Drali Opale, come una granturismo da 600 cavalli

07.01.2025
6 min
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Il test completo della Drali Opale, una bici che sorprende per rigidità (soprattutto) dell'avantreno e per un'efficienza generale di altissimo livello. Questa bici, completamente fatta in Italia (non è monoscocca) ha questa sorta di contrasto tra l'impatto estetico, quasi minimale, elegante e raffinata, con uno slooping non marcato e una resa tecnica che piacerebbe tanto agli appassionati di agonismo. La nostra prova si è conclusa in una giornata con tanta neve.

Drali Opale, una bici che sorprende sotto molti (tutti) i punti vista e dove l’estetica, elegante e raffinata diventa una sorta di fiocco regalo per un mezzo che mette sul piatto delle prestazioni super.

La sua essenzialità estetica cela un carattere pieno, sostanzioso e deciso, perentorio a tratti, soprattutto in tutto quello che è il comparto dell’avantreno. Drali Opale una bici fatta bene e da corridore vero.

Bicicletta davvero gratificante ovunque
Bicicletta davvero gratificante ovunque

La Drali Opale del test

Una sorta di misura 53, considerando che la Opale viene fatta e cucita anche su misura. La nostra in test è caratterizzata da uno sloping appena accennato, con un’orizzontale a 52,5 centimetri rilevati, un piantone a 48 e uno sterzo a 13. Il carro posteriore è lungo 41,2 centimetri. Anche la forcella è una full carbon, non ha steli dritti, sono leggermente ricurvi anche se la linea di guida è perfettamente dritta sul profilato dello sterzo, quest’ultimo con volumi oversize.

Il manubrio integrato è il Vision 5D, il reggisella è tutto in carbonio (rotondo con diametro da 27,2 millimetri), sella di Selle Italia SLR Kit carbonio. Il pacchetto trasmissione è Shimano Dura Ace 52-36×11-30. Le ruote sono le DT Swiss ERC 1400 Dicut, gommate con i copertoncini Vittoria da 28. Il peso rilevato è di 7,2 chilogrammi (senza pedali). Il prezzo di listino del kit telaio è di 5.600 euro.

In salita

Tutto pepe e pur confrontandosi con biciclette più leggere, a nostro parere proprio la salita è la situazione dove si esprime al 101%. O meglio, la Opale è dedicata a chi ama alzarsi spesso in piedi sui pedali, tirare con forza il manubrio e “maltrattare” la bici con andature al limite dello stile ortodosso. Davanti è super rigida, estremamente stabile e granitica. Quando si pedala da seduti si sente la differenza tra l’avantreno ed il posteriore, quest’ultimo più morbido (non molle).

Il telaio è una sorta (argomentando la resa tecnica) di scaletta, rigido davanti, bello sostenuto nel mezzo (non estremo), più elastico in tutto quello che è il carro. Da considerare le ruote in dotazione, le ERC, fluide e veloci, ma non estreme in fatto di rigidità.

Molto rigida sull’anteriore e anche parecchio stabile
Molto rigida sull’anteriore e anche parecchio stabile

In discesa

Va tenuta ed assecondata, velocissima nei cambi di traiettoria, anche quelli fatti all’ultimo momento. E’ un proiettile che non ha paura di nulla e nonostante la rigidità anteriore argomentata in precedenza non vibra, non perde mai di precisione e si guida davvero bene. Però non va lasciata, grazie alle sue caratteristiche corsaiole per nulla celate.

E’ una di quelle bici da controllare anche grazie alla modulabilità dell’impianto frenante, pelando il disco e aiutando la guida con eventuali correzioni che si ottengono con il posteriore. Non è una bici aero, ma ha una rapidità di raggiungere le andature elevate davvero sorprendente.

Pianura e vallonati

Riprende le performance descritte in precedenza, tra salita e discesa, con il vantaggio che prende velocità in un amen e alla minima sollecitazione. E’ una di quelle biciclette che si possono plasmare anche grazie alle ruote, ma a nostro parere non devono essere previsti cerchi eccessivamente alti e rigidi. Il risultato potrebbe essere controproducente in fatto di guidabilità nei contesti più tecnici.

Opale è complessivamente rigida e adottare delle ruote che sono una sorta di via di mezzo tra scorrevolezza e comfort è di fatto la soluzione migliore.

Il nostro test si è concluso sulla neve, non ci siamo risparmiati
Il nostro test si è concluso sulla neve, non ci siamo risparmiati

In conclusione

Si, ci aspettavamo una bici da agonista, spinta a livelli molto alti e con pochi compromessi. Siamo comunque rimasti sorpresi dalla sua efficienza, dalla sostanza che mostra in ogni situazione e da questo carattere che non ha punti deboli. Ci piace argomentare un bel prodotto Made in Italy che fa collimare artigianalità, eleganza e cura del dettaglio, ad una resa tecnica superlativa.

