Colnago lancia il nuovo modello dedicato in modo specifico alle competizioni gravel, ovvero la G4-X. Di fatto è una sorta di parallelo con la V4Rs, la stradale che viene utilizzata dagli atleti UAE Team Emirates, ma con delle peculiarità tecniche che si spingono verso l’off-road.
La G4-X è molto diversa dalla C68 Gravel. Prima di tutto perché il suo telaio è in carbonio monoscocca e non presenta congiunzioni, un fattore che categorizza anche le biciclette all’interno dello stesso catalogo Colnago. Entriamo nelle specificità della nuova bici.
G4-X la nuova Colnago per le competizioni gravelG4-X la nuova Colnago per le competizioni gravel
Nuova Colnago per gravel e cross
Rigida e leggera, divertente e guidabile, una guidabilità che si traduce anche nel feeling ottimale, con quel pizzico di comfort che sullo sterrato non guasta. Ma il progetto di questa bici parte da lontano, con l’ambizione di essere una bici per competere in ambito ciclocross. Questa è la sintesi della nuova G4-X.
Rispetto alla G3-X è stato aumentato il passaggio delle ruote e di conseguenza delle gomme, portato a 45 millimetri. Sulla G3-X era 40 e sulla C68 Gravel è di 42. Pur sfruttando al massimo il montaggio di uno pneumatico “grande” da 45 millimetri, è interessante sottolineare come l’inserzione dei foderi posteriori mantenga un raggio libero di 6 millimetri. Significa che rimane tanto spazio tra la gomma e le tubazioni.
Una bici gravel race stilosa ed eleganteUna bici gravel race stilosa ed elegante
Sloping e carro da 43
Lo stelo della forcella ha un diametro tradizionale, il che gli permette di montare uno stem tradizionale, oppure l’integrato Colnago CC.01 Wide. E’ una sorta di evoluzione in ottica gravel del manubrio full carbon presente sulla V4Rs e lo riteniamo il perfetto abbinamento per un utilizzo gravel (non solo race). Il CC.01 Wide ha un flare laterale aumentato di 3 centimetri (quello stradale ha una svasatura di 1 centimetro).
La tubazione orizzontale, nella sezione superiore, ha un punto di montaggio per una piccolo bag. A questo si aggiunge quello del terzo portaborraccia, posto sotto la tubazione obliqua e subito sopra alla scatola del movimento centrale (che è di matrice T47). Il supporto per il deragliatore può essere rimosso.
Infine le geometrie, che si basano su una bici leggermente più lunga rispetto alla G3-X. Si tratta di un telaio sloping, con il carro posteriore di 43 centimetri, valore comune a tutte le taglie. Il bb drop è compreso tra i 72 e 70 millimetri, un ottimo valore anche in prospettiva ciclocross.
Bici rigida e divertente al tempo stessoSotto l’obliquo il terzo portaborracciaInnesto degli obliqui al piantone, disegno che avvicina la G4-X alla V4RsColnago CC.01 Wide di fatto un manubrio aero con flare da gravelIl deragliatore può essere rimossoIl punto sull’orizzontale dove posizionare una piccola borsaTesta alta della forcella a tanto spazio per la gommaBici rigida e divertente al tempo stessoSotto l’obliquo il terzo portaborracciaInnesto degli obliqui al piantone, disegno che avvicina la G4-X alla V4RsColnago CC.01 Wide di fatto un manubrio aero con flare da gravelIl deragliatore può essere rimossoIl punto sull’orizzontale dove posizionare una piccola borsaTesta alta della forcella a tanto spazio per la gomma
Taglie e prezzi
Le misure disponibili sono 45, 48 e 52, 54 e 57. Ognuna di queste evidenzia degli ottimi valori, comunque proporzionati e progressivi taglia per taglia di reach e stack. La bicicletta non risulta troppo bassa sull’anteriore, a tutto vantaggio di un comfort anche nel lungo periodo.
Gli allestimenti disponibili sono 5 in totale, i primi tre si basano sulle trasmissioni Sram con monocorona, ai quali si aggiungono le configurazione Shimano con i sistemi GRX800, con doppio plateau e con la corona singola. L’allestimento con il Red XPLR e ruote Zipp 303s ha un prezzo di listino di 8.870 euro. Quello con il Force XPLR e ruote Fulcrum Rapid Red ha un listino di 5.710 euro, mentre il pacchetto con lo Sram Rival (con le ruote Fulcrum Rapid Red 900) è proposto a 4.830 euro. Le due G4-X con Shimano e ruote Fulcrum Rapid Red 900 hanno un prezzo di listino (entrambi) di 4.330 euro.
Dopo essersi presentata al mondo nel 2019 come la gravel più veloce di sempre, ecco che laÁspero si migliora ulteriormente. Cervéloannuncia questo nuovo modello con alcuni miglioramenti: il movimento centrale asimmetrico con filettatura T47a, un passaggio dei cavi più ordinato ed un attacco del deragliatore compatibile con UDH per coloro che vogliono utilizzare le trasmissioni Sram.
Aerodinamica migliorata che permette di risparmiare fino a tre watt rispetto al modello precedenteUna geometria devota alla velocitàAerodinamica migliorata che permette di risparmiare fino a tre watt rispetto al modello precedenteUna geometria devota alla velocità
Più aerodinamica
Un altra caratteristica della Áspero è sicuramente l’aerodinamica migliorata. Le prestazioni da questo punto di vista non riguardano tanto la velocità fine a se stessa quanto al risparmio di energia, ottenuto grazie alla riduzione della resistenza. Il risparmio di watt si traduce in un guadagno di potenza che si esprime in modo efficace e misurabile.
