Sarah Gigante, la scalatrice più forte del gruppo? E’ una domanda legittima dopo il suo super Giro d’Italia Women. L’atleta della AG Insurance-Soudal Team si è portata a casa le due tappe più dure, Pianezze e il Monte Nerone, salendo anche sul terzo gradino del podio finale. E se non fosse rimasta coinvolta nell’imboscata della tappa pianeggiante di Monselice, chissà dove sarebbe arrivata.
Come mai dunque questo exploit? Ne abbiamo parlato con Stijn Steels, il direttore sportivo che le è stato più vicino in questo periodo e che guidava l’ammiraglia nella corsa rosa. Di certo non è una sorpresa per l’australiana, visto il fisico da scalatrice: 165 centimetri di altezza per 53 chili.
Sarah Gigante (classe 2000) conquista la tappa di PianezzeSarah Gigante (classe 2000) conquista la tappa di Pianezze
Congratulazioni Stijn per questo podio al Giro Women: vi aspettavate una prestazione del genere?
In realtà non siamo sorpresi. Quando è stato annunciato il percorso, abbiamo subito pensato che fosse perfetto per la nostra squadra di scalatrici, con Sarah, visto il numero di arrivi in salita. L’anno scorso al Tour de France Femmes Sarah ha dimostrato quanto valeva in salita, restando sempre con le migliori al mondo. Sapevamo che, con il livello che aveva, sarebbe stato davvero difficile batterla in salita, se fosse arrivata ben posizionata ai piedi dell’ultima ascesa.
Sarah Gigante è sempre andata forte in salita, ma stavolta ha fatto un vero salto di qualità. Vincere sulle salite in Australia al Tour Down Under è una cosa, vincere su quelle del Giro è un’altra. Da cosa dipende questo passo in avanti?
Il cambiamento più importante è stato ovviamente l’intervento chirurgico che ha affrontato quest’inverno, risolvendo il problema dell’arteria iliaca ostruita. Prima dell’operazione, aveva test davvero pessimi sul flusso sanguigno nella gamba: sapendo già quanto andasse forte prima, era chiaro che dopo l’intervento avremmo visto una ciclista in grado di lottare con le migliori scalatrici.
E non è poco…
Inoltre, Sarah sta imparando sempre più ad ascoltare il proprio corpo. Fa qualche giorno di recupero in più, e questo rende il suo fisico ancora più forte.
Sarah Gigante ha vinto la maglia blu di miglior scalatrice al Giro WomenSarah Gigante ha vinto la maglia blu di miglior scalatrice al Giro Women
Quali sono le sue caratteristiche fisiche?
La sua forza principale è probabilmente la capacità di recupero. Sarah riesce a sostenere volumi di allenamento enormi prima di avvertire la fatica. Nelle corse a tappe spesso riesce a produrre gli stessi numeri sia nella prima che nell’ultima tappa: è davvero tagliata per le classifiche generali.
Come si è preparata Sarah per questo Giro Women?
Dopo l’operazione, le abbiamo detto subito che il Giro d’Italia Women sarebbe stato il primo grande obiettivo. E si era messa sotto bene. Era motivata. Poco prima del rientro previsto a fine aprile, però, è caduta e si è lussata una spalla: un colpo durissimo per il suo percorso di recupero. Durante il rientro abbiamo lavorato soprattutto sulla guida in gruppo e sul posizionamento, i suoi punti deboli.
Tipici difetti degli scalatori puri…
Dopo la caduta ha potuto allenarsi solo sui rulli e questo ovviamente ha rallentato i progressi nella guida. Senza quella caduta, avrebbe probabilmente iniziato la stagione nel blocco spagnolo a maggio, invece abbiamo dovuto posticipare al Tour of Norway. Lì ha quasi vinto la prima tappa, è stata ripresa a 50 metri dal traguardo, ma il recupero non era ancora ottimale. Due settimane dopo, al Tour de Suisse Women, abbiamo già visto un grande passo avanti: in quell’occasione andò via insieme aUrska Zigart tra le migliori scalatrici, ma in discesa ha perso tempo. Ha dunque lavorato tantissimo su questo aspetto tra il Suisse e il Giro, e i risultati si sono visti.
