Ferrand Prevot spiana la Madeleine con un’ora e mezza da biker

02.08.2025
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Magra da far paura, veloce in salita più delle scalatrici più forti, emozionata fino alle lacrime, Pauline Ferrand Prevot ha riavvolto il nastro fino alle parole che aveva pronunciato dopo la vittoria di Roubaix. Quel giorno, con un sorriso scaramantico che sotto sotto nascondeva delle certezze ben più solide, annunciò che il suo prossimo obiettivo sarebbe diventato il Tour de France Femmes. Per questo quando oggi l’abbiamo vista rimanere da sola nella scalata della Madeleine, che appena una settimana fa aveva salutato il passaggio degli uomini, abbiamo capito che la francese stava scrivendo il capitolo che mancava.

«E’ il sogno di una bambina – dice – sono molto emozionata. Credo che piangerò perché significa molto per me. La maglia gialla è per tutta la mia famiglia, mamma e papà che mi hanno dato l’ultima borraccia a cinque chilometri dal traguardo. Quando l’ho presa, ho cercato di non guardarli, altrimenti sapevo che avrei iniziato a piangere. E’ stato un momento molto forte, la famiglia è tutto per me, quindi oggi è anche per loro».

Un elicottereo in alto, il fruscio delle auto, qualche tifoso e il ritmo del cuore: Ferrand Prevot sola sulla Madeleine
Un elicottereo in alto, il fruscio delle auto, qualche tifoso e il ritmo del cuore: Ferrand Prevot sola sulla Madeleine

Un posto nella storia

Con la stessa sicurezza che un anno fa a Parigi 2024 le aveva permesso di centrare l’oro olimpico della mountain bike, l’atleta di Reims ha gestito la scalata in totale controllo. Incollata alla sella, pedalando ad alta cadenza, facendo saltare una dopo l’altra le sue avversarie. Campionessa del mondo su strada, ciclocross, mountain bike e gravel, ora indossa la maglia gialla, che solo con un ribaltone degno del miglior Simon Yates domani potrebbe esserle strappata.

«Mi sentivo ancora bene – ha detto dopo aver riordinato le idee – ho pedalato il più veloce possibile ed era importante gestire bene lo sforzo fino alla fine. E’ incredibile. Le mie compagne hanno lavorato duramente tutta la settimana per tenermi davanti con quanta più energia possibile. Questo è davvero il segno che ho fatto la scelta giusta e che questa squadra è incredibile. Sono molto contenta».

Sarah Gigante ha attaccato, ma non aveva fatto i conti con la Ferrand Prevot stellare di questa tappa
Sarah Gigante ha attaccato, ma non aveva fatto i conti con la Ferrand Prevot stellare di questa tappa

Una bandiera per i francesi

Quella maglia con i colori della Visma Lease a Bike, che Vingegaard non è riuscito a far salire sul gradino più alto del podio, va a occupare due caselle molto importanti. Quella di una vittoria al Tour sempre più vicina per la squadra olandese e il ritorno in giallo di un’atleta francese dopo il 1985 di Hinault. Il rapporto dei tifosi francesi con la corsa di casa negli anni è cambiato, sono diventati tifosi dello sport e non di idoli locali. L’impresa di Pauline Ferrand Prevot restituisce loro una bandiera da sventolare.

«Quando sono arrivata qui – dice lei – l’obiettivo era partecipare al Tour e magari vincere una tappa. Sapevo di essere forte, ma non sapevo a che livello fossi rispetto alle altre. Gli ultimi chilometri sono stati molto difficili. Volevo creare il massimo distacco possibile per domani. Ho cercato di godermela un po’, ma volevo raggiungere il traguardo il più velocemente possibile. Grazie alla Francia che mi segue da una settimana, sono felice di aver vinto oggi per tutti».

Stamattina alla partenza fra Vollering e FerrandPrevot c’erano 5″: ora sono diventati 3’18”.
Stamattina alla partenza fra Vollering e FerrandPrevot c’erano 5″: ora sono diventati 3’18”.

Tutte in un minuto

Eppure non c’era niente di scontato. Stamattina alla partenza le più forti erano tutte in un minuto e la tappa che si annunciava non era particolarmente lunga. Meno di 112 chilometri, con l’interminabile salita finale che però è bastata per scavare un solco molto profondo.

«E’ incredibile – dice – non sapevo come me la sarei cavata rispetto a Vollering, Niewiadoma e Sarah Gigante… Quando l’ho vista partire, mi sono detta: “Mi sento ancora bene, cercherò di starle dietro”. E poi ho capito che dovevo gestire uno sforzo di quasi un’ora e mezza ed è stato come una gara in mountain bike, dove devi entrare nella zona rossa e non superarla. So di saper gestire questo tipo di sforzo piuttosto bene».

Ferrand Prevot ha tagliato il traguardo con 1’45” di vantaggio su Sarah Gigante
Ferrand Prevot ha tagliato il traguardo con 1’45” di vantaggio su Sarah Gigante

Sulla cima del mondo

Non solo di gambe, fa capire. In effetti la Visma-Lease a Bike ha giocato anche la carta Bunel, mandando all’attacco la giovanissima e talentuosa vincitrice dell’ultimo Tour de l’Avenir. Una ragazzina di vent’anni che sarebbe dovuta restare nella bambagia ed è stata invece gettata subito nella mischia.

