La pista e la strada, Giaimi continua a vincere

01.10.2022
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Su Luca Giaimi, Dino Salvoldi è pronto a scommettere. Il 17enne di Alassio è una colonna portante del suo quartetto iridato juniores, ma anche su strada si sa ben difendere, anzi. Tra quelli che non sono partiti per l’Australia è quello che si è maggiormente messo in vista, collezionando nello spazio di una settimana due successi importanti a Massa e Arcore. Ma quel che colpisce di più parlando con il giovane ligure è la sua grande maturità, che lo porta a valutare con obiettività ogni singolo passo della sua carriera.

All’indomani della sua doppietta, Giaimi è già pronto a fare un bilancio della stagione, anche se ci sono ancora traguardi da raggiungere e questo non può essere che positivo: «E’ un’annata da 10 in pagella anche perché non mi sarei mai aspettato risultati simili. E’ andato tutto oltre le mie previsioni, sia su strada che su pista».

Il quartetto iridato a Tel Aviv, da sinistra Raccagni (riserva), Giaimi, Delle Vedove, Fiorin e Favero (foto Uci)
Tre componenti del quartetto iridato a Tel Aviv, da sinistra Raccagni, Giaimi e Delle Vedove (foto Uci)
Tu sei sempre andato avanti attraverso questo doppio binario, ma in cuor tuo hai preferenze?

No, amo entrambe le specialità. Quest’anno ho fatto più pista per preparare i grandi eventi internazionali, trovando un bellissimo ambiente nel quale ho imparato tanto e gli effetti mi pare che si vedano: una maglia continentale e una iridata non si conquistano a caso…

Nel quartetto che ruolo hai?

Un ruolo semplice e allo stesso tempo delicato. Sono il terzo uomo, quello che dopo il lancio e l’accelerazione del secondo deve dare il ritmo giusto e costante, tenere l’andatura alta per lanciare l’ultimo uomo.

Quanto differisce dall’inseguimento individuale dove sei giunto quarto ai mondiali?

Sono due sforzi diversi: quello individuale è più lungo, con un’intensità più alta a scapito dell’esplosività. Nel quartetto devi dare tutto quando sei chiamato in causa, ma poi puoi recuperare e la scia su pista è davvero importante. A me piacciono entrambe le specialità proprio perché sono così diverse.

Finora il ligure ha vinto 5 gare su strada di cui una nazionale. Qui la volata al GP Ucat (foto Rodella)
Finora il ligure ha vinto 5 gare su strada di cui una nazionale. Qui la volata al GP Ucat (foto Rodella)
Il lavoro su pista ti ha portato benefici su strada?

Enormi, anche se non subito. Appena ho ripreso in maniera continua dopo il lungo lavoro per le prove titolate, sentivo che mi mancava il fondo, ma ultimamente ne percepisco i frutti, soprattutto nei cambi secchi di ritmo, negli scatti, anche nella cadenza di pedalata soprattutto nella nostra categoria dove siamo ancora limitati nell’utilizzo dei rapporti. Domenica quando mi sono trovato in fuga con Andrea Raccagni Noviero, mio compagno nel quartetto, sapevo che non ci avrebbero più ripreso.

Considerando le tue specialità su pista, su strada puoi essere considerato un passista…

Diciamo un passista veloce, ma riesco a resistere anche sulle salite che non sono troppo lunghe e ripide. Le mie ultime due vittorie sono arrivate su percorsi mossi. Gli arrivi in gruppi ristretti sono abbastanza favorevoli alle mie caratteristiche, credo di potermi difendere anche nelle volate di gruppo, almeno su certi tipi di arrivi, ma ancora non ne ho avuto occasione.

Giaimi in azzurro in una prova di Nations Cup. Ha provato sulla sua pelle le difficoltà di livello superiore (foto Audrey Duval)
Giaimi in azzurro in una prova di Nations Cup. Ha provato sulla sua pelle le difficoltà di livello superiore (foto Audrey Duval)
Tu hai gareggiato spesso quest’anno all’estero, soprattutto in un paio di gare a tappe della Nations Cup. Come ti sei trovato?

E’ un ciclismo completamente diverso da quello al quale siamo abituati noi, di un livello notevolmente superiore. Io poi ho gareggiato davvero contro il meglio del mondo e quando sei in quei contesti ti accorgi della differenza. Da noi si vivacchia fino alle battute finali, lì si va forte sempre e si fa selezione anche senza che ci siano grandi asperità. Il serbatoio di energie si esaurisce presto.

