Ha appena vissuto un luglio intenso e difficile nella sua prima annata nel WorldTour. Però non tutto il male viene per nuocere, qualcosa di buono da trarre insegnamento c’è sempre. Letizia Borghesi ha corso Giro Donne e Tour Femmes senza avere il supporto della fortuna ma ha saputo reagire e mettersi alla prova anche in vista del futuro. Lei che aveva già superato una difficoltà agli occhi dopo il lockdown del 2020.
La ventitreenne della EF Education Tibco SVB nella gara italiana è caduta alla sesta tappa procurandosi un grosso ematoma alla gamba destra arrivando tuttavia fino all’atto finale di Padova. In Francia invece è rimasta coinvolta nel maxi groviglio di bici della quinta tappa. Purtroppo ha dovuto alzare bandiera bianca alla settima e penultima frazione per il peggioramento delle botte riportate a collo e gambe.


Letizia, finora che stagione è stata?
Buona fino a giugno. Mi sono sentita bene nelle classiche in Belgio dove ero lì a lottare con le migliori. Ho fatto buoni risultati nelle volate generali di Nokere Koerse, Dwars door Vlaanderen e Scheldeprijs (rispettivamente nona, dodicesima e ottava, ndr). Forse potevo raccogliere qualcosa di più. Poi sono andata bene ancora alla Vuelta a Burgos e nelle due gare a tappe britanniche, Ride London e Women’s Tour. Insomma ero soddisfatta. Poi sono rimasta delusa da Giro e Tour.
Andiamo in ordine cronologico. Dopo il traguardo di Bergamo ti avevamo vista in lacrime e portata via in barella. Cos’era successo?
Ero caduta all’ultimo giro del circuito iniziale prima di fare il tratto in linea verso l’arrivo. Sono scivolata in una curva in discesa ed ho picchiato forte la gamba destra. Sono arrivata a Bergamo spingendo praticamente solo con la sinistra. Avevo tantissimo male ma non volevo mollare perché un paio di giorni dopo c’erano le due tappe trentine, quelle di casa. Volevo correrle perché sapevo che sarebbero parenti e amici a sostenermi.
Sei riuscita però a finire il Giro Donne…
Sì, ma non so se sia stata la scelta giusta. Ho terminato pedalando solo una gamba e il riassorbimento della botta è stato più lungo del previsto. Di conseguenza anche l’avvicinamento al Tour non è stato dei migliori. Ma io non volevo perdere l’occasione di correre una corsa del genere.
Borghesi in fuga nella terza tappa del Tour. Poi ha dovuto prestare la sua bici alla compagna Doebel-Hickok Letizia ama freddo, pavè e le classiche del Nord. In Belgio diverse top ten La trentina ha finito il Giro Donne condizionata da un grosso ematoma alla gamba destra
Borghesi in fuga nella terza tappa del Tour. Poi ha dovuto prestare la sua bici alla compagna Doebel-Hickok Letizia ama freddo, pavè e le classiche del Nord. In Belgio diverse top ten La trentina ha finito il Giro Donne condizionata da un grosso ematoma alla gamba destra
E lassù com’è andata?
Nella tappa inaugurale sui Campi Elisi stavo bene, sensazioni simili a quelle prima del Giro. Nella terza tappa ero andata in fuga. Poi alla quinta tappa però sono finita dentro quella mega caduta. Io ero riuscita a restare in piedi ma mi sono arrivate addosso altre atlete. Non so se avete ben presente quella immagine, ma io avevo sopra di me almeno 5-6 ragazze. Ero quasi rimasta incastrata in quel cumulo di bici. Lì mi sono fatta un taglio al mento, diverse abrasioni e un colpo al collo. Non riuscivo quasi più a muoverlo.
Ma hai continuato…
Sono ripartita e ho tagliato il traguardo dopo 50 chilometri fatti da sola. Due giorni dopo però non riuscivo più a pedalare e a stare in bici dal dolore. Mi è dispiaciuto molto dovermi ritirare anche perché avevamo Veronica Ewers che faceva classifica, sfiorando la top ten per pochissimi secondi, e volevamo aiutarla in questo obiettivo.
Sei stata tenace in entrambi i casi, non trovi?
Sì, sono contenta della mia reazione di fronte a questi episodi. Sono state prove di resistenza che fanno esperienza e carattere. E alla fine se mi lamento troppo che luglio mi è andato male, devo pensare che c’è chi sta peggio. La mia compagna Lizzie Banks, quella con cui ho legato di più, non corre da marzo per problemi legati al Covid.
Con la squadra come sta andando?
Il mio inserimento è buono. Mi trovo bene con tutte le compagne. Inizialmente ho dovuto adattarmi ad una nuova dimensione. Ed è stato duro anche con l’inglese ma adesso tutto è migliorato. Ho un contratto con loro anche per il 2023 e vorrei fare un bel salto di qualità, cominciando a lavorare bene già in inverno.


Quali sono i tuoi obiettivi a lungo termine?
So di avere tanti margini di miglioramento e ogni anno i miei valori migliorano. Quel successo al Giro mi aveva dato consapevolezza. Ora sono in un team che fa un calendario importante in cui posso confrontarmi con le più forti. Quando sto bene riesco a tenere sulle salite e a sfruttare il mio spunto veloce. Il mio ideale di gare sono le Classiche del Nord o anche la Strade Bianche. Mi piacciono il pavé e il freddo. Vorrei fare bene in questo tipo di corse.
E quelli a breve termine?
Innanzitutto passerò un agosto senza correre. Cercherò di recuperare fisicamente e mentalmente. Magari d’accordo col mio preparatore farò un po’ di altura per essere pronta per La Vuelta ed il finale di stagione con le gare italiane. Sarebbe bello ritrovare la vittoria ma onestamente mi accontenterei di centrare belle prestazione e qualche buon risultato, anche migliore di quelli di inizio anno. Mi aiuterebbero a trovare una ulteriore iniezione di fiducia nei miei mezzi.