Baseggio secondo a Kranj, ma la scadenza si avvicina…

07.09.2024
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Il GP Kranj regala sempre spunti di discussione. L’ultima edizione ha premiato il russo di casa CTF Victorious Roman Ermakov, che ha fatto il paio con l’altra gara disputata neanche 24 ore prima, ma alle sue spalle è svettato Matteo Baseggio e non è un caso perché è praticamente tutta l’estate che viaggia nei quartieri alti delle gare a cui prende parte, con 7 Top 10 dal 28 giugno a questa parte.

Parliamo di un corridore di 26 anni, facente parte dell’Uc Trevigiani Energiapura Marchiol, quindi in una situazione quantomeno delicata. Il prossimo sarà l’ultimo anno nel quale potrà militare nella categoria, poi cadrà la mannaia: o uno sbocco quantomeno in una squadra continental, o l’addio a questo mondo. Parlando con il corridore, non si sentirà mai però la pur minima scivolata nello scoramento. Baseggio è pienamente inserito nel gioco e ha sempre accettato le sue conseguenze.

Il podio finale di Kranj con il russo Ermakov vincitore fra Baseggio e lo svizzero Balmer
Il podio finale di Kranj con il russo Ermakov vincitore fra Baseggio e lo svizzero Balmer

Il secondo posto lo ha soddisfatto appieno: «Era una gara internazionale di livello elevato, con molti team che hanno subito lanciato la gara su ritmi altissimi. A metà gara eravamo rimasti nel gruppo davanti in una cinquantina, a due giri dalla fine in 20 a giocarci la vittoria. Quando Ermakov è andato via io e Balmer abbiamo provato a riprenderlo ma andava davvero forte, d’altronde aveva un altro ritmo e si era visto il giorno prima che era in stato di grazia».

Un risultato il tuo non inaspettato, visto come andavi nel periodo…

Sono sceso da Livigno che sentivo di avere una buona condizione e ho cercato di farla fruttare, ma spero che duri ancora a lungo. Io cerco di fare sempre più che posso, di partire per ogni gara per metterci la mia firma, ho un rendimento costante ed è sempre stata questa la mia caratteristica, sperando che mi porti anche a svettare in qualche circostanza. Questa comunque non è una vittoria ma poco ci manca considerando anche che c’erano delle Professional e lo stesso Balmer è uno che ha frequentato assiduamente il WorldTour.

Il corridore dell’Uc Trevigiani mette Balmer alle sue spalle ed è secondo nella corsa slovena
Il corridore dell’Uc Trevigiani mette Balmer alle sue spalle ed è secondo nella corsa slovena
Tu non ti sei mai lamentato del fatto di essere Elite, di essere costretto a un calendario forzatamente ridotto. Non ti pesa?

Lamentarsi non serve, sono sempre stato dell’idea che fa parte delle regole del gioco. Se non sei passato ne prendi atto, scegli che cosa fare. Io pensavo di smettere, poi però questo mondo mi piace a prescindere e sono andato avanti. Mi diverto, non mi pesa allenarmi, fare la vita del corridore. Anche per me come per gli altri l’obiettivo è sempre stato passare e finché sei in questo ambiente la speranza c’è sempre, ma se il passaggio non arriverà, almeno potrò dire di aver dato sempre il massimo e di non avere rimpianti.

Parlavi di speranza: tu sei senza procuratore, fai parlare per te i risultati, ma quella speranza ce l’hai sempre?

Altrimenti non sarei qui, io voglio continuare finché mi sarà possibile e mettendomi a disposizione se qualcuno si trovasse con un posto disponibile sapendo che qui c’è un corridore che in ogni gara dà il 110 per cento, anche, anzi soprattutto per gli altri. Se mi dicessero passi ma dovrai sempre tirare, io direi di sì e tirerei sempre… Oggi tutti i giovani che passano sono super ambiziosi ed è giusto che sia così, ma io posso garantire il mio impegno a favore di chi ha più chance di emergere.