Gigante al Tour Femmes 2024: lì un primo salto di qualitàGigante al Tour Femmes 2024: lì un primo salto di qualità
C’è l’idea di portarla anche al Tour de France Femmes?
In questo momento abbiamo ancora qualche dubbio. Sarah ha lavorato tantissimo per essere al top al Giro e dobbiamo essere sicuri che abbia recuperato del tutto, prima di mandarla in Francia. E’ ancora un’atleta giovane e affrontare due grandi corse a tappe nello stesso mese, dopo un lungo periodo senza gare, può essere rischioso. Prima del Tour faremo dei test per verificare il recupero dal Giro e capire se potrà correre al 100 per cento.
A 24 anni, qual è il suo potenziale?
Questo Giro le ha dato molta fiducia e ha dimostrato che può competere con le migliori scalatrici. Il nostro obiettivo principale resta migliorare in discesa e nel posizionamento in gruppo, dove possiamo ancora crescere. Anche se devo ammettere che stiamo già facendo dei passi avanti. Sarah lavora duramente su questi aspetti, ed è bellissimo vedere che il suo impegno ha dato frutti al Giro.
Secondo te, vedremo una nuova personalità in Sarah dopo questo Giro Women?
Credo di sì. Finalmente ha ricevuto una grande ricompensa per tutti gli sforzi fatti negli ultimi anni. Questo le darà una spinta enorme in termini di fiducia.
Nella sua lista dei desideri ci sono quello di affermarsi come atleta e di diventare una campionessa olimpica. Leggendo i risultati di inizio 2024, possiamo dire serenamente che Ally Wollaston è sulla strada giusta per realizzare i propri sogni.
In questo scorcio di stagione la 23enne neozelandese – già terza all’ultima tappa del Giro Donne dell’anno scorso – ha centrato al Tour Down Under la settima vittoria in carriera ed una serie incredibile di successi in pista. Le premesse ci sono tutte per vedere Wollaston come una sicura protagonista a Parigi. Una cliente molto scomoda per tutte, secondo anche l’opinione di Gaia Masetti, sua compagna di squadra alla AG Insurance-Soudal Team, cui abbiamo chiesto di presentarcela. Sfruttando il loro profondo rapporto di amicizia, la modenese della formazione belga è stata al gioco e ci ha raccontato qualche aneddoto.
Lo sprint vincente alla prima tappa del Tour Down Under. Wollaston ha aperto il suo 2024 in questo modoLo sprint vincente alla prima tappa del Tour Down Under. Wollaston ha aperto il suo 2024 in questo modo
Scorpacciata di medaglie
Ally Wollaston è in netta ascesa e rispetto alla scorsa stagione appare quasi un’altra atleta. Quello con la pista è un vero un colpo di fulmine quando quattordicenne inizia a gareggiare nel velodromo Manukau di Auckland. Avverte e gradisce subito il brivido dell’alta velocità tanto da farla diventare quasi la prima attività.
Nel 2019 da junior la neozelandese vince la maglia iridata nell’inseguimento individuale, aggiungendo l’argento in quello a squadre. Dodici mesi dopo, da elite, conquista altri titoli nazionali e l’anno successivo il primo continentale nell’omnium. La scuola della Nuova Zelanda è riconosciuta e rispettata da tutti – quante volte lo abbiamo sentito dire a ragion veduta dal cittì azzurro Villa – ed Ally inizia ad essere una pedina fondamentale e versatile nelle discipline endurance.
Diventare campionessa olimpica dell’omnium è il sogno nel cassetto di Wollaston fin da quando ha iniziato la pista nel 2015Nella prova di Nations Cup ad Adelaide, Wollaston (qui con Valente e Archibald) si è scontrata con le rivali che troverà a ParigiDiventare campionessa olimpica dell’omnium è il sogno nel cassetto di Wollaston fin da quando ha iniziato la pista nel 2015Nella prova di Nations Cup ad Adelaide, Wollaston (qui con Valente e Archibald) si è scontrata con le rivali che troverà a Parigi
Nel 2021 un incidente in bici, in cui riporta una commozione cerebrale che la obbliga a due mesi di stop, la priva della partecipazione a Tokyo, ma stavolta Wollaston a Parigi non vuole mancare e la rincorsa è iniziata già l’anno scorso. Nella Nations Cup della scorsa stagione ha raccolto quattro vittorie totali mentre al mondiale di Glasgow ha vinto l’argento nel quartetto.