Oltre alla riduzione della resistenza aerodinamica, sono stati abbassati i foderi per dare un po’ più di aderenza al posteriore e ridotta leggermente la rigidità dell’avantreno per rendere il comfort ancora più trasversale. Tra i foderi abbassati è stato ricavato un po’ più di spazio per il fango, facendo tesoro di quanto appreso dalla R5-CX (e dall’Unbound mudfest del 2023). Sono tanti miglioramenti apparentemente piccoli, ma che si sommano fino a mettere insieme vantaggi tangibili. Il risultato è una bicicletta che assomiglia molto all’Áspero originale, ma che di fatto è più veloce, più comoda e più versatile.
Spazio per gli pneumatici ampio per ogni evenienzaUniversal Derailleur Hanger per adattare al meglio il deragliatore Spazio per gli pneumatici ampio per ogni evenienzaUniversal Derailleur Hanger per adattare al meglio il deragliatore
Specifiche
Áspero utilizza il movimento centrale asimmetrico con filettatura T47a di cui Cervélo è stata pioniera sull’R5-CX. Si tratta di un’interfaccia semplice e maneggevole che permette di offrire i vantaggi del BBRight in una forma più facile da usare. Áspero condivide le stesse dimensioni dei cuscinetti delle R5, Soloist, R5-CX e Caledonia, il che significa che è possibile utilizzare qualsiasi combinazione di serie sterzo e attacco manubrio.
Con l’introduzione da parte di Sram del 2023 delle nuove trasmissioni per mountain bike. Anche la Áspero utilizza lo standard Universal Derailleur Hanger (UDH), per dare la possibilità di provare tutte le differenti modalità. Una caratteristica che allarga il ventaglio di utilizzo di questo nuovo modello firmato Cervélo.
L’integrazione dei cavi rende l’estetica pulita ed eleganteL’integrazione dei cavi rende l’estetica pulita ed elegante
Prezzi e taglie
La geometria si apre a una versatilità di utilizzo totale. Per uomo e donna, la Áspero si propone come una bici pronta ad assecondare ogni esigenza. L’off-road diventa quindi unisex e le performance vengono assicurate a tutti. La stessa osservazione è doveroso farla per anche per la griglia di taglie proposte. Ci sono infatti tutte le misure per ogni statura: 48, 51, 54, 56, 58 e 61.
I colori disponibili sono tre: Peaches and Cream, Woodsmoke e Sea Ice. Tonalità selezionabili in base ai modelli proposti che valorizzano le linee sinuose e pulite di questa Cervélo. I prezzi variano in base all’allestimento proposto: Áspero GRX RX600 a 3.399 euro, Áspero Apex XPLR 1 a 3.599 euro, Áspero Rival XPLR AXS 1 a 5.799 euro, Áspero Apex XPLR AXS 1 a 4.899 euro, Áspero GRX RX610 a 3.699 euro, Áspero GRX RX610 1 a 3.699 euro, Áspero GRX RX820 a 4.899 euro e infine Áspero Frameset a 2.799 euro.
E' una bici gravel tutta fatta a mano in Italia, è la Colnago C68 Gravel. Completa la famiglia C dell'azienda lombarda mutuando le congiunzioni in carbonio che hanno reso celebre queste biciclette. E' costosa, elegante e raffinata, al tempo stesso, sotto il profilo delle prestazioni non è una comodona, capace di sorprendere in diverse situazioni dell'offroad. Colpiscono stabilità e trazione del carro posteriore e le geometrie sono un valore aggiunto
Colnago colpisce nel segno con la sua nuova bici gravel. La C68 non è una di quelle tiratissime ed è proprio questo il valore aggiunto, a conferma che, soprattutto in ambito all-road il compromesso ottimale e la capacità di copiare il terreno fanno una grande differenza.
A questi fattori si abbina una geometria ben sviluppata, che porta l’utilizzatore a sfruttare bene il piantone, ma anche un buon carico verso il retrotreno a tutto vantaggio di una trazione ai massimi livelli. Entriamo nel dettaglio.
Colnago C68, la signora del gravelColnago C68 Gravel, la signora del gravel
La C68 Gravel del test
Una taglia 51, che è molto diversa dalla sorella in versione stradale. Il modello Gravel ha uno sterzo più alto e dei valori di reach e stack maggiorati (è più alta e lunga). Aumenta anche il passo complessivo. Questo però non vuol dire che è necessario prendere una taglia in meno, ma piuttosto è fondamentale valutare di accorciare lo stem in modo da sfruttare le potenzialità della bicicletta in un contesto off-road, anche impegnativo.
Il manubrio è Colnago CC.01 gravel, tutto in carbonio e con un flare pronunciato. La sella è Selle San Marco Regal Short con i rail in carbonio. La trasmissione è Sram Red AXS con monocorona da 40 denti e pignoni XPLR 10-44. Le ruote sono Zipp 303s, gommate Pirelli con larghezza da 40. Il test si è svolto con la configurazione tubeless. Ilvalore alla bilancia rilevato è di 8,19 chilogrammi (senza pedali). Il prezzo di listino per questo allestimento è di 11.600 euro.
Elegante, a tratti minimaleSi può montare il deragliatoreIl cockpit non è come quello usato per la versione roadSterzo massiccioRake aperto per la forcellaAnche la testa della forcella ha un disegno “tosto”Il reggisella è mutuato dalla versione stradaleCorposo anche il nodo sellaFoderi obliqui squadrati che si allargano vicino alla ruotaE’ un blocco rigido e ben strutturatoScatola centrale larga 86 millimetri Elegante, a tratti minimaleSi può montare il deragliatoreIl cockpit non è come quello usato per la versione roadSterzo massiccioRake aperto per la forcellaAnche la testa della forcella ha un disegno “tosto”Il reggisella è mutuato dalla versione stradaleFoderi obliqui squadrati che si allargano vicino alla ruotaCorposo anche il nodo sellaE’ un blocco rigido e ben strutturatoScatola centrale larga 86 millimetri
A briglia sciolta
Onestamente non ci aspettavamo una bicicletta gravel così veloce, un prodotto che non ha nulla da invidiare ad una bici endurance stradale. La Colnago è decisamente più adatta e scorrevole sui terreni accidentati, sentieri e strade bianche piuttosto scassate.
