C’è una corsa nella corsa di cui ti accorgi (forse) andando alle partenze e osservando i movimenti dei procuratori: è la corsa ai velocisti. Anche se il più delle volte e soprattutto in questi tempi di limitati contatti sociali, si svolge tutto online e lontano da occhi indiscreti.
Alla fine del 2021 scadono i contratti di tutti i velocisti più forti in circolazione (fa eccezione Demare, che ha prolungato fino al 2023) ed è risaputo che in questi casi si cerca di chiudere i discorsi entro la tarda primavera. Si parla di contratti pesanti e di corridori che in qualche caso hanno tenuto fede alle attese e altri che per colpa del Covid hanno portato magri bottini a casa, rendendo il rapporto costo/vittoria davvero esorbitante. Il guaio è che avendo questi ultimi la stagione 2021 per riscattarsi e contemporaneamente la necessità di chiudere presto il nuovo contratto, le trattative saranno ancora più complesse e probabilmente richiederanno uno slittamento in avanti. Dove per una volta aspettare conviene al corridore più che al team manager interessato.
Abbiamo voluto aggiungere al loro profilo anche il conteggio dei follower su Instagram. Sembrerà strano ma forse neppure troppo, che per le società e i loro sponsor si tratti di un valore aggiunto importante.


Sagan, un caso unico
Scade il contratto principesco di Peter Sagan e parrebbe che alla Bora-Hansgrohe non facciano salti di gioia all’idea di confermare un impegno stimato attorno ai 6 milioni di euro. Il Sagan che nel 2020 ha centrato soltanto la vittoria del Giro e ha comunque una dote 1.800.000 follower su Instagram, ha ripreso la stagione lavorando sodo, scrollandosi di dosso il Covid e ricominciando a vincere ieri al Catalunya (foto di apertura). Nel novero degli uomini veloci, in realtà, Peter è il meno velocista e il portatore di un’immagine che va oltre il risultato. Resta però il fatto che nel primo anno (2017) alla Bora-Hansgrohe, centrò 12 vittorie, fra cui il mondiale. Nel 2018 vennero 8 vittorie fra cui Gand-Wevelgem, Roubaix e tre tappe al Tour. Nel 2019, 4 vittorie con una tappa al Tour. E nel 2020 la tappa di Tortoreto al Giro. Il nuovo contratto dello slovacco sarà firmato sulla fiducia o i base all’andamento dei risultati?


Gaviria, bel mistero
Scade anche il contratto di Fernando Gaviria, che si è appena rotto lo scafoide cadendo al Gp E3-Saxo Bank di Harelbeke. Il colombiano, che a causa del suo essere schivo ha… appena 388.000 follower su Instagram, è arrivato al Uae Team Emirates forte delle palate di vittorie ottenute alla Deceuninck-Quick Step. Furono 14 nel 2017, fra cui 4 tappe al Giro d’Italia. Scesero sia pure di poco nel 2018: 9 ma con due tappe al Tour de France. Passato alla Uae, ha vinto 6 corse nel 2019 con la tappa del Giro per squalifica di Viviani a Orbetello. Mentre lo scorso anno le vittorie sono state 5, ma di basso profilo. Voci interne alla squadra non sono convintissime della conferma e l’infortunio in Belgio complica il suo ritorno ai massimi livelli: dovrà restare fermo per tutto aprile, poi si ragionerà sulla sua presenza al Giro.


Viviani, rabbia cercasi
Un altro grande nome in cerca di conferme o nuovi lidi è il nostro Elia Viviani, 222.000 follower su Instagram. Durante un’intervista con il cittì azzurro Marco Villa, proprio ragionando di lui e delle sue difficoltà, emerse che l’ambiente della Deceuninck-Quick Step fosse il migliore, ma l’offerta della Cofidis fosse stata così alta da non poter dire di no. Si corre per mestiere e per cambiarsi l’esistenza e i bilanci si fanno alla fine, tuttavia la scelta fra l’ingaggio più alto e l’ambente migliore è da sempre una delle più dibattute. E’ evidente che la Cofidis non sia soddisfatta della situazione e la scelta di portarlo via dal Belgio per farlo correre a Cholet può avere due letture che portano entrambe nella stessa direzione: ottenere vittorie, finora mai arrivate, pagate profumatamente. Intendiamoci, Elia è un professionista super serio, ma le cose non ingranano. Il suo programma 2021 è sontuoso, fra Giro e Olimpiadi, e magari il fastidio di questi giorni potrebbe trasformarsi un un’utile molla.


