A 18 anni nel WorldTour, prosegue il volo di Markel Beloki

13.12.2023
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Nella scia di Ayuso e Rodriguez e anche prima di loro, sbarca nel WorldTour anche Markel Beloki, figlio di Joseba: tre volte sul podio del Tour. Lo farà con la maglia della Education First, guidato da Juan Manuel Garate, e lo farà soprattutto con un anno di anticipo anche rispetto agli auspici di suo padre.

«Mi trovo a pensare a lui – ci disse Joseba lo scorso anno – come padre e come tecnico. Come padre, ha molti sogni, gli piace andare in bici e allenarsi come me. Sogna di passare professionista. E’ un atleta che si sta facendo. E’ alto 1,84 e pesa 69 chili. E’ sottile. E’ cresciuto molto rapidamente e altrettanto rapidamente sta migliorando. Il prossimo anno e il primo da U23 saranno importantissimi».

Markel Beloki ha ripreso a pedalare sulle strade di Vitoria, prima del ritiro di Girona (foto Instagram)
Markel Beloki ha ripreso a pedalare sulle strade di Vitoria, prima del ritiro di Girona (foto Instagram)

Da Sanchez a Garate

Da junior, Markel Beloki ha corso nella MMR Cycling Academy di Samuel Sanchez e i suoi progressi sono subito apparsi sotto gli occhi di tutti. Così si è arrivati alla decisione di fare il grande salto con un sottile anticipo. E a 18 anni, dal 2024 ci sarà nuovamente un Beloki nel grande gruppo. L’anomalia semmai è che inizialmente il corridore basco sembrava promesso alla Movistar, con cui aveva anche svolto un ritiro. Invece alla fine a prevalere è stato il team di Jonathan Vaughters.

«Sono molto emozionato – spiega Markel – e desideroso di dimostrare che non avevo torto. Quando è iniziata la scorsa stagione avevo in mente di mettere in pratica il percorso logico per tutti i ciclisti. Correre nella categoria under 23 e poi lottare per un posto nel gruppo professionistico. Invece si è presentata l’occasione e ho deciso di sfruttarla. Immagino che se fosse successo a qualcun altro, avrebbe preso la stessa decisione.

«Diciamo che a convincere tutti che sono pronto sono stati i miei ottimi test, ma soprattutto essere guidato da “Juanma” Gárate sarà come avere accanto uno di casa. Lui mi segue da vicino, mi consiglia e mi aiuterà a fare questo passo. Sono contento dell’anno che ho fatto, con dieci vittorie, ma non mi aspettavo che finisse così. Avrei potuto fare la doppietta ai campionati nazionali, invece nella prova su strada non sono riuscito a riprendere Alvaro Garcia che ha vinto e che correva nella squadra di Valverde».

Qui Beloki vince la prima tappa della Bizkaio Itzulia a Guenes (foto Naikefotosport)
Qui Beloki vince la prima tappa della Bizkaio Itzulia a Guenes (foto Naikefotosport)

Crescere poco a poco

Markel non somiglia per niente a suo padre: tanto era minuto e scalatore Joseba, per quanto è alto e filiforme suo figlio. Li accomuna la passione per la crono, ma è innegabile che il DNA ciclistico sia comune.

«Sono sempre stato forte in salita – conferma Beloki junior – ma sono molto bravo anche a cronometro. Spero di potermi difendere su tutti i terreni e anche se il salto che sto per fare è molto grande, sono preparato. Sia fisicamente che mentalmente, ho fatto i conti con l’idea che potrò fare le cose poco a poco. Intanto ho avuto modo di conoscere i compagni a Girona intorno a metà novembre. Abbiamo trovato bel tempo e abbiamo iniziato a pedalare tutti insieme.

«La squadra è un bel miscuglio di nazionalità diverse, fra spagnoli, colombiani, ecuadoriani e venezuelani. Da fuori sembrano delle ottime persone oltre ad essere grandi ciclisti. Spero che possano aiutarmi con i miei primi passi: la lingua è un vantaggio in questo senso. Inizio a piacermi anche vestito di rosa (sorride, ndr), mentre sono super contento della mia Cannondale, penso sia un’ottima bici».

Nella crono iridata di Stirling (Glasgow) Beloki non è andato oltre il 18° posto
Nella crono iridata di Stirling (Glasgow) Beloki non è andato oltre il 18° posto

Il DNA non mente

E mentre Markel Beloki si accinge a debuttare, un altro giovane spagnolo si affaccia sulla grande ribalta. Per la Spagna, che ha in Ayuso e Rodriguez i primi eredi di Purito Rodriguez, Valverde e Contador, a proposito di DNA ciclistico si prospetta anche il talento di Marcos Freire, figlio di Oscar.

Se lo è accaparrato già Joxean Matxin che lo ha vestito dei colori del UAE Team Emirates, nonostante il ragazzo abbia ancora 16 anni. Il tempo di fare la trafila negli juniores e potremmo probabilmente vederlo nel Gen Z Team della squadra emiratina, in cui per ora sono stati concentrati elementi di solido avvenire, come Glivar e il nostro Giaimi. In Spagna, insomma, c’è più di qualche motivo per cui brindare.

Papà Freire ci presenta Marcos, velocista come lui…

30.08.2022
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«Marcos ha deciso di seguire le mie orme, eppure solo il cielo sa quanto io e mia moglie Laura abbiamo pregato che ciò non avvenisse». Nel raccontare il presente e il futuro di suo figlio Marcos, in predicato di entrare in una squadra junior spagnola, il tre volte iridato Oscar Freire ci coglie un po’ alla sprovvista. Sapevamo che seguiva da vicino il suo ragazzo di 16 anni, del quale si dice un gran bene, ma certamente non ci aspettavamo una simile presa di posizione.

