Dorigoni, top ten europea sfiorata

09.11.2020
2 min
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All’indomani della sua buona prestazione Jakob Dorigoni fa un’analisi del suo campionato europeo di ciclocross ad ‘s-Hertogenbosch. Per il giovane bolzanino, lo ricordiamo, un 13° posto che in ottica futura fa ben sperare.

Partenza e spallate

La sua stagione era stata sin qui quasi esclusivamente italiana. Nel senso che Jakob aveva corso solo in Italia, a parte qualche puntata all’estero, ma non nel ciclocross.

La scivolata di Dorigoni all’ultimo giro
La scivolata di Dorigoni all’ultimo giro

«Sono soddisfatto della mia gara – commenta il campione italiano in carica – tredicesimo in Europa nel ciclocross non è male. Nonostante fossi scattato dalla terza fila ho fatto un’ottima partenza. Ho subito recuperato molte posizioni. Tuttavia non avendo corso mai in Belgio o in Olanda quest’anno, gli altri non sapevano che condizione avessi, quindi per paura che potessi fare qualche buco, hanno cercato di saltarmi subito. Nel corso del primo giro, così, ho preso un bel po’ di spallate. E sono finito un po’ dietro.

«Alla fine ho fatto una corsa regolare. Ero in un gruppetto di quattro atleti. Ci stavamo giocando la top ten. Nel finale ho fatto una piccola scivolata nel tratto sulla sabbia e così ho chiuso tredicesimo».

Più ritmo per Dorigoni

Nonostante i suoi 22 anni non era la prima volta che Jakob gareggiava con i “bestioni” elite del Nord Europa. Sapeva cosa lo attendeva. Proprio per questo motivo recrimina di non aver gareggiato da quelle parti e con quella gente prima dell’Europeo.

«Mi spiace di non aver potuto fare qualche gara lassù prima di questo appuntamento. Io stavo bene, ma se proprio devo dire un qualcosa che mi è mancato allora dico il ritmo gara con atleti di quel calibro. Un conto infatti è correre in Italia e un conto è farlo in Belgio o in Olanda. Sono quasi certo che se avessi fatto due o tre gare con loro, la top ten l’avrei guadagnata. Però non si poteva (il riferimento è alla situazione covid, ndr). Nonostante ciò è andato tutto secondo le mie previsioni. Conoscevo il livello della gara e va bene così. Adesso però c’è da crescere, su tutto, in vista del mondiale. Come? Correndo il più possibile… magari all’estero». 

Wilco Kelderman, Valdobbiadene, Giro d'Italia 2020

E se Kelderman gli fa lo scherzetto?

17.10.2020
3 min
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Adesso come si fa per misurare la temperatura di Wilco Kelderman? L’olandese del Team Sunweb è passato sul traguardo della crono trafelato come accade a chi ha dato tutto, ma dopo cinque minuti era già di ritorno, sorridente e disposto a fare due chiacchiere con i giornalisti protesi fuori dalla gabbia in cui siamo contenuti all’arrivo. Altri sono passati sfiniti e sono andati a rifugiarsi verso le ammiraglie. Nel computo delle forze residue, quello che di troppo hanno speso oggi difficilmente lo troveranno domani.

«Quando ho visto il percorso del Giro d’Italia – dice – ho capito che le cronometro avrebbero avuto un impatto importante e così sin dall’inizio mi sono messo a lavorarci su».

Wilco Kelderman, Jakob Fuglsang, Roccaraso, Giro d'Italia 2020
Kelderman a Roccaraso il solo a rispondere a Fuglsang
Wilco Kelderman, Jakob Fuglsang, Roccaraso, Giro d'Italia 2020
Kelderman a Roccaraso il solo a rispondere a Fuglsang

Forte in salita

L’olandese non è più un ragazzino, ma non avendo ancora trent’anni è da considerarsi nella generazione di mezzo fra il (davvero) giovane Almeida e senatori come Nibali, Fuglsang e Pozzovivo che a Valdobbiadene hanno pagato pegno più di quanto forse si aspettavano.

«E adesso arrivano le salite lunghe – prosegue Wilco con gli occhi azzurri che spuntano dalla mascherina nera – e magari temperature meno miti, cui sono abituato e che mi piacciono».

A ben vedere, infatti, il leader della Sunweb è il solo corridore a meno di un minuto da Almeida. E il bello è che in salita ha già fatto vedere di avere dei numeri interessanti. Ma siccome è uno di quelli che parla poco, stampa e tifosi finora non gli hanno dato la giusta considerazione. Di fatto però, sull’Etna si è piazzato al quarto posto, attaccando nel finale e lasciando sul posto Nibali e Fuglsang. Mentre a Roccaraso è stato l’unico di classifica capace di rispondere all’attacco del danese.

Wilko Kelderman, Etna, Giro d'Italia 2020
Sull’Etna, scatto negli ultimi due chilometri e addio favoriti del Giro…
Wilko Kelderman, Etna, Giro d'Italia 2020
Sull’Etna, scatto negli ultimi due chilometri

Piancavallo per capire

In testa al Giro si va componendo una coppia inedita e di certo inattesa rispetto ai pronostici.

«Sono davvero felice delle mie sensazioni – dice Kelderman – e questa è la cosa più importante. Guardiamo giorno per giorno e decidiamo cosa fare. Vedremo come andrà domani. Di sicuro, la squadra ha fatto un ottimo lavoro e a Piancavallo sono curioso di mettermi nuovamente alla prova. Poi ci sarà il riposo e a quel punto sarò in grado di capire che cosa potrò chiedere alle mie gambe.

«Mi sto sorprendendo di me stesso. Fino ad ora, l’intero Giro sta andando meglio di quanto mi aspettassi. Ci sono ancora grandi montagne e una settimana dura. Alla fine, il divario sarà in minuti e non più in secondi».

Domani l’arrivo friulano chiuderà la seconda settimana. La prima volta che la corsa arrivò lassù, impossibile da dimenticare, vinse Pantani. Nel 2017 toccò invece a Landa. La salita misura 14,5 chilometri, ma subito prima la tappa di 185 chilometri propone le salite di Sella Chianzutan, Forcella di Monte Riest e quella di Pala Barzana. Chi avesse speso troppo nella crono, pagherà il conto salato. Chi invece avesse scelto di dosare le forze potrebbe ritrovarsi con un tesoretto da gestire. Ma la sensazione è che non sarà un Giro da decidere col bilancino.