Bennett, chi offre di più?
Il re dei velocisti, Sam Bennett con i suoi 122.000 follower e le già 4 vittorie nel 2021 è forse il più accreditato per rimanere alla Decenunick, che avrebbe già puntato tutto su Fabio Jakobsen se l’incidente al Giro di Polonia dello scorso anno non avesse fermato drammaticamente il giovane olandese. In più Bennett ha la capacità di tenere duro sui percorsi più impegnativi. Pertanto, a meno che tenere Alaphilippe non comporti un esborso troppo oneroso per Patrick Lefevere e che qualcuno non arrivi con tanti soldi per portare via l’irlandese, c’è da pensare che Bennett possa restare dov’è. Chissà se il suo enoturage lo farà ragionare sul fatto che tutti i velocisti che abbiano lasciato quel gruppo negli ultimi anni siano stati costretti a ridimensionare le pretese. Sul perché si potrebbe ragionare a lungo.


Nizzolo, comanda il cuore
Un altro nome importante con la valigia in mano è Giacomo Nizzolo, che non vince tanto ma ultimamente porta a casa sempre trofei interessanti. Sistemati tutti gli acciacchi per la gioia dei suoi 62.400 follower, il lombardo nel 2020 ha portato a casa 4 vittorie: 2 prima del lockdown e 2 dopo. Queste soprattutto sono le più interessanti: il campionato italiano e il campionato europeo. Giacomo avrebbe potuto cambiare squadra già quest’anno, approfittando del fatto che il Team Ntt stava passando la mano alla Qhubeka-Assos, ma ha scelto di rimanere per attaccamento alle sorti del gruppo. Difficile immaginare, a meno di clamorose offerte in arrivo, che scelga di andarsene proprio ora. E’ la bandiera del team, che a sua volta si sta strutturando per sostenerlo al meglio negli sprint. Quest’anno ha già vinto malgrado un piccolo incidente in inverno.


Cosa vuole Colbrelli?
Sonny Colbrelli al Team Bahrain Victorious in apparenza ci sta bene e sarebbe per giunta riduttivo definirlo velocista, pur essendo molto veloce. Il clou della sua stagione è iniziato con l’Het Nieuwsblad e si protrarrà attraverso il periodo al Nord, in cui il bresciano dovrà confermare gli ottimi numeri già mostrati nel 2020. Con 31.000 su Instagram, ha vinto 3 corse nel 2019 e una nel 2020. E’ sempre sulla porta della grande vittoria e nel frattempo si è inserito nel gruppetto dei gregari di Landa, assieme a Caruso. A 30 anni potrebbe essere arrivato il momento di mettere un punto fermo sul tipo di carriera che vuole avere. Se da vincente, oppure in appoggio non già a uno scalatore, ma semmai a un altro cacciatore di classiche.


Chi vuole Bouhanni?
Nacer Bouhanni non è popolarissimo in gruppo e neppure si sforza di risultare troppo simpatico. I suoi 32.500 follower su Instagram stanno assistendo alla sua parabola con qualche punto di domanda. La Cofidis lo strappò alla Fdj alla fine del 2014 in cui aveva centrato 11 vittorie, fra cui 2 tappe al Giro e 2 alla Vuelta. Il punto di rottura non furono tanto i soldi (che arrivarono comunque con sei zeri), ma la scelta di Madiot di non portarlo al Tour, facendo sempre corsa per Pinot. Così l’ex pugile scelse la maglia rossa di Vasseur, ma in un calando clamoroso di risultati. Le 14 vittorie in 4 anni sono state un ben magro bottino da portare alla Arkea, con cui nel 2020 ha vinto 4 corse. Neanche la nuova squadra lo scorso anno lo ha portato al Tour, quest’anno si vedrà…
All’appello mancano uomini come Jakobsen, ma c’è da scommettere che la Deceuninck-Quick Step deciderà di restargli accanto. Degenkolb, che non è più un velocista. E il nostro Cimolai, punto di riferimento della Israel Start Up Nation, al bivio di una scelta molto dura: correre il Giro oppure aspettare a casa il momento in cui diverrà padre per la prima volta? Nella vita dei corridori ci sono passaggi che sfuggono alla normalità e vivendo con loro, accanto a loro si capisce anche il perché ciò accada.