Polti, preparazione, ripartire zero

Off season sempre più corta: davvero bisogna ripartire da zero?

25.11.2025
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Siamo in una fase intermedia tra off season (quasi del tutto terminata) e ripresa. Già tra qualche giorno ricominceranno i ritiri, ma quando si sente dire «Riparto da zero» da parte di ragazzi che sono stati fermi un paio di settimane e hanno messo su forse due chili, viene spontaneo chiedersi se sia poi vero che si riparta davvero da zero.

E questo quesito lo abbiamo posto a Samuel Marangoni, preparatore della Polti-VisitMalta. Con lui, già a suo tempo, avevamo parlato dello stacco, del debriefing e di come questa fase fosse necessaria. Stavolta orientiamo il discorso sulla ripresa (in apertura foto Borserini).

Samuel Marangoni, preparazione, ripartire zero
Samuel Marangoni è uno dei preparatori della Polti-VisitMalta (foto Borserini)
Samuel Marangoni, preparazione, ripartire zero
Samuel Marangoni è uno dei preparatori della Polti-VisitMalta (foto Borserini)
Samuel, c’è dunque davvero bisogno di dire che si riparte da zero?

Io direi di sì. Prendo il nostro caso: quest’anno siamo arrivati a fine stagione con tante gare per quasi tutti. Così, insieme agli altri preparatori, abbiamo programmato uno stacco consistente. La maggior parte dei ragazzi ha fatto tre settimane praticamente senza alcuna attività.

Però si sente ancora di atleti che corrono a piedi, camminano, nuotano…

Poi qualcuno qualcosa se la concede per piacere personale, ma quasi tutti, anche quelli che hanno corso fino a fine stagione, hanno fatto tre settimane di stop. Vero, non si riparte da uno zero assoluto, però dopo tre settimane la condizione è al minimo e bisogna ripartire con calma, con una corretta gestione dei carichi. Da lì poi si riprende il programma di lavoro per arrivare ai ritiri pronti a lavorare un po’ più forte.

Però, se prendo un ragazzo di 22-27 o 25 anni, quindi nel pieno delle forze, che fino a tre settimane prima faceva SFR da 5’, perché dovrebbe ripartire da 3’? Perché dovrebbe fare solo un’ora e mezza? Quanto realmente si perde?

C’è una perdita fisiologica nello stare fermi, soprattutto perché noi dobbiamo considerare tutto questo discorso è rapportato ad un livello altissimo. Se io amatore mi metto in forma e poi sto tre settimane fermo, non mi cambia la vita. Ma quando il fisico è portato al limite, dal punto di vista metabolico e strutturale, tre settimane sono tante.

Ripartire con volumi e intensità basse, cioè “da zero”, serve al fisico e anche alla mente
Ripartire con volumi e intensità basse, cioè “da zero”, serve al fisico e anche alla mente
E cosa cambia?

Si perde dal punto di vista muscolare e metabolico. La FTP, per esempio: se fai un test a dicembre in ritiro non è la stessa che faresti a febbraio, marzo o luglio. Ci sono differenze soggettive, noi calcoliamo circa un 10 per cento di perdita nella fase di ripresa. Quindi abbassiamo la FTB e tutti gli altri parametri. Anche se nelle prime settimane non fai lavori specifici di FTP, è comunque il riferimento generale e lo adattiamo fino al ritiro, quando faremo i primi test.

Quindi un professionista di altissimo livello che non tocca la bici da tre settimane non dovrebbe fare subito quattro ore?

Dal mio punto di vista no. Poi c’è chi lo fa e non ha problemi, perché quando ripartono spesso si sentono anche bene: sono riposati e freschi. Fisicamente ci riuscirebbero anche. Ma nella costruzione di un programma che li deve portare a performare a fine gennaio-inizio febbraio a mio avviso non è ideale. Per noi è più corretto partire con calma. Tanto alle 4-5 ore ci arrivano in due, massimo tre settimane. Dopo tre settimane di allenamento fanno già cinque ore e mezza. Non servono quattro mesi per tornare a fare sei ore.

