Quattro tessuti differenti, ecco Trash di Re Artù

17.10.2023
4 min
Salva

Una maglia, quattro tessuti differenti. Re Artù non smette di stupire. Il set del brand romagnolo il cui nome è Trash, quindi un nome di forte impatto, è un completo che punta sulla comodità ma anche sulla prestazione. E ci ha stupito per la sua comodità, sia della maglia che del pantaloncino.

E’ stato come avere addosso ora “una tuta a compressione”, ora un velo che favorisce il movimento. Partiamo da una curiosità: la scritta in latino “Per aspera ad astra”, la cui traduzione è attraverso le asperità sino alle stelle.

«E’ un vezzo – spiega patron Paolo Castellucci – che ho voluto inserire sulla maglia». E che ben si sposa che la filosofia del ciclista aggiungiamo noi.

Quattro tessuti

Iniziamo dalla maglia, la quale come preannunciato è composta da ben quattro tessuti. «Esatto – prosegue Castellucci – Maniche, parte frontale, parte posteriore e fianchi sono differenti. 

«La parte frontale è quella più aerata. Si tratta di un poliestere leggero, che usano anche per le maglie del Giro d’Italia». Questo materiale favorisce lo scambio dell’aria, ma protegge al tempo stesso. In questo modo la sudorazione non è mai accentuata.

La parte posteriore invece è in filamenti di carbonio e anche questa zona punta sempre sulla traspirabilità, ma in questo caso c’è una trama un po’ più fitta che protegge, e non poco, la schiena dal sole. Il tutto sempre senza contrastare il flusso d’aria che deve entrare ed uscire e quindi non far ristagnare il sudore. Parte anteriore e parte posteriore “fanno scopa” con i fianchi, che sono costituiti da una rete quadrettata.

Infine ci sono le maniche, che sono in Lycra liscia e leggerissima con il silicone integrato. Hanno una trama molto fitta e sono sottilissime: il risultato sono della maniche aderenti, aerodinamiche e anche fashion… se vogliamo. Giustamente le maniche sono quelle più esposte all’impatto con l’aria ed era necessario lavorare pensando ad un prodotto efficiente in quella particolare zona. Ma anche il resto della maglia non è “svolazzante” come nel vecchio stile. Anche torace e schiena sono aderenti, ma un filo meno. A tutto vantaggio della comodità. Anche nell’utilizzo della zip, cosa affatto secondaria, specie per un cicloamatore. Non tutti infatti hanno la stessa manualità in bici.

Il pantaloncino è leggermente a compressione. A sinistra la bella rifinitura del fondo gamba, a destra la banda in silicone integrato
Il pantaloncino è leggermente a compressione. A sinistra la bella rifinitura del fondo gamba, a destra la banda in silicone integrato

Salopette fasciante

Passiamo poi alla salopette. Il pantaloncino è corposo: in tutto e per tutto. E infatti Castellucci conferma: «E’ un pantaloncino a compressione. E’ un taglio unico con effetto guanto. Davvero comodo».

Sempre minimal nel design, ma il tessuto come detto c’è e si sente. Ma quando diciamo che si sente, non intendiamo dire che è pesante: piuttosto che è fasciante. Insomma, la compressione di cui parlava Castellucci fa il suo effetto.

Ci è piaciuta molto la rifinitura interna in silicone: sottilissima, che fa sì che il gambale sia ben saldo sulla coscia senza stringere o irritare la pelle.

Altro pregio le bretelle: larghe che non stringono mai sulle spalle. Al posteriore partono da una base unica per poi dividersi, come nelle classiche forme ad Y. Quella base dona una certa stabilità all’intero pantaloncino e dopo tante ore di sella è davvero piacevole.

Infine c’è il fondello: visti gli standard moderni è “altino”, ma dobbiamo ammettere che non si è rivelato né scomodo (anzi), né così ingombrante. 

Il fondello per il set Trash, qui quello per le distanze medio-lunghe, ma volendo se ne può scegliere un altro
Il fondello per il set Trash, qui quello per le distanze medio-lunghe, ma volendo se ne può scegliere un altro

Personalizzazione totale

Ma partendo dall’esempio del fondello, cogliamo l’occasione per ricordare che Re Artù consente di personale del tutto i proprio capi, e quindi si può optare anche per un fondello differente.

«Ho scelto quel fondello – spiega Castellucci – perché è ideale per le mezze distanze, tre o quattro ore  (che poi di fatto è l’utilizzo maggiore che ne fanno i cicloamatori, ndr) e non troppo costoso. Un prodotto classico. Ma volendo ce ne sono anche di più pregiati. Re Artù, come per tutti i suoi prodotti, consente di personalizzare anche questo».

