Domani la crono, si sfoggiano i body più veloci

05.05.2023
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Si comincia con la crono. E come ogni volta che va così, il ciclismo mette in mostra tutta la tecnologia di cui dispone. I corridori si trasformano in macchine da corsa, capaci di velocità fuori dal comune, dopo allenamenti e studi che dallo schermo di un computer approdano alla galleria del vento, poi alla pista, infine alla strada. Ci sono le bici. Ci sono gli accessori, come casco, occhiali, copriscarpe e guanti. C’è il body. Le aziende che producono abbigliamento studiano ogni refolo di vento attorno al corpo dei loro campioni.

Poi, in parziale contraddizione con tutto questo, quando la crono deve farla il leader della classifica (non quella di apertura, chiaramente), per esigenze di sponsorizzazione gli tocca indossare il body ufficiale. In quel caso sta a chi produce le maglie per la corsa, adattare il vestito al campione.

Il Giro d’Italia 2023 partirà domani con una crono individuale dalla ciclabile della Costa dei Trabocchi in Abruzzo
Il Giro d’Italia 2023 partirà domani con una crono dalla ciclabile della Costa dei Trabocchi in Abruzzo

Santini e la crono

Si fa questo ragionamento con Stefano Devicenzi di Santini, che al Giro veste la Trek-Segafredo e quando sarà luglio vestirà nuovamente la maglia gialla del Tour. Cosa c’è dietro un body da crono? E come si fa quando c’è da vestire un corridore con cui non s’è mai lavorato e bisogna farlo magari poche ore prima della crono?

«Nel body da crono – spiega Devicenzi – ci sono ricerca e tecnologia. Però attenzione, puoi anche utilizzare i materiali più avanzati, ma se non lo confezioni con cognizione di causa, disperdi il potenziale del materiale. Oltre a questo, c’è dietro anche una ricerca legata al modo di assemblare i vari pezzi di tessuto, per dare ai materiali una struttura che esalti la loro intrinseca tecnologia. Il tessuto è velocissimo, perché la galleria del vento dice che ha una penetrazione dell’aria molto alta, ma se costruisci il body in modo che non sia performante, che crea pieghe e tamburelli sul corpo dell’atleta, allora il body non funziona».

Pedersen indossa il body di leader della Parigi-Nizza: notare la gamba più lunga davanti e meno dietro
Pedersen indossa il body di leader della Parigi-Nizza: notare la gamba più lunga davanti e meno dietro
Come nasce il body da crono?

Si fa prima il disegno sul corpo dell’atleta e poi si scelgono i tessuti in base alle esigenze. Si parte da una base standard, la stessa che viene messa a disposizione dei vari team amatoriali, poi per gli atleti professionisti si fa un lavoro di personalizzazione. Questo con i team che sponsorizzi. Il problema c’è quando il body non lo puoi adattare al corpo o non puoi farlo sino in fondo, come per il leader della classifica generale (Santini è fornitore ufficiale di tutte le corse di Aso, ndr). Il fatto che non sia cucito addosso rischia di vanificare la superiorità delle tecnologie adottate.

Quindi il leader del Tour nelle crono ha un handicap?

No, perché la situazione può essere gestita. La sera prima della crono, andiamo a fare un meeting con ognuno dei leader che dovranno usare il nostro body e che, purtroppo per loro ma meglio per noi (sorride, ndr), non potranno usare il loro. Andiamo negli hotel per cucirglielo addosso, così da esaltare le proprietà tecniche dei tessuti utilizzati

Come fate?

Ci troviamo in una stanza con il corridore sui rulli, la sarta al fianco e la macchina da cucire sul tavolino. La nostra grande signora Rosita. Accanto a lui c’è anche la modellista o più spesso proprio Monica Santini che individua i punti su cui intervenire. A quel punto si fa un “taglia e cuci” immediato. Nel caso di Van Aert l’anno scorso sono stati fatti proprio dei tagli, come una serie di coriandoli, lavorando su tutto il corpo per metterglielo a misura.