Domanda che può sembrare sciocca: se finisco bene la stagione e dopo il riposo riparto dal livello a cui ero, non potrei crescere di più? E’ come non spezzare mai la linea di crescita…

Sì, nell’immediato avresti la sensazione di essere pronto prima. Ma oltre al fatto che la crescita non è infinita, devi pensare a lungo termine. La stagione è lunga: devo performare come detto a gennaio-febbraio. E poi in estate e a fine stagione, alternando i giusti carichi e scarichi. Questo è il momento in cui bisogna scaricare dalla fatica accumulata e ricreare la base su cui costruire una stagione intera. Il riposo e la sua graduale ripresa vengono spesso dimenticati, ma sono parti fondamentali dell’allenamento: in off-season soprattutto, ma anche durante l’anno. L’equilibrio tra carico e riposo è essenziale e in questa fase si lavora anche su quello.

Sin qui, Samuel, abbiamo parlato di fisiologia e numeri, invece a livello mentale quanto conta ripartire da un’ora e mezza invece che da quattro ore?

Il fattore mentale conta forse più di quello fisico. Le due-tre settimane di stop e la ripartenza dolce danno sicurezza. Il corridore si è staccato dalla bici e dal ciclismo per qualche giorno, riparte con voglia di lavorare e sa che grazie alla progressione quotidiana arriverà alle 5-6 ore con la giusta tranquillità.

La bilancia resta il “nemico” numero uno per i corridori durante lo stacco
La bilancia resta il “nemico” numero uno per i corridori durante lo stacco
Un tempo la parte più difficile dello stacco di fine stagione era non mettere su troppi chili. Lo è ancora? Anche perché dover rincorrere oggi è impossibile: bisogna essere al 100 per cento sin dalla prima gara…

Sì, è ancora una parte molto impegnativa. Qualcuno mette su anche un po’ di più di due chili. Credo che la gestione alimentare sia una delle cose più difficili per i ragazzi, molto più dell’allenamento. Chiunque abbia corso, anche a livelli inferiori, lo sa: mantenere l’attenzione sull’alimentazione non è semplice.

Anche per questo c’è chi va a correre, chi cammina, chi nuota?

Sì, anche per evitare di ritrovarsi a dicembre con cinque chili da perdere. Peggio ancora se ci si presenta a gennaio: in quel caso anche la squadra di certo qualcosa ti fa notare. Lo sforzo per rientrare nel peso ideale è minore se non si esagera nella pausa. Concedersi qualcosina è normale, ma nella ripresa diventa molto più semplice rimettersi in ordine. Però capita ancora che qualcuno si lasci andare un po’ troppo e debba poi lavorare oltre il dovuto tra dicembre e gennaio per rientrare nei parametri.

Pochi giorni fa, tra le righe, Tosatto ha detto che più o meno le cose che si fanno sono quelle: ebbene rispetto ai 20 anni cosa cambia tra stacco e ripresa?

Per me non molto a dire il vero. Forse l’unica vera differenza è che ci si poteva lasciare andare un pelo di più, soprattutto dal punto di vista del peso. Questo perché si aveva un po’ di margine in più per recuperare. Ma per il resto tempistiche e ripresa erano le stesse.

Matteo Cornacchione, meccanici, Ineos Grenadiers

L’off season dei meccanici? Sentiamo Cornacchione

04.11.2025
6 min
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E’ il periodo dell’off-season ma non solo per i corridori. Se i team manager lavorano al ciclomercato e alla ricerca di nuovi sponsor, per i meccanici possiamo dire che sia un po’ come la quiete prima della tempesta. Ma attenzione: non stanno certo con le mani in mano.

Ne abbiamo parlato con Matteo Cornacchione, storico meccanico della Ineos Grenadiers, squadra WorldTour con atleti da tutto il mondo e che ha già l’Australia nel mirino per l’avvio di stagione. In questi giorni Cornacchione è a casa, ripartirà fra tre settimane, e quando può esce anche in bici. La passione, del resto, non va mai in off-season.