E’ quindi per questo secondo te che fatichiamo così tanto nelle prove titolate?

Sì, siamo disabituati. Da noi il vincolo dei rapporti è un problema, il fatto che non possiamo gareggiare in molte gare a tappe come fanno all’estero è un altro ostacolo. Inoltre anche le trasferte all’estero con la nazionale sono utili da un lato, ma chiaramente il cittì deve chiamare più corridori, non si riesce quindi a fare un lavoro continuo con lo stesso gruppo.

Luca vuole restare alla F.lli Giorgi per il 2023, per poi fare il salto all’estero, come quasi tutti gli junior italiani
Luca vuole restare alla F.lli Giorgi per il 2023, per poi fare il salto all’estero, come quasi tutti gli junior italiani
Che cosa farai il prossimo anno?

Resterò alla Fratelli Giorgi, essendo al secondo anno di categoria, ma già ho avuto molti contatti con altre squadre e devo ragionare bene sul mio futuro. Io frequento il quarto anno dell’Istituto di Scienze Applicate a Loano, quindi avrò gli esami nel 2024. Il prossimo anno però cambierò categoria e vorrei andare all’estero, quindi sto valutando l’idea di fare l’ultimo anno da privatista oppure online.

Anche tu prospetti una fuga dall’Italia, come hanno fatto molti dei tuoi compagni/avversari di quest’anno. Lo faresti a cuor leggero?

Un po’ mi dispiace, ma per chi ha ambizioni, in Italia non c’è altra soluzione. Se non hai una squadra che ti fa crescere come un team development delle formazioni WT non impari. E’ un livello di ciclismo superiore, ti confronti davvero con il meglio al mondo e magari a un certo punto arriva la promozione nella squadra principale, che è il mio grande obiettivo. Io non punto ad essere uno di altissimo livello, ma un vincente sicuramente sì, nella categoria dei grandi.

Poker d’oro ai mondiali, ma Salvoldi storce il naso…

01.09.2022
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Quando una nazionale torna dai mondiali juniores su pista con 4 ori e 3 argenti, seconda nel medagliere, ti aspetti giudizi enfatici. Parlando con Dino Salvoldi si rimane quindi inizialmente sorpresi nel sentire che, al di là della legittima soddisfazione per quel che è andato bene, il suo pensiero è rivolto soprattutto a ciò che non ha funzionato.

Poi, riflettendo, si giunge alla conclusione che è il ragionamento giusto, quello che sta garantendo allo sport italiano in questa estate risultati mai ottenuti: lo stesso hanno fatto nell’atletica all’indomani degli europei di Monaco o nella scherma dopo i due titoli mondiali con contorno abbondante di medaglie, senza parlare dell’abbuffata nel nuoto. E’ questa la strada per la vittoria, solo questa.

Salvoldi Quaranta Tel Aviv 2022
L’abbraccio di Salvoldi e Quaranta, che hanno portato l’Italia al 2° posto nel medagliere
Salvoldi Quaranta Tel Aviv 2022
L’abbraccio di Salvoldi e Quaranta, che hanno portato l’Italia al 2° posto nel medagliere

Sei centesimi di troppo

Per questo Salvoldi ammette senza mezzi termini che avrebbe voluto tornare da Tel Aviv con un bottino ancora maggiore: «In generale qualche lacuna c’è stata, mi riferisco soprattutto a certe prove individuali dell’endurance e alla madison che si conferma gara difficile. La nostra preparazione e il valore dei ragazzi potevano darci anche di più, ma paradossalmente la cosa che mi è dispiaciuta di più è il mancato record mondiale del quartetto».

Che cosa è mancato al di là dei 6 centesimi?

Ai ragazzi nulla, non c’è niente da rimproverare loro. Quei centesimi sono imputabili alla pista, la sua scorrevolezza. Obiettivamente non si poteva fare di più in quel contesto, ma quando ci arrivi così vicino dispiace sempre un po’.

Venturelli iridata 2022
Nuovo acuto per Federica Venturelli, mondiale nell’inseguimento individuale su Sharp (GBR) e Lallemant (FRA)
Venturelli iridata 2022
Nuovo acuto per Federica Venturelli, mondiale nell’inseguimento individuale su Sharp (GBR) e Lallemant (FRA)
Il gruppo della pista endurance è composto da alcuni dei migliori elementi del ciclismo su strada. L’impressione è che ciò risponda a uno schema, che hai già utilizzato – e con profitto – fra le donne elite…

E’ vero solo in parte. Questo gruppo vincente parte da gennaio, quando abbiamo sottoposto a test di valutazione un gran numero di ragazzi. Ero nuovo del settore, avevo bisogno di farmi un’idea e quindi di cominciare da qualcosa. Abbiamo in quel modo identificato una decina di ragazzi da cui sono usciti i componenti il quartetto, Renato Favero, Alessio Delle Vedove, Luca Giaimi e Matteo Fiorin insieme a Andrea Raccagni Noviero che ha fatto la qualificazione.