La vittoria di Baseggio al Memorial Mantovani di fine marzo, rifilando distacchi pesanti (Photors)
La vittoria di Baseggio al Memorial Mantovani di fine marzo, rifilando distacchi pesanti (Photors)
Eppure, facendo le dovute proporzioni, i risultati anche da parte tua non mancano…

Dall’inizio della stagione ho una vittoria e qualcosa come 17 Top 10, significa che sono sempre lì a lottare. Alcuni, proprio come quello di Kranj, hanno anche più valore considerando il livello di gara internazionale e la partecipazione.

In società che cosa dicono?

Sono contenti del mio rendimento, ma anche del mio comportamento: essendo uno dei più “grandi”, faccio un po’ da mediatore fra i più giovani e lo staff, contribuisco a fare gruppo, dando quel quid che poi serve anche in corsa. Non è neanche qualcosa che mi hanno chiesto nello specifico, mi fa piacere farlo, tutto qui.

Con Diego Beghini alla General Store-Essedibi nel 2020. Tante speranze non tutte realizzate (Photors)
Con Diego Beghini alla General Store-Essedibi nel 2020. Tante speranze non tutte realizzate (Photors)
Tu non hai procuratore, hai mai provato a cercare direttamente un approdo in una continental magari estera? Di corridori italiani in giro per il mondo capita di vederne…

Non nascondo di averci pensato, ma servono i contatti. Ad esempio con i team asiatici che pure hanno budget interessanti, ma non basta avere un indirizzo mail e scrivere se non hai qualcuno che accompagna la proposta, che conosce, che può metterci una buona parola. Forse sono anche io che non mi ci metto più di tanto proprio perché per me chiudere a fine 2024 non sarà la fine del mondo. Ho studiato meccanica, in questo mondo ci si può rimanere anche in altre vesti. Io intanto continuo su questa strada, provando a fare risultato sempre sin dall’Astico-Brenta di domani, poi si vedrà.

Vecchi a 25 anni? Baseggio vuol dimostrare di no

25.04.2023
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Nel numeroso affollarsi di eventi giovanili del ciclismo italiano che ogni fine settimana riempiono le cronache, quando ti accorgi che un corridore riesce a vincere due volte a distanza di 24 ore è sempre qualcosa che colpisce. A maggior ragione se accade in due regioni diverse e soprattutto in due specialità diverse, se poi a farlo è un atleta di 25 anni, che si ritrova a correre con ciclisti più giovani e vive su di sé il dubbio se quelle agognate porte del professionismo potranno ancora aprirsi a dispetto della carta d’identità, c’è abbastanza materiale per raccontare una storia. Quella di Matteo Baseggio.

Al venerdì primo nella cronocoppie di Porto Sant’Elpidio insieme al compagno di colori (e di esperienze… anagrafiche) Matteo Zurlo, al sabato trionfatore a Pontedera. Il portacolori dell’Uc Trevigiani non è nuovo a simili imprese, ma guarda a questi risultati fra il disincanto e la consapevolezza che è l’unica strada per ambire ancora a quel sogno coltivato fin da quand’era G2, bimbo che correva per seguire le orme del papà.

«Io affronto la mia attività in maniera tranquilla – afferma dopo la doppietta – quel che per me conta è non avere rimpianti e non ne ho. La mia caratteristica è essere sempre stato costante nei risultati, non so se questo sia sufficiente, ma questo sono io, il mio modo di interpretare questo mestiere. Parlo con i risultati, non avendo un procuratore e so che non sono il solo, anche Zurlo e Onesti vivono questa situazione, ma lo facciamo senza angoscia, prendendo quel che viene».

Il successo di Baseggio a Pontedera, con 36″ su Cordioli e 38″ sul gruppo
Il successo di Baseggio a Pontedera, con 36″ su Cordioli e 38″ sul gruppo
La speranza ce l’hai sempre?

