Cosa c’è dietro le quinte del Cycling Stars Criterium?

13.05.2025
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Il prossimo 2 giugno si terrà a Pieve di Soligo la 10ª edizione del Cycling Stars Criterium, la kermesse di fine Giro d’Italia che porta i grandi campioni del ciclismo nelle piazze delle città venete. Ma come si organizza un evento del genere? Quando iniziano i preparativi, quali sono le difficoltà maggiori e quali le soddisfazioni?

Per andare a dare uno sguardo nel dietro le quinte abbiamo contattato Enrico Bonsembiante che, assieme ad Alessandro Ballan, è l’anima del Cycling Stars Criterium.

Bonsembiante, assieme ad Alessandro Ballan, organizza il CSC dal 2015 (qui con alle spalle Elisa Longo Borghini)
Bonsembiante, assieme ad Alessandro Ballan, organizza il CSC dal 2015 (qui con alle spalle Elisa Longo Borghini)
Enrico, quest’anno il Criterium compie dieci anni, un bel traguardo

Sicuramente. Le prime due edizioni le abbiamo fatte nel 2015 e nel 2016 a Valdobbiadene, con un format un po’ diverso, ma già facendo incontrare i bambini con i professionisti. Poi ci siamo spostati per due anni a Montebelluna e successivamente a Belluno – 2019 e 2021 -.  Nel 2022 siamo tornati a Valdobbiadene e, infine, dal 2023 siamo approdati a Pieve di Soligo.

Entriamo nel merito. Quando si inizia ad organizzare un evento simile? 

Presto, già l’inverno precedente. Come prima cosa bisogna trovare la località, anche se negli ultimi tre anni siamo stabilmente a Pieve di Soligo e questo certamente ci aiuta. Poi naturalmente occorre trovare le risorse economiche, cioè bussare a potenziali partner e sponsor. E poi c’è tutto un lavoro delicato con l’amministrazione per organizzare al meglio permessi, piano di sicurezza, hospitality, ambulanze e tutto il necessario a livello burocratico. Dietro c’è un lavoro davvero importante, la gente magari non se ne rende conto quanto arriva lì la sera, ma a monte ci sono ore e ore passate negli uffici e al telefono per fare in modo che il giorno del Criterium sia tutto perfetto. Quel giorno ci sono 100 persone che lavorano per noi, per fortuna negli anni io e Alessandro abbiamo creato un grande gruppo di lavoro che funziona molto bene.

La sera del Criterium c’è al lavoro un centinaio di persone, tra cui gli addetti all’hospitality
La sera del Criterium c’è al lavoro un centinaio di persone, tra cui gli addetti all’hospitality
Come funziona la fase del reclutamento degli atleti?

Quella è forse la più complicata. Con gli ex corridori e con le donne è un po’ più facile, infatti abbiamo già la conferma ufficiale della partecipazione di Elisa Longo Borghini, la campionessa europea Lorena Wiebes, Barbara Guarischi e Soraya Paladin. Con i professionisti è ovviamente più difficile, perché dobbiamo intercettare gli atleti a maggio, durante il Giro, cioè a pochi giorni dal Criterium, trovare il momento giusto per parlare con loro e con i manager è fondamentale. Il fatto che il Giro arrivi a Roma complica un po’ tutto a livello logistico, comunque la risposta è molto buona.

Immaginiamo che avere tra gli organizzatori un personaggio come Alessandro Ballan dia una bella mano per convincere anche i grandi nomi

Avere accanto un campione del mondo ti apre molte porte, non c’è dubbio. Come anche per lui è importante avere vicino un braccio operativo. Lui ha la capacità di avvicinarci agli sponsor e ai corridori, poi io mi occupo del resto. Ormai lavoriamo assieme da molti anni, durante i quali ci siamo creati un’immagine credibile, le persone ci stimano e questo, ovviamente, rende le cose più facili ogni giorno che passa. 

Da diverse edizioni è stata inserita la gara femminile, sempre più seguita: qui Paladin, Ragusa e Longo Borghini
Da diverse edizioni è stata inserita la gara femminile, sempre più seguita: qui Ragusa e Longo Borghini
Ai corridori viene dato anche un gettone di presenza, giusto? 

Certo perché si tratta di professionisti, è il loro lavoro ed è giusto che siano pagati per svolgerlo. Alla fine si tratta di logiche aziendali in cui si cerca di portare a casa i migliori nomi al miglior prezzo, spiegando anche il valore che il Criterium può avere per loro. Diversi corridori mi hanno già contattato spontaneamente, altri invece li cerchiamo noi. Ma gli facciamo sempre capire che partecipare a questo evento è importante per farsi vedere da vicino, per entrare ancora di più nel cuore dei tifosi

Restando ancora un attimo sulle questioni economiche. Quanto costa, in tutto, una serata del genere? 

In tutto siamo sui 200 mila euro. Sembra molto, ma in questo modo portiamo in una città un evento di altissimo livello che fa molto bene a tutto il territorio. Il giorno del Criterium, Pieve di Soligo si riempie di migliaia di persone, i locali finiscono le scorte del magazzino, tutti gli hotel nel raggio di 30 km sono pieni. Che è poi il motivo per cui le amministrazioni pubbliche ci supportano, in primis la Regione nella persona di Alberto Villanova e il Comune con il sindaco Stefano Soldan, che ci tengo a ringraziare pubblicamente.

L’evento è anche un’occasione per assaggiare le tipicità locali, come lo spiedo gigante di Pieve di Soligo
L’evento è anche un’occasione per assaggiare le tipicità locali, come lo spiedo gigante di Pieve di Soligo
In questi anni avrai molti aneddoti da raccontare… 

Il primo che mi viene in mente è personale. Più di una volta il Giro è arrivato a Roma e finite le premiazioni la sera sono partito in macchina e ho guidato quasi tutta la notte, per arrivare direttamente a Pieve di Soligo il giorno del Criterium. Ma ce ne sono molti che riguardano gli atleti. Per esempio nel 2022 a Valdobbiadene è venuto Cavendish e a fine serata mi ha detto che non si era mai divertito così tanto in una gara di bici. Questo perché i corridori arrivano da noi dopo un periodo di grande pressione e quella sera finalmente possono rilassarsi.

Con altri si fa più fatica?

L’anno scorso per avere Tiberi, la Maglia Bianca del Giro 2024, c’è stata una trattativa incredibile con il manager e la squadra, poi è venuto e alla fine non faceva che ringraziarmi. Un altra cosa che non si sa è che sempre l’anno scorso eravamo disposti a noleggiare un elicottero per portare gli atleti da Roma a Pieve di Soligo. Poi abbiamo fatto diversamente, ma noi siamo disposti a tutto per rendere la serata unica.

Lo scopo del Criterium è avvicinare i campioni ai tifosi, specialmente ai più piccoli. Qui sopra, nel 2024, Milan, Vendrame e Tiberi
Lo scopo del Criterium è avvicinare i campioni ai tifosi, specialmente ai più piccoli. Qui sopra, nel 2024, Milan, Vendrame e Tiberi
Tanto lavoro insomma, che poi però ripaga a vedere i numeri che crescono di anno in anno. Cosa ti resta più di tutto una volta finito l’evento?

Le facce delle persone, dei tifosi, soprattutto i più piccoli. Negli ultimi anni facciamo accompagnare i campioni alla partenza dai bambini, perché quel momento lasci a loro un ricordo indelebile. Ho visto mamme che piangevano dalla commozione, e questo per noi non ha prezzo.

Abbiamo detto che la prossima edizione del Criterium sarà la 10ª. Per festeggiare questo traguardo porterete a Pieve di Soligo la Maglia Rosa? 

Sì, l’obiettivo è quello, sicuramente. E se non dovessimo riuscirci stiamo già lavorando per un altro grande colpo a sorpresa. 

Saronni, com’erano le kermesse di una volta?

13.12.2022
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Dopo i criterium nell’Estremo Oriente organizzati dalla società che allestisce il Tour de France, la serie di circuiti con i campioni è proseguita anche in Europa, con la prova di Montecarlo vinta da Gilbert (ultima uscita di Rebellin prima della sua tragica scomparsa) e la sfida di Madrid andata a Pogacar (nella foto di apertura). Dei circuiti extracalendario si erano un po’ perse le tracce e non solo per colpa del Covid. La stagione è talmente ricca che non ci sarebbe materialmente la possibilità di organizzare e avere al via professionisti in gare al di fuori dei programmi istituzionali. Una volta non era così, anzi…

A Madrid il circuito nel centro città ha premiato Pogacar, ma è stato un caso unico
A Madrid il circuito nel centro città ha premiato Pogacar, ma è stato un caso unico

L’occasione di questa inattesa ripresa di una moda antica è utile anche per fare un salto indietro nella memoria, quando i circuiti, criterium, kermesse o come si voglia chiamarli erano una pietra miliare nel panorama ciclistico. Giuseppe Saronni li ha vissuti dal di dentro e guarda alla loro ripresa con un po’ di scetticismo: «Non c’è paragone perché i tempi sono completamente cambiati. Una volta i circuiti erano molto più semplici da allestire perché c’erano molti più spazi nel calendario e trovare date e disponibilità era possibile, oggi neanche a pensarlo, salvo appunto qualche occasione quando la stagione è finita».