Resta però il fatto che sono i migliori anche su strada mentre all’estero si punta quasi essenzialmente a specialisti della pista…

Diciamo che i nostri sono i migliori su certi percorsi, se parliamo della strada, perché hanno caratteristiche ben definite che si sposano tanto a quegli stessi percorsi che alla pista. Ma tornando al parallelismo con le donne c’è altro da dire.

Ossia?

Ci sono delle differenze legate ai numeri: il bacino da cui posso attingere ora è molto più grande di quello che potevo usare nel mio precedente incarico. La qualità media dei maschi è più alta, diciamo che trovo una maggiore somiglianza con il ciclismo maschile d’elite, dove c’è più specificità per le caratteristiche dei corridori che si differenziano in base ai percorsi. Fra le donne c’è una trasversalità maggiore. Tolti alcuni estremi che hanno caratteristiche che le portano a emergere in salita, l’atleta forte è forte dappertutto, su strada come su pista. Fra gli uomini c’è maggiore specificità e vanno identificati gli elementi più adatti per ogni specialità.

Giaimi Tel Aviv 2022
Sfortunato Giaimi, ai piedi del podio nell’inseguimento individuale vinto da Mattern (CAN)
Giaimi Tel Aviv 2022
Sfortunato Giaimi, ai piedi del podio nell’inseguimento individuale vinto da Mattern (CAN)
Questi ragazzi continueranno ad abbinare entrambe le discipline?

Lo sapremo solo con il tempo, ma credo che con la crescita non tutti lo faranno. Il nostro compito d’altronde è dare ai ragazzi più prospettive di crescita possibili, per dare continuità al passaggio di categoria. Poi alcuni continueranno in entrambe, altri faranno delle scelte.

Parlavi prima della madison, anche Villa ha spesso sottolineato come sia una disciplina molto più difficile di quanto si pensi.

E’ così. La madison è una specialità di squadra che per certi versi assomiglia al quartetto – asserisce Salvoldi – per emergere servono preparazione tecnica e allenamento, ma soprattutto occasioni agonistiche per mettersi alla prova e verificare il proprio cammino di crescita. Il problema è che non c’è un calendario, non ci sono occasioni per testarsi. Così quelle lacune tecniche che inevitabilmente ci sono non le puoi curare. Avremmo bisogno di un calendario per farli gareggiare e quindi crescere. Così è sempre un po’ improvvisata e non va bene.

Quaranta Predomo 2022
Ivan Quaranta con Mattia Predomo, iridato nella velocità 30 anni dopo lo stesso tecnico azzurro
Quaranta Predomo 2022
Ivan Quaranta con Mattia Predomo, iridato nella velocità 30 anni dopo lo stesso tecnico azzurro
Intanto però il gruppo della velocità sta crescendo…

Si sta lavorando benissimo, ma non è che prima di Quaranta fosse un settore abbandonato. Ivan sta però dando tanto della sua esperienza e i successi di Predomo danno impulso a tutto il settore. Io dal canto mio ho detto subito, al momento dei test, ad alcuni atleti che avrebbero trovato maggiore spazio e possibilità nel gruppo velocità che in quello endurance e l’aumento del gruppo si sta rivelando un fattore trainante.

Ora porterai tutti questi ragazzi nel gruppo nazionale su strada per la trasferta in Australia?

Alcuni sì, quelli più adatti al percorso mondiale, ma il mio ragionamento va già oltre. Credo che sia da cambiare il metodo di lavoro con la strada: quest’anno come nazionale abbiamo corso tanto all’estero con un ricambio continuo di elementi che se va bene da una parte, ha presentato anche delle controindicazioni. Nel 2023 voglio lavorare con un gruppo circoscritto curando in maniera molto approfondita preparazione e allenamento, magari anche con esperienze diverse. Per questo porterò la nazionale per i mondiali all’Astico-Brenta dell’8 settembre, gara per elite e under 23, aggiungendo Milesi e Piganzoli che preparano la crono iridata. Quindi non solo gare e trasferte, ma anche stage di allenamento, esattamente come fatto con la pista e i risultati si sono visti.