Il brand italiano fra i leader mondiale nel settore dell’abbigliamento per il ciclismo, fornitore delle maglie del Giro d’Italia, della nazionale italiana e del Team Ineos Grenadiers sposa in pieno la progettualità bike di Riccione. Sarà difatti Castelli la maglia ufficiale della Ride Riccione 2021, la Gran Fondo romagnola in programma il 6 giugno prossimo ed inserita quale appuntamento cardine nella settimana di eventi dedicati alle due ruote Ride Riccione Week (2/6 giugno).
Maglia disegnata da Aldo Drudi
Castelli ha scelto dunque Riccione, e la Ride Riccione in modo particolare, per abbinare il proprio brand ad un evento in grande ascesa che promette di mantenere tutte le attese. E a dare ancora più valore e lustro alla maglia tecnica personalizzata che Castelli produrrà a beneficio di tutti i partecipanti alla Ride Riccione, sarà il nome del creativo che realizzerà la grafica: Aldo Drudi, il celebre designer autore di numerosi progetti per Valentino Rossi e per i team del motomondiale più in generale. Ricordiamo che ciascun iscritto la riceverà nel proprio pacco gara, e che la stessa andrà indossata per poter entrare in griglia e per poter portare a termine la prova.
I completi Castelli sono famosi per l’elevata qualitàI completi Castelli sono famosi per l’elevata qualità dei materiali utilizzati
Ideale per questi percorsi
«Siamo davvero molto entusiasti di essere partner attivi della Ride Riccione 2021 – ha dichiarato Soren Jensen, il responsabile Marketing di Castelli – e di fornire a tutti partecipanti un elemento chiave come la nostra maglia Competizione 2 Jersey, un capo che riteniamo ideale per affrontare al meglio i favolosi percorsi della Gran Fondo».
Sponsor prestigiosi
Castelli affianca così Conad, quest’ultimo il main sponsor della Ride Riccione, contribuendo ad aumentare fortemente il valore della manifestazione. Un evento il cui obiettivo dichiarato è quello di portare turisti sul territorio per poterlo conoscere pedalando. A Riccione l’ospitalità è un vero e proprio culto. L’edizione 2021 della maglia ufficiale Castelli x Ride Riccione 2021 verrà presentata nel corso dell’ultima settimana di marzo.
Lo scorpione rosso è uno dei simboli più famosi nel ciclismoLo scorpione rosso è uno dei simboli più famosi nel ciclismo
Tre percorsi dafavola
Ricordiamo che la Ride Riccione propone tre percorsi perfettamente adatti alla condizione atletica di ciascun partecipante. E-Ride, un tracciato di 70 km (1.120 metri il dislivello) dedicato alle biciclette da corsa a pedalata assistita. Bello, affascinante, divertente e ricco di suggestione. Da Riccione, attraverso la Repubblica di San Marino e ritorno, per un perfetto mix che unisce il fascino di una Gran Fondo unica e la garanzia di divertirsi fino alla fine, senza dover pensare all’autonomia della batteria.
Soren Jensen, Marketing Manager di CastelliSoren Jensen, Marketing Manager di Castelli
Medio Ride, un percorso veloce, bellissimo, lungo 110 km con ben 2.193 metri di dislivello. Si attraverseranno paesi e colline che sicuramente lasceranno un meraviglioso ricordo nel cuore dei partecipanti. Si ripercorre parte della tappa a cronometro del Giro d’Italia edizione 2019, la Riccione-San Marino vinta da Primoz Roglic e caratterizzata dalla scalata di Montegiardino Ride: si parte dal cuore di Riccione per far rotta nell’entroterra romagnolo. E poi si va verso le Marche, la Repubblica di San Marino fino a scalare il mitico “Cippo” Carpegna, la palestra di Marco Pantani. Un percorso impegnativo – 150 km per 3.370 metri di dislivello – che certamente metterà a dura prova la condizione di molti, ma che una volta conquistato certamente regalerà la gioia del trionfo di aver attraversato luoghi magici.
