Con Northwave Veloce Extreme viene ridefinito il concetto di scarpa racing. La nuova calzatura super tecnica dell’azienda veneta è stata sviluppata a stretto contatto con Filippo Ganna. Il contributo dell’atleta piemontese ha permesso di valutare ed analizzare feedback provenienti da diverse situazioni, su strada e dalla pista.
Rispetto al modello Extreme Pro 3, la Veloce Extreme porta in dote la nuova suola Powershape HT e una costruzione del prodotto che è completamente Made in Italy. Le abbiamo testate in anteprima.
Concezione tutta nuova
Non solo una scarpa evoluta, perché in Northwave è stato creato anche un rinnovato protocollo di test e di analisi completamente dedicato allo sviluppo della calzatura. In laboratorio sono state replicate tutte quelle situazioni che l’atleta vive in gara, momenti della performance che mettono sotto stress anche i materiali.
Sono state condotte delle prove incrementali di potenza e delle simulazioni di mantenimento dei watt (sovrapponendo i dati della nuova suola HT alla versione Powershape precedente) e analizzando il comportamento dei muscoli. Non solo, perché in parallelo è stato considerato anche l’andamento della frequenza cardiaca. Dietro ad una scarpa da bici si nasconde una ricerca complessa ed articolata, votata al miglioramento del prodotto, ma anche all’utilizzo di nuovi strumenti di analisi.
Prove elettromiografiche
In fase di test, le valutazioni della Northwave Veloce Extreme nascono da diverse prove, tra queste anche le analisi elettromiografiche condotte da Danny Moretto, specialista nell’ingegneria applicata allo sport.
«Le due condizioni “scarpa vecchia” e “scarpa nuova” – spiega – sono state valutate attraverso delle misurazioni elettromiografiche. L’analisi del segnale continuo durante l’intera prova a potenza costante è stata svolta in comparazione tra le due tipologie di scarpa. Il 54% dei soggetti mostra una riduzione dell’attività elettromiografica del muscolo gemello mediale, mentre l’attività del muscolo vasto mediale mostra dei valori più simili tra le due scarpe.
«La riduzione dei movimenti del piede e della caviglia – prosegue Moretto – consente di ipotizzare una minore attività dei muscoli deputati alla stabilità e una facilitazione della spinta, con sua relativa ottimizzazione per via di una diminuzione delle dispersioni di forza».
Comfort al primo sguardo
Il primo impatto estetico trasmette un senso di comfort, ma anche di sostanza: una scarpa piena e robusta. La sezione posteriore è asciutta e avvolgente, di più rispetto alla Extreme Pro 3, mentre la parte davanti si allarga abbondantemente (Northwave fornisce due solette con spessori diversi, 3 e 5 millimetri, soluzione che permette di regolare il volume interno).
Rispetto al modello 3, nella Veloce Extreme torna anche il tessuto controtrama all’interno, per offrire un grip migliore e limitare ulteriormente lo scivolamento del tallone. La parte dietro della calzatura è dove si nota la maggior parte del lavoro, grazie alla suola Powershape HT.
Massimo supporto con HT
La suola Powershape HT è un pezzo unico di carbonio unidirezionale. HT è una sorta di estensione verso l’alto, che funge da stabilizzatore e irrigidisce la struttura. E’ posizionato ne lato interno, dove è necessario il massimo supporto (per il piede e per le articolazioni coinvolte nella pedalata). La sezione esterna invece è più scarica, in modo da offrire un elevato grado di adattabilità e comodità. C’è comunque una talloniera in composito, integrata al di sotto della tomaia.
Rispetto alla suola Powershape standard (sulla HT è stato mantenuto il grado di rigidità 15 nella scala Northwave) sono cambiate/aumentate le asole per la ventilazione ed è stata mantenuta la compatibilità con i pedali SpeedPlay (con apposito adattatore).
Stessi rotori, chiusure diverse
Ci sono i due rotori SLW3 con i cavi in Dyneema, quello superiore tira in modo diretto, quello inferiore utilizza un incrocio con dei passanti esterni (non diminuisce l’efficienza, ma i punti di pressione si spostano verso l’esterno della tomaia). Sulla Veloce Extreme non ci sono “zone trasparenti” del tessuto, neppure nella parte vicina all’arco plantare. Qui, la compattezza della tomaia crea un supporto per i muscoli estensori del piede, lavorando in parallelo con l’arco Powershape (concetto ARS 2.0). Inoltre vengono distribuite su una superficie più ampia e rigida le pressioni che si creano con la chiusura.
Le nostre impressioni
Rigida, comoda e capace di stabilizzare come poche altre. La calzatura è più rigida rispetto alla Extreme 3, inoltre la rigidità si esprime in modo differente. Lungo tutta la suola e ovviamente nella sezione posteriore, dove offre un supporto notevole, soprattutto nelle fasi di spinta (anche in fuorisella). L’arcuatura della suola Northwave è uno dei punti di forma della Veloce, ma lo è da sempre (a nostro parere) per le scarpe road del marchio veneto. E’ comunque comoda (è una scarpa da agonista), una comodità legata alla forma, soprattutto quella davanti.
Le dita hanno spazio per muoversi, ma la costruzione la fa sembrare anche una sorta di vero e proprio contenitore. L’avampiede non spancia mai ai lati a tutto vantaggio della spinta e del perfetto allineamento, anche delle articolazioni superiori. Eccellente è il supporto che arriva dall’arco plantare in combinazione con la suola e il sistema di chiusura (migliorato rispetto al passato per quanto concerne la distruzione delle pressioni). Il rotore superiore tira parecchio e blocca il piede in modo deciso.
In conclusione
Con la Extreme Veloce, Northwave mette in pratica il percorso di evoluzione che dura da più di un decennio. Nella Veloce c’è tutto, Made in Italy ed elevata qualità dei materiali, un design che ha l’obiettivo di far collimare i diversi aspetti della performance, tanta tecnologia. Quest’ultima non è solo quella relativa al prodotto così come lo vediamo, ma anche ad una serie di studi condotti sull’atleta e come una calzatura sia in grado di influire sulla prestazione, perché la scarpa del ciclista è sempre in grado di cambiare la qualità della pedalata, al di la delle soggettività.