MB Wear, non ci sono solo i calzini, ma un pool di capi tecnici dalla qualità elevata e con una filosofia ben precisa
Il ciclismo è cambiato tanto e non merito o colpa del Covid. Di certo la pandemia e un’apertura a tante correnti di pensiero hanno reso la bicicletta appetibile anche a chi l’ha vissuta con distacco per tanti anni. Il ciclismo “non è più solo” quello delle maglie di club, degli agonisti e delle menate a testa bassa, ma anche una sorta di sport delle lobby. Nel ciclismo convergono tante correnti di pensiero e dove tutti si possono ritagliare uno spazio. L’abbigliamento di MB Wear rappresenta questo concetto, ovvero quello di una disciplina sportiva estremamente moderna, dove ognuno può ritrovare la sua linea di pensiero, la filosofia e il modo con il quale si vive la passione per la bicicletta.
MB Wear, due ex pro’
L’azienda nasce quasi per caso dalle menti di due ex corridori, Marco Bandiera e Tiziano Dall’Antonia, che alle spalle hanno una carriera da corridore professionista.
«Quando termini la carriera da professionista ti devi reinventare, devi capire cosa vuoi fare e cosa sei in grado di fare. Non è semplice – dice Marco Bandiera – perché sei giovane, ma in realtà non hai mai affrontato il mondo reale come una persona qualunque. Ti ritrovi in un limbo e devi cercare di capire subito quale strada prendere per non restare fuori da tutto».
«Eravamo in ritiro con la squadra ad Alassio – prosegue Dall’Antonia – era l’epoca dell’Androni e una sera ci siamo ritrovati con i calzini in mano a parlare di cosa si poteva fare dopo essere stati dei corridori. Da lì siamo partiti con l’idea di fare le calze, anche e soprattutto per uno sfizio personale di entrambi».
Dagli scherzi e dai sorrisi, fino ad arrivare ad un’azienda d’abbigliamento che fa scuola, il passo non è poi così lungo!
Quell’esperienza che fa scuola
Il bagaglio è quello di aver fatto il corridore vero per mestiere, un lavoro che è una passione, il gioco del bambino e anche un’impegno che ti condiziona la vita. Però, come tutti i mestieri che impari quando sei un ragazzino, ti lasciano qualcosa e fanno la tua storia.Questo sapere viene riportato e tradottoin tutti capi dellecollezioni di MB Wear, che hanno una produzione al 100% Made in Italy e vengono provati ed approvati dai due fondatori.
La calza MB Wear fa scuola ancora oggi a distanza di qualche anno; la prima calza stampata specifica per la bicicletta è di questa azienda. Ma oggi il catalogo si amplia, sempre con il chiodo fisso di offrire una qualità elevata e dettagli sempre curati, non solo nelle grafiche.
Grafiche uniche, tecnicità top
Le grafiche uniche nel loro genere e gli abbinamenti cromatici talvolta estremizzati, sono una sorta di marchio di fabbrica, che ha portato un nuovo modo di interpretare la bicicletta, anche ad alto livello. Questo fattore però non toglie qualità alla cura del dettaglio e alle materie prime di altissima qualità, perché il piacere estetico deve collimare con la gratificazione che proviene dall’indossare un capo d’abbigliamento per tante ore e sotto sforzo. E poi quelle collezioni che puntano ad essere in linea alle richieste dell’utilizzatore e alla stagionalità, cercando di non creare confusione.
Dall’Antonia ci illustra una parte della collezione estiva (@CharliePix)
Una maglia della collezione estiva maggiormente tecnica (@CharliePix)
All’interno del punto vendita di Maser (@CharliePix)
Linea completa e ampia scelta di colori
Il mirino viene puntato sulla semplicità di scelta e sulla funzionalità, anche attraverso un numero ridotto di linee dei capi tecnici. Questo non è un fattore secondario e ha l’obiettivo, prima di tutto, di non creare confusione e disorientare il cliente. La scelta delle cromie e degli abbinamenti grafici è davvero ampia, per tutti i palati.