Castelli presenta sette maglie dedicate al Giro. Capi in lana in stile anni 80, oppure più moderne e pronte per correre. Una sintesi di storia ed eleganza
L’ultimo Consiglio Federale della Fci del quadriennio 2017-2020 ha rappresentato l’occasione per affrontare e definire alcune questioni ancora “sul tavolo”. Tra le delibere assunte, lo stesso Consiglio ha rinnovato la partnership per il prossimo biennio sia con Pinarello, partner fondamentale per l’attività di alto livello in pista e per dare forte continuità al progetto olimpico di Tokyo, e conCastelli per quanto riguarda l’abbigliamento tecnico. Un brand quest’ultimo oramai da molti anni vicino alla Federazione con l’obiettivo di garantire il massimo impegno per la realizzazione di indumenti altamente performanti.
A Ganna la prima Bolide
La prima Pinarello Bolide, è stata consegnata daFausto Pinarello aFilippo Ganna, presente Davide Cassani, nel 2015. Ganna aveva sfiorato il podio ai Mondiali Juniores di Ponferrada dello stesso anno nella prova a cronometro, e questa consegna già rientrava nell’accordo tra Pinarello e la FCI, in collaborazione con la allora società di appartenenza dello stesso Ganna, per permettere all’atleta di continuare la sua attività nazionale ed internazionale con un mezzo d’avanguardia, e alla Federciclismo di portare avanti il proprio progetto dedicato ai giovani talenti.
Fausto Pinarello con il telaio rosa per Geoghegan HartFausto Pinarello con il telaio rosa fatto per celebrare la vittoria di Tao Geoghegan Hart
Castelli e la maglia azzurra
«Il sodalizio con gli sponsor della Federazione, e dunque in primis della maglia azzurra – ha dichiarato il Presidente uscente della FCI Renato Di Rocco – è oramai una storia consolidata da anni che rappresenta un motivo di vanto ed orgoglio. Insieme abbiamo conquistato numerosi traguardi, ed insieme sono sicuro se ne conquisteranno altrettanti. La maglia azzurra prodotta da Castelli è sinonimo di appartenenza, e mai come nel corso di questi mesi così complicati rappresenta, ancor di più la cifra dei nostri valori e del nostro modo di essere cittadini del mondo».
Pinarello e Castelli con Filippo Ganna nell’illustrazione di Mr. HenkPinarello e Castelli… a bordo con Filippo Ganna nell’illustrazione di Mr. Henk
Hi-Tech per una frazione di secondo
Quando Castelli sviluppò la prima maglia aerodinamica per il ciclismo su strada, nell’ormai lontano 2006, tutti pensarono che fossero dei pazzi. A quel tempo, l’aerodinamicità si utilizzava soltanto nelle prove a cronometro. Abbigliamento performante significava solamente gestione della traspirabilità, e si poteva vincere il Tour de France con una maglia larga che era poco più di una t-shirt in poliestere. Persino gli esperti di aerodinamica si aspettavano vantaggi limitati, per questa ragione Castelli chiamò la prima maglia “Split Second” (letteralmente “frazione di secondo”).
Steve Smith, Brand Manager CastelliSteve Smith, Brand Manager Castelli
Esattamente allora come oggi, in Castelli già si pensava che valesse la pena inseguire anche un piccolo vantaggio. Alla fine, i benefici sono stati sostanziali, e senza ombra di dubbio si può affermare che Castelli ha completamente rivoluzionato il look dei professionisti in gruppo… non a caso un valido motto del brand italiano è “never stop improving…”.