Se consideriamo che è possibile montare il doppio plateau anteriore, la Colnago Gravel diventa parecchio interessante in un contesto misto. Non è una bicicletta reattiva e nervosa, ma la trazione costante del retrotreno fa una grande differenza (in positivo).
Piacevole e gratificante da guidare In salita invita a spingere e la trazione posteriore fa la differenzaPiacevole e gratificante da guidare In salita invita a spingere e la trazione posteriore fa la differenza
Pronta in accelerazione
Non la vediamo come una bici da bikepacking e/o da caricare con i borsoni da viaggio, anche se la distanza e le tante ore di sella non fanno paura. La C68 Gravel diverte anche nei contesti dove oltre a spingere è necessario guidare la bici. A nostro parere è fondamentale azzeccare le gomme (tubeless) in base allo stile di guida ed al percorso da affrontare.
Questa è la classica bici da usare con gli pneumatici differenziati, con tassellatura media/pronunciata sull’anteriore, anche slick o semi-slick per il posteriore. Ribadiamo il fatto che la C68 in questione è una bici gravel piuttosto veloce, quindi sfruttare un grip pronunciato sulla ruota davanti non è peccato. E’ un’elegante bici da smanettoni, perché è sempre all’altezza anche quando si decide di aprire la manetta e dare gas.
Il bike brand spagnolo BH Bikes si è recentemente aggiudicato il Design & Innovation Awards edizione 2024 nella categoria “Gravel Bikes”. E ad essere riconosciuto con questo prestigioso premio è stato il modello GravelX 4.0, definito dalla stessa giuria come “un eccellente performance in termini di innovazione e di design”.
L’alta velocità incontra il comfort. Con GravelX 4.0 BH ha voluto condensare in un tutt’uno sia il proprio “know-how” per quanto riguarda il design della bici quanto le potenziali prestazioni che la stessa è in grado di realizzare. Senza poi trascurare l’aspetto tecnologico, come ad esempio il sistema “Smooth Riding System”, brevettato da BH, e finalizzato a creare un design unico del triangolo posteriore in grado di smorzare le vibrazioni trasmesse dal terreno, fornendo al tempo stesso la rigidità sufficiente per affrontare le salite più ripide oppure gli sprint più concitati.
La GravelX 4.0 ha vinto grazie alle sue caratteristiche tecniche e qualitativeLa GravelX 4.0 ha vinto grazie alle sue caratteristiche tecniche e qualitative
Performance e stile
«La GravelX 4.0 di BH – ha dichiarato unanimemente la giuria del Design & Innovation Awards – stabilisce nuovi standard, combinando in modo unico alta velocità e comfort. Con questa specifica bicicletta, il produttore basco ha mostrato cosa e soprattutto quanto dovrebbe essere in grado di fare una comoda bicicletta “race gravel”. GravelX 4.0 è in grado di garantire un elevato livello di comfort senza mostrare alcuna flessione/oscillazione evidente, offrendo costantemente un grado ottimale in termini di performance, sia in salita quanto nelle accelerazioni veloci».
La giuria del Design & Innovation Awards ha anche elogiato l’integrazione dello speciale “Aero-Toolbox” nel tubo obliquo del telaio, oltre alla previsione degli sganci rapidi integrati, sottolineando il carattere estremamente performance della GravelX 4.0.
La GravelX 4.0 monta il gruppo Shimano GRX, specifico per il gravelLa GravelX 4.0 monta il gruppo Shimano GRX, specifico per il gravel
Il Design & Innovation Award (DI.A) è riconosciuto come uno dei premi più prestigiosi e significativi per quanto riguarda l’industria mondiale della bicicletta. La giuria, composta da un team di ben trenta esperti, valuta e testa rigorosamente tutti i prodotti candidati per due settimane. Tutte prove realizzate in condizioni assolutamente reali, dalle strade sterrate dei villaggi di montagna ai sentieri più impegnativi attorno al bellissimo Plan de Corones, fino alla bellezza surreale dei percorsi ciclabili immersi nel sito del patrimonio mondiale dell’UNESCO del Naturpark Fanes-Sennes-Prags.
Il gravel impazza e anche Canyon fa sfilare un nuovo completo in edizione limitata, con colori originali. Stile e tecnologia, per le lunghe percorrenze
Non si tratta solo di una bicicletta Colnago, ma di una piattaforma vera e propria che prende forma nel 2022, mutuando il sapere costruttivo e le linee che hanno reso celebre la maison lombarda.
C68 Gravelabbraccia la famiglia C, dove troviamo anche le versioni Road e Allroad. Per capire meglio cosa si cela dietro al nuovo progetto Colnago abbiamo chiesto alcune battute a Davide Fumagalli, ingegnere e padre della C68. Entriamo nel dettaglio della nuova bici di Colnago.
Davide Fumagalli durante le fasi di test della nuova Gravel (foto Colnago)Davide Fumagalli durante le fasi di test della nuova Gravel (foto Colnago)
Unica nel mondo gravel
«La C68 Gravel è una bici unica nel panorama delle bici gravel. La costruzione modulare – spiega Davide Fumagalli, responsabile del progetto – ovvero il fatto che il telaio sia costruito da più parti in carbonio giuntate fra loro, fa da connettore tra il mondo più recente delle bici gravel, il prestigio e la storia della costruzione telaistica in carbonio della Serie C di Colnago. La scelta di un design modulare, anziché monoscocca, ci permette di curare in modo diretto la produzione, la qualità e le caratteristiche del prodotto. Che non vuol dire solo maggiore comodità o rigidità, ma che ogni singolo modulo è esattamente come lo vogliamo noiin Colnago.