Ci siamo “goduti” anche la salita di Cà del Poggio (@CharliePix)Ci siamo “goduti” anche la salita di Cà del Poggio (@CharliePix)
Fra le colline del Prosecco
Solo quando sei alle porte di queste colline, che poi definirle colline è riduttivo, ti rendi conto dell’attaccamento che questa terra ha nei confronti della bicicletta. Forse è anche per questo motivo il Veneto sforna da sempre grandi campioni e interpreti della bicicletta, un contesto ambientale operoso e capace di mettere in moto le idee.
Per MB Wear, innovazione e tecnologia vanno di pari passo con comfort e stile. La maglia invernale di cui parliamo oggi è una chiara espressione dell’ideologia dell’azienda di Treviso. Questo intimo è stato ideato per garantire al ciclista una performance asciutta grazie alla massima traspirazione della fibra di Dryarn. Una tecnologia da top di gamma in grado di fornire una termoregolazione costante durante le uscite invernali anche quando le temperature si abbassano notevolmente. La maglia ha un design unico ed elegante con caratteristiche polivalenti adatte non solo al ciclismo ma anche a running e sci.
L’utilizzo della fibra di Dryan permette la massima espulsione verso l’esterno delle cellule umideL’utilizzo della fibra di Dryan permette la massima espulsione verso l’esterno delle cellule umide
Punti di forza
L’utilizzo della fibra di Dryarn permette la massima espulsione verso l’esterno delle cellule umide, anche nelle zone di maggior areazione grazie a una trama differente. Il lupetto non troppo alto regala piena libertà di movimento alla zona del collo. Il polsino specifico “allungato” garantisce maggiore elasticità ed aderenza, limitando le infiltrazioni di aria dall’esterno. La maglia ha un’eccellente coibenza termica, che dona all’utilizzatore una pelle asciutta il più a lungo possibile ed elimina inutili pressioni nel derma grazie alla costruzione seamless (senza cuciture), tipica di tutti i prodotti MBwear. I fianchi lavorati permettono ulteriore elasticità al capo e fanno si che abbia una vestibilità ottima per tutti i tipi di fisico.
Dermatologicamente testato il Dryarn ha un’estrema resistenza ai batteriDermatologicamente testato il Dryarn ha un’estrema resistenza ai batteri
I benefici del Dryarn
Per veicolazione dell’umidità verso l’esterno, il Dryarn è sicuramente tra i migliori sul mercato. La fibra idrofobica è senza rivali per la sua resistenza eccezionale e per il peso specifico imbattibile. Dermatologicamente testato il Dryarn ha un’estrema resistenza ai batteri, ai funghi, ai microrganismi e agli insetti. Fibra sintetica che rispetta la natura, in quanto non subisce operazioni tintoriali per colorarla. Un insieme di tecnologia, innovazione e stile che si racchiudono nella maglia invernale di MBwear acquistabile ad un prezzo consigliato di 59,90 euro. MB Wear
Creata per le classiche condizioni estive di alte temperature e per chi necessita di contatto più diretto possibile con la calzatura. Tessuta con la fibra Q-SKIN in poliammide 6.6, la quale ha caratteristiche molto particolari: robustezza, un’eccellente resistenza all’abrasione ed una buona resistenza chimica e alla fatica, il materiale si consuma in maniera più graduale. La linea di cui parliamo qui, oggi, si chiama Sahara.
Multistrato per il comfort
La calza Sahara di MB Wear, l’azienda veneta fondata da Marco Bandiera e Tiziano Dall’Antonia, viene creata con diversi strati ed una leggera imbottitura sul metatarso (la zona di maggior spinta e attrito). E’ studiata per essere traspirante, comoda, l’ideale per le uscite estive.
Durante la normale attività sportiva, il nostro corpo produce sudore; la tecnologia Q-SKIN si attiva nel momento in cui le molecole di sudore entrano in contatto con la fibra. Gli ioni d’argento contenuti al suo interno aiutano a ridurre la flora batterica in eccesso, principale causa dei cattivi odori.