In questa fase della stagione i meccanici pensano soprattutto alla logistica dei mezzi e alla dislocazione di bici, materiali, attrezzi (foto Linkedin)
In questa fase della stagione i meccanici pensano soprattutto alla logistica dei mezzi e alla dislocazione di bici, materiali, attrezzi (foto Linkedin)
Quanto è davvero off-season per un meccanico?

Un po’ di giorni di ferie ce li facciamo, però le mie ferie sono più legate al divertimento, che può essere anche un giro in bici. Uso la mia off-season per godermi la bici, come magari non fanno i corridori: per loro è lavoro. Comunque dopo il Lombardia, non sono tornato subito a casa ma ho sistemato un po’ di materiale in magazzino.

Dove avete il magazzino?

In Belgio a Deinze, una località a un’ora a Nord di Bruxelles: posizione strategica perché ci sono tante gare e siamo vicini ai due aeroporti di Bruxelles. Non a caso da queste parti ci sono anche Lidl-Trek, Soudal-Quick Step, oltre ad altre squadre. Sono rimasto lì tre giorni.

E cosa hai fatto in quei giorni?

In questo off-season abbiamo sistemato il materiale e fatto qualche conference con i colleghi.

Cosa vi dite in queste conference? Magari le ordinazioni dei materiali?

Per il materiale abbiamo già un ragazzo che si occupa degli ordini: sa quanto abbiamo e cosa manca per partire. Noi meccanici pensiamo più alla logistica: camion, sistemazioni, materiali da portare in più o in meno nelle trasferte. Facciamo il punto su cosa ha funzionato un po’ meno bene, pensando anche all’organizzazione degli spostamenti aerei.

Shimano è senza dubbio il partner più importante sul fronte dei corsi di aggiornamento per i meccanici (foto Ineos Grenadiers)
Shimano è senza dubbio il partner più importante ai fini dei corsi di aggiornamento per i meccanici (foto Ineos Grenadiers)
Anche perché i tempi stringono…

Vero: sembra presto, ma il tempo passa veloce pensando alla prima trasferta, che sarà in Australia per il Tour Down Under. Il nostro primo appuntamento sarà il 23 novembre al bike build, nel magazzino in Belgio. Faremo dieci giorni tutti insieme per sistemare il materiale e i camion: come devono essere disposti gli attrezzi, le bici…

Insomma, sei a casa ma non stacchi del tutto?

Esatto. Nei pomeriggi liberi capita di pensare a come migliorare le trasferte. Capire dove abbiamo sbagliato e proporre soluzioni alla squadra. Quando ci sono tre attività, quattro contando il ritiro, bisogna pensare a tutto: materiale e personale. Non a caso abbiamo un responsabile dedicato.

E con i corridori come vi organizzate?

Lasciamo tutto il materiale vecchio per l’intero periodo di off-season, così ogni corridore ha a casa una bici da crono e una da strada. E molti hanno anche la gravel: tanti ragazzi la usano per divertimento o gare.

Un sogno di Cornacchione: far vedere anche agli altri meccanici la sede Pinarello, per capire da dove vengono questi oggetti tanto preziosi e belli
Un sogno di Cornacchione: far vedere anche agli altri meccanici la sede Pinarello, per capire da dove vengono questi oggetti tanto preziosi e belli
E come restituiscono il materiale?

Quando vengono al ritiro di solito diamo la bici nuova e loro ci portano la vecchia. Hanno una sacca per il trasporto in aereo. Se arrivano in macchina, come fanno spesso gli spagnoli nei ritiri in zona, le portano direttamente loro. Spedire una bici in Europa costa oltre 200 euro. E’ importante dare le bici nuove presto, specialmente a chi comincia presto.

Perché?

Perché arrivare alla prima gara con sella o leve da sistemare al millimetro non è ideale. Serve un rodaggio: di almeno due-tre giorni sulla bici numero uno, cioè quella prescelta per la gara.

Parliamo dei nuovi arrivati? Hanno già una Pinarello? E come gliela fornite già settata?