«La tecnica costruttiva – prosegue Fumagalli – è la medesima delle versioni Road e Allroad, mentre sono diversi il carbonio e di conseguenza le tubazioni. La forcella non è stata mutuata dagli altri modelli, ma è specifica per la Gravel. Un valore interessante è il drop della scatola del movimento centrale, che varia tra i 72 e 74 millimetri, in base alle taglie e agli pneumatici utilizzati. La nuova C68 non è compatibile con i dropper-post».
C68 Gravel, fatto a mano (foto Colnago)C68 Gravel, fatto a mano (foto Colnago)
Colnago C, solo Made in Italy
Dietro le forme, all’impatto estetico e alle geometrie, oltre agli allestimenti, c’è una bicicletta completamente fatta a mano, figlia di una maestria che ha fatto scuola nella categoria delle bici in carbonio modulare e non solo. Modulare, è proprio così, perché la C68 non è una monoscocca e non utilizza la tecnologia della fasciatura. I profilati in carbonio sono incollati all’interno delle congiunzioni in fibra, uno ad uno, dove la manualità dell’artigiano ricopre un ruolo di primaria importanza.
La sagoma dell’obliquo è molto particolare (foto Chiara Redaschi)La sagoma dell’obliquo è molto particolare (foto Chiara Redaschi)
Come la C68 Road? Non troppo
Se l’accostamento in fatto di design è qualcosa di reale e tangibile, la nuova versione Gravel si basa su geometrie completamente differenti che, a parità di taglia, presentano un reach (lunghezza) più corto e uno stack (altezza) maggiorato. Significa che non vengono sacrificate l’agilità e la prontezza nei cambi di direzione, significa anche che la posizione in sella è compatta e raccolta. La nuova C68 si discosta anche dalla G3-X, che resta il riferimento per chi vuole un prodotto più racing (vicina al segmento V da strada, che comprende la V4Rs usata dal Team UAE). La nuova bici è si un mezzo ambizioso, ma meno estremizzato.
La C68 Gravel ha un passo più lungo e un angolo delle sterzo di 70,5°, comune a tutte le taglie. Confortevole e votato alla stabilità, ma non eccessivamente aperto al pari di quello di una mtb. Restando in ambito comfort e stabilità, la nuova bicicletta è compatibile con coperture fino a 42 millimetri di larghezza.
Il manubrio è piatto, di concezione aero (foto Chiara Redaschi)La parte superiore del manubrio Colnago in carbonio (foto Colnago)Il manubrio è piatto, di concezione aero (foto Chiara Redaschi)La parte superiore del manubrio Colnago in carbonio (foto Colnago)
Cockpit integrato by Colnago
Si chiama CC.01 Wide e rispetto al fratello utilizzato per la versione Road ha una svasatura (flare) più accentuata delle curve, oltre ad un angolo di 82° dell’attacco manubrio. Questo porta ad avere una larghezza differenziata tra la porzione superiore (dove si montano gli shifters) e quella inferiore (40 centimetri sopra e 46 sotto). Le misure disponibili sono 5, in base allo stem: da 80 a 120 millimetri.
Il CC.01 Wide è completamente in carbonio, ha un profilo superiore piatto/aerodinamico e si integra perfettamente con la serie sterzo (con specifiche Acros, la C68 Road utilizza CeramicSpeed). Questo manubrio integrato è perfettamente compatibile con le versioni Road e Allroad.
Un altro particolare di pregio è il sistema di registrazione Blockchain, attivabile con un tag NFC e posizionato sulla tubazione dell’obliquo. E’ il vero e proprio passaporto della bicicletta.
Anche lo sterzo usa la tecnica della congiunzione in carbonio (foto Colnago)Il tag NFC che attiva l’applicazione Blockchain (foto Colnago)Il nodo sella è massiccio soprattutto nella sezione superiore (foto Colnago)Il blocchetto di chiusura è integrato nell’orizzontale (foto Colnago)Il seat-post è quello della famiglia C (foto Colnago)Anche lo sterzo usa la tecnica della congiunzione in carbonio (foto Colnago)Il tag NFC che attiva l’applicazione Blockchain (foto Colnago)Il nodo sella è massiccio soprattutto nella sezione superiore (foto Colnago)Il blocchetto di chiusura è integrato nell’orizzontale (foto Colnago)Il seat-post è quello della famiglia C (foto Colnago)
Tre allestimenti e il kit telaio
Il kit telaio ha un prezzo di listino di 5.935 euro e comprende anche il reggisella che è il medesimo della C68 Road. Ci sono tre allestimenti con i prezzi di listino di 7000, 8400 e 11600 euro. Si basano sulle trasmissioni Shimano GRX 1x e ruote Fulcrum Rapid Red 900, Sram Force XPLR 1x, sempre con ruote Fulcrum. La più costosa porta in dote la trasmissione Sram Red AXS 1x e le ruote Zipp 303s. Le taglie disponibili sono 5: 45 e 48, 51, 54 e 57.
Una coppia di ruote con un comportamento eccellente su strada e in ambito gravel? La risposta è Fulcrum Wind 42. La fluidità, la scorrevolezza e la silenziosità sono quelle Fulcrum, così come l’affidabilità ed una stabilità non comuni che fanno rima con sostanza.
Ma è la versatilità di questa coppia di ruote che fa la differenza, alla quale si aggiunge un’ottima capacità di smorzamento delle vibrazioni ed un valore alla bilancia molto interessante. Le abbiamo provate.