Il valore aggiunto è proprio l’impatto estetico di una bici che non ha tempo, la si guarda oggi con delle emozioni che rimarranno tali anche a distanza di tempo. Il prezzo della Drali Opale è d’elite, 5.600 euro per il kit telaio sono una bella cifra, ma comunque in linea con una bicicletta fatta a mano in Italia, di qualità sartoriale e con materie prime di qualità.

Cicli Drali Milano

Drali Opale, un telaio fasciato tra bellezza e prestazioni

27.01.2024
5 min
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KORTRIJK (Belgio) – La nuova Opale ha fatto il suo debutto ufficiale in Belgio. Come vogliono gli standard Drali e la tradizione dell’azienda, la bici è completamente fatta in Italia. Opale ha un telaio in carbonio e utilizza il metodo della fasciatura (non è monoscocca).

«E’ l’ultima creazione – ci dice Manuel Colombo di Drali – disponibile in 12 taglie, una ogni centimetro, oppure su misura. La geometria che caratterizza la Opale è una sorta di via di mezzo tra l’endurance e le bici votate alle competizioni, come ad esempio il modello Onice». Entriamo nel dettaglio della bicicletta.

Elegante e “tradizionale”, eppure è parecchio moderna
Elegante e “tradizionale”, eppure è parecchio moderna

Moderna con linee tradizionali

Una delle prime considerazioni potrebbe essere: “Una bici che non stanca, gratificante da osservare e da guardare anche dopo tanto tempo”. La Opale è sicuramente moderna e tradizionale al tempo stesso. Ci sono le tubazioni che fanno risaltare le forme rotonde. Non ci sono estremizzazioni aerodinamiche, tubi piatti e profili alari, ma i dettagli e le particolarità non mancano.

«La volontà dell’azienda è quella di portare avanti il progetto Opale per lungo tempo – argomenta Colombo – e questo spiega anche l’utilizzo di forme tradizionali e profilati tondi. Inoltre i tubi rotondi rimangono fra i migliori in fatto di performances, per rigidità, peso e possibilità di avere una bicicletta ampiamente sfruttabile».

Carbonio T1100 e tecnologia Spindle

I profilati sono il risultato di un blend di 3 tessuti differenti. Alla base c’è il T1100 abbinato alla fibra Twill, mentre esternamente è utilizzato uno strato di unidirezionale. Da considerare però che la laminazione è differenziata in base alle zone del telaio. La stessa laminazione può diventare oggetto di customizzazione quando si parla del telaio fatto su misura. Un plus non banale e che pochissime aziende sono in grado di proporre.

I profilati del triangolo principale (tranne il piantone) adottano la tecnologia Spindle. Consiste in un mandrino in lega metallica sul quale è avvolto il carbonio. Non viene utilizzato lattice o materiale schiumoso, in quanto è fondamentale calcolare anche le percentuali di dilatazione dopo il posizionamento in autoclave. Il processo è complicato e richiede molta attenzione, ma si ottiene un telaio di altissima qualità, con pesi ridotti e materiale di riporto, quello all’interno dei tubi, che è inesistente. Ci sono anche dei vantaggi per quanto concerne l’integrità strutturale, che è a livelli massimi. Le altre tubazioni sono fatte grazie a stampi specifici. Il punto di inserzione tra il fodero basso e quello alto è un blocco unico e una sorta di punto fermo del progetto Opale. Drali ha 4 combinazioni diverse (con angoli differenti) con le quali riesce a coprire le 12 taglie disponibili. La scatola del movimento centrale adotta la filettatura T47, perfettamente in linea con gli standard più moderni.

Bilanciamento ottimale

«Siamo arrivati ad un peso di 790 grammi e lo abbiamo fatto per gradi, tant’è vero che i primi telai erano interno agli 850/860 grammi – ci racconta Manuel Colombo – ed i motivi principali sono due. Il primo è quello di avere un telaio pronto e perfettamente bilanciato, il secondo è che non inseguiamo la leggerezza come valore assoluto. La riduzione del peso è importante se alle spalle c’è anche un’esperienza di guida che non sacrifica nulla».

Con un allestimento di alto livello, ma con componenti standard, la Drali Opale ferma l’ago della bilancia sotto i 7 chilogrammi nella taglia 54. Il prezzo di listino del kit telaio è di 5.600 euro e comprende il telaio, forcella e serie sterzo, i due portaborraccia in carbonio fatti a mano, il reggisella e la sua chiusura. Lo stesso seat-post è disponibile con arretramento, oppure con off-set zero. Il prezzo della bici completa ovviamente dipende dalla tipologia di allestimento, con un punto di partenza che è inferiore ai 10.000 euro.

Drali