La fortuna in certi giorni devi andartela a prendere, pensa Brambilla in Francia infilandosi nel primo gruppo in fuga. La terza tappa del Tour des Alpes Maritimes et du Var ha sette colli e neanche un metro di pianura. Strade che Gianluca conosce benissimo, dato che vive a Monaco e nei suoi allenamenti le percorre quasi tutti i giorni. La Trek-Segafredo sa che il giorno può essere decisivo. Mollema, vincitore della prima tappa, in partenza confida a un giornalista che oggi correranno per Ciccone e per Brambilla, che ha il compito di infilarsi nella prima fuga. E Brambilla la fuga la prende e va via.
Strade di casa
«Giorno duro – racconta Brambilla – per fortuna conoscevo le strade. Mi sono infilato nella prima fuga e all’inizio sono stato furbo. Ho giocato bene le mie carte, approfittando del fatto che quelli della Groupama stavano facendo un lavoro enorme. Il guaio è stato che ho avuto problemi con la radio e alla fine non sentivo niente. Per fortuna a un certo puto è venuto Gregory Rast con l’ammiraglia e mi ha detto che per vincere la tappa, avrei dovuto provare a staccarli. E forse a quel punto c’erano anche possibilità per la classifica. Ma io pensavo alla tappa, se devo essere onesto…».
Un anno duro
Il 2020 e tutto il periodo del lockdown non sono stati semplici da gestire, ce lo aveva raccontato proprio lui qualche settimana fa.
«Non è stato un bel periodo – ci aveva detto – e per fortuna il lockdown l’abbiamo passato in Italia, altrimenti in appartamento a Monaco saremmo impazziti. Io ne ho approfittato per togliere una ciste che mi ha fatto perdere 10 giorni prima di andare al primo ritiro a San Pellegrino. Ho ripreso a correre un po’ indietro, ma dalla Tirreno ero a posto. Non so come abbiano fatto gli altri ad avere la testa per stare tutto quel tempo sui rulli…».
Missione compiuta
A cinque chilometri dall’arrivo, Brambilla capisce che ce la può fare. Per la tappa e anche per la maglia, che è gialla come in tante altre corse francesi (come se in Italia la dessero rosa ogni volta!). Il suo ritardo da Woods in partenza era di 13″ e ora il canadese viaggia intorno ai 20″. Il Col de la Madone e le sue spire sono alle spalle. La discesa del Col de Nice la pennella come uno di casa. E alla fine quando piomba sul traguardo, i distacchi sono minimi, ma bastano a riscrivere la storia. Tao Geoghegan Hart e il suo gruppetto arrivano a 13″. Fuglsang guida il drappello a 18″ in cui è rimasto imbrigliato Woods (alle prese con non meglio precisati problemi meccanici) con Gaudu, Mollema che ha fatto buona guardia e Quintana. Lo sguardo di Brambilla è quello di un bambino contento. «Se ci saranno Nibali e Ciccone in classifica – aveva detto anche questo – correrò per loro, altrimenti ogni corsa sarà buona anche per me». E così è andata.
A Laigueglia
«Voglio ringraziare John Burke di Trek e Luca Guercilena – dice fra le prime parole – che hanno creduto in me anche se nel 2020 ci sono stati momenti difficili. Ma io ci ho sempre creduto e ho fatto il mio lavoro al 100 per cento e credo che questo sia il modo migliore per ripagarli. Adesso ci riposiamo un po’ e poi torniamo per Laigueglia, un po’ più vicino a casa. E’ bello aver cominciato la stagione in questo modo».