Le nuove Wind 42 sono una nuova generazione FulcrumLe nuove Wind 42 sono una nuova generazione Fulcrum
Fulcrum e la famiglia Wind
Se possiamo considerare le Wind 42 un esempio di trasversalità d’impiego e di fatto un prodotto adatto a tutti, è altrettanto vero che questa tipologia di ruota diventa anche il simbolo di un’intera gamma di prodotti che si è rinnovata completamente.
Non è solo una questione di design, perché il cambiamento riguarda soprattutto le tecnologie adottate e buona parte di loro sono mutuate dalle alto di gamma Speed. Il cerchio da 42 ne è un esempio.
Con tubeless stradali da 28, ci stanno bene anche i 30Gomma gravel da 40, perfettamente accoppiata al cerchioCon tubeless stradali da 28, ci stanno bene anche i 30Gomma gravel da 40, perfettamente accoppiata al cerchio
Rigidità quando serve
Ci concentriamo sulle caratteristiche tecniche e sulle prestazioni percepite, considerando che abbiamo utilizzato queste Fulcrum, prima su strada e poi in ambito gravel. La Wind 42 non è una ruota estremamente rigida o meglio, ha un cerchio bello tosto che si fa sentire in diverse occasioni. E’ panciuto, ma non è ingombrante ed è assecondato da una raggiatura che smorza, stabilizza e fa diventare le nuove Wind uno strumento adatto a differenti tipologie di utenza. Per molti potrebbe essere la ruota definitiva, da usare sempre e senza limiti in fatto di planimetrie dei tracciati. Per altri è la ruota da allenamento (tanta roba) sulla quale montare qualsiasi tipologia di gomma e da usare con qualsiasi condizione meteo.
E poi c’è il mozzo in alluminiocon i cuscinetti sigillati a cartuccia (non c’è il sistema cono/sfera). Il comparto è estremamente silenzioso e offre un senso di robustezza non secondario. Il cricchetto della ruota libera quasi non si sente (ci vogliono chilometri e ore di utilizzo, quasi come un rodaggio). Ha un’eccellente rapidità d’ingaggio, utile su asfalto, molto utile e particolarmente efficacie sullo sterrato.
Tutto quello che tecnicamente riguarda le nuove WindIl cerchio è tubeless (non hookless)Canale interno da 23 senza nastroL’asola per la valvola con un adattatore, ottima soluzioneTutto quello che tecnicamente riguarda le nuove WindIl cerchio è tubeless (non hookless)Canale interno da 23 senza nastroL’asola per la valvola con un adattatore, ottima soluzione
Senza tubeless tape
Le ultime generazioni delle ruote Fulcrum hanno il cerchio full carbon che non necessita del nastro tubeless per sigillare ed impermeabilizzare il canale interno. I vantaggi sono molteplici. Si risparmia peso e la tenuta della pressione del tubeless (a prescindere dalla tipologia di pneumatico) è migliore, soprattutto nel lungo periodo.
Senza il nastro interno, il montaggio di uno pneumatico tubeless (ma anche del copertone con camera d’aria) è più facile, perché gli attritti tra gomma e cerchio sono minori e la gomma tallona in un amen. In caso di manutenzione e centratura del cerchio non è necessario smontare lo pneumatico.
Il mozzo posteriore ed i raggi incrociati da ambo i latiIl mozzo anteriore ha le flange differenziateL’esploso del mozzo anteriore, semplice anche da manutendereIl mozzo posteriore ed i raggi incrociati da ambo i latiIl mozzo anteriore ha le flange differenziateL’esploso del mozzo anteriore, semplice anche da manutendere
Veloce sempre, scomoda mai
Le Fulcrum Wind 42 sono il compromesso ottimale. Forse non sono veloci come delle ruote da 70 millimetri (che però devono essere lanciate), ma si guidano meglio con le andature regolari e quando si cambia ritmo senza l’obbligo di avere troppi watt nelle gambe. E poi nei tratti particolarmente tortuosi, che siano su strada o sterrati, non impegnano in modo eccessivo e copiano bene il terreno. Rispetto a ruote con il cerchio più alto vanno meglio in salita. Sono molto più veloci di una ruota bassa ed un valore alla bilancia rilevato 1,47 chilogrammi (senza valvole), non le rende pesanti.
Vogliamo parlare di scorrevolezza, quella vera, quella da valutare una volta che si è in sella alla bici? Le ruote devono “lavorare” bene quando sono su strada, con le gomme gonfiate nel modo corretto (in base a terreno e peso del ciclista) e con tutto il peso di chi pedala. La fluidità delle Fulcrum è proverbialeda sempre e anche le Wind 42 non sono da meno. In alcuni momenti sembrano galleggiare. Durante il test abbiamo usato dei tubeless road da 28 (il minimo) e dei gravel da 40 (il massimo).
Un ottimo vestito per tutte le biciIn versione gravel, una ruota (facile) da garaA nostro parere la configurazione tubeless è perfetta per le nuove WindUn ottimo vestito per tutte le biciIn versione gravel, una ruota (facile) da garaA nostro parere la configurazione tubeless è perfetta per le nuove Wind
In conclusione
Una ruota road prima di tutto? A nostro parere no e crediamo che categorizzare le Wind 42 “solo” road oriented sia una sorta di limite. La resa tecnica è molto elevata a prescindere dalla configurazione, ma la disciplina in cui queste ruote esprimono il loro picco prestazionale la sceglie l’utilizzatore. Non crediamo ci siano molti prodotti sul mercato che riescano a vantare questa caratteristica.
Se utilizzata in ottica asfalto è una sorta di tuttofare, in ambito gravel (anche race) è una top di gamma in senso assoluto. Infine il prezzo di listino di 1.415 euro (con il corpetto Shimano), una cifra che rende queste ruote ancora più interessanti.