Il prezzo per il completo Trash, prodotto nuovo, commercializzato da questa estate, è di 100 euro: 50 per la maglia e 50 per il pantaloncino. Presto potrete vederlo sul nuovo sito della casa romagnola.

Re Artù

E’ disponibile la collezione autunno/inverno 2023 di Alé

30.09.2023
3 min
Salva

E’ disponibile online, ma anche attraverso la rete dei migliori negozi rivenditori autorizzati Alé, la nuova collezione di abbigliamento tecnico che il brand veronese dedicata espressamente come consuetudine alle stagioni di autunno ed inverno.

I focus di riferimento che quest’anno hanno ispirato i tecnici, ma soprattutto i designer Alé, sono rappresentati dal tema della assoluta protezione e dal comfort. Senza mai ovviamente dimenticare la visibilità ed il colore, due tratti da sempre molto identificativi di tutte le collezioni Alé.

I capi che Alé ha presentato per la sua nuova collezione autunno/inverno 2023 sono dunque estremamente protettivi, confortevoli ed espressamente concepiti per affrontare al meglio qualsiasi condizione climatica.

«Scegliere i tessuti e saperli abbinare e cucire con cura – recita il claim dell’azienda veneta – è una delle arti che i nostri tecnici conoscono meglio. Garantire il massimo della performance e regalare le migliori sensazioni al ciclista anche nelle situazioni meteo più difficili è l’obiettivo che ci poniamo».

Le collezioni si compongono di maglie, calzamaglie, giacche, intimo ed accessori: l’ideale per consentire a chiunque di pedalare con stile e… visibilità, dai primi freddi autunnali fino ad arrivare all’inverno inoltrato.

La giacca Alé Future Warm Lady
La giacca Alé Future Warm Lady

Sei famiglie di prodotti

La collezione Alé autunno/inverno 2023 si divide come sempre in sei macro-famiglie. Tra queste la R-EV1 è la linea top di gamma in grado di offerire il meglio della tecnologia tessile oggi disponibile.

Qualche pratico esempio? Lampo tecniche anti pioggia, rifiniture a taglio vivo con particolari rifrangenti e tessuti tecnici Polartec in grado di soddisfare qualsiasi esigenza, spaziando dalla protezione dal vento alla resistenza all’acqua, dall’isolamento termico fino alla traspirabilità.

La collezione Klimatik® – un brand esclusivo di Alé – propone capi d’abbigliamento che garantiscono una eccezionale protezione nei confronti di qualsiasi condizione climatica. Il tutto senza mai rinunciare al comfort e alla sicurezza. Dal professionista all’amatore evoluto, dal principiante al cicloturista, questa linea ad alto contenuto tecnico offre un vero scudo protettivo contro vento e pioggia, garantendo al tempo stesso isolamento termico e traspirabilità.

I giubbin Fondo Jacket e Lady Plus: stile e protezione al top per lui e lei
I giubbin Fondo Jacket e Lady Plus: stile e protezione al top per lui e lei

Come i pro’

La gamma PR-S deriva infatti direttamente dalla collaborazione con le squadre WorldTour, rappresentando un vero e proprio concentrato di stile ad altissime prestazioni. PR-S è senza dubbio la scelta di riferimento per chi ama pedalare frequentemente e per chi ricerca l’outfit ideale in qualsiasi situazione, sia in allenamento che in gara. Body Mapping, aerodinamicità, traspirazione e protezione sono le sue caratteristiche principali…

«La ricerca ha bisogno di cavie – dicono dall’azienda veneta – le nostre sono decisamente speciali: sono i ciclisti professionisti con cui collaboriamo da anni. Nessuno come loro può darci indicazioni e suggerimenti sui prodotti da sviluppare. Ci tirano la volata e ci aiutano a raggiungere traguardi sempre più importanti».

La linea PR-E, acronimo di Pro Racing Experience, è invece un mix di creatività e soluzioni tecniche per tutti quei ciclisti che oltre alla tecnicità ricercano colore, fantasia e stile. Senza mai dimenticare il tema importantissimo legato all’ecosostenibilità.

Chiudono l’offerta le collezioni Pragma e Offroad. La prima si offre per la sua essenzialità e per la propria praticità, attraverso capi “smart” resistenti e utilizzabili in qualsiasi contesto e temperatura, dalle strade urbane a quelle meno battute. La linea Offroad, come dice la parola stessa, è dedicata alla Mtb e al gravel: funzionale, confortevole e protettiva.

Alé Cycling

“Custom Works”: Gobik rafforza il servizio di personalizzazione

09.09.2023
3 min
Salva

Si chiama “Custom Works”, ed è il nuovo nome identificativo del rinnovato servizio di personalizzazione proposto dal brand spagnolo Gobik: un forte impulso di rinnovamento del settore abbigliamento personalizzato e “custom che segue di pochi giorni la presentazione del nuovo logo e del nuovo slogan del marchio.

