buono. Baldato dice che dopo i primi due chilometri lo hanno dovuto calmare un po’. Joao infatti era partito sin troppo forte. Poi si è assestato e nel tratto finale in salita è stato 4” più rapido di Evenepoel.

«Un dato molto buono – spiega Baldato – per me ha influito anche il fatto che Almeida avesse Caruso nel mirino. E’ stato uno stimolo in più, un riferimento. Ma in ogni caso servivano le gambe».

E Joao le aveva. Una cosa che ci ha colpito è che tra i tanti arrivati della classifica, Joao ci è parso il più fresco, il più presente. Insomma, il portoghese esce da Ortona tra i super promossi.

E così la UAE che proprio con McNulty e Vine si è mostrata competitiva, segno che il miglioramento sui materiali è stato tangibile. Durante l’inverno ci hanno lavorato moltissimo.

Non la miglior giornata per Caruso e i suoi compagni. Damiano è 31° a 1’28” dal belga
Non la miglior giornata per Caruso e i suoi compagni. Damiano è 31° a 1’28” dal belga

Caruso e Haig non ridono

E i bocciati sono i Bahrain-Victorious. Pellizotti dice che tutto sommato i distacchi erano nella media, più o meno quelli ipotizzati. Anche se ammette che Remco è andato molto forte.

L’immagine di Caruso ripreso proprio sull’arrivo non è bella, però è anche vero che Damiano esce alla distanza.

Non bene neanche Jack Haig. L’australiano addirittura ha incassato 1’36”, 8″ in più del siciliano. Buitrago è andato oltre i due minuti, 2’02” per la precisione. Ma lui era il meno cronoman e in qualche modo era pronosticato un distacco così importante. La Bahrain però è squadra solida e con direttori sportivi validi. Pelizzotti, Volpi e Stangelj sapranno come sostenere i loro ragazzi già da questa sera.

Geoghegan Hart è stato autore di una prova corposa: 4° a 40″ da Remco (foto Instagram)
Geoghegan Hart è stato autore di una prova corposa: 4° a 40″ da Remco (foto Instagram)

Tao c’è…

Con 40” di distacco da Evenepoel troviamo Tao Geogehgan Hart. L’inglese della Ineos Grenadiers, è arrivato quarto. Il suo diesse Tosatto già da questo inverno ci ha detto il re del Giro 2020 sarebbe tornato al vertice. Per ora è lì. E anche il compagno Geraint Thomas si è difeso benone.

«Oggi era importante non perdere troppi secondi – ha commentato l’altro direttore sportivo, Cioni – sia lui che Thomas sono andati bene direi. Non è male come inizio. Se mi aspettavo un Remco così? No, sinceramente pensavo fosse un pochino più vicino. Si sa che lui quando va… vola.

«Spero sia stato in una giornata super. Ma essere a tutta adesso potrebbe essere uno svantaggio nell’ultima settimana. Come si dice in questi casi: il Giro è lungo. Poi se dovesse portare la maglia fino a Roma… chapeau».

Vlasov sui rulli dopo la sua crono. Il russo è abbastanza soddisfatto. E’ 10° in classifica a 55″ da Evenepoel
Vlasov sui rulli dopo la sua crono. Il russo è abbastanza soddisfatto. E’ 10° in classifica a 55″ da Evenepoel

Vlasov intelligente

Chi ha fatto una buona cronometro nel complesso è Aleksandr Vlasov. Il corridore della Bora-Hansgrohe ha chiuso al decimo posto a 55” da Evenepoel e al pari di Thomas. Mentre fa defaticamento sui rulli con grande serenità ci dice che è soddisfatto della sua crono. Gli mostriamo la classifica sullo smartphone e commenta: «Non male, no? Le gambe erano buone».

La crono del russo è stata particolare. Lui, il meno cronoman tra i primi, è stato più bravo in pianura che in salita. Ma è stata una scelta tecnico-tattica voluta. 

«Abbiamo dato più importanza alla parte in pianura – ha detto Gasparotto – perché è lì che si poteva perdere molto. Per questo Alex è partito con una ruota anteriore molto alta (da 100 mm, ndr) e un passo volutamente sostenuto per la pianura. In salita si trattava di fare uno sforzo più breve. In più lì la velocità era più bassa e si perdeva meno.

«Remco tra il primo e il secondo intermedio ha fatto oltre 58 di media, quindi è andato sempre sui 61-62 all’ora. Se in quel segmento Vlasov va a 54-55 perde molto. Molto più che in salita».

«E poi Remco non va guardato. Almeno per le prime dieci tappe. Perché le prime dieci? Perché al Catalunya ha mostrato che in questo lasso di tempo esprime sempre gli stessi wattaggi, pertanto è inattaccabile. Poi si può vedere. Non è detto che faccia la stessa cosa alla terza settimana.

«Che poi se letta al contrario era la grande forza di Nibali. Lo Squalo nelle ultime tappe esprimeva gli stessi wattaggi delle prime, mentre gli altri calavano».