Che cosa rappresenta per un'azienda come Trek la vittoria di Stuyven all'europeo gravel? Il settore tira, l'interesse aumenta. I pro' sempre più al centro
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Una bici in carbonio, emblema di una vera e propria sartoria ciclistica artigianale. Stiamo parlando della nuova Gravel 2.4 firmata Abike. Scopriamo oggi la prima gravel della casa mantovana pensata per spingersi oltre ogni limite dell’off-road veloce.
Il brand Abike, che si è presentato sul mercato lo scorso giugno con due modelli di mountain bike elettriche, ABK P23 Front e ABK P23 PRO Full, oggi è pronto ad affrontare nuove sfide su terreni da domare.
Una bici versatile dall’utilizzo aperto a più interpretazioniUn design pulito ma allo stesso tempo aggressivoUna bici versatile dall’utilizzo aperto a più interpretazioniUn design pulito ma allo stesso tempo aggressivo
Per le avventure
Per chi cerca performance, comfort, maneggevolezza e velocità off-road, Abike ha progettato la Gravel 2.4. Una scelta intelligente se si vuole affrontare il gravel in sella al carbonio, con un rapporto qualità/prezzo non comune. ABK Gravel 2.4 è una bici realizzata per vivere vere e proprie avventure all-road.
La bici è dotata di una geometria “facile”, che contribuisce alla stabilità complessiva del mezzo. La 2.4 è equipaggiata per assorbire le asperità del terreno e tradurre le sue caratteristiche in scorrevolezza. Prerogative non scontate quando si parla di performance off-road. Il tutto senza dire no alle avventure che prevedono chilometraggi più lunghi. Non mancano infatti predisposizioni sul telaio per allestire la bici con accessori da viaggio, parafanghi e gps: un’anima versatile che si sposa con le esigenze dei diversi tipi di ciclisti che decideranno di sceglierla.
Presenti predisposizioni per accessori da fissare sul telaioForcella dritta per una migliore precisione di guidaIl carro posteriore è disegnato per assorbire le vibrazioni del fuoristradaPresenti predisposizioni per accessori da fissare sul telaioForcella dritta per una migliore precisione di guidaIl carro posteriore è disegnato per assorbire le vibrazioni del fuoristrada
Allestimento
La nuova ABK Gravel 2.4 è proposta in quattro taglie (da S a L). Grazie alla sua predisposizione si adatta in maniera camaleontica ad ogni altezza. Per quanto riguarda l’allestimento, la scelta di Abike è orientata alla qualità con un occhio di riguardo alla performance e all’affidabilità. La trasmissione è Sram Rival XPLR 1×12 V. I cerchi sono Miche PRO RACE DX e gli pneumatici sono i Vittoria Terreno Dry 700×38 G2.0 Para. Il reggisella è in alluminio Deda ed è rinforzato per incassare al meglio le asperità del manto stradale.
A garanzia della professionalità e qualità, tutta la produzione è certificata TUV. Inoltre per garantire un servizio completo a 360°, Abike consente la personalizzazione di alcuni componenti. Il prezzo consigliato al pubblico è di 3.990 euro.
I ritiri di fine stagione sono quegli appuntamenti dove si gettano le basi per l’anno successivo. Momenti collettivi di transizione dove le ultime arrivate conoscono la nuova squadra. Un periodo di giorni vissuto intensamente, alcune volte in contesti poco affini al ciclismo, altre volte in modo un po’ alternativo, ma sempre con divertimento.Soraya Paladin è rientrata da poco da un training camp in California nel quale si è ritrovata a fare anche da… tour operator.
Tutto ruota attorno al gravel e al profondo concetto di team building. E’ l’unica anticipazione che vi diamo perché sarà proprio la trentenne di Cimadolmo a portarci dentro ai dettagli di questa trasferta della Canyon-Sram, così originale sia per la preparazione che per lo svolgimento.
La Canyon Sram ha scelto un training camp in gravel in California, organizzato dalle atlete (foto Tino Pohlmann)La Canyon Sram ha scelto un training camp in gravel in California, organizzato dalle atlete (foto Tino Pohlmann)
Soraya da dove iniziamo col racconto?
Col viaggio della speranza che ho fatto per giungere a San Diego. Sono arrivata il 2 dicembre al mattino, con più di mezza giornata di ritardo perché la neve aveva bloccato l’aeroporto di Monaco, in cui avevo la coincidenza del volo intercontinentale. A cavallo del mezzogiorno però ero già in bici per abituarmi al fuso e mettere in moto le gambe, prima del primo impegno istituzionale.
Quale era?
A metà pomeriggio avevamo una piccola presentazione della squadra a Carlsbad, 50 chilometri a nord di San Diego, sempre sulla costa pacifica dove c’è la sede statunitense della Canyon. La squadra ha scelto la California per questo team building perché così potevamo fare visita ad alcuni nostri sponsor. Siamo stati da Giro, Oakley e Zwift. Bisogna dire però che durante quei dieci giorni non abbiamo quasi mai parlato di calendari e programmi di corse. Lo faremo al prossimo ritiro, qui dovevamo solo fare gruppo.
In alcuni tratti Paladin e compagne hanno dovuto spingere la bici. Più che una gravel, serviva una Mtb (foto Justyna Czapla)Le atlete della Canyon-Sram hanno creato altimetrie e planimetrie del percorso, fissando anche i punti per le soste (foto Pohlmann)In alcuni tratti Paladin e compagne hanno dovuto spingere la bici. Più che una gravel, serviva una Mtb (foto Justyna Czapla)Le atlete della Canyon-Sram hanno creato altimetrie e planimetrie del percorso, fissando anche i punti per le soste (foto Pohlmann)
Come si è sviluppato il vostro training camp?