Sahara Black, cattivissime ed eleganti
Queste le Blue, una tinta pastello molto elegante
Pink: solo per ragazze? Forse no
Le Sahara White sono per chi adora la tradizione
Infine le Yellow, il giallo fluo è trendy e sicuro
Sahara Black, cattivissime ed eleganti
Queste le Blue, una tinta pastello molto elegante
Pink: solo per ragazze? Forse no
Le Sahara White sono per chi adora la tradizione
Infine le Yellow, il giallo fluo è trendy e sicuro
Efficacia studiata in laboratorio
La fibra Q-SKIN® mantiene intatte le sue caratteristiche nel tempo anche dopo numerosi lavaggi. Efficacia batterica e resistenza ai lavaggi sono testate dall’istituto MIS PLUS di Zurigo: le normative stringenti in questi campi impongono studi molto approfonditi.
Q-SKIN® ha ottenuto numerose certificazioni a tutela della salute della persona e dell’ambiente. L’etichetta OEKO-TEX STD 100 CLASS I attesta l’innocuità della fibra per la salute umana.
Le calze Sahara sono proposte in 4 misure: S-M (dal 35 al 40), L-XL (dal 41 al 45). I colori in catalogo hanno tutti la loro personalità. Dal classico White, passando per il Black super trendy. Dallo Yellow stiloso e ben visibile, al Pink non solo per le donne, infine il Blue, un pastello molto elegante.
Le calze della linea Sahara di MB Wear sono in vendita al prezzo di euro 17,70.
E’ stato inaugurato sabato 13 marzo scorso a Crespignaga di Maser, nella provincia super ciclistica di Treviso, il primo negozio “fisico” MB Wear. All’interno della struttura, ciascun appassionato potrà trovare l’intera collezione di originale e coloratissimo abbigliamento cycling ed accessori disegnati e prodotti dal marchio veneto.
Qualità e originalità
MB Wear nasce dalla passione diTiziano Dall’Antonia e di Marco Bandiera, due ex ciclisti professionisti, che hanno portato la loro esperienza decennale a rappresentare il vero punto di forza dei prodotti.
L’esterno del nuovo negozio con tanto di logoL’esterno del nuovo negozio MB Wear con tanto di logo
MB Wear si distingue per essere un brand nato con l’obiettivo di fornire un prodotto sportivo caratterizzato da materie prime di altissima qualità, ideali per garantire comfort, resistenza e durevolezza nel tempo. Con queste caratteristiche, sono nel tempo nati dei prodotti professionali legati al mondo del ciclismo, del running e dello sci nordico, ciascuno con caratteristiche proprie, dedicate e specifiche ma legate sempre dalla stessa filosofia originaria.
Alcune immagini del bellissimo Shop di MB Wear
Alcune immagini del bellissimo Shop di MB Wear
I dettagli fanno la differenza
«Quando le prestazioni sono elevate, sono i dettagli a fare la differenza». E’ proprio questo è il motto dei due fondatori di MB Wear, una filosofia che si è dimostrata vincente e che caratterizza tutti (ma proprio tutti) i loro prodotti. Inoltre, bisogna assolutamente ricordare che tutti gli articoli studiati per il ciclismo, per il running e per lo sci nordico, si caratterizzano per la presenza sia di elementi innovativi quanto per l’attenzione all’aspetto tecnico che assicura a chi li indossa, un elevato comfort per delle prestazioni ottimali.
Bandiera e Dall’Antonia con il Sindaco di Maser Claudia Benedos e la Consigliera Regionale Silvia RizzottoBandiera e Dall’Antonia con il Sindaco di Maser Claudia Benedos e la Consigliera Regionale Silvia Rizzotto
Sempre aperto
Qualora foste in zona, meglio se in bici, il nuovo negozio MB Wear è aperto il venerdì ed il sabato dalle 8,30 del mattino e fino alle 12,30, nel pomeriggio dalle 15,30 alle 19. La domenica invece rimarrà a disposizione di tutti i clienti solo mezza giornata, ovvero dalle 8,30 alle 12,30.
MB Wear, la maglia Comfort è ideale per affrontare le mezze stagioni. Frutto dell'esperienza di due ex professionisti: Tiziano Dall'Antonia e Marco Bandiera
MB Wear, l’originalissimo marchio d’abbigliamento ed accessori specifici per il ciclismo, è partner ufficiale di Italy Cycling Tour. Si potrebbe dire una riunione di vecchi amici, tutti pazzi appassionati di ciclismo, accomunati dall’essere stati agonisti e professionisti delle due ruote.