Ma i cambiamenti per quanto riguarda il settore specifico dell’abbigliamento personalizzato vanno ben oltre il semplice cambio di nome, includendo difatti miglioramenti estetici e sensibili ottimizzazioni in termini di prestazioni dei capi, senza trascurare anche un deciso ampliamento delle possibilità di personalizzazione.

Gobik ha sempre avuto una grande forza nel “custom” tanto da essere riconosciuta specialmente per questo
Gobik ha sempre avuto una grande forza nel “custom” tanto da essere riconosciuta specialmente per questo

Un team di 20 designer

Il DNA della personalizzazione di Gobik si rafforza dunque sia nella forma che nella sostanza, attribuendosi un nuovo nome – Custom Works – ed arricchendo un catalogo ancora più ampio e ambizioso.

«La nostra intera struttura produttiva – ha dichiarato Angel Lencina, il Product Manager di Gobik – è sempre stata progettata e basata sulla personalizzazione. Non a caso, in origine, il nome della nostra azienda era Gobik the custom wear company. Grazie a questo rafforzamento, abbiamo chiaro l’obiettivo di fornire un servizio perfetto. Questo cambiamento non è dovuto solo al desiderio di trovare un nuovo nome, ma è anche identificativo del desiderio di allargare la nostra offerta di prodotti sia in quantità che in qualità, a tutti i livelli e per tutte le esigenze di ciclisti. L’obiettivo è quello di continuare una storia di successo: quella della personalizzazione di Gobik».

Come già anticipato, è “Custom Works” il nuovo nome identificativo di un reparto chiave nella storia di Gobik, quello appunto dell’ideazione, del disegno e della produzione di abbigliamento personalizzato: una divisione che viene adesso affidata ad un team di oltre venti (!) designer specializzati e dislocati in uno dei più grandi centri di produzione tessile d’Europa. 

Sono Gobik le maglie del Team Movistar femminile
Sono Gobik le maglie del Team Movistar femminile

Un cambiamento profondo

Il nuovo catalogo Custom Works 24 di Gobik copre un’intera offerta di abbigliamento per ciclisti. «Abbiamo a disposizione un’ampia gamma di nuovi prodotti – continua Angel Lencina – e quella che ci attende sarà la stagione con il maggior investimento di risorse impiegato, anche in termini di tempo, per rinnovare la sezione dell’abbigliamento personalizzato. Abbiamo lavorato su capi molto importanti, con grandi volumi di produzione, come la maglia CX PRO e la salopette Absolute, in un rinnovamento direi quasi totale. Ma i miglioramenti riguardano anche i capi invernali e i body integrali, con cambiamenti nella gamma entry-level, a livello estetico e con caratteristiche aggiornate, così come nella collezione top di gamma».

Gobik

Da Umbrail ecco Hermeda, maglia fit con 7 tessuti e 4 tasche

12.08.2023
4 min
Salva

Sette, quattro, uno… stiamo dando i numeri? Sì, quelli della maglia Hermeda di Umbrail. Sette come i diversi tessuti utilizzati, quattro come le sue tasche e uno come il suo stile… appunto unico. Un capo di eleganza totale per chi ama distinguersi in bici. Il vasto catalogo del brand bresciano, forte anche per quel che concerne i capi invernali, si avvale così una perla in più.

Sette tessuti

Ma eleganza fa anche rima con peculiarità tecniche in questo caso. Ogni dettaglio della Hermeda infatti è ben ponderato e mai banale.

La prima cosa che balza agli occhi è la vestibilità: aderente e morbida come nel migliore degli “slim fit”. Questo è dovuto proprio alle Lycra ricercatissime e che variano a seconda delle zone del busto: più “dure” e più morbide laddove c’è bisogno dell’una e dell’altra caratteristica.

Anche il girocollo è aderente. Basso così da non dare fastidio in caso di caldo eccessivo e alla moda al tempo stesso.

Tessuto aderente e maniche “lunghe”: la fasciatura non ha punti di pressione. La Zip in tinta? Quasi invisibile
Tessuto aderente e maniche “lunghe”: la fasciatura non ha punti di pressione. La Zip in tinta? Quasi invisibile

Zip in tinta

Altro aspetto che si nota della Hermeda è la sua pulizia. Un unico colore e cuciture pressoché invisibili che conferiscono a questo capo di Umbrail l’eleganza di cui parlavamo. Ad accentuare questo aspetto è anche la zip a vista, che riprende il colore della maglia. 