E mandando avanti il nastro fino all’avvio di 2024, la neozelandese è praticamente dominante. Nella prova di Adelaide di Nations Cup ad inizio febbraio ha conquistato tre ori nell’eliminazione, omnium e inseguimento a squadre. La settimana scorsa ha raccolto sei medaglie ai campionati continentali dell’Oceania. Oro nell’eliminazione, quartetto, omnium, scratch, corsa a punti e argento nella madison. Il suo tassametro è pronto a salire ancora ad Hong Kong e Milton tra marzo e aprile.
Elsy Jacobs. Nel 2023 Wollaston vince la seconda tappa davanti a Bastianelli conquistando anche la generaleGiro Donne 2023. Ad Olbia nell’ultima tappa, Wollaston chiude terza dietro Consonni e VosElsy Jacobs. Nel 2023 Wollaston vince la seconda tappa davanti a Bastianelli conquistando anche la generaleGiro Donne 2023. Ad Olbia nell’ultima tappa, Wollaston chiude terza dietro Consonni e Vos
Vista dall’amica Gaia
L’amicizia tra Masetti e Wollaston nasce nel 2022 quando l’italiana passa nell’allora NXTG by Experza, team continental olandese poi diventato quello WorldTour attuale. Ally è lì dall’agosto della stagione prima, contattata dai tecnici della squadra dopo che aveva rischiato di restare a piedi e smettere a seguito dell’incidente. Vivere e correre in Belgio è uno shock culturale per lei. La gara la vive come un caos al quale si adatta poco per volta, provando emozioni.
«Ally ed io siamo coetanee – racconta Masetti con più di un sorriso – e siamo andate subito d’accordo, anche giù dalla bici. Inizialmente non capivo il suo inglese, troppo stretto. Ricordo che le avevo detto immediatamente di parlare più lentamente. Lei si era messa a ridere perché pensava che la vedessi davvero come una di un altro mondo visto da dove arriva. Ora mi parla usando anche il suo “slang”. Caratterialmente siamo simili. Abbiamo la stessa ironia, infatti quando siamo in gruppo con le altre compagne ed io faccio una battuta sottile o sarcastica, lei ride e gliela spiega.
Wollaston e Masetti sono spesso compagne di stanza. Sul loro affiatamento punta forte la diesse Jolien D’HooreWollaston e Masetti sono spesso compagne di stanza. Sul loro affiatamento ci punta forte la diesse Jolien D’Hoore
«Sicuramente – prosegue – ha fortificato il nostro rapporto il fatto di aver trascorso un mese assieme a Brakel, un paese fiammingo posizionato però proprio sul confine della Vallonia. In quel periodo abbiamo avuto il prezioso supporto di Jolien D’Hoore, che è da sempre la nostra diesse. Tutte e tre abbiamo un bel rapporto. Lei ci ha messo spesso in camera assieme in quasi tutte le corse che abbiamo fatto.
Ally velocista da classiche
Giovedì scorso c’è stata la presentazione del team WorldTour a Bruxelles nella sede della AG Insurance, ma Wollaston non c’era perché impegnata in pista e arriverà in Europa verso fine aprile. Masetti nel frattempo farà il suo bel calendario riprendendo con Strade Bianche, Drenthe, Gand-Wevelgem, Dwars door Vlaanderen, Amstel, Freccia Vallone e forse il Fiandre. Poi a maggio se si correrà la Vuelta – potrebbe essere posticipata a settembre poiché non si conoscono ancora le tappe – Gaia lavorerà per la neozelandese nelle volate, così come è successso al Tour Down Under.
«Giù in Australia – spiega Masetti – Ally ha vinto bene la prima tappa, ma non è stato così semplice perché si era messa pressione da sola. Nonostante vada forte nelle gare di gruppo in pista, è una velocista che talvolta ti fa arrabbiare perché non segue sempre le ruote del nostro treno. Ricordo che già nel 2022 in una frazione della RideLondon si era persa nelle retrovie ed eravamo andate a prenderla per portarla davanti, dove poi chiuse nona. Da allora la nostra intesa è decisamente migliorata. Io sono una che si intrufola un po’ dappertutto, ma ho capito che lei aveva un po’ paura, così abbiamo fatto in modo di sbloccarla sul lato mentale cercando di fare come si sentisse più sicura lei.