Con i nuovi facciamo un bike fitting. Hanno già le loro misure, ma per adattarsi meglio alla nuova sella o ai manubri Most di Pinarello lo facciamo comunque. Se riusciamo, organizziamo questo bike fitting prima del Lombardia, in base agli impegni dei ragazzi con la vecchia squadra.

Per il bike fitting la Ineos si appoggia a gebioMized, azienda specializzata. Quando l’atleta esegue questo test ci sono pronti i meccanici per eventuali modifiche (foto X)
Per il bike fitting la Ineos si appoggia a gebioMized, azienda specializzata (foto X)
E dove avviene il bike fit?

Sempre nel nostro magazzino in Belgio, dove abbiamo spazio e tutto il necessario. Ci segue una ditta esterna e ci sono due coach: normalmente sono quelli che poi lavoreranno con i corridori. Chiaramente ne approfittano per conoscerli.

Ci sono anche i meccanici?

Sì, perché cerchiamo di consegnare subito la bici nuova con la sacca Elite per auto o aereo. La parte più lunga è quando serve un telaio diverso: cambiano attacchi, spessori… Per usare la bici nuova servono permessi della vecchia squadra, ma di solito dicono di sì.

E quando sono i corridori che lasciano la squadra?

Non c’è tutta questa fretta, sono ragazzi che conosciamo da tempo. Per esempio Salvatore Puccio, che ha smesso, ci ha restituito tutto subito dopo Il Lombardia. Però avere presto il materiale è meglio, soprattutto le bici da crono: può servire per preparare la stagione o per i giovani juniores o under 23 che ruotano attorno al nostro team.

Puccio al Lombardia ha colto la palla al balzo per restituire tutto il materiale prima dell’addio. Altrimenti avrebbe dovuto spedire il tutto
Puccio al Lombardia ha colto la palla al balzo per restituire tutto il materiale prima dell’addio. Altrimenti avrebbe dovuto spedire il tutto
Quando arrivano nuovi materiali come vi organizzate?

Le presentazioni si fanno sempre nel magazzino in Belgio, ci sono spazi appositi per i meeting. In particolare con Shimano, che insieme a Pinarello è il nostro partner principale, parliamo di cosa ha funzionato e cosa no. E ci spiegano gli upgrade… considerando che c’è sempre più elettronica. E lavoriamo parecchio anche con la ditta che ci fornisce la “cassetta attrezzi”

In che senso?

Se arriva un attrezzo nuovo, questo brand tedesco che ci supporta, ci spiega come usarlo. Non sono cose banali: oggi serve precisione assoluta. L’attrezzatura è fondamentale e ci chiedono anche le nostre esigenze, se magari abbiamo bisogno di altro. O se loro possono costruire un articolo apposito.

Matteo, tu sei anche un appassionato: se arriva qualcosa di nuovo ti informi subito?

Sì. Ricordo che quando siamo passati dai rim brake ai disc brake, e noi in Ineos siamo stati tra gli ultimi, ho studiato parecchio. Mi informai molto in quei mesi invernali su come montare e smontare le nuove bici col disco. Ma in generale, anche oggi di solito do sempre una sbirciata.

Palestra a inizio stagione? La parola d’ordine è forza

14.11.2024
4 min
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Il mese di novembre per i professionisti ha un solo significato: la fine delle vacanze e l’inizio della preparazione. Seppure in maniera molto morbida i corridori tornano a fare fatica, sia in bicicletta che in palestra. Quello tra bici e pesi è un binomio che ha fatto vedere sempre più la sua importanza nel creare una solidità fisica per l’atleta. Nel momento in cui si parla di preparazione è facile sbagliare qualcosa e ritrovarsi in difficoltà durante la stagione.

La palestra è una parte fondamentale, anche perché molti atleti preferiscono partire da questa e poi montare in bici dopo qualche sessione. Marco Compri, preparatore del team performance della Federazione, ci dice in che modo si inserisce la palestra negli allenamenti di inizio stagione. Anzi, ancora prima, nella parte di off season.

«Va detto – ci anticipa – che l’atleta, a livello di prestazione, ha due facce: la forza e la parte metabolica. Quando parliamo della prima dobbiamo sapere che la si può allenare in due modi: specifico, in bici, e aspecifico, ovvero in palestra».