Zip che ha la preziosa bandella antivento, così da aumentare il comfort. Uniche scritte presenti: il nome del brand, che sul petto è ricamato, mentre sulla schiena vi è cucita un’etichetta sulla tasca centrale.

Parlavamo della vestibilità. Abbiamo accennato al girocollo, anch’esso aderente, ma è tutto il taglio della Hermeda che è pensato per essere una “seconda pelle” di moda. A ben guardare anche le maniche non sono proprio corte, anzi… 

E questo, oltre ad essere una precisa scelta di Umbrail, è merito anche di uno dei suoi tessuti più utilizzati, vale a dire la Lycra di Sensitive. Sensitive è un’azienda Italiana che si sta specializzando su questo prodotto anche in ottica ecosostenbile.

La quarta tasca… è laterale
La quarta tasca… è laterale

Tre più una

Veniamo poi al capitolo tasche. La Hermeda non propone i classici tre vani, ma ne mette sul piatto, anzi sul busto, ben quattro.

Oltre alle tre tasche posteriori ce n’è una quarta laterale, utile e praticamente invisibile, per riporre oggetti più piccoli: una carta di credito, qualche soldo, un gel, una barretta. Non solo ma nelle tasche posteriori è presente un foro interno per far passare i cavi di una radiolina, di una power bank o gli auricolari del cellulare.

Alla base delle tasche è presente la classica fettuccia reflex che contribuisce alla visibilità su strada da parte dei veicoli.

Infine tre info preziose: Umbrail consiglia per i suoi capi un lavaggio a 30 gradi e nessun utilizzo di ammorbidenti ed asciugatrici. E’ disponibile in quattro colori: Senape, White, Nuvola e Bini… Infine, ricordiamo, che tutti i capi dell’azienda lombarda sono personalizzabili.

Umbrail

Q36.5 vestirà la svizzera Ryf nel triathlon

29.05.2023
4 min
Salva

Q36.5 procede nel suo inarrestabile percorso di affermazione nel mondo del ciclismo. Da una parte abbiamo il team professional che sta ben figurando alla sua prima stagione nel mondo dei professionisti. Dall’altra prodotti sempre più innovativi destinati a soddisfare le richieste di sportivi sempre esigenti. Ora l’azienda bolzanina ha deciso affacciarsi anche nel mondo del triathlon affiancando la forte campionessa svizzera Daniela Ryf.

Q36.5 ha deciso di affacciarsi anche nel mondo del triathlon, affiancando la campionessa svizzera Daniela Ryf.
Q36.5 ha deciso di affacciarsi anche nel mondo del triathlon, affiancando la campionessa svizzera Daniela Ryf.

Un palmares eccezionale

Per quanti ancora non la conoscono, è bene ricordare che Ryf ha saputo conquistare per ben quattro volte il campionato mondiale Ironman alle Hawaii. In carriera ha vinto in totale dodici titoli mondiali ed è considerata un’icona di spirito combattivo, serietà, passione e determinazione. In ben due occasione è stata inoltre nominata “sportiva svizzera dell’anno”.

Nell’ambito della nuova collaborazione con Q36.5, Daniela Ryf parteciperà alle prossime gare indossando il nuovo Body Triathlon del marchio bolzanino. 

Uno dei prodotti che andrà ad utilizzare sono le Unique Road Shoes
Uno dei prodotti che andrà ad utilizzare sono le Unique Road Shoes

Più di una ambassador

Nelle intenzione di Q36.5, Ryf non dovrà rivestire solamente il ruolo di ambassador del brand. Dovrà infatti contribuire con i propri feedback allo sviluppo di nuovi prodotti. A confermarlo è lo stesso Luigi Bergamo, CEO di Q36.5.

«E’ molto stimolante lavorare con i triatleti – ha dichiarato – perché sono orientati alla performance e prestano attenzione a molti dettagli importanti e a ciò che può essere migliorato. Vediamo la collaborazione come un’eccellente opportunità per testare il nostro abbigliamento e renderlo ancora più innovativo. Il dialogo settimanale con Daniela Ryf è molto importante per noi. Insieme testiamo gli indumenti e i materiali funzionali direttamente in galleria del vento. In questo modo, possiamo rendere la nostra collezione triathlon ancora più performante».

La Ryf potrà contare sulla qualità e la tecnica dei prodotti triathlon di Q36.5
La Ryf potrà contare sulla qualità e la tecnica dei prodotti triathlon di Q36.5

Non solo body

Il Body Triathlon di Q36.5 si caratterizza per la sua vestibilità e la qualità del tessuto scelto per realizzarlo. Il duplice obiettivo che è stato ottenuto è quello di ottimizzare l’aerodinamica e favorire la regolazione del calore. Grazie alla funzionalità del nuovo body, la Ryf ha potuto continuare ad allenarsi anche a temperature inferiori allo zero. 