In realtà è iniziato da casa nostra (dice sorridendo, ndr). I nostri tecnici avevano diviso la squadra in coppie. Ognuna di esse doveva organizzare una tappa del nostro viaggio con le gravel tra San Diego e Los Angeles, conoscendo solo l’hotel in cui avremmo dormito. Inoltre dovevamo pianificare anche le attività ricreative di quella giornata. Dalle soste per il pranzo o per il caffè a quelle per i migliori punti panoramici fino alla serata. Al mattino la coppia che aveva organizzato quella tappa indicava il percorso e si pedalava tutti assieme. Qualche giorno anche i nostri diesse sono venuti con noi, a volte con la bici normale, altre con e-bike.
Come erano le tappe?
Abbiamo fatto circa dieci giorni, il 12 dicembre siamo ripartite da Los Angeles per l’Europa. In media facevamo 80/90 chilometri o circa 4-5 ore al giorno. Avevamo creato anche le tracce con altimetria e planimetria. Non è stato così scontato però perché non conoscevamo la zona. Abbiamo dovuto studiare le mappe del posto affidandoci alle app o piattaforme usate dai pedalatori. E’ stato un bel lavoro d’equipe. Ci siamo divertite, anche nel confrontarci per stabilire chi aveva programmato il giorno migliore.
La giornata organizzata da Paladin alla sera prevedeva una partita dell’NBA Cup tra Lakers e SunsLa costa pacifica offre tanti chilometri di ciclabile in riva all’oceano. E il clima è stato un ottimo compagno di viaggio (foto Justyna Czapla)La giornata organizzata da Paladin alla sera prevedeva una partita dell’NBA Cup tra Lakers e SunsLa costa pacifica offre tanti chilometri di ciclabile in riva all’oceano. E il clima è stato un ottimo compagno di viaggio (foto Justyna Czapla)
La tua coppia che tappa ha organizzato?
La pianificazione l’ho fatta con Antonia Niedermaier. Ci sentivamo via whatsapp o tramite videochiamate per allineare le informazioni che avevamo raccolto. Purtroppo lei è stata male qualche giorno prima di partire e non ha potuto essere con il resto della squadra. Alla fine abbiamo tracciato un percorso di 120 chilometri, prevalentemente pianeggiante, fino ad Hermosa Beach, nella periferia sud di Los Angeles. E per la sera avevamo previsto un bell’intrattenimento.
Cosa?
Sono una appassionata di basket, spesso vado a vedere la Famila Schio (la più titolata formazione femminile italiana, ndr). Così ho controllato se c’erano partite dell’NBA e allo Staples Center c’era in programma Lakers-Phoenix Suns dei quarti di finale della NBA Cup. Una competizione nuovissima che poi hanno vinto proprio i Lakers. Insomma, ho scelto bene, ho fatto vedere alle mie compagne i futuri campioni (sorride, ndr).
Spirito Gravel. Bici attrezzate di piccole borse per gli inconvenienti e nessuna “ammiraglia” al seguito (foto Pohlmann)Dal 2 al 12 dicembre la Canyon-Sram ha pedalato da San Diego a Los Angeles tra costa ed entroterra californiani (foto Pohlmann)Spirito Gravel. Bici attrezzate di piccole borse per gli inconvenienti e nessuna “ammiraglia” al seguito (foto Pohlmann)Dal 2 al 12 dicembre la Canyon-Sram ha pedalato da San Diego a Los Angeles tra costa ed entroterra californiani (foto Pohlmann)
Avevate mezzi al seguito?
No, anche perché sarebbe stato impossibile. C’erano molti tratti sterrati, alcuni dei quali si sono rivelati particolarmente impervi anche per le bici stesse, le Mtb sarebbero state più utili. In alcuni punti abbiamo guadato dei piccoli corsi d’acqua oppure abbiamo spinto la bici sia in salita che in discesa per evitare di farci male. Un paio di pulmini viaggiavano con le nostre valigie da un hotel all’altro. Avevamo attrezzato le bici con una borsa da manubrio dove inserivamo tutto l’occorrente per le forature o altri problemi meccanici. Dovevamo fare tutto in autonomia ed è stata una bella esperienza anche quella (ride, ndr). Il buon clima poi ha reso tutto più semplice e bello.
Però tu sembri avere un bel rapporto col gravel…
Sì, diciamo il giusto. Devo ringraziare mia sorella Asja che mi ha introdotto nel mondo gravel qualche anno fa. Per fortuna mi ha anche indottrinato su tante cose che mi sono servite in California. Quando esco in bici con Asja ed il suo gruppo, li seguo e faccio fare a loro quando capitano inconvenienti. Nel nostro training camp invece ero una delle più esperte, così come Tiffany e Kasia, che è campionessa del mondo gravel (rispettivamente Cromwell e Niewiadoma, ndr). Entrambe pedalano tantissimo con quel tipo di bici.
Paladin (qui con Skalniak-Sojka) ha vissuto il team building in gravel con lo spirito di una vacanza con amichePaladin ha disputato il mondial gravel sulle strade di casa. Ha vinto Niewiadoma (col numero 7), sua compagna alla Canyon-SramPaladin (qui con Skalniak-Sojka) ha vissuto il team building in gravel con lo spirito di una vacanza con amichePaladin ha disputato il mondial gravel. Ha vinto Niewiadoma (col numero 7), sua compagna alla Canyon-Sram
Cosa rappresenta il gravel per Soraya Paladin?
Per me è un buon modo di tenermi allenata durante l’off season. Mi serve soprattutto a livello mentale, perché mi aiuta a scaricare tanto la tensione accumulata. E’ vero che si fatica, perché in discesa non puoi rilassarti come su strada, dove puoi recuperare fiato, però ti pesa meno fare anche cinque ore. Le gare a cui ho partecipato, le ho fatte con uno spirito differente pur dando sempre il massimo. Quando si stacca tra un blocco di gare e l’altro, si potrebbe pensare di fare gravel anche a metà stagione, ma a quel punto subentra la paura di farsi male e gli allenamenti sarebbero differenti. Di sicuro col gravel mi diverto. Si impara sempre qualcosa e ti dà la possibilità di scoprire posti nuovi, anche dietro casa o in vacanza, in una maniera più tranquilla.