MB Wear: originalità e qualità
Il brand MB Wear nasce dalla passione di Tiziano Dall’Antonia e Marco Bandiera, due ciclisti di professione che hanno portato la propria esperienza decennale maturata nel mondo delle corse a rappresentare un vero punto di forza e di vantaggio dei loro prodotti. Parliamo di un marchio nato con l’obbiettivo di fornire un prodotto caratterizzato da materie prime di altissima qualità, capaci di garantire comfort, resistenza e durevolezza nel tempo. E proprio con queste caratteristiche sono nati i prodotti MB Wear, assolutamente professionali, legati al mondo del ciclismo, del running e dello sci nordico. Ciascuno con caratteristiche dedicate e specifiche, ma sempre accomunati dalla stessa filosofia. “Quando le prestazioni sono elevate, sono i dettagli a fare la differenza”, è questo il motto dei due fondatori di MB Wear. Una filosofia che si è dimostrata vincente e che caratterizza tutti i capi di abbigliamento ed accessori in gamma.
Lo stile dei capi di MB Wear è unico e inconfondibileLo stile dei capi di MB Wear è unico e inconfondibile
ICT è passione e divertimento
Alessandro Da Re, Mauro Da Dalto e Maurizio Bruseghin: sono loro i tre manager, o meglio le anime ed il cuore di Italy Cycling Tour. Tre amici di vecchia data che per amore del ciclismo, per la voglia di vivere la bicicletta lontano dalle competizioni, oltre ad un filo di “sana” pazzia, hanno dato vita a Italy Cycling Tour. Un’idea nata tra le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, dichiarate Patrimonio Mondiale Naturale dell’Unesco, a pochi passi dalle Dolomiti e da Venezia. Italy Cycling Tour organizza tour guidati in bicicletta attraverso alcune delle città e mete più suggestive del Veneto, d’Italia e d’Europa. Il team aziendale è giovane e dinamico in quanto composto da ex ciclisti professionisti e da guide certificate che sono pronte ad accompagnarvi lungo percorsi esclusivi e sulle strade che hanno fatto e fanno la storia del ciclismo.
Alessandro Da Re, uno dei manager di Italy Cycling TourAlessandro Da Re, uno dei manager di Italy Cycling Tour
Proposte turistiche per tutti
«Ma questa volta – garantisce Alessandro Da Re – la competizione è l’ultima cosa a cui pensiamo. Il nostro progetto è di continuare a vivere la passione per la bici portando in giro i nostri clienti e ammirando con loro le bellezze italiane e mondiali. Promuoviamo pacchetti turistici per utenti italiani ed stranieri, appassionati e amanti del ciclismo, sempre con la massima professionalità e competenza tecnica».
MB Wear, marchio di Marco Bandiera e Tiziano Dall'Antonia, propone una sottomaglia invernale super tecnica, tessuta in Dryarn a prova di umido e batteri
Avete presente i calzini supercolorati di Bandiera e Dall’Antonia, alcuni anche con grafiche paradossali, che si vedono spesso in gruppo con il logo MB Wear? Sentite la storia che c’è dietro.
Venti calzini bianchi
«Le squadre ci davano calzini abbastanza scomodi – dice Bandiera – che dopo due lavaggi si dovevano buttare. Per cui prima di partire per il Giro d’Italia del 2014 mi rivolsi a un’azienda di qui e chiesi che mi facessero 20 calzini bianchi. Li volevo che non si spostassero, che restassero morbidi, che fossero una seconda pelle. I compagni cominciarono a guardarli e chiedevano. Poi a Gippingen arrivo in squadra anche Tiziano e me lo trovai in camera. E così gli feci provare quei calzini…».
Dall’Antonia sorride da sotto la mascherina, magro come quando correva. Dice di aver preso 10 chili, ma si fa fatica a riconoscerli. La stanza è un fiorire di calzini di ogni colore e forma, con il marchio MB in bianco su fondo nero al centro della parete. Siamo a Maser, in provincia di Treviso. Il marchio si chiama come Marco Bandiera (MB): fu lui ad avere l’idea, ricorda Tiziano, e a lui non importava di comparire.
