Il velocista manca e Cimolai diventa regista

15.07.2025
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A Livigno è tornato il sole. Qualche giorno fa la temperatura è crollata di colpo e ha persino nevicato, un abbassamento di temperatura che Cimolai non ricorda di aver mai visto a luglio. Poi per un paio di giorni è tornato il sole, ma l’aria è rimasta fredda. Soltanto da giovedì, giorno in cui sua figlia Nina compiva due anni, l’estate è tornata e gli allenamenti sono ripresi nel modo giusto.

“Cimo” è nel mezzo della seconda stagione con il Movistar Team: un anno che lo ha visto cambiare radicalmente attitudine e ruolo. Dopo i due alla Cofidis, aveva deciso di smettere e soltanto l’offerta spagnola lo aveva rimesso in sella con il sorriso e la voglia. Sarebbe stato l’ultimo uomo di Gaviria, ma il colombiano ha faticato e ancora fatica a ritrovare la via del successo. L’ultima volta fu quasi per scherzo nella prima tappa del Tour Colombia 2024 e questