Il caso di Buda, emerso al terzo anno junior

17.04.2022
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Giorni fa una mail arrivata alla nostra redazione ha richiamato l’attenzione, toccando un argomento che da tempo stiamo affrontando, quello della eccessiva precocità del movimento ciclistico che non considera talenti più lenti a carburare: «Buongiorno, mi chiamo Stefano Ballandi e sono un dirigente della società ciclistica Italia Nuova Borgo Panigale attiva da 66 anni in campo ciclistico. La nostra società quest’anno ha tesserato un ragazzo di nome Michele Buda, residente a Montiano in provincia di Cesena, questo ragazzo aveva effettuato i due anni da juniores collezionando alcuni piazzamenti ma non era riuscito a trovare una squadra disposta a tesserarlo per l’anno 2022 nella categoria under 23. La società, facendo un ulteriore sforzo finanziario ed avvalendosi dei regolamenti della federazione ciclistica che permettono ai ragazzi di terzo anno di poter correre nella categoria juniores se non hanno fatto almeno 10 punti federali nell’ultimo anno lo ha tesserato.

«Questo è stato fatto perché nell’atleta i direttori sportivi e il preparatore avevano visto che il ragazzo era in continua crescita, la sua maturazione fisica non era stata al pari dei suoi coetanei ma la volontà e la determinazione con cui affrontava il ciclismo lasciavano intravedere ampi margini di miglioramento. Michele nelle prime quattro corse disputate ha collezionato due primi posti (il 20 marzo a Cassanigo e il 10 aprile a Maltignano) un quarto posto a San Giovanni in Marignano e nell’altra corsa ha tirato la volata al velocista della squadra».

Buda Piana
Michele con Roger Piana, presidente della società che gli ha dato fiducia
Buda Piana
Michele con Roger Piana, presidente della società che gli ha dato fiducia

Non perdere mai la fiducia

Il caso di Buda non è infrequente. Non possiamo sapere se diverrà mai un campione, ma certamente ottenere risultati in questa maniera significa che bastava aspettare, credere nelle sue qualità per esserne ripagati. Il giovane è quasi sorpreso di tanta attenzione nei suoi confronti, ma la sua forza stava nel non aver mai perso la fiducia nei propri mezzi.
«L’anno scorso avevo già iniziato ad andare più forte nella seconda parte di stagione, sapevo però che era un po’ tardi, ma trovato l’accordo con la società ho fatto un inverno tranquillo e mirato alla mia preparazione e i risultati sono arrivati».

In società si parlava di uno sviluppo fisico leggermente ritardato rispetto ai tuoi coetanei.

Un po’ è vero, anche se quest’anno si è trattato di un paio di centimetri, tra il 1° e il 2° anno da junior ero aumentato di almeno 5. Sapevo di aver sviluppato tardi rispetto agli altri, diciamo che avevo presa con più calma la mia attività proprio in considerazione di ciò. Il primo anno da junior è stato di quasi totale apprendistato, per capire un po’ come muovermi, nel secondo ho cominciato a tirare le fila e ora si sono visti i risultati. Servivano solo tempo e fiducia.

Buda Maltignano 2022
La vittoria di Buda a Maltignano (AP), ultima sua gara fra gli juniores
Buda Maltignano 2022
La vittoria di Buda a Maltignano (AP), ultima sua gara fra gli juniores
Oltretutto non vinci gare in maniera ordinaria, sei un attaccante…

Ho le caratteristiche dello scalatore, di certo non sono un velocista puro, ma cerco di disimpegnarmi dappertutto, infatti mi esercito anche nelle volate e cerco di migliorare a cronometro perché voglio essere un corridore completo. E comunque in un gruppo ristretto mi faccio valere in volata, senza paura.

Hai gareggiato da terzo anno junior, grazie al regolamento, ma in gruppo come hanno preso il fatto di correre con uno più grande?

Ci conosciamo tutti, molti del gruppo sono amici, anche nelle squadre concorrenti, in generale non ci sono state polemiche. Tutti sanno che vincere non è mai facile e l’età in questo non influisce. Comunque è un problema superato, ora ho raggiunto i punti necessari per cambiare categoria e quindi non dovrò più correre con gli juniores.

Questo però presuppone un altro problema, perché passare di categoria a stagione in corso non è semplice…

Qualche contatto c’è, soprattutto con una squadra della mia zona il che mi consente di continuare con lo studio senza grandi difficoltà. Sono al quinto anno dell’Istituto Geometri, quest’anno ho la maturità e ci tengo particolarmente. Spero entro fine mese di poter già correre nel calendario under 23.

Buda compagni 2022
Michele Buda ha trovato nei compagni alla Italia Nuova Borgo Panigale il supporto per emergere
Buda compagni 2022
Michele Buda ha trovato nei compagni alla Italia Nuova Borgo Panigale il supporto per emergere
La tua passione ciclistica ti prende molto?