Queste le sue prime parole dopo aver indossato il nuovo body: «La funzionalità dell’abbigliamento è impressionante: regola la temperatura per non surriscaldarsi in salita e protegge perfettamente il corpo dal vento e dal freddo in discesa”». 

Oltre al body, Q36.5 ha pensato anche alle scarpe. Daniela Ryf si allena e gareggia con il modello Unique. «Le scarpe Unique – ha commentato – sono facili da indossare e garantiscono una tenuta comoda e sicura del piede senza causare punti di pressione o intorpidimenti».

Parlando più in generale della sua collaborazione con Q36.5, la forte triatleta svizzera si è espressa in questo modo: «Sono molto entusiasta di collaborare con Q36.5. La loro attenzione ai materiali e all’innovazione tecnologica applicata all’equipaggiamento da ciclismo e triathlon è straordinaria. Indossare Q36.5 farà davvero la differenza quando si tratterà di stabilire un nuovo record mondiale. Sono certa che i prodotti e il know-how scientifico di Q36.5 mi aiuteranno in modo ottimale a superare i miei limiti». 

L’obiettivo stagionale per la Ryf sarà la conquista del quinto titolo mondiale IronMan
L’obiettivo stagionale per la Ryf sarà la conquista del quinto titolo mondiale IronMan

Calendario definito

La stagione 2023 della Ryf prevede molti appuntamenti già messi in agenda. La svizzera ha però puntato la sua attenzione in particolare su due obiettivi. Dopo aver vinto l’edizione di Kona già quattro volte, gareggerà per inseguire la sua quinta vittoria IronMan ai campionati del mondo previsti a ottobre. Il secondo grande obiettivo sarà quello di battere il record mondiale sulla lunga distanza, attualmente fissato a 8h18’13”.

Il nuovo Body Triathlon e le scarpe Unique sono disponibili online sul sito www.q36-5.com e nei migliori negozi di ciclismo. 

Q36.5

Bianchi Milano, il piacere di pedalare con stile

29.04.2023
3 min
Salva

Da sempre il marchio Bianchi ha fra i suoi obiettivi la realizzazione di biciclette che siano il mix perfetto di creatività, tecnologia, design e naturalmente stile italiano. Oggi tutto questo viene trasferito nella realizzazione di una linea di capi tecnici da indossare nelle uscite in bici. Per farlo, l’azienda di Treviglio ha deciso di rilanciare Bianchi Milano, un brand di abbigliamento esclusivo, che oggi si presenta al pubblico con un approccio innovativo: massima attenzione al design e all’eccellenza tecnologica dei materiali per celebrare il ciclismo come stile di vita.

Si chiama RC 999 la linea di abbigliamento firmata Bianchi Milano
Si chiama RC 999 la linea di abbigliamento firmata Bianchi Milano

Una nuova capsule collection

Si chiama RC 999 la capsule collection con la quale oggi torna Bianchi Milano. La collezione è già disponibile sul sito bianchimilano.com. Si tratta di una prima capsule collection che anticipa altre novità che interesseranno anche il mondo gravel. Sarà inoltre presto disponibile una linea studiata appositamente per l’universo femminile.

Elemento comune a tutte le linee sarà l’iconica striscia che ha caratterizzato le maglie Bianchi nei decenni passati, un simbolo stilistico altamente identitario di cui il brand vuole riappropriarsi.

I capi Bianchi Milano sono disegnati e progettati in Italia, con l’impiego di tessuti tecnici frutto della ricerca dell’eccellenza che da sempre si lega alla realtà di Bianchi. Una collezione all’insegna dell’alta qualità, con soluzioni funzionali e all’avanguardia per soddisfare anche i ciclisti più esigenti.

I tessuti utilizzati sono altamente tecnici, la qualità è fondamentale per Bianchi
I tessuti utilizzati sono altamente tecnici, la qualità è fondamentale per Bianchi

Disponibile in due versioni

La gamma RC 999 è oggi disponibile in due versioni colore, entrambe incentrate intorno al tradizionale Celeste Bianchi. La prima è ispirata alla storia e alla tradizione, con il suo design celeste con striscia bianca sul petto, mentre la seconda rappresenta una declinazione più moderna, proposta in grigio con striscia celeste centrale. Due versioni, due diverse interpretazioni, stesso stile italiano. Ogni singolo capo della collezione RC 999 è realizzato con tessuto Rombo Mesh 3D. 