«Avevamo mandato Marion in fuga – spiega Ferrand Prevot – ed è diventata il trampolino di lancio per ripartire da sola più avanti nella tappa. Non c’è niente di scontato, c’è ancora domani e sarà una tappa difficile. Un anno dopo i Giochi, tornare in gara e vincere su questa salita leggendaria è davvero incredibile. Riesco a pormi delle sfide e a motivarmi per cercare di avere successo. E’ questo che amo del mio sport: dare tutto per arrivare al grande giorno. Essere pronta e sapere di essermi data i mezzi per riuscirci».

Era il 21 luglio del 1985 quando Bernard Hinault conquistò la quinta maglia gialla. Sono passati giusto quarant’anni e nel mezzo (nel 1989) c’è stato anche il Tour de France di Jeannie Longo. Eppure l’aria che si respira in questi giorni sulle strade francesi è di quelle importanti. Il suono della marsigliese è pronto a innalzarsi sul podio finale di domani a Chatel Le Portes du Soleil.

Per le donne un Tour diverso, senza crono e Alpi decisive

30.10.2024
5 min
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Il Tour Femmes con il tecnico della nazionale, finché il ruolo sarà di Paolo Sangalli. Fino al 31 dicembre infatti, il milanese sarà ancora il cittì delle elite e le juniores, poi passerà alla Lidl-Trek. Per questo negli ultimi giorni ha preparato i programmi per la prossima stagione affinché chiunque subentri abbia una linea tracciata. Che sia in quanto responsabile azzurro o perché interessato a causa del ruolo futuro, a Sangalli non è sfuggito il percorso presentato ieri a Parigi. E così, se nell’articolo precedente è stato Christian Prudhomme a illustrare il Tour degli uomini, quello delle ragazze lo vediamo con lui ( in apertura c’è Marion Rousse con il presidente Lappartient, foto ASO/Maxime DELOBEL).

Una breve premessa. Le Tour Femmes avec Zwift parte il 26 luglio da Vannes e si conclude il 3 agosto a Chatel. Chilometraggio totale di 1.165 metri e dislivello positivo di 17.240 metri, per quella che sembra una diagonale della Francia dalla Bretagna alle Alpi. Rispetto allo scorso anno sembra meno duro e soprattutto manca la crono che nel 2024 lanciò Demi Vollering verso la vittoria di tappa e la conquista provvisoria della maglia di leader. Il gran finale sulla Madeleine è sicuramente affascinante ma, numeri alla mano, meno severo del Tourmalet del 2023 e l’Alpe d’Huez di quest’anno.

Nove tappe per un totale di 1.165 chilometri, per 17.240 metri di dislivello
Nove tappe per un totale di 1.165 chilometri, per 17.240 metri di dislivello
Allora Paolo, che cosa ti sembra di questo percorso?

Quello che balza all’occhio è che non c’è neanche una cronometro. Per una gara a tappe così importante, secondo me, una cronometro poteva anche starci. Per il resto partono dalla Bretagna, da Plumenec dove avevamo fatto gli europei nel 2016 e poi faranno il Massiccio Centrale. Le tappe vere di montagna secondo me ci saranno proprio nel finale, sulle Alpi, anche se il Massiccio Centrale si rivelerà comunque impegnativo.

Belle le Alpi, ma l’arrivo sulla Madeleine è certo meno incisivo di quello 2024 sull’Alpe d’Huez…

Sì, sembra che abbiano rimodellato il Tour a livello femminile, però quello che salta all’occhio è proprio l’assenza della crono. Forse in compenso hanno allungato un po’ le tappe. La terza è di 162 chilometri, la quinta di 166 e la settima di 160. Quelle di montagna sono più corte, però è vero che sono distanze importanti, diciamo così…

Volendo fare un po’ di nomi, questo arrivo lungo e non durissimo della Madeleine potrebbe favorire una Longo Borghini contro gli scalatori puri?

Vero, anche se quest’anno al Giro ha dimostrato di competitiva anche sulle salite dure. Però probabilmente la Madeleine, che è molto lunga e non certo tanto ripida, è più per gente potente, che fa watt. Mi viene in mente la Kopecky, che se la porti su a 300 watt costanti, non la stacchi. Lei è una che se la porti in giro così, poi ti punisce. Teniamo conto che senza le Olimpiadi di mezzo, ci saranno proprio tutte. Sarà proprio un bello scontro, speriamo che rientri anche la Cavalli.

La SD WORX perde Vollering che passa alla FDJ, ma ritrova Anna Van der Breggen: è credibile che torni dopo due anni e sia già competitiva?

A me risulta che si sia sempre allenata e facesse già dei valori ottimi in allenamento, quindi credo che torni già competitiva. Vero è che è perdere due anni in questo ciclismo non è poco, però lei era ai vertici. E con la Vollering di là, ci sarà un bello scontro. La SD Worx ha perso anche Fisher Black che secondo me sarebbe stata molto utile nelle corsa tappe, però…

La presentazione del Tour Femmes è stata condotta da Marion Rousse e Christian Prudhomme
La presentazione del Tour Femmes è stata condotta da Marion Rousse e Christian Prudhomme
Secondo te Realini è troppo leggera per questo Tour 2025?

E’ sempre una salita, magari non estrema, ma è lunga. Può dipendere dal modo di prenderla e dalle tattiche delle squadre, per cui credo che adesso tutti aspettino anche il percorso del Giro per capire anche come andare al Tour.