Assolutamente. Ho iniziato seguendo mio fratello Simone che correva nei G1, ho provato anch’io e non ho più smesso. Vengo da una famiglia di sportivi, mio padre correva con le moto e mia madre faceva nuoto, ma il ciclismo era sconosciuto. E’ andata così…

Ti sei mai preoccupato per come si stava evolvendo la situazione? Sai bene che nel ciclismo attuale si emerge sempre più giovani…

Sapevo che la strada era lunga, per me anche di più, ma non mi sono mai buttato giù, anche se erano 6 anni che non vincevo. E i successi ottenuti non sono stati per nulla facili. Sinceramente comunque è stato giusto così, magari qualche possibilità di passare prima c’era, ma non avrebbe avuto senso, non ero pronto.

Buda fratello 2022
Michele Buda, a destra, con suo fratello Simone che lo ha ispirato nella sua carriera ciclistica
Buda fratello 2022
Michele Buda, a destra, con suo fratello Simone che lo ha ispirato nella sua carriera ciclistica
Sei ambizioso?

Molto e voglio seguire una strada giusta per me. Il momento giusto per passare è questo, non prima. Per questo non mi sono preoccupato.

C’è una gara che ti piacerebbe vincere?

Sinceramente non ho preferenze, voglio seguire la mia strada e vedere dove mi porterà, vivo quest’attività giorno per giorno senza dimenticare il resto, perché del ciclismo mi piacciono anche altri aspetti, come la compagnia, il comunicare con miei coetanei. Voglio innanzitutto essere a mio agio. Quest’anno, come detto, la maturità viene prima di tutto, poi mi dedicherò al ciclismo anima e corpo e vedremo dove arriverò.

Centomo: «Due corridori in più per aiutare il ciclismo».

28.10.2020
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La Italia Nuova Panigale è una realtà storica del ciclismo juniores nazionale, un gruppo che va avanti da 60 anni. La squadra emiliana è diretta da Claudio Centomo. Anche per loro questa è stata una stagione a dir poco particolare. Tutto sembrava pronto, quindi è arrivato lo stop e poi la lunga “volata” conclusasi come per tutti al Trofeo Buffoni.

Stagione intensa 

«Durante la quarantena – spiega Centomo – abbiamo detto ai ragazzi di non esagerare, chi lo ha fatto ha pagato. Non sapevamo neanche se avremmo ricominciato o meno. Con Marco Lenzi, il nostro preparatore, abbiamo cercato di non fargli fare troppi rulli, ma di favorire gli esercizi, la palestra. Dopo il “libera tutti” abbiamo fatto anche un ritiro di quattro giorni a Fanano, sulle nostre alture, giusto per vedere la situazione».

Vestono i colori della Panigale dieci ragazzi: 5 di primo anno e 5 di secondo, anche se alla fine due di secondo anno non hanno corso per alcuni problemi fisici. Ma quest’anno con la crisi che si prospetta, molti team che chiudono e sponsor che spariscono, Centomo ammette che faranno un sacrificio e ne prenderanno due in più.

«La nostra idea è quella di aiutare i ragazzi. Ma i tempi sono difficili e veniamo da una stagione che seppur breve ci è costata molto. Infatti da luglio fino a metà ottobre abbiamo corso tutti i week-end, dal Nord al Sud. Ogni volta era un “campionato italiano” con 250 partenti. Essendoci una sola gara andavano tutti lì. Gli organizzatori inoltre un po’ per scusa un po’ perché veramente erano in difficoltà non davano l’ospitalità e abbiamo dovuto pagare tute le spese».

Florian Kajamini, primo al Trofeo Autodemolizioni Mignolli nel veronese
Kajamini, primo al Trofeo Autodemolizioni Mignolli

Squadra giovane, ma buona

«In generale i ragazzi hanno fatto una buona stagione. Mi aspettavo qualcosa di più da Riccardo Sofia e Matteo Montefiori. Il primo è cresciuto però proprio in virtù del fatto che ogni gara di livello super alto ha raccolto poco. Il secondo invece ha pagato il lockdown. Era convinto non si gareggiasse più e ha preso peso. Loro due passeranno comunque tra gli U23, mentre un altro ragazzo, Riccardo Servadei andrà a correre in Mtb».

Chi brilla invece è un Florian Samuel Kajamini. Lui è un primo anno ed è anche riuscito a vincere.

«E’ stato anche in nazionale – aggiunge il ds emiliano – In salita è davvero forte, nonostante non sia un peso piuma (178 per 65 chili). Ha del margine. Inoltre gli piace attaccare. Ha raccolto 20 punti Fci: non sono pochi in una stagione così».

Per lui oltre alla vittoria (tra l’altro in solitaria) anche un secondo e due terzi posti.

Il ds e i fondamentali

«Questa è una categoria particolare – conclude Centomo – nella quale per certi aspetti devi ricominciare da capo. Devi ripetere i fondamentali come i birilli. Non immaginate in quanti non li sappiano fare. Anche perché tra gli U23 non le fai più certe cose. Scene come la mantellina di Hindley al Giro o di Roglic alla Vuelta si vedono perché spesso in allenamento dietro ci sono mamma o papà e quando arrivi in cima te la danno loro. Devono essere più autosufficienti».