Presentata alla metà di luglio, la Bolide F TT debutterà oggi nella crono di Parigi. L'ha costruita Pinarello per Ganna e gli altri atleti Ineos Grenadiers
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La prima volta che Filippo Ganna ha indossato un body Castelli, gli chiesero di fare il manichino per Ryder Hesjedal. L’anno prima, il canadese aveva vinto il Giro e la prassi dell’azienda veneta, non volendo scomodare il campione, era ed è ancora cercare atleti dalla conformazione simile cui far testare i capi a lui destinati. Ganna ai tempi era campione italiano juniores della crono, era alto lo stesso e teneva giù la schiena allo stesso modo. Come compenso per quel compito, dato che parve molto interessato al lavoro, lo portarono in galleria del vento e per la prima volta qualcuno mise a punto la sua posizione per la crono. Mai compenso fu scelto meglio…
Per Froome, capi confezionati su misuraChris Froome, Vuelta Espana 2020
Un americano a Fonzaso
Steve Smith ride ancora al ricordo. Americano dell’Oregon, 54 anni, è il Brand Manager di Castelli. E’ arrivato in questo angolo di Veneto che respira già le Dolomiti nel 2000, dopo 10 anni alla Nike, occupandosi di Sportful. Da 15 anni è in Castelli ed è la figura perfetta per raccontare in che modo l’azienda collabori con il team Ineos-Grenadiers. Nel quale, sette anni dopo, quel ragazzino alto e magro che somigliava a Hesjedal ha conquistato il mondiale della crono e un vagone di altri successi.
«C’è tanto da dire e da lavorare – debutta – più che per le aziende che fanno le bici e se la cavano con le solite cose. A dire il vero però le richieste della squadra sono abbastanza poche, siamo noi a stressarli con le novità e nuove soluzioni. Funziona che ogni anno il giovedì prima della Sanremo, poi prima e dopo del Fiandre, facciamo dei focus group. Quattro o sei atleti per volta, che tanto sono già divisi tra chi fa il Giro, il Tour, le classiche, quelli che vivono a Nizza e gli altri. Sentiamo i loro commenti e discutiamo dei nuovi prodotti».
Tao Geoghegan Hart al Giro con l’intimo intermedio, una rete misto lanaGeoghegan Hart al Giro con l’intimo intermedio
C’è scambio con gli atleti?
E’ continuo e informale. Ci mandano whatsapp per dare suggerimenti o se qualcosa non va. Per lo sviluppo del prodotto serve tutto.
A proposito di sviluppo, cosa resta di quel body con il tessuto come palline da golf che fu vietato perché secondo l’Uci concedeva troppi vantaggi?
Ci era costato un anno di studi da parte degli aerodinamici e poi centinaia di prove su come cucire il tessuto. Ero fuori dalla porta dove la squadra litigava con l’Uci e i francesi. Sono d’accordo sul fatto che vengano rintracciati gli stratagemmi che concedono vantaggi irregolari, ma non era quello il caso. Ed è apprezzabile che l’Uci abbia cambiato il regolamento, anche se nessuno lo legge mai. Hanno cambiato lo spirito di quell’articolo, togliendo la clausola che vietava l’innovazione, purché si rimanga nelle regole. Giusti i paletti, giusta l’innovazione. La regola che la vietava era troppo vecchia.
Cosa si impara lavorando con un gigante come Ganna?
Che più sono grossi e meno impatto hanno. Nel senso che producono un buco enorme con le spalle e spingendo 550 watt riescono ad avanzare alla grande. E’ un piacere lavorare con Filippo. E’ sempre alla ricerca del miglioramento e quando ha un’idea, la condivide. E’ esigente, ma con una gentilezza quasi imbarazzante. In questo è tale e quale a Viviani, sono ragazzi buoni. Capiscono che domandare da arroganti non porta risultati.
Strada e pista sono due mondi diversi?
Abbastanza, se non altro perché in pista vanno fissi a 60-64 all’ora, mentre in una crono su strada ci sono più variazioni, quindi il body deve avere anche una vestibilità migliore.
Salvatore Puccio ci ha raccontato che siete capaci anche di correzioni rapidissime dei tagli.
Diciamo che gli aggiustamenti dipendono dal corridore che hai davanti. I grandi campioni hanno lavorazioni su misura, mentre magari al neoprofessionista senza risultati chiediamo di accontentarsi. A parte le battute, il singolo body su misura costa tante ore e tanti euro di lavoro. I prodotti che usa la squadra sono quasi tutti in produzione tranne i body da crono. Ma da prossimo anno avremo in catalogo un body da strada che sarà pure acquistabile.