«Però gli chiesi da dove venissero – racconta Tiziano – e quando poi tornando verso casa gli chiesi perché non si potesse farne un affare. Se non avessi fatto il corridore, avrei studiato Giurisprudenza. Ma visto che avevo deciso di correre, sin da dilettante durante l’inverno frequentavo corsi di gestione aziendale che venivano organizzati da varie realtà di queste parti. E così quando Marco mi presentò quello che produceva i calzini, iniziammo a studiare i filati e le esigenze dei corridori. E arrivammo a un modello in quattro colori».
Marco Bandiera al Giro d’Italia del 2014 con i primi calzini fatti per luiBandiera al Giro 2014 con i primi calzini
Nascosti in garage
Inizia così un viaggio a metà tra la goliardia e il senso degli affari che ha portato due ex corridori, ottimi amici, a inventarsi un business geniale.
«L’anno dopo – riprende Bandiera – ci allenavamo la mattina e lavoravamo il pomeriggio. Avevamo preso dei garage sotto casa mia, a Montebelluna, come i carbonari. Al piano terra c’era l’Agenzia delle Entrate, al primo piano studi di avvocati e sopra abitavo io. Però dopo un po’ nei garage non si entrava più, tanto che quando scendevamo per lavorare, dovevamo tirare fuori tutti i cartoni. Nel frattempo eravamo andati avanti. Nel ritiro di Alassio, ai primi del 2015, eravamo in stanza con Gatto. Parlavamo che ci serviva un logo e lo tirammo fuori. Insomma, al Giro d’Italia, che pure partiva dalla Liguria, ci presentammo con due valigie piccole e buste e scatoloni con il nome delle squadre cui erano destinati. La voce si era sparsa. Insomma, alla vigilia della prima tappa entra in camera Ellena con il Garibaldi e la voglia di parlare della corsa del giorno dopo, ci guarda e fa: “Ma voi siete qua per correre o per vendere?”. Ci mettemmo a ridere, ma io feci quel Giro tutto in fuga, per far vedere i calzini che indossavo».
“Kwiato” iridato
Il passa parola è l’arma più potente. Il piede è un punto delicato e probabilmente l’esigenza di avere calzini più comodi potevano intercettarla soltanto due ragazzi ancora in gruppo.
«Le aziende che producono abbigliamento – prosegue Dall’Antonia – consideravano i calzini come una cosa di poco conto e per noi è stata una bella fortuna. Solo che non potevamo darli con il nostro logo e così ai corridori che venivano a ordinarceli facevamo le repliche con i colori ufficiali. Kwiatkowski ha vinto il mondiale a Ponferrada e ci ha mandato la foto coi nostri calzini. Finché un giorno uscivamo dalla sede di Giordana, quando a Marco arriva una chiamata da Tegner (a quel tempo addetto stampa della Quick Step, ndr). Lui aveva corso in quella squadra, per cui lo guardo e gli chiedo: Flag, che cosa hai combinato?».
Fantasie spesso frutto dell’estro di Marco BandieraI calzini vengono stampati dal 2015
La gaffe di Gaviria
Flag significa bandiera ed è il nomignolo con cui Marco convive da anni. Bandiera scoppia a ridere e aggiunge che poco dopo ricevette anche la chiamata di Patrick Lefevere, grande capo dello squadrone belga. C’era di che preoccuparsi…
«Cosa era successo? Che Gaviria aveva preso la maglia rosa in Sardegna, poi il Giro si era trasferito in Sicilia. Noi avevamo smesso di correre l’anno prima, nel 2016. Mi aveva chiamato Richeze, dicendo che Fernando alla partenza voleva i calzini rosa. Era impossibile farglieli avere, anche perché ero in Veneto. Però mi viene l’illuminazione e chiamo Pozzato, che ne aveva parecchi. E Pippo mi risponde che li ha indosso e sta andando alla partenza. Gli chiesi per favore di toglierseli e di portarli a Gaviria. E Gaviria cosa fa? Va alla partenza dove ci sono tutte le maglie e tutti i fotografi. Si toglie i calzini della squadra e li butta via. E si mette i nostri. La foto fece il giro del mondo e il loro sponsor mise un post su twitter, con la foto dei calzini rosa negli scatoloni. Scrivendo che li avevano fatti anche loro ed erano inutilizzati in un magazzino ed era brutto vedere che il loro corridore ne usava altri. Con Lefevere mi scusai, ma hai presente che pubblicità?».
