Frigo, il diario del mio primo Giro d’Italia. I sospiri del via

16.05.2023
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BOLOGNA – Marco Frigo è al primo Giro d’Italia. E il primo Giro è come il primo amore: non si scorda mai. Altre sensazioni, altre emozioni. E’ un punto di arrivo e di partenza. Per un bambino che pedala, specie se italiano, è (quasi) tutto.

In queste tre settimane, con il corridore della Israel-PremierTech faremo una sorta di diario del suo Giro. Il racconto di quel che vive, pensa e fa Marco durante la corsa rosa.

E di cose ce ne sono da raccontare. Basterebbe dire che Frigo è in camera con Domenico Pozzovivo… per il più classico del “vecchio e giovane”.

Marco Frigo (classe 2000) nei suoi primi chilometri in assoluto al Giro a Fossacesia. Ottima posizione per lui
Marco Frigo (classe 2000) nei suoi primi chilometri in assoluto al Giro a Fossacesia. Ottima posizione per lui

Due respiri e si parte

E come ogni diario che si rispetti, partiamo dall’inizio, anzi dalla vigilia.
«E’ stata tranquilla – attacca Frigo – abbiamo fatto la ricognizione della crono e lì ho cominciato a vivere veramente l’aria del Giro. Siamo arrivati alla partenza e stavano ancora allestendo tutto. Questo mi ha fatto concentrare, perché comunque volevo fare una buona cronometro. Era la prima crono al mio primo Giro, non potevo non farla a tutta».

La notte Frigo la passa sereno. Finalmente tranquillo e ammette che ultimamente non ha più “problemi di farfalle nello stomaco”, testuali parole. Ma quando sale sulla rampa il giorno dopo…

«Quello è stato il momento più emozionante. Sulla rampa ho avuto cinque secondi di brividi. E’ stato un sentimento di orgoglio per tutto l’impegno profuso in tanti anni per arrivare ad essere professionista. Ero un pro’ che faceva il Giro. In più mettici questa atmosfera così “luccicosa”… Però poi ho fatto due respiri profondi e appena sono partito sono stato atleta al 100 per cento. Ho seguito il passo che i tecnici mi avevano programmato».

Nel giorno di riposo, Frigo scherza sul sassolino nella scarpa che gli è capitato a Napoli (foto @noa_toledo_arnonphoto)
Nel giorno di riposo, Frigo scherza sul sassolino nella scarpa che gli è capitato a Napoli (foto @noa_toledo_arnonphoto)

Prime tappe e un sassolino

Dopo Ortona sono iniziate le tappe e la loro routine: corsa, mangiare, dormire… E tutto sommato visto l’andamento tattico di questo Giro, Frigo ha vissuto un approccio soft.

«Un po’ più di stress c’è stato la sera di Campo Imperatore: frazione lunga, il trasferimento prima in funivia, poi il viaggio in bus. Siamo arrivati molto tardi in hotel. Giusto il tempo di cenare e dopo venti minuti ero a letto. E a me piace fare le cose con calma.

«A livello di corsa invece, in questa prima settimana lo stress maggiore c’è stato nella tappa di Napoli. Non saprei dire un vero perché, ma siamo partiti forte, nelle discese siamo andati a tutta e lo stesso nel finale siamo andati forte – purtroppo – e abbiamo ripreso Clarke. In più avevo un sassolino nella scarpa.

«Avevamo iniziato già ad accelerare nelle prime fasi e sentivo questo fastidioso sassolino. Ogni tanto si muoveva, ma non c’è stato un momento per togliere la scarpa e farlo uscire. Questo fa capire che quella tappa è stata la più ostica sin qui».

Prima settimana filata via bene per il veneto. Marco vuole fare esperienza e puntare un giorno sulle corse a tappe
Prima settimana filata via bene per il veneto. Marco vuole fare esperienza e puntare un giorno sulle corse a tappe

La gamba c’è

Tutto sommato Frigo ha passato una buona prima settimana. Racconta che il poco stress nelle prime frazioni lo ha introdotto per gradi nel clima del Giro e che qualche energia magari si è anche risparmiata. 

«Alla fine – va avanti il veneto – sono arrivato bene al primo giorno di riposo. Non lo bramavo a tutti i costi. Per me ci sarebbe potuta essere anche un’altra tappa oggi (ieri per chi legge, ndr). Forse anche perché la seconda crono l’ho affrontata in modo diverso. Con i tecnici è stato deciso di non farla a tutta, ma di andare secondo le sensazioni. Pensate che nei primi 7 chilometri neanche ho guardato il potenziometro. Ho preso un passo e poi ho capito che lo avrei potuto tenere fino a Cesena».

L’incontro con Frigo nel giorno di riposo a San Giovanni in Persiceto (Bologna)
L’incontro con Frigo nel giorno di riposo a San Giovanni in Persiceto (Bologna)

Il coinquilino Pozzovivo

«Col “Pozzo” – racconta Frigo – mi sto trovando davvero bene. Il mio obiettivo è quello di essere quanto più “spugna” possibile. Cercare di rubare da lui ogni piccolo particolare. Di fatto è un mese, dal Tour of the Alps, che siamo insieme. 

«Ho trovato una persona umile, educata e disposta ad aiutare – racconta Frigo – abbiamo instaurato un bel rapporto. Parliamo non solo di ciclismo. Lui è appassionato di politica ed è un’enciclopedia un po’ su tutto.

«Vi dico questa. Pochi chilometri dopo il via della prima tappa in linea, dopo una curva a sinistra siamo capitati in un vigneto e mi fa: “Guarda Marco, quel vitigno è… (non ricordo il nome) e dà un bianco molto pregiato che è ottimo col pesce”.

«Oppure quando mi ha detto della sua vittoria a Lago Laceno. Tra virgolette aveva dichiarato di volerla vincere. Domenico aveva detto ai suoi tifosi che avrebbe attaccato su quel tornante e poi su quel tornante ha attaccato veramente».

Tra le altre cose che Pozzovivo insegna e che Frigo apprende ci sono le previsioni meteo. Marco ha parlato addirittura di interpolazioni. Anche Frigo è un cervellone. E’ iscritto a ingegneria. E un paio di volte lui e Domenico si sono ritrovati a discutere di scienza. Erano su posizioni contrapposte e ne è nato un bel dibattito. Il Giro d’Italia è anche questo…

«Però qualche domanda me la fa anche lui. Per esempio sull’utilizzo di alcuni social o sull’utilizzo della tecnologia. Lì vado forte!».

In gruppo Marco parla spesso con Zana, compagno di tante avventure tra gli U23
In gruppo Marco parla spesso con Zana, compagno di tante avventure tra gli U23

Si riparte

Un bel viaggio per Marco sin qui. Oggi si riparte. Marco sta bene, è motivato e inizia a pensare alle tappe più avanti. «Per ora – dice Frigo – è tutto okay, magari fra una settimana sarà diverso. Ma per ora mi godo la corsa e il gruppo».

Un gruppo diverso quello del Giro a quanto pare. Il modo di correre è differente rispetto ad una breve corsa a tappe o ad una classica e anche i movimenti del plotone di conseguenza ne risentono. Marco racconta di una Ineos-Grenadiers che vede muoversi come vera squadra, di Formolo e Bettiol che sono due bei chiacchieroni, delle conversazioni con Zana, con cui da under 23 ha condiviso parecchio in nazionale.

«Questa settimana – racconta Frigo – in gruppo si è parlato un po’ del meteo, ma anche delle partite di Champions League. Dopo il derby di andata, con Cimolai ci siamo fatti i complimenti per la vittoria della nostra Inter contro il Milan!».