La base della palestra in off season è sulla forza, ma si lavora anche su potenza e ipertrofia
La base della palestra in off season è sulla forza, ma si lavora anche su potenza e ipertrofia

Base della piramide

La palestra ha un ruolo determinante nel costruire la componente muscolare che permetta al ciclista di performare durante tutta la stagione, ma come si inserisce al meglio all’interno della preparazione?

«Una cosa che voglio sottolineare – spiega Compri – è che la forza è la base della piramide, ma la differenza la fa la potenza. La forza non può trascendere dalla preparazione e ci permette di avere una condizione migliore, più la base è ampia  e più il vertice della piramide è alto. Se non la si cura non riuscirò mai ad arrivare al massimo del mio potenziale. Al fine di avere una buona efficacia bisogna inserire la palestra almeno due volte a settimana, altrimenti non si costruisce nulla».

Gli esercizi di effettuare sono quelli che richiedono una capacità multiarticolare, come gli squat
Gli esercizi di effettuare sono quelli che richiedono una capacità multiarticolare, come gli squat
Va inserita prima o dopo l’uscita in bici?

Nel caso di un doppio allenamento è bene inserire prima la palestra perché va fatta in condizioni di riposo per avere la migliore risposta del fisico. Ora siamo ancora nella fase di off season, questa va da quando si riprende fino al primo ritiro di dicembre. In questo momento, quindi, c’è più spazio per allenare la forza in palestra, inserendo lavori a bassa intensità in bici.

Cosa vuol dire allenare la forza?

Bisogna stare attenti, perché in palestra si allenano tre aspetti: forza, potenza e l’ipertrofia. Una sessione ideale prevede tutte e tre le componenti, cambiano solamente i volumi. In questa parte dell’anno si mette l’accento sulla forza. Si lavora con serie e ripetute basse: si parte dal 60 per cento del carico massimale fino ad arrivare all’80 per cento, con un numero di colpi basso (da 3 a massimo 5).

E’ importante anche la velocità d’esecuzione?

Assolutamente. Il fine è poi migliorare la potenza che in un’equazione è uguale alla forza per la massima velocità d’esecuzione: una velocità adeguata è nell’ordine degli 0,5 metri al secondo.

Eseguire gli esercizi in maniera corretta è fondamentale, serve quindi il confronto con tecnici e staff
Eseguire gli esercizi in maniera corretta è fondamentale, serve quindi il confronto con tecnici e staff
Quali sono gli esercizi che si possono fare al fine di allenare questo aspetto?

Innanzitutto multiarticolari, perché il cervello riconosce il movimento e non il muscolo in sé. Servono quindi movimenti complessi che abbinano una richiesta multiarticolare e alla capacità di controllo del core. Lo squat ad esempio è un buon esercizio perché unisce coordinazione, coinvolge più articolazioni e costringe l’atleta ad un movimento complesso.

Cosa è più importante, carico o velocità?

Velocità del gesto, perché il ciclista deve abituare il suo corpo a reagire velocemente. Se sono solo forte non avrò la massima performance. In pista, ad esempio, la maggior parte dei gesti avviene tra le 90 e le 130 pedalate al minuto.

La velocità di esecuzione deve essere sempre elevata
La velocità di esecuzione deve essere sempre elevata
Un pistard, come può essere Milan, in un anno dove correrà meno su pista avrà meno sessioni in palestra?

Lui è un corridore di endurance e lavorerà allo stesso modo che abbiamo descritto prima e con le stesse intensità, anche se non correrà tanto su pista.

Che la palestra sia importante durante tutto l’anno lo sappiamo, ma perché?

Innanzitutto impedisce il decadimento dei parametri massimali di forza e quindi mantiene elevata la capacità di performare. Inoltre continuare ad averla nel programma di allenamento garantisce una continuità di lavoro anche alla ripresa della nuova stagione. Se un corridore va in palestra solamente due mesi all’anno la ripresa sarà sempre più complessa o addirittura traumatica