L’avvocato in Jaguar
Da quel momento, la storia accelera. I due hanno smesso di correre, ma sono sempre nascosti in quei garage, in mezzo a scatoloni sempre più ingombranti. Sempre come carbonari.
«Finché un giorno – sorride Tiziano – viene a fermarsi uno degli avvocati del primo piano, con la sua Jaguar spider e i guantini. Lo vedevamo che buttava sempre l’occhio, ma quel giorno ci chiese che cosa facessimo. Gli spiegammo e lui ci chiese se fossimo al corrente che non potevamo continuare a quel modo e ci propose di andare a vedere un capannone. L’idea di cercare una sede vera ce la diede lui. E anche se il primo capannone non ci piacque, continuammo a cercare e arrivammo qui, pur tenendo la produzione a Montebelluna».
In questo cassetto le fantasie approvate e anche quelle proibiteMerce buone e altra fuori mercato
Il total look
Dal 2015 hanno iniziato a stampare i calzini. Poi hanno iniziato a differenziare i modelli. Per lo sviluppo sono sempre andati avanti a metà fra le loro osservazioni e i feedback dei corridori. E’ nato il modello Sahara, che ha il piede con le giuste spugne e gli spessori, ma dal malleolo in su sembra un collant da donna, tanto è sottile. L’invernale è fatto in lana merino. Nel 2017 hanno aggiunto al catalogo modelli da running e sci, perché chi d’estate pedala, spesso d’inverno fa altro. Poi sono arrivati gli accessori come manicotti e gambali, perché la clientela li richiedeva. E così, con una politica dei piccoli passi, sono finiti anche a produrre abbigliamento.
«Ma con i piedi di piombo – precisa Dall’Antonia – perché in questo caso si va contro dei veri colossi, molto più grandi di noi. Abbiamo creato dei modelli della massima qualità possibile e ci siamo messi a giocare con le grafiche. L’idea è quella di creare un total look, uno stile che faccia riconoscere il brand. Poi abbiamo realizzato un giubbino, una specie di bomber che va benissimo per girare con la e-bike, mentre da settembre andremo fuori con una linea gravel. Sta a noi come brand fare la nostra proposta. Anche noi abbiamo un look tutto nero, ma sempre con i nostri criteri di vestibilità. E l’ultima cosa è l’intimo, che però produciamo a Modena in un’azienda che lavora anche per altri grandi nomi. E la cosa incredibile è che lo sviluppo del prodotto lo abbiamo fatto con un mio vicino di casa, a Follina. Neanche sapevo chi fosse e che lavoro facesse. E’ venuto lui a presentarsi ed è uscito che fa lo stesso lavoro per marchi da Diadora a Specialized. Un altro treno da prendere e l’abbiamo preso».
Per lavoro e per gioco
Avevano 16 anni la prima volta che si videro. Tiziano aveva appena cominciato e lo schierarono in una challenge per allievi. Marco già correva e da allora non c’è stato ordine di arrivo in cui non si siano scontrati. Avversari da juniores, quindi compagni alla Zalf. Fral è stato professionista dal 2007 al 2016, fra Lampre, Quick Step, Iam, Katusha e Androni. Dall’Antonia ha corso dal 2006 al 2016, fra Panaria, Liquigas, Cannondale e Androni. Poi il giochino dei calzini ha iniziato a farsi interessante. Correre non era più una sfida per andare a prendersi il mondo, ma la rincorsa a risultati sempre meno importanti. E decisero di cambiar vita. Hanno messo su famiglia e ora progettano l’apertura di un punto vendita monomarca qui vicino, dopo aver coperto la distribuzione in tutto il mondo con un distributore per Paese. Il resto della storia è ancora da scrivere, ma lo spirito è quello giusto. Se poi si potesse mostrarvi le bozze dei calzini mai prodotti, capireste anche quanto sia spesso dura la battaglia tra gli affari e la goliardia.
Cinque modelli di MB Wear della linea Sahara. Oltre allo stile, comanda la tecnologia con l'uso della fibra Q-Skin in Poliammide 6.6. Una seconda pellea