Zoccarato, sfinito e felice: «Ma un dubbio mi resta…»

21.06.2021
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Salire sul podio al campionato italiano per un neoprofessionista è sempre un grande risultato e ad Imola – nel tricolore organizzato da ExtraGiroSamuele Zoccarato della Bardiani-Csf ha più di un motivo per essere felice. L’ultima volta era successa nel 2014 in Trentino, a Fondo, quando Davide Formolo “rookie” della Liquigas finì secondo dietro a Nibali. Non solo, possono far festa anche Bruno e Roberto Reverberi perché era dal 1994 che un loro atleta non centrava il podio: all’epoca Massimo Podenzana, in maglia Navigare, vinse addirittura il titolo a Cles, bissando quello dell’anno prima.

Nella morsa fra Masnada e Colbrelli, Zoccarato cederà sull’ultima salita
Nella morsa fra Masnada e Colbrelli, Zoccarato cederà sull’ultima salita

205 chilometri di fuga

Possiamo dire che il ventitreenne padovano si è sempre trovato a proprio agio nelle corse allestite da Marco Selleri e Marco Pavarini, ottenendovi alcuni fra i suoi risultati di rilievo: l’anno scorso in maglia Colpack-Ballan centrò un terzo posto all’Aprica nella frazione conclusiva del Giro U23, mentre a Faenza, nella gara dei Monti Coralli, conquistò un incoraggiante quinto posto.

Il valore aggiunto del “bronzo nazionale” di Zoccarato è il tipo di corsa che ha disputato: in avanscoperta dal ventesimo chilometro insieme ad altre dodici unità (compresi i compagni di squadra Maestri e Tonelli) che hanno raggiunto fino a 5’30” di vantaggio ed infine unico superstite dell’azione di giornata con 205 chilometri di fuga, chiuderà a 37” dal neo-campione italiano Colbrelli e Masnada.

Alessandro Tonelli lo ha visto andare via e ha chiuso 55° a 5’39”
Alessandro Tonelli lo ha visto andare via e ha chiuso 55° a 5’39”
Samuele hai disputato una bellissima prova. Potevi ottenere qualcosa di più o è andata come doveva andare?

Il dubbio c’è sempre. Partivo per mostrare la nostra maglia in fuga, non avevo nessuna speranza di provare di arrivare fino in fondo, perché ho chiuso il Giro d’Italia un po’ stanco, poi sono andato a fare il Giro del Belgio e non mi sentivo bene. Quindi ho provato più per un’azione fine a se stessa.

In fuga però non eri l’unico della tua squadra.

Sì, vero, con me c’erano Maestri e Tonelli che mi hanno aiutato tantissimo a gestirmi bene, sia con le energie, sia con l’idratazione nel bere e nel bagnarmi. E questo è stato fondamentale per il finale di gara perché sono riuscito a dare quel qualcosa in più che mi ha permesso di essere ancora lì, visto che Roberto (Reverberi, il team manager, ndr) nel frattempo aveva scelto me, fra noi tre, per fare la corsa.

In fuga dal chilometro 20, della Bardiani con lui anche Maestri e Tonelli
In fuga dal chilometro 20, della Bardiani con lui anche Maestri e Tonelli
Non sembri soddisfatto…

Non ho rimpianti. Ripeto, mi resta il dubbio di capire se avessi potuto dare qualcosa in più sull’ultima salita (la Gallisterna, ndr) dove mi sono staccato, ma sono contentissimo così.

Anche perché i primi due, Colbrelli e Masnada, sono ottimi corridori e che si sono mossi nel finale quando la fuga aveva perso uomini e vantaggio. Alla luce di questo, avresti potuto giocarti qualcosa in più se fossi stato negli inseguitori?

Penso di no, perché sulle salite brevi chi ha gamba riesce a fare la differenza ed anche lo Zoccarato più in forma di ogni tempo non sarebbe riuscito a tenere Colbrelli e Masnada.

Quindi, questo è lo Zoccarato più in forma di sempre?

Non saprei nemmeno io, non so che limiti ho. Sarà forse che adesso mi sento un po’ stanchino, tutto qui, ma sta arrivando il periodo di recupero.

Per la tua squadra è un grande risultato, era da tempo che non saliva sul podio agli italiani.

Esatto (mentre Luca Barioglio, addetto stampa della Bardiani, lo supporta nella risposta, ndr) mancava da un po’. Al Giro ho fatto tante fughe, tra cui quella della vittoria di Taco Van der Hoorn a Canale. Sono uscito con una buona condizione.

Questo risultato fa ben sperare anche per il futuro, giusto?

Il Giro ha aiutato a far crescere il motore, questo italiano invece il morale. L’obiettivo è fare sempre il massimo possibile, avere la solita grinta che mi contraddistingue in ogni gara.

Hai qualcosa da aggiungere?

Sì, sulla mia formazione. Sono contento perché da quando sono arrivato in squadra, anche se ero neopro’, i miei tecnici mi hanno sempre dato diverse possibilità credendo in me. Non potevo chiedere di meglio.