Widar vince ancora: ora la testa va di pari passo con le gambe

20.07.2025
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CERVINIA – Il Giro Ciclistico della Valle d’Aosta, anche nella sua sessantunesima edizione, parla belga. Jarno Widar concede il tris con un’altra vittoria di tappa ai danni degli stessi due atleti battuti ieri allo sprint. Copia e incolla insomma, all’apparenza sembra tutto semplice ma scavando a fondo si capisce che per Widar questi mesi sono stati complicati per diversi motivi. 

«La prima vittoria di tappa – spiega con il solito tono di voce appena accennato che lo contraddistingue – era per Samuele Privitera, così come le altre due arrivate nei giorni scorsi. Non ci sono altre persone a cui dedicare un pensiero al momento, oggi si chiude un Giro della Valle d’Aosta difficile per tutti. In questi giorni non riuscirò a fare un ultimo saluto a Samuele, ma appena finiti gli impegni proverò a passare a Soldano».

Resettare

Scherzando, gli altri giornalisti presenti dicono a Widar che dovrebbe imparare la nostra lingua visti i tanti successi raccolti in Italia. Lui sorride di gusto e dice di aver provato a utilizzare un’applicazione sul telefono che aiuta a studiare le lingue, ma che la nostra è troppo difficile. Sorride e un po’ si scioglie. Il belga della Lotto Development è tornato a correre dopo il ritiro dal Giro Next Gen, quando era in odore di una doppietta importante a conferma delle sue qualità.

«Il Giro Next Gen era il mio grande obiettivo con la Lotto Development – racconta – perché poi il resto della stagione lo correrò con la nazionale visto che sarò al Tour de l’Avenir e poi al mondiale in Rwanda. Volevo lasciare la squadra di sviluppo con un bel ricordo (dal 2026 Widar correrà con la formazione maggiore, ndr). Non è facile accettare che un obiettivo sul quale hai investito tanto tempo, sia nella preparazione che nelle energie mentali, non vada come desideri».

L’Avenir

La stagione di Widar, come lo scorso anno, è stata costruita con in testa due grandi obiettivi: Giro Next Gen e Tour de l’Avenir. Nel 2024 lo scalatore di Hasselt era arrivato scarico alla corsa a tappe francese e la classifica sfumò presto. Le settimane successive furono difficili, si arrivò anche a pensare che il rapporto tra Widar e il team Lotto si fosse incrinato. L’allarme era poi rientrato e il cammino è continuato per la strada prestabilita

«Quest’anno – dice ancora Widar con la maglia gialla addosso – tra il Giro della Valle d’Aosta e il Tour de l’Avenir farò un periodo di altura, di due settimane, per prepararmi. Sono dell’idea che ogni opportunità vada colta e così ho fatto in questi giorni in Val d’Aosta. Abbiamo cercato una via diversa per arrivare pronti in Francia tra un mese (l’Avenir inizierà il 23 agosto, ndr)».

Per Widar inizia la parte finale della stagione nella quale correrà tanto con la nazionale U23 (foto Direct Velo/Hervé Dancerelle)
Per Widar inizia la parte finale della stagione nella quale correrà tanto con la nazionale U23 (foto Direct Velo/Hervé Dancerelle)

Ora è pronto

Nella scorsa stagione si parlava delle grandi qualità atletiche di Widar: fosse stato solamente per quelle, sarebbe già passato fra i più grandi. Ma il ciclismo non è solo gambe, è anche testa. Ce lo ha detto ieri Omrzel, lo hanno capito anche lo stesso Widar e il suo diesse alla Lotto Development Wesley Van Speybroeck

«Il ritiro dal Giro Next Gen – ci racconta proprio il diesse – lo ha messo a dura prova mentalmente. Il giorno stesso ha avuto un brutto calo psicologico ma dopo ventiquattro ore era già focalizzato sui prossimi impegni. Ha capito che nel ciclismo c’è anche la sconfitta

«Con il Giro della Valle d’Aosta si è chiuso il suo percorso nel devo team – prosegue Van Speybroeck – e il prossimo anno lo rivedremo con la maglia della Lotto. Atleticamente è pronto e lo ha dimostrato quando ha corso insieme ai professionisti in questi due anni. Anche a livello mentale ha fatto un bel passo, ha lavorato con un mental coach su tanti aspetti e ora è forte abbastanza anche da questo punto di vista».