Il leader della classifica deve utilizzare il materiale ufficiale del Giro: qui Hindley nella crono di Verona del 2022
Il leader della classifica deve utilizzare il materiale ufficiale del Giro: qui Hindley nella crono di Verona del 2022
Dicevi però che si parte da una base standard.

Esatto, un modello che viene fatto secondo criteri assoluti e tecnologie su misura, come la manica cucita in un certo modo, il fondo della gamba con un particolare elastico e tutto il resto. Poi per ogni atleta, serve un lavoro sartoriale. Quindi si prende il body di base e si va a ridisegnarglielo addosso, ma senza stravolgere il modello.

Ridisegnare?

Vuol dire semplicemente riprendere le cuciture in alcuni punti, eliminare alcune pieghe, allungare o accorciare la manica o la gamba. Lo stesso modello avrà misure diverse su corridori diversi. Magari per uno che è più alto, si allunga una cucitura sulla schiena o la si accorcia. E come quando fai un abito sartoriale.

Per lo sviluppo si usano chiaramente le squadre sponsorizzate?

I body su cui si lavora sono quelli che hanno dimostrato di essere i più veloci in galleria del vento. In particolare, sponsorizzare la nazionale australiana ci permette una ricerca più approfondita perché c’è più tempo a disposizione, visto che loro ragionano su progetti olimpici quindi con quattro anni a disposizione. Grazie a loro abbiamo individuato accorgimenti preziosi.

Fitting su Vingegaard alla vigilia della crono di Rocamadour, 20ª tappa del Tour 2022
Fitting su Vingegaard alla vigilia della crono di Rocamadour, 20ª tappa del Tour 2022
Ad esempio?

Ad esempio, se guardate i body del Tour de France, noterete dalle foto laterali che l’elastico della gamba non è dritto, ma è più lungo nella parte anteriore dove c’è il ginocchio e più corto dietro la coscia dove ci sono i tendini. Se poi il corridore è magro, in quel punto dietro al ginocchio, fra tendini e articolazione, si crea un vuoto: quella che noi chiamiamo una taschina che incide sull’aerodinamica e sulla quale bisogna intervenire. Stesso discorso per i guanti…

Cosa succede con i guanti?

Con le protesi attuali, quando i corridori piegano i polsi e mettono le mani sul manubrio, si creano delle piccole pieghe. Sicuramente il tessuto è più aerodinamico della pelle, ma la pelle non fa quelle pieghe. Un corridore forte della Ineos con cui parlai di questo aspetto, preferiva correre senza guanti proprio per evitare quelle grinze.

Il body ha tasche?

C’è una tasca per il numero, cui si accede da dentro, che chiamiamo “no pins”. Fuori è completamente liscio, c’è solo uno strato di plastica trasparente, che permette di non usare le spille. Poi c’è la taschina per la radio, che viene pure posizionata dall’interno ed è minuscola, come quella che si mette sul pantaloncino per le tappe in linea. Questa viene collocata abbastanza in alto e lontana dalla colonna vertebrale, per evitare che in caso di caduta possa creare danni molto seri.

Il body da crono è comodo?

Rispetto a quelli di qualche anno fa, vedi una differenza incredibile. Quelli attuali sono cortissimi, sembrano quasi dei body da bambino. Sono veramente piccoli, eppure sono in taglia S o M, cioè taglie normali. Qualche anno fa non si era così attenti. Di certo non è fatto per stare in posizione eretta, ma per riprendere una terminologia dello sci, per stare a uovo. Serve per andare veloci e in certe situazioni il comfort è un fattore cui si può parzialmente rinunciare.