Certamente e l’esempio di Lucca, passato proprio quest’anno è lì davanti a noi a dirci che bisogna crederci sempre. Noi dobbiamo esprimerci sui pedali, producendo risultati, poi se sarà destino, qualcosa succederà.

Riscontri comunque interesse intorno a te?

Offerte non me ne sono arrivate, ma so che comunque nell’ambiente si parla, le squadre di livello superiore mi seguono, per questo è importante quello che faccio. Spero che prima o poi qualcuno si avvicini. Il fatto di non avere un procuratore è sicuramente un handicap, ma quando sono passato io under 23 era una figura quasi sconosciuta, ora anche gli junior ce l’hanno e anzi già da allievi vanno in cerca. Ma d’altronde è cambiato tutto.

Il veneto è uno dei più esperti nel team, punta per le volate ma anche uomo da fughe da lontano
Il veneto è uno dei più esperti nel team, punta per le volate ma anche uomo da fughe da lontano
Si ha la sensazione che la vostra generazione sia quella che ha patito di più un cambiamento così improvviso e repentino…

E’ vero, ormai già dopo massimo un anno in questa categoria sai chi passerà professionista e chi resterà al palo, ma questo seppur vero non chiude ogni porta. C’è anche chi è passato dopo e noi ci affidiamo a questo pensiero.

Veniamo alle vittorie che hai ottenuto, completamente diverse seppur così ravvicinate.

Nella cronocoppie l’importante è essere costanti, io mi sono trovato con Matteo Zurlo che ha le mie stesse caratteristiche, quindi abbiamo potuto lavorare bene insieme. Non l’abbiamo neanche preparata, ma sapevamo di essere bei passisti, dovevamo solo impostare un buon ritmo e darci cambi regolari. Il giorno dopo a Pontedera era una gara vallonata, sono andato in fuga con Gianluca Cordioli che a 6 chilometri dal traguardo ha preso una buca sull’asfalto e rotto la ruota anteriore. Così sono arrivato da solo.

Zurlo e Baseggio primi nella cronocoppie di Porto S.Elpidio, con 33″ su Cao e Di Bernardo, loro compagni di team
Zurlo e Baseggio primi nella cronocoppie di Porto S.Elpidio, con 33″ su Cao e Di Bernardo, loro compagni di team
Due vittorie simili dimostrano anche buone doti di recupero…

Effettivamente è una mia caratteristica. Io non sono uno scalatore, mi reputo un passista veloce che anche in volata se la gioca. Nelle corse a tappe non posso competere per la classifica perché non ho le doti adatte, ma sono un cacciatore di tappe dall’inizio alla fine, quando capita l’occasione ci sono.

Ciclismo a parte?

Ho preso il diploma di perito meccanico, poi non sono andato avanti con gli studi, dedico la mia vita al ciclismo perché se non ci provi con tutto te stesso non vai lontano. A me quello del ciclismo è un mondo che piace da matti, se proprio le cose dovessero andar male non mi dispiacerebbe trovare comunque in quest’ambiente una strada per il mio futuro.

Baseggio è nato il 18 giugno ’98 a Bassano del Grappa. E’ alla Trevigiani dallo scorso anno
Baseggio è nato il 18 giugno ’98 a Bassano del Grappa. E’ alla Trevigiani dallo scorso anno
Quali gare ti attendono?

Quando sei oltre gli under 23, il calendario non è che offra poi molto. Io punto alle gare dove potermi mettere in luce, dove ci sia gente dell’ambiente a guardare. Ogni volta che parto so che devo fare qualcosa di più di chi è più giovane.

Nel team come ti trovi?

Davvero bene, sono contento che lo scorso anno l’Uc Trevigiani sia ripartita in pieno. E’ una società molto seria, tante cose sono andate migliorando giorno dopo giorno, mi danno il giusto supporto. Se vinco c’è molto anche del loro. So che, se si aprisse uno spiraglio, sarebbero i primi a festeggiare con me.