Freire famiglia
Marcos fra i suoi genitori, il tre volte iridato Oscar e la madre Laura
Freire famiglia
Marcos fra i suoi genitori, il tre volte iridato Oscar e la madre Laura

«Inizialmente – racconta Freire, ritiratosi nel 2012 forte di 73 vittorie tra cui, oltre i mondiali, tre Sanremo e una Gand-Wevelgem – quand’era ancora bambino, si dedicava a calcio e tennis. Le mie gare dal vivo non le ricordava, quando ho chiuso la mia carriera nel 2012 aveva appena 6 anni. Poi però si è appassionato sempre di più. Il bello è che se prima non voleva sapere nulla del mio passato, della mia carriera, poi ha cominciato a chiedere, a guardare vecchi filmati. Devo dire che il ciclismo ci ha avvicinati molto».

Perché non volevi che seguisse il tuo esempio?

Troppi rischi. Mia moglie Laura soprattutto non ne vuole sapere, già non veniva a vedere le mie corse e lo stesso fa con suo figlio. E’ molto apprensiva, aspetta sempre la chiamata per sapere che tutto è andato bene. Non guardava neanche le mie corse in Tv, se poi sapeva di una caduta… A Marcos dicevo che il ciclismo è fatica, è sacrificio, è uno sport durissimo, ma poi col tempo sono stato contento. A me interessava che facesse sport perché alla sua età è fondamentale abbinarlo alla scuola, tiene lontani i ragazzi da brutte strade.

Freire Cantabria
Da allievo 2° anno Marcos Freire si è laureato campione di Cantabria, la sua regione
Freire Cantabria
Da allievo 2° anno Marcos Freire si è laureato campione di Cantabria, la sua regione
Fisicamente è diverso da te?

E’ alto 1,82, io 1,70… Già lo scorso anno era più alto di me. Le nuove generazioni sono così, fisicamente sono un’altra cosa, vedo che i suoi coetanei sono alti almeno quanto lui.

Considerando che stiamo parlando di un ragazzo di 16 anni, come corridore ricorda te?

Ragazzo? Per me è ancora un bambino… E’ presto per dirlo, per quel che si è visto anche lui va forte in volata. Da esordiente il primo anno ha vinto 8 gare in varie regioni, io ne vinsi 16 alla sua età ma tutte nella mia regione. In salita invece è tutto da scoprire.

Freire sprint
Sprint fulminante ma capacità anche di andare in fuga: i cromosomi del padre sono evidenti…
Freire sprint
Sprint fulminante ma capacità anche di andare in fuga: i cromosomi del padre sono evidenti…
Fa solo ciclismo su strada?

Nell’ultimo anno sì, anche se ha detto che vuole riprendere a fare un po’ di ciclocross d’inverno. Inizialmente però aveva cominciato con la mtb, poi a 13 anni ha deciso di dedicarsi alla strada.

Ti chiede del tuo passato?

Ora sì, è molto curioso, cerca sempre i filmati dei mondiali, delle Sanremo, delle altre gare che ho vinto. Mi chiede molto, ma soprattutto vuole consigli, cerca di rapportare la mia esperienza alla sua e questo mi fa piacere. Io però gli dico sempre che sono due periodi molto differenti: il ciclismo è cambiato tantissimo. Gli piace tanto quello attuale e quando vede le corse dei miei tempi le reputa un po’ noiose. Io comunque voglio che per ora prenda il ciclismo ancora come un gioco, per questo non insisto molto su allenamenti e altro, lascio che faccia da solo, si sperimenti, avrà tempo per fare sul serio.

Freire salita
Secondo Oscar, al giovanissimo Marcos serve tempo per capire che ciclista potrà essere
Freire salita
Secondo Oscar, al giovanissimo Marcos serve tempo per capire che ciclista potrà essere
E’ pur vero però che il ciclismo attuale è molto più anticipato rispetto ai tuoi tempi, gli junior sono già nel mirino delle squadre pro’…

Lo so bene, ma questo è anche abbastanza normale considerando che al giorno d’oggi grazie alla rete, di un ragazzo di 17 anni sai già tutto, che corse ha fatto e ha vinto, come è fatto, ecc. Quando correvo io sapevo già da ragazzino che avrei voluto fare il professionista e che avevo tutto per riuscirci, ma affermarsi non era facile, bisognava farsi conoscere. Ora guardo Ayuso a 19 anni già a lottare per il podio alla Vuelta e rimango sbalordito. Bisognerà poi vedere se un ciclismo simile non ti consuma anzitempo, ma è impossibile saperlo ora.

Freire Sanremo 2010
L’ultima grande vittoria di Oscar Freire, la Milano-Sanremo 2010, la sua terza Classicissima
Freire Sanremo 2010
L’ultima grande vittoria di Oscar Freire, la Milano-Sanremo 2010, la sua terza Classicissima
Si era parlato del passaggio di Marcos nel team curato da Samuel Sanchez, il campione olimpico 2008. Perché poi non se n’è fatto più niente?

Preferisco che Marcos corra per una squadra vicino casa, della nostra regione. In questo modo è più semplice portarlo alle gare, altrimenti dovrebbe stare sempre in viaggio. E’ ancora molto giovane, voglio che cresca per gradi anche in queste cose, senza dimenticare che c’è la scuola. Avrà ugualmente modo di correre e mettersi in mostra e così potrò seguirlo anche meglio.