Veloplus, novità in campo aerodinamico e per la pioggia

27.09.2022
4 min
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Veloplus è un marchio italiano che proprio quest’anno ha festeggiato i 15 anni di attività in questo settore. Lo abbiamo incontrato all’IBF in un stand colorato e ricco di prodotti rivolti a tutte le esigenze che il ciclismo di oggi richiede. Dai prodotti entry level, all’abbigliamento top di gamma, fino alle personalizzazioni e agli accessori. Un ventaglio di proposte che vanno di pari passo con qualità e Made in Italy. 

Ad accompagnarci nella vetrina allestita nel paddock misanese c’era Matteo Spreafico, che con il papà Maurizio e le sorelle Alice ed Erika porta avanti l’azienda di famiglia. Matteo da ciclista sa di cosa parla e lo si capisce fin da subito. Da lui infatti passano tutti i prodotti dalla realizzazione ai test, fino alla messa in vendita. Ed è proprio con le sue parole di tecnico e utilizzatore che ci siamo fatti raccontare due prodotti innovativi, il body da crono e la mantellina termonastrata. Due anticipazioni di un futuro prossimo di Veloplus fatto di novità e sorprese. 

Body da crono

La performance è un’aspetto immancabile nella gamma di Veloplus. Il nuovo body da crono ne è la dimostrazione ed è uno dei prodotti pilota che porterà avanti la mission del marchio.

«Abbiamo sviluppato – spiega Matteo – tutta una nuova linea in vista di un progetto futuro che presenteremo. Questo body è un prodotto che la rappresenta e ovviamente ne fa parte. Abbiamo studiato tutti i materiali, che siano performanti al massimo. La prestazione di oggi richiede una cura approfondita di tutti gli aspetti per poter ricavare i cosiddetti marginal gains.

«La sua costruzione è traspirante ma anche molto aerodinamica. Dispone di cinque tessuti differenti per creare nell’insieme un capo completo sotto tutti gli aspetti. Per esempio sulla parte anteriore e su quella posteriore si può vedere un tessuto rigato che abbiamo visto e studiato avere una maggiore ed efficace penetrazione dell’aria. Questo body è un prodotto per le squadre agonistiche che quindi richiedono un focus nei confronti della performance assoluta».

Mantellina antipioggia

Il freddo e la pioggia sono due ambiti su cui ogni azienda tessile è messa maggiormente alla prova. Veloplus con la sua nuova giacca antipioggia riscrive i propri standard e li eleva alzando l’asticella delle performance. In questo caso però producendo un capo alla portata di tutti. 

«Per la stagione fredda a cui stiamo andando incontro – dice Matteo – abbiamo sviluppato una mantellina termonastrata con un tessuto che vanta un’incredibile tenuta contro l’acqua. Qui abbiamo un prodotto rivolto a tutti i ciclisti. Dai pro’ ai principianti, rappresenta un capo indispensabile e molto tecnico. Le sue caratteristiche uniche fanno si che diventi il miglior amico del ciclista che vuole uscire anche quando il tempo non è dalla sua parte».

Prendendo in mano la giacca si capisce la cura dei dettagli, a partire dalle cerniere che dispongono di protezioni per evitare fastidiosi sfregamenti sia in basso sia nella parte alta del collo. L’altezza del colletto è stata studiata per non risultare eccessiva ma bensì per favorire ogni movimento senza però creare aperture alla pioggia. Nella parte inferiore è presente un elastico che mantiene la giacca aderente al corpo e inoltre dispone di una fascia catarifrangente per aumentarne la sicurezza in strada. 

Personalizzazione ad hoc

Veloplus utilizza tessuti tecnici e macchinari di stampa e sublimazione all’avanguardia per garantire le massime prestazioni. Queste peculiarità vengono messe a disposizione di società, gruppi e squadre. L’azienda lombarda infatti si differenzia dalla concorrenza per la sua indole rivolta alla personalizzazione. Dai colori alle migliorie tecniche viene fornito un supporto per realizzare divise, maglie e accessori ad hoc per qualsiasi esigenza. 

Veloplus