In un mercato che vede una vasta scelta in termini di modelli e tecnologie, Cervélo squarcia il panorama delle e-bike presentando il suo primo modello nella categoria. Non si può parlare di ritardo, perché i canadesi si sono presentati al mondo elettrico con un prodotto unico per design e soluzioni tecniche. Si chiama Rouvida ed è ciò che permetterà al ciclista che la sceglie di affrontare strada o gravel senza dover cambiare telaio e scendere a compromessi. Motorizzata Fazua gode di un’estetica audace che nasconde la sua propulsione elettrica e allo stesso tempo incarna la filosofia Cervélo.
La differenza di geometrie si risolve in pochi millimetri che ne determinano il carattereNella foto la posizione del perno in versione gravelI differenti forcellini mutano l’assetto della biciPer la road un assetto più dinamico e devoto alla velocitàLa differenza di geometrie si risolve in pochi millimetri che ne determinano il carattereNella foto la posizione del perno in versione gravelI differenti porcellini mutano l’assetto della bici
Due in una
Scegliere una e-bike non per forza vuole dire rinunciare alla fatica. Chi decide di salire su una bici elettrica spesso lo fa perché ama l’avventura e vuole ampliare i propri orizzonti a suon di chilometri. In questa ottica Cervélo ha deciso di allargare ancora di più la scelta con la possibilità di rendere Rouvida una bici dalla doppia anima. E’ stato infatti progettato un set di forcellini che permette di avere lo stesso telaio in grado di svolgere un doppio lavoro. Questi forcellini, anteriore e posteriore intercambiabili, lontani dal tipico “flip chip”, hanno l’effetto di modificare l’intero assetto per poter ottenere il fit e la maneggevolezza che ci si aspetta da una bici da strada e da una bici gravel marchiata Cervélo.
La modifica permette di avere un angolo del tubo sterzo di 0,7° più aperto per una maggiore maneggevolezza su sterrato. La misura del trail della forcella è di 57,9 mm per l’assetto road e di 62 mm per la versione gravel. Lo spazio per gli pneumatici arriva fino a 43,5 mm per il gravel e fino a 34 mm per la strada. Lo stack più alto di 7 mm e il reach più corto di 5 mm nella configurazione gravel riescono a cambiare completamente l’anima della Rouvida. L’unica accortezza quando si cambia l’assetto è che sarà necessario effettuare un aggiornamento del firmware, che deve essere eseguito dal rivenditore Cervélo di zona.
Le linee sono caratteristiche della gamma CervéloSul tubo orizzontale i led della batteriaQui la versione road, mentre la versione gravel dispone di reggisella telescopicoIn corrispondenza del motore centrale è presente la porta per la ricaricaLe linee sono caratteristiche della gamma CervéloSul tubo orizzontale i led della batteriaQui la versione road, mentre la versione gravel dispone di reggisella telescopicoIn corrispondenza del motore centrale è presente la porta per la ricarica
Potenza realistica
Per rendere l’esperienza di una e-bike il più naturale possibile, “nascondere” l’intrusione del motore è tutto. L’ultima proposta di Fazua è la Ride60, una power unit che ha già ricevuto riconoscimenti per la sua capacità di fondersi perfettamente con l’input di pedalata e offrire una sensazione da bici classica, solo con molta più grinta.
La coppia dichiarata è di 60Nm, abbinata a una batteria da 432Wh. Numeri che permetteranno al ciclista di spingersi in avventure con chilometraggi a tre cifre. Il tutto limitato fino ad una velocità di 25km/h per fuggire dal gruppo in salita oppure per derapare al limite del controllo in fuoristrada. Un’assistenza realistica che si integra al meglio con la spinta del ciclista grazie al motore centrale assorbito dal carbonio del telaio Cervélo.
Il design della road la fa assomigliare ad una “normale” sorella non elettrizzataLa gravel è pronta a stupire per stabilità e maneggevolezzaIl design della road la fa assomigliare ad una “normale” sorella non elettrizzataLa gravel è pronta a stupire per stabilità e maneggevolezza
Design coerente
Ogni particolare è stato curato ed il risultato ottenuto è una bicicletta che si colloca senza sforzi accanto a tutti modelli aerodinamici firmati Cervélo. Ruotando la batteria si è arrivati a risparmiare ben 25 grammi in termini di resistenza nella galleria del vento. Il Road Control sulla curva del manubrio offre la possibilità di avere il controllo della potenza in una posizione molto naturale, mentre il Led Hub posto sul tubo orizzontale include una porta di ricarica USB utile per luci o accessori.
Il design è il valore aggiunto di questa Rouvida. Le Cervélo sono famose per essere raffinate, dal design ricercato e dalle prestazioni elevate. Secondo i progettisti del marchio canadese l’aggiunta di un motore e di una batteria non poteva e non doveva cambiare le cose. Dal riorientamento della batteria al riposizionamento del sensore di velocità, ogni sforzo è stato fatto per garantire che Rouvida significasse Cervélo tanto quanto una S5 o una Áspero.
I prezzi verrano comunicati a gennaio 2024, mentre gli allestimenti saranno due per la road in colorazione Plasma Blue: Red XPLR AXS 1, Rival XPLR AXS 1. E due per il gravel in colorazione Granite: Force XPLR AXS 1, GRX RX610. Le taglie sono quattro da S a XL. Il peso si attesta in 12,38 kg (telaio 1.311,9 grammi e forcella 466) per la versione Red XPLR ASX.