La RC 999 è la prima capsule collection, alla quale seguiranno tante novità
La RC 999 è la prima capsule collection, alla quale seguiranno tante novità

Un nome, una storia

La scelta del nome RC 999 per la collezione che segna il ritorno di Bianchi Milano merita un breve accenno. RC 999 unisce il Dna racing del Reparto Corse Bianchi (RC) con un codice, 999, che dal 1952 in poi fu utilizzato da Bianchi per numerare i telai destinati al mondo delle competizioni: opere uniche, frutto della continua ricerca dell’eccellenza. 

Per rimarcare l’esclusività di questa capsule collection, Bianchi ha deciso di produrre solamente 999 completi.

Chiudiamo con il pensiero di Fabrizio Scalzotto, CEO di Bianchi: «Bianchi Milano fa parte della nostra storia. Siamo felici di riproporre sul mercato un brand iconico con un’immagine rinnovata che sarà seguita e curata da un’apposita Business Unit, con l’obiettivo di portare l’identità e la creatività italiana che contraddistingue Bianchi anche nell’abbigliamento».

Bianchi

Bianchi Milano

Giessegi firma le divise della Liv Racing TeqFind

07.03.2023
2 min
Salva

Dopo la positiva esperienza maturata con il team Valcar-Travel & Service, il brand veneto produttore di abbigliamento per il ciclismo GSG prosegue nella propria attività di supporto e sponsorizzazione nel mondo del ciclismo agonistico femminile “vestendo” quest’anno le ragazze del Team Liv Racing TeqFind. La formazione, che ha Giorgia Bronzini come direttore sportivo e la modenese Rachele Barbieri come punta per le volate, parteciperà nel corso della stagione a tutte le prove del calendario WorldTour femminile. E lo farà, come tradizione, indossando una divisa molto particolare, tra le più originali presenti in gruppo, caratterizzata dal consueto motivo floreale, quest’anno con qualche spunto di novità…

Il team Liv Racing TeqFind pedala su biciclette Liv, brand “title sponsor” della squadra: nello specifico i modelli top di gamma Langma e EnviLiv, allestite mediante l’assemblaggio di componentistica Cadex. Sempre Liv sono anche i caschi e le scarpe in dotazione.

Rachele Barbieri è al suo secondo anno con il Team Liv Racing
Rachele Barbieri è al suo secondo anno con il Team Liv Racing

Qualità, dal 1984

La storia e l’attività sul mercato di GSG parte ufficialmente nel 1984 e trae origine da una intuizione di Simone Fraccaro, il fondatore dell’azienda. Dal 1974 al 1984 Fraccaro è stato un ciclista professionista su strada e su pista e la costituzione di questa iniziativa imprenditoriale nasce proprio come “sfogo” di tutta quella esperienza maturata in un decennio di attività professionistica ad altissimo livello, spesso al fianco di campioni assoluti di quell’epoca come Francesco Moser e Giuseppe Saronni.

Dalla stagione 2023 GSG collaborerà con il Team femminile Liv Racing TeqFind
Dalla stagione 2023 GSG collaborerà con il Team femminile Liv Racing TeqFind

Da sempre Giessegi presta la massima attenzione alle esigenze del ciclismo, puntando alla progettazione e alla realizzazione di un prodotto di alta qualità ed affidabilità, e proprio per questo motivo indirizza il proprio, scrupoloso lavoro verso la scelta ottimale dei materiali, la cura minuziosa dei dettagli tecnici e la ricerca di un design sempre innovativo e all’avanguardia.

La gestione interna della produzione – 100% Made in Italy, dall’acquisto dei materiali “grezzi” e degli accessori, fino alla definitiva realizzazione del capo finito – è rivolta ad assicurare il controllo della qualità e dell’efficienza di ogni singolo passaggio della lavorazione.

GSG

Ekoi e la sua linea contro il grande freddo

24.01.2023
7 min
Salva

Il freddo, quello vero, è arrivato. Se a Natale si faceva il bagno in Sicilia e nel resto delle Penisola e i ciclisti uscivano al massimo con abbigliamento primaverile, adesso lo scenario è diverso. Dagli armadi escono i capi di abbigliamento pesante ed Ekoi di capi per controbattere il “generale inverno” ne ha eccome. Ma a dispetto di quel che si possa pensare diciamo subito che non sono capi pesanti, ingombranti o scomodi!

Proprio in questi giorni abbiamo avuto lo scenario ideale per testare il set composto da calzamaglia, due giacche e guanti.

Prima di entrare nel dettaglio, ci sembra doveroso contestualizzare questo test. Lo abbiamo fatto sulle strade del Centro Italia, a ridosso tra le pianure a Nord della Capitale e le colline della Sabina. In certe parti raramente il freddo è pungente e chi pedala pertanto è più sensibile ai cali delle temperature. Un capo che copre bene qui più che altrove può ottenere feedback indicativi. E tra vento, pioggia e neve in collina c’erano le condizioni ideali.