Widar-Finn: grande duello sul Maniva, la spunta il belga

17.06.2025
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PASSO DEL MANIVA – Lorenzo Finn e Jarno Widar in un duello testa a testa sulle montagne bresciane, guardandosi negli occhi, studiandosi a vicenda e in una sfida a colpi di pedali (in apertura foto La Presse). Vince il belga della Lotto Development Team, che ritrova la maglia rosa del Giro Next Gen dopo un anno. Sette secondi dividono i due contendenti sulla linea del traguardo, quando Widar esulta alzando un dito al cielo Lorenzo Finn sbuca dall’ultima curva ai cento metri dall’arrivo. Si stringono la mano e corrono a coprirsi dall’aria fredda. Una giacca e l’asciugamano intorno al collo per l’italiano della Red Bull-BORA-hansgrohe Rookies, solo una maglia primaverile a maniche lunghe per il belga. 

Gli altri contendenti alla vittoria sono saltati quando Widar e Finn hanno alzato il ritmo nell’ultima parte di salita. E’ bastato poco per mettere un distacco non tanto ampio ma significativo. Quando a Lorenzo Finn domandano se si aspettasse di essere il più forte insieme a Widar risponde con un secco: «Sì»

Visma frettolosa

Finita la prima salita di giornata, il Passo dei Tre Termini, la testa del gruppo si è tinta di giallo. I corridori della Visma Lease a Bike Development si sono messi a fare il ritmo nella vallata che ha portato il gruppo all’inizio del Passo del Maniva. Probabilmente guidati da Nordhagen che pensava di poter fare la differenza, ma quando il norvegese è rimasto da solo mancava ancora tanto alla fine. 

«Oggi mi sentivo benissimo – afferma Widar mentre con un filo di voce racconta la giornata – e ho detto ai miei compagni di fare un buon passo fin dalla prima salita. Aldo (Taillieu, ndr) ha controllato bene il gap con la fuga. Nel momento in cui la Visma si è messa a fare il ritmo noi ne abbiamo approfittato. Il piano era di andare tutti insieme ma non ha funzionato. Non volevo attaccare troppo presto e ho aspettato gli ultimi trecento metri. Quando sono rimasto da solo con Finn lui ha rallentato un po’ il passo, ho pensato stesse giocando con me e non ci sono cascato rispettando il piano di attaccare nel finale». 

La rosa (di nuovo)

Jarno Widar torna sul podio del Giro Next Gen con lo stesso timido sorriso che aveva un anno fa. E’ un corridore più forte e solido, ci dice, ha la consapevolezza nei suoi mezzi che solo i campioni possono avere. Riuscire a mantenere il simbolo del primato fino a Pinerolo sarebbe una conferma della crescita fatta e del suo talento

«Quest’anno la maglia è un po’ diversa – dice rigirandola tra le mani – ha il logo differente rispetto allo scorso anno (nel 2025 anche la maglia rosa del Giro Next Gen è realizzata da Castelli, ndr). Ero abbastanza sicuro di poter vincere ma riuscire a farlo è un bel segnale. Sono più veloce di Lorenzo Finn. Lo avevo già incontrato al Giro della Lunigiana nel 2023 ma non lo conoscevo, posso dire che rispetto a due anni fa è migliorato tanto».

Le consapevolezze di Finn

Lorenzo Finn ha la calma dei corridori forti e lo sguardo sicuro di chi sa che può scrivere il proprio futuro in questa corsa con la forza delle gambe e della mente. Ce n’è voluta di freddezza per ripartire dopo la caduta, i segni all’arrivo sono evidenti

«La caduta sulla prima salita – spiega dopo le medicazioni – mi ha un po’ destabilizzato. I miei compagni sono stati bravi a tranquilizzarmi, abbiamo cambiato bici prima dell’ultima salita e siamo rientrati. Durante lo sforzo non l’ho sentita troppo, ora un po’ mi fa male ma vediamo. A Widar devo fare i complimenti per la vittoria, ha fatto un suo solito scatto negli ultimi metri e non sono riuscito a seguirlo. Conoscevo il suo spunto e ho provato ad attaccare prima ma ha resistito bene

La Red Bull-BORA-hansgrohe Rookies ha piazzato tre dei suoi uomini tra i primi dieci in questo arrivo in salita. Una conferma della forza dei suoi componenti, cosa che Finn ha già accennato nei giorni scorsi

«Credo siamo la squadra organizzata meglio sia tatticamente che a livello di forze (prosegue il ligure, ndr). Quando è partito Nordhagen non ci siamo scomposti, accanto a me avevo ancora il mio compagno Luke (Tuckwell, ndr). Lo ha tenuto lì e ci ha riportato sotto con un lavoro perfetto. Quando lui ha finito il suo lavoro ho attaccato e siamo andati fino alla fine. Battere Widar sarà difficile, ma ci proveremo e abbiamo le nostre armi».