Il disegno dei capi studiati in galleria del vento (foto Mauro Ujetto)Il disegno passa per la galleria del vento (foto Mauro Ujetto)
La grafica dei capi è produzione interna Castelli?
I primi anni con Sky facevamo tutto noi. Con Ineos invece c’è un creativo che fa da assistente e consulente su tutto per Jim Ratcliffe. Dalla casa allo yacht, fino ai suoi sette aerei privati. Ci è stato mandato un disegno, ma qualche dettaglio lo abbiamo sistemato. Per quanto bravo, uno che si occupa di arredo di aerei non può sapere cosa serve a un corridore.
In che modo i corridori scelgono i capi che useranno?
Nella squadra c’è una persona che coordina le dotazioni. Poi c’è quello che usa il body e non la maglia e viceversa. O quello che preferisce un intimo rispetto a un altro, fra i modelli in dotazione. Il 90 per cento di quello che forniamo è standard e concepito per uso professionistico. Ma siccome i corridori di Ineos sono quasi tutti magrissimi e alti, abbiamo dovuto inventarci la taglia S-Long che allunga il pantaloncino di 3 centimetri.
Quali campioni vestono su misura?
Abbiamo eliminato tanti capi custom, ma uno che doveva per forza essere su misura è Froome. Ha le spalle strette da taglia S, una capacità polmonare fuori dal comune da L, le braccia come grissini, il bacino largo e la coscia da L rispetto agi standard dei professionisti. A uno fatto così, se gli dai una misura standard, rischi di vedere tanto tessuto che sventola. E poi c’è il problema del peso…
Addirittura?
Quando prendiamo le misure, sappiamo che hanno un paio di chili di troppo e ne teniamo conto. Mi pare che dopo l’ultimo Tour vinto, dal quale era uscito provato, rivedemmo Froome a ottobre e aveva messo su 8 chili. Ma è vero che i carichi di allenamento che gli abbiamo visto sopportare, li fanno in pochi.
Come si vestono d’inverno: gambali o calzamaglia?
Devo dire che rispetto a una volta si stanno spostando verso la calzamaglia. Fino a 10-15 gradi usano i gambali, ma devo dire che l’inverno è una bella gatta da pelare. Una volta, 10-15 anni fa, facevamo giacche pesanti, con cui però restavano bagnati dentro. Poi si è cominciato a ragionare di usare giacche meno spesse e più aderenti. Capi come la Gabba e simili, così il tessuto è più a contatto con la pelle e non passa aria che possa far gelare il sudore addosso.
E alla fine, dopo l’uso di vari modelli, il test con gli atletiIl test con gli atleti per completare il discorso
Ma si può fare solo se l’intimo è di qualità…
Stavo per dirlo. Abbiamo un modello felpato per l’inverno. Uno leggero per l’estate. E un intermedio, una rete misto lana, che Geoghegan Hart ha usato sullo Stelvio. Tiene tanto caldo senza scaldare. E quando è arrivato sullo Stelvio, gli è bastato chiudere la maglia e buttarsi giù.
Con così grandi investimenti sull’abbigliamento, come avete vissuto lo sciopero di Morbegno causato dalla pioggia?
Bene, perché i nostri volevano partire. Capisco che volessero risparmiarsi quella tappa, ma i nostri capi sono collaudati qui a Fonzaso, dove piove sempre. Li proviamo noi. Io per primo una volta sono andato a fare un giro ad Arabba con 4 gradi e pioggia battente. La sola differenza è che loro avrebbero fatto lo stesso giro spingendo 300 watt per ore. Io invece piano piano…
Come farete a consegnare il materiale quest’anno che non vanno più in ritiro?
Siamo fortunati, perché Ineos non cambia colori, visto che hanno rifatto tutto alla vigilia del Tour. Comunque le forniture sono già partite. E magari in questo momento, mentre noi stiamo parlando, un corriere sta suonando alla loro porta…
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