Leggera come il carbonio

Partiamo dalla giacca termica Ekoi Carbon Nera. Con la sua “livrea in carbonio”, non siamo certo passati inosservati, tanto più che negli stessi giorni del test anche Philippe Gilbert l’ha sfoggiata sui social!

Vestibilità davvero al top, comodità e temperatura del corpo costante sono state le direttive.

In generale si tratta di una giacca piuttosto calda, merito della membrana Plastotex® a 3 strati. Grazie alle fibre cave il tessuto è caldo e traspirante.

Ma la cosa geniale sono le zip sui fianchi. Una soluzione tremendamente apprezzata, specie alle latitudini di cui vi abbiamo detto. Queste aperture laterali garantiscono sempre un’ottima aerazione, limitando così la sudorazione. La soluzione amplia di parecchio il range di utilizzo della giacca stessa.

Comfort, design e lotta al freddo trovano poi un grosso riscontro anche nelle maniche, grazie agli elastici pronunciati sui polsi. Questi non creano… spifferi fastidiosi, non creano pressioni in quanto piuttosto larghi e agevolano l’inserimento del guanto. Non vengono a crearsi rigonfiamenti antiestetici o, peggio ancora, non sono fastidiosi con il manubrio in presa bassa o sulle leve.

Calzamaglia, seconda pelle

C’è poi la calzamaglia Ekoi 3D Gel Heat Generating Techonolgy Cold Extrem. E’ una seconda pelle nonostante la grammatura importante del tessuto. Resta perfettamente aderente al corpo, ma senza stringere. Le bretelle larghe non accennano a nessun punto di pressione. Sono comode, morbide, facili da indossare e una volta in sella sembra di avere un normale pantalone. 

Il taglio poi prevede una decisa copertura per schiena e pancia. E questo soprattutto è stato un dettaglio (che dettaglio non è) particolarmente apprezzato. Molto spesso infatti d’inverno ci si copre molto, specie quando fa freddo, ma poi una volta sotto sforzo, soprattutto in salita si suda. Il risultato è che poi si prende la classica “freddata” sull’addome quando si scende. Con una buona maglia termica e questa salopette invece la pancia è sempre protetta e non c’è bisogno di mantelline o altro.

Per il resto le gambe sono fasciate e addosso si sente quella piacevole sensazione di tepore, anche nelle prime ore e nelle prime pedalate del mattino, quando partire in bici è una “piccola tortura”. Davvero una sensazione che non ci aspettavamo.

Fondello e design

Il fondello è chiamato Comfort Zone, nome mai così azzeccato, che grazie agli inserti in memory foam e alla forma a “V” garantisce un elevato comfort di seduta. E noi lo abbiamo testato anche per sei ore senza alcun problema. E poi design: davvero dei capi racing con i loghi-scritta Ekoi trasparenti in nero lucido. Un “vedo-non vedo” intrigante.

Guanti riscaldanti

Ekoi ci ha concesso la curiosità di provare i guanti riscaldanti, Ekoi Heat Concept 5, progettati per temperature prossime ai -20°C. Li avevamo notati a Gioele Bertolini sulla neve della Val di Sole. Il “Bullo” girava caldo, caldo… per l’invidia di alcuni colleghi. «Beato te», lo abbiamo sentito dire da più di qualcuno, ma meglio non fare nomi.

Nonostante i guanti fossero un pelo più grandi della nostra taglia, il comfort e una buona presa sul manubrio non sono mancati. 

Semplicissimi da usare, si caricano con una normale presa di corrente. C’è un cavo con due uscite per le due batterie (una per guanto). Una volta terminata la carica (piuttosto rapida) le stesse batterie s’inseriscono nel guanto. Si clicca il bottoncino per far partire il sistema e in pochi secondi già si avverte un piacevole tepore su tutta la mano, dita soprattutto.

Questa soluzione è apprezzatissima, come dicevamo prima, soprattutto quando si sta per partire. Quando il freddo è più pungente in quanto il corpo non è ancora in temperatura “da sport”.

Poi una volta partiti basta spegnere il sistema e si comporta come un normale guanto. Una volta in sella si può riattivare il riscaldamento (ci sono tre livelli: 30°C, 35°C e 40°C), ma giusto se si deve affrontare una lunga discesa o se si pedala in pianura in quelle giornate fredde e nebbiose. Ma sono casi meno frequenti.

Caldi e fashion

Infine abbiamo testato anche la giacca Warm Puffy… E questa, ragazzi, scalda davvero! Al netto che se non ci fossero le tasche posteriori potrebbe essere un capo da indossare nella vita di tutti i giorni tanto è stilosa, la Warm è invece pensata per temperature estreme.

