Ciuccarelli, dal pronto soccorso alla gioia di Andalo

10.06.2021
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Non mollare mai non è solo un coro da stadio, è un vero credo. E lo ha fatto suo Riccardo Ciuccarelli al Giro d’Italia U23. Il portacolori della Biesse Arvedi è sfrecciato a tutta velocità, nel vero senso della parola, sul traguardo di Andalo. Non ha mollato neanche quando mancavano 50 metri e aveva 25” di vantaggio sul norvegese Anders Joannessen. Ma il suo non mollare è iniziato praticamente già a Riccione nella prima tappa.

Per Riccardo Ciuccarelli un sorso d’acqua immediatamente dopo l’arrivo
Per Riccardo Ciuccarelli un sorso d’acqua immediatamente dopo l’arrivo

Prima vittoria stagionale

Non ci crede, Riccardo. Dopo un urlo liberatorio lascia scorrere la bici verso il massaggiatore. Non sa se ridere o piangere di gioia. Alla fine opta per il sorriso. Beve un sorso d’acqua e prova a raccontare.

«Non ci credevo. Ho spinto al massimo». E mentre inizia a parlare arriva il compagno Michael Belleri che indossa la maglia verde di Auyso, oggi “tranquillo” in gruppo. Belleri invece ha un sorriso gigantesco: ha capito subito che aveva vinto e se lo abbraccia forte. 

«Mamma mia Michael – dice Riccardo – ho fatto gli ultimi 7 chilometri “a blocco”. Come andavo!».

Quella sera in ospedale

Ciuccarelli è di Fermo, nelle Marche. Era l’uomo di classifica della Biesse-Arvedi, ma nella prima tappa è caduto. Si è fatto male ad un braccio. E’ finito in ospedale e ci è rimasto fino a sera inoltrata.

«Ho rischiato di non ripartire – racconta poi Ciuccarelli dietro al palco delle premiazioni – ma non ho mollato. Alla fine erano solo botte. Il giorno successivo è stata tosta e poi piano piano ho pensato solo a recuperare. Ieri finalmente ho sentito che la gamba era quella giusta.

«Adesso sto crescendo. Anche verso Campo Moro ci avevo provato. E dire che stamattina al via sul Tonale avevo un mal di gambe… Mi ero lasciato anche un po’ sfilare. Poi ho visto che era uscito un drappello e così mi sono riportato su di loro. C’era un mio compagno, Belleri, che ha tirato anche per me e questo mi ha consentito di limare il più possibile, di risparmiare energie per fare la differenza nella salita finale. Ci sono riuscito e sono contentissimo. Guardavo il contachilometri e salivo fortissimo. Ci ho messo tutta l’energia che avevo». 

«Cosa mi passava nella testa nell’ultimo chilometro? Quasi non riuscivo realizzare, fortunatamente al triangolo rosso la strada scendeva un po’ e quindi sono riuscito a riprendere un po’ di fiato. E poi è stato bellissimo all’arrivo. Sentivo il tifo, i “vai Ciucca” e questo mi ha dato ancora più forza». 

Classifica ciao

La tappa è stata molto combattuta e anche corsa in modo confusionario. In fin dei conti era l’ultima occasione per gli attaccanti, visto che restano il temuto arrivo di Nevegal, in teoria per gli uomini di classifica, e l’arrivo di Castelfranco sul quale puntano le ruote veloci. Ad un tratto c’erano 32 uomini davanti. Hanno controllato la Uno-X Dare, la Seg… e nel finale l’inglese Thomas Gloag ha rischiato di far saltare i piani della Biesse-Arvedi. Ed è giusto parlare di piani.

«Questa l’avevamo studiata – spiega Marco Milesi diesse di Ciuccarelli – anche ieri a dire il vero, ma oggi di più. Sapevamo che poteva essere una buona occasione. Riccardo era il nostro uomo di classifica e a causa della caduta ne è uscito subito alla prima tappa. Per questo adesso che ha recuperato si ritrova la gamba per andare forte.

«Che corridore è? Uno scalatore puro». Intanto il diesse bergamasco si gode la seconda vittoria in questo Giro dopo quella di Alessio Bonelli a Cesenatico. E scappa via a riprendersi il suo pupillo.

E allora chissà che anche domani Ciuccarelli non possa dare la zampata. Oggi i ragazzi erano davvero stanchi, nonostante la frazione non fosse impossibile. Ma otto giorni di gara iniziano ad essere parecchi e si veniva da frazioni corse in modo molto intenso. Persino Ayuso dopo l’arrivo non rideva come sempre e sembrava molto provato. Sognare è lecito, non mollare mai è un dogma.