Nelle volate, Masetti ha il compito di proteggere la ruota di Wollaston dalle avversarie, ma anche di farle da leadoutWollaston e Masetti hanno caratteristiche simili. La neozelandese è più veloce e secondo l’azzurra è adatta alle classiche del NordNelle volate, Masetti ha il compito di proteggere la ruota di Wollaston dalle avversarie, ma anche di farle da leadoutWollaston e Masetti hanno caratteristiche simili. La neozelandese è più veloce e secondo l’azzurra è adatta alle classiche del Nord
«Nello sprint al Tour Down Under – va avanti – invece di volermi come leadout, ha chiesto che mi mettessi dietro di lei per proteggerle la ruota. Dopo il cerimoniale, mi ha raggiunto in camera dicendosi divertita che era la prima volta che faceva una volata senza temere che la superassero o le sfruttassero la scia. Per forza, le ho risposto io. Ho fatto a spallate con tutte per tenerla al sicuro (sorride, ndr).
«Sono stata quasi sempre presente – continua Masetti – nelle vittorie di Ally. Abbiamo caratteristiche molto vicine, quindi per me è più facile lavorare. Lei è molto più veloce di me, io invece tengo di più su alcune salite. Ad esempio, l’arrivo di Cittiglio, che tira all’insù, è perfetto per lei, però il percorso forse è ancora un po’ troppo duro. Tuttavia quando lei è in forma, ha dei numeri e riesce a superare anche salite di 4-5 chilometri. Al Fiandre o all’Amstel specialmente non la vedrei male. Sicuramente fra qualche anno può puntare seriamente a tante classiche. Facendo le debite proporzioni, ricorda un po’ la Vos».
Col quartetto Wollaston ha vinto ori in Nations Cup, al mondiale junior e l’argento del mondiale di Glasgow nel 2023Ally Wollaston correrà in Nations Cup anche ad Hong Kong e Milton, poi arriverà in Europa per la stagione su strada Ai recenti campionati oceaniani Wollaston ha dominato nelle discipline endurance raccogliendo cinque ori e un argentoCol quartetto Wollaston ha vinto ori in Nations Cup, al mondiale junior e l’argento del mondiale di Glasgow nel 2023Ally Wollaston correrà in Nations Cup anche ad Hong Kong e Milton, poi arriverà in Europa per la stagione su strada Ai recenti campionati oceaniani Wollaston ha dominato nelle discipline endurance raccogliendo cinque ori e un argento
Coppia da seguire
Fra i tanti nomi usciti dall’intervista doppia Lazzaro-Borgato, quelli di Wollaston e Masetti sono stati tra i più citati. Non sono più U23, ma sono da considerare ancora come giovani in rampa di lancio e da seguire per le prossime stagioni.
«Mi fa molto piacere – termina Masetti – che i nostri due nomi siano saltati fuori e ci vedano come possibili sorprese per questa stagione. Personalmente mi sento completamente diversa ogni anno che passa. Mi accorgo che non sto saltando le tappe e sono riuscita a prendermi le mie soddisfazioni. Ad esempio Moolman ci dà tanti consigli. A me dice che bisogna lavorare per le compagne, ma anche sapersi giocare le proprie carte ed essere pronte quando capita. Mi alleno e faccio sacrifici ogni giorno per migliorare.
Gaia ed Ally si sono conosciute nel 2022, trascorrendo un mese assieme in una casa della squadra tra Fiandre e ValloniaGaia ed Ally si sono conosciute nel 2022, trascorrendo un mese assieme in una casa della squadra tra Fiandre e Vallonia
«Anche Ally è fatta così e vale lo stesso discorso. In Australia era contenta di poter lavorare per Sarah (Gigante, ndr) nella tappa di Willunga Hill, che poi ha vinto, conquistando anche la generale. Anche quel giorno abbiamo dato una bella dimostrazione di squadra. Sarah era rimasta dietro in un principio di ventagli. Metà di noi è rimasta davanti a spezzare i cambi, l’altra è andata a riportarla su. Ed Ally ha sfruttato la sua gran condizione in queste azioni. Ecco, spero che potremo confermare le parole di Lazzaro e Borgato».