Il tessuto è composto in modo tale da avere delle “sacche d’aria” che trattengono il calore e contribuiscono a mantenere costante la temperatura durante l’attività fisica.

La Warm è anche idrorepellente. Zero compromessi, dunque.

Visto che si parla di temperature prossime o al di sotto dello zero e che spesso abbiamo parlato anche di sport alternativi, noi ce la siamo portata anche sulle piste da sci per una bella sciata di fondo. Un piccolo test ulteriore che ne ha esaltato la versatilità e la comodità.

Ekoi

Maglia primaverile per l’inverno, ReArtù ha fatto centro!

05.01.2023
4 min
Salva

In questa maglia primaverile c’è tutto il Dna di ReArtù Tech Wear. Stile, qualità, praticità. E in queste uscite di “finto inverno”, viste le temperature più che miti che imperversano sull’Italia, si è mostrata essere un capo ideale.

NE avevamo già avuto un assaggio all’Italian Bike Festival di Misano a settembre, adesso l’abbiamo provata. E lo abbiamo fatto in più situazioni. Sia nei giorni plumbei e più freschi, sia in quelli in cui la colonnina di mercurio danzava sul filo dei venti gradi almeno nelle zone del Centro Italia.

Praticità totale

Quando abbiamo usato il termine praticità, non lo abbiamo fatto a caso. La prima cosa che ci ha colpito di questa maglia è stata la capienza delle tasche. Davvero ampie, una scelta che va nettamente in controtendenza rispetto a molti altri capi. Invece si è mostrata una scelta super azzeccata.

Azzeccata perché una maglia così, nel 90 per cento dei casi la si utilizza in allenamento (posto che anche in una gara fresca d’inizio stagione non starebbe affatto male) e quindi si presuppone che ci si porti dietro un bel po’ di materiale. Dallo smartphone alle barrette, dai gel alla mantellina.

Azzeccata anche perché, se è vero che le temperature viste sinora non sono parse ridigissime e stiamo parlando di una maglia primaverile leggermente felpata (tessuto Super Roubaix), è anche vero che se si fa una salita un po’ più lunga e poi magari si scende in una zona ombrosa lo sbalzo termico si sente.

Quindi, se si hanno in mente certe uscite con questa maglia, la mantellina serve. Va a completare il quadro. Ma con questa maglia primaverile si ha il vantaggio della maneggevolezza, della leggerezza e della protezione in pianura, senza sudare. E non è poco.

In più anche in salita la zip, molto scorrevole grazie alle maglie ampie, si può aprire a proprio piacimento. 

Zip pratica e scorrevole grazie anche alle maglie larghe della cerniera
Zip pratica e scorrevole grazie anche alle maglie larghe della cerniera

Stile fluo

Di certo una maglia simile non è passata inosservata! «Ci stiamo facendo largo nel mondo del ciclismo e tutti gli sport di squadra, grazie a materiali innovativi e sempre più riconoscibili», ci aveva detto il patron di ReArtù, Paolo Castellucci. Ebbene, è stato di parola!

Colori fluo, disegni accesi che oltre ad essere piacevoli si sono rivelati utili in quanto a visibilità passiva.

Ma in questo Re Artù è maestra: l’azienda romagnola infatti in quanto a colori e personalizzazioni è all’avanguardia e ne fa un cavallo di battaglia. Sono molte infatti le squadre, non solo di ciclismo, che si rivolgono a loro per realizzare la propria divisa secondo gli standard richiesti dalla moda e dalle esigenze degli sponsor.

Il taglio vivo si nota soprattutto su maniche e collo
Il taglio vivo si nota soprattutto su maniche e collo

Zero cuciture

Questa maglia non è solo azzeccata sul piano dell’estetica e della praticità, è anche un prodotto di qualità. Si nota un certo studio a monte. Il “taglio vivo” e la totale assenza di cuciture sono una peculiarità forte come i suoi colori.

Grazie alla lavorazione artigianale, forte di macchinari all’avanguardia, si riesce ad eliminare le cuciture a tutto vantaggio della comodità e anche del comfort. Senza cuciture gli sfregamenti si riducono moltissimo e aumenta a dismisura la sensazione di avere una “seconda pelle”, anche se, come nel nostro caso, si indossava un intimo tecnico. Tutto l’insieme “scorre” meglio sul corpo.

Il collo, che resta comodissimo, e la parte bassa della maglia sono estremamente minimal. Se fa un po’ più fresco si può aggiungere un “buff”, altrimenti si pedala in libertà. Idem le maniche, che volendo si possono tirare un po’ su, sull’avambraccio, senza sforzo e senza che stringano.

ReArtù