Perché una volta se ne allestivano così tanti?

Erano una voce fondamentale nelle entrate dei ciclisti, non c’erano i contratti principeschi di oggi. Noi raccoglievamo soprattutto nelle 6 Giorni e in queste kermesse: chi era capitano, chi vinceva grandi prove aveva ingaggi più alti e sicuramente contratti un po’ più importanti, chi viveva il ciclismo da gregario portava a casa soprattutto con i premi e con queste partecipazioni.

Il Cycling Stars di Valdobbiadene, kermesse post Giro d’Italia ha raccolto tanto pubblico
Il Cycling Stars di Valdobbiadene, kermesse post Giro d’Italia ha raccolto tanto pubblico
Gli organizzatori contattavano direttamente i corridori?

Sì, ma non solo. Una volta i direttori sportivi facevano anche un po’ da manager, soprattutto per tutti quei circuiti – ed erano davvero tanti – che si svolgevano dopo i grandi giri. Erano loro a fare un po’ le convocazioni per le varie prove. Poi anche noi campioni dell’epoca venivamo contattai direttamente e ci mettevamo d’accordo pensando anche a chi portare con noi. Per i compagni di squadra quelle presenze erano qualcosa di importantissimo alla fine dell’anno, quando si andava a fare il rendiconto delle entrate familiari…

Saronni e Moser hanno sempre corso numerosi criterium, favorendo anche l’ingaggio dei propri compagni
Saronni e Moser hanno sempre corso numerosi criterium, favorendo anche l’ingaggio dei propri compagni
Un sistema del genere vigeva nelle gare di atletica su strada e molti organizzatori, nell’atto di ingaggiare i corridori, stabilivano anche una sorta di “svolgimento” della corsa, decidendo di fatto in anticipo il suo epilogo per accontentare autorità e sponsor che mettevano i soldi e avere più spazio sui media. Avveniva la stessa cosa nel ciclismo?

Sì e no. Molto spesso questi circuiti erano corse vere e proprie, con la sola differenza rispetto alle gare normali che si svolgevano, come dice il nome, sulle stesse strade con il pubblico che li vedeva passare quindici-venti volte, tanto è vero che alcuni organizzatori facevano anche pagare un minimo biglietto d’ingresso al pubblico nei circuiti. Gareggiavano mai oltre la cinquantina di ciclisti e si trattava anche di gare di 100-140 km. Se il più delle volte vincevano i campioni erano perché erano al momento i più forti, ma poteva capitare anche che, soprattutto dopo il Giro d’Italia, gli organizzatori chiedessero un occhio di riguardo verso chi indossava la maglia rosa. Ma non avveniva spesso…

Voi come interpretavate queste gare?

Ripeto, erano corse vere dove anzi si correva davvero alla garibaldina perché non c’erano giochi di squadra. C’era chi cercava la rivincita, chi voleva confermarsi dopo le prove nelle grandi corse, insomma quando salivamo in sella per noi era gara a tutti gli effetti. Si badava solo a non farsi male. Spesso però non guardavamo tanto a noi, quanto ai nostri compagni: per noi era importante che loro partecipassero perché portavano a casa cifre per loro importanti. Bisogna tenere presente che a fine stagione avevamo partecipato a 30-50 circuiti nel complesso e i conti sono presto fatti…

Al Criterium di Saitama (JPN) Vingegaard ha corso in maglia gialla, come avveniva nei circuiti post Tour
Al Criterium di Saitama (JPN) Vingegaard ha corso in maglia gialla, come avveniva nei circuiti post Tour
Le prospettive oggi sono diverse: secondo te i criterium andrebbero ripensati?

Premesso che come si vede, trovare spazio non è semplice, quale interesse possono avere i campioni di oggi a gareggiare in quelle prove? Certamente gli ingaggi non influiscono sui loro conti correnti… Io penso che effettivamente andrebbero cercate finalità diverse: ad esempio quelli con funzioni di beneficenza si è visto che possono avere un loro spazio, i campioni partecipano più volentieri. Ma certamente quei tempi, con così tante gare non torneranno più.