Tour of Poyang Lake 2025, Lorenzo Cataldo, Sporting Club Gragnano

L’exploit di Cataldo (6 vittorie in 2 mesi) ce lo spiega Massini

30.10.2025
4 min
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C’è un velocista italiano del Gragnano Sporting Club che da inizio settembre ha alzato le braccia al cielo per sei volte. Si potrebbe obiettare che le vittorie di cui parliamo siano venute in corse di classe 2, ma siccome per vincere devi comunque lasciarti dietro 180 corridori che vorrebbero essere al posto tuo, si può dire che Lorenzo Cataldo sia stato bravo.

Il guaio, per lui che è nato a Prato il 7 novembre del 1999, è proprio l’età. Nel ciclismo che lascia a piedi i corridori di 23 anni e che tra fusioni ed esuberi sta per liberare un quantitativo notevole di professionisti, sperare in un posto fra i grandi è quasi un’utopia. Sognare però non è vietato, altrimenti Mattia Gaffuri, che ha i suoi stessi anni, non avrebbe mai trovato un posto nel Team PicNic, però si tratta di una strada in salita. Pochi guardano il perché del ritardo e forse, visto il quadro generale, non è neanche giusto chiederglielo.

Marcello Massini, 83 anni, è un tecnico toscano dal grande intuito
Marcello Massini, 83 anni, è un tecnico toscano dal grande intuito
Marcello Massini, 83 anni, è un tecnico toscano dal grande intuito
Marcello Massini, 83 anni, è un tecnico toscano dal grande intuito

Noi abbiamo pensato però di chiedere qualche informazione in più a Marcello Massini, che del Gragnano è l’anima tecnica e ha lavorato su Cataldo come in precedenza gli capitò di lavorare su Filippo Fiorelli, fresco acquisto della Visma-Lease a Bike. Marcello, che ha 83 anni ed è stato il direttore sportivo di Paolo Bettini e poi di Gabriele Balducci, da qualche mese combatte per la sua salute, ma la lucidità quando parla dei corridori è la stessa che in altri anni mostrava Alfredo Martini.

Fiorelli e Cataldo: le loro storie sono differenti o ci sono dei punti in comune?

In realtà sono diverse. Cataldo ha iniziato presto a correre, Fiorelli parecchio più avanti. Da junior, Lorenzo andava abbastanza bene e poi credo che non abbia mai trovato l’ambiente giusto, perché ha smesso di vincere e non ha mai fatto grosse cose. Poi è venuto con noi e piano piano siamo riusciti a fargli capire come allenarsi, come correre in bicicletta. Ora direi che è un corridore vero, perché ha voglia di correre ed è in grado di fare le cose con facilità. Lo dicono i risultati. Fa tutto bene: allenarsi, dimagrire, non tralascia nulla.

Possibile che fosse soltanto un problema di ambiente? Non sarà stato anche un problema di voglia?

Che dire, da junior la voglia e la testa ce l’aveva, perché ha vinto. Però non è stato facile neanche per noi, perché aveva il suo carattere, il suo modo di correre sbagliato. C’è stato un po’ da fare, anche col presidente, che l’ha preso nel 2022 e poi l’ha lasciato andare. Allora è andato con Giuliani, però poi è tornato e ora direi che è perfetto a livello di allenamento, di tutto. E soprattutto ora ragiona, mentre prima forse era un po’ viziato.

Quindi c’è stato anche bisogno di parlarci?

Non voleva capire come deve correre il velocista, perché nessuno glielo aveva mai insegnato. Qualche scontro c’è stato, è normale, però poi ha fatto i risultati. Ora sa bene quello che deve fare e mi dispiace che abbia perso un po’ di anni. Se avesse vinto così a 21-22 anni, poteva benissimo passare professionista, ora sicuramente diventerà difficile.

Dopo la tappa vinta al Tour of Poyang Lake, per Cataldo l'assalto dei piccoli fan
Dopo la tappa vinta al Tour of Poyang Lake, per Cataldo l’assalto dei piccoli fan
Dopo la tappa vinta al Tour of Poyang Lake, per Cataldo l'assalto dei piccoli fan
Dopo la tappa vinta al Tour of Poyang Lake, per Cataldo l’assalto dei piccoli fan
Secondo te è una porta chiusa?

Temo di sì, spero di no. So che l’hanno cercato delle squadre continental, anche fuori dall’Italia. Mi dicono dalla Cina e anche dalla Malesia, come hanno cercato anche Lucca. D’inverno da quelle parti ci sono tante corse a tappe e lui qualcuna la vince di sicuro. Non so se resterà al Gragnano, credo gli dispiacerebbe lasciare perché qui è diventato corridore, però se dovessero arrivare offerte migliori, lo capirei se andasse. Non credo che tutte le squadre professional abbiano un velocista come lui.

La prima di Cataldo, tornato alle origini dopo la tempesta

22.03.2025
5 min
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La vittoria al 13° Gran Premio dell’Industria a Civitanova Marche inaugura la nuova stagione di Lorenzo Cataldo che torna all’antico. Il toscano inizia come meglio non potrebbe la sua nuova avventura al Gragnano Sporting Club. Ci era già stato, nel 2022 e 2023, poi era iniziata la sua odissea, passata per la contraddittoria vicenda dell’Albiono Cycling Team, oscuro progetto basato ai Caraibi che non ha mai visto la luce ma sottratto a lui, Filippo Tagliani e altri soldi e tempo prezioso. Lo scorso anno aveva trovato casa da Stefano Giuliani alla Monzon Savini 2, poi è arrivata la chiamata di Marcello Massini per tornare a Gragnano che intanto aveva fatto il salto diventando una Continental.

Lo sprint di Civitanova Marche battendo al fotofinish Matteo Fiorin. Per il toscano è il bis del 2023 (foto Rodella)
Lo sprint di Civitanova Marche battendo al fotofinish Matteo Fiorin. Per il toscano è il bis del 2023 (foto Rodella)

Un ritorno che sa tanto di nostalgia per il venticinquenne che ora vede la sua attività con occhi diversi, disincantati: «La gara di Civitanova l’avevo già affrontata negli anni passati, mi piace molto, avevo già vinto due anni fa, sempre con la maglia di Gragnano. Certamente non avrei pensato che quella vittoria, anche in quel caso la prima della stagione (nella quale poi avrebbe fatto seguito un successo in Kosovo, ndr) avrebbe aperto una parentesi così varia che ha tanto inciso sulla mia vita».

Che differenze hai trovato tornando nel team?

L’atmosfera è quella famigliare di sempre e questo è stato il primo dato che mi ha convinto a fare il passo. Il fatto però di essere Continental ha cambiato un po’ le cose: vedo che ci sono maggiori possibilità per gareggiare all’estero, per fare un calendario più professionistico e questo mi piace molto. Per me è importante poter correre all’estero perché la qualità è diversa, ti confronti con realtà molto avanzate, anche con team del WorldTour. Il team poi ha cambiato struttura…

Cataldo alla Monzon Savini 2, una sola stagione con buoni risultati, per dimenticare la vicenda Albiono
Cataldo alla Monzon Savini 2, una sola stagione con buoni risultati, per dimenticare la vicenda Albiono
In che senso?

Prima eravamo pochissimi, ora ci siamo 5 Elite e altri giovani, c’è una bella commistione nella quale noi più “anziani” possiamo anche insegnare il mestiere Poi ci conosciamo tutti, con Chiarucci e Lucca abbiamo condiviso tante gare. E’ una bella famiglia, lo staff è rimasto lo stesso. I programmi sono in via di redazione, ma so che ci sarà la possibilità di gareggiare tanto in prove a tappe e a me fa piacere, è quello che cercavo. Quando Palandri mi ha offerto questa possibilità, non ci ho pensato due volte.

Ora che è passato tempo e puoi guardare tutto con maggior disincanto, che cosa ti è rimasto dell’esperienza di Albiono?

Ho capito che in questo mondo non è tutt’oro quello che luccica. Tanti fanno promesse, ma poi sono i fatti quelli che contano. La mia fortuna è stata aver potuto trascorrere quei due mesi maledetti non da solo, ma con Filippo e il preparatore Musetti, ci siamo fatti forza a vicenda. Fondamentale è stato poi aver incontrato Giuliani, una persona seria, che mi ha offerto una nuova possibilità senza fare follie, mettendo a disposizione quel che poteva. Non potrò mai ringraziarlo abbastanza.

Per il toscano la scorsa stagione il sigillo in una tappa del Tour du Maroc
Per il toscano la scorsa stagione il sigillo in una tappa del Tour du Maroc
L’esperienza alla Monzon Savini 2 com’è stata?

Abbiamo gareggiato molto all’estero, con loro ho capito quanto sia importante fare quell’attività. Quella italiana è importante, ma non ti dà gli stessi stimoli, serve per mantenere la gamba, per farsi vedere, ma le esperienze vere le fai fuori dai confini. Io quest’anno vorrei fare un po’ lo stesso calendario, magari evitando le lunghe soste che hanno contraddistinto il 2024 quando mi sono ritrovato a stare senza gare anche un mese intero. Ma so che squadre come queste sono soggette agli inviti, si fa quel che si può.

Il sogno del professionismo l’hai messo definitivamente da parte?

No, ma lo guardo in maniera più disincantata. Io intanto mi sono trovato un lavoro come meccanico, che mi piace e mi dà un futuro, permettendomi di restare nell’ambiente delle bici, poi mi dedico alla mia attività. Il sogno è lì, c’è sempre, è quello che mi porta a viaggiare, a confrontarmi e cercare di fare sempre risultato. Ma non è il mio solo sogno. Intanto sto lanciando una mia linea di abbigliamento sportivo insieme a mia moglie per Natali Sports Wear, poi continuo a divertirmi nel gareggiare e questo per me è fondamentale. Gareggio con la mente più libera, se poi arriverà una chiamata da una Professional mi farò trovare pronto.

Cataldo è tornato al Gragnano Sporting Club lasciato nel 2023
Cataldo è tornato al Gragnano Sporting Club lasciato nel 2023
Come pensi che ti troveresti?

Io credo che qualcosa riuscirei a fare, ogni volta che ho corso con i professionisti, anche lo scorso anno al Giro d’Abruzzo nel mio piccolo ho fatto vedere che posso starci. So che a 25 anni l’età non giova a mio favore perché si guardano sempre i più giovani, ma dalla mia ho l’esperienza. Le vicissitudini e la vicinanza con Tagliani, che alla Monzon era mio compagno di camera, mi hanno fatto capire quanto il mondo dei professionisti richieda tanto a chi riesce ad approdarci, ma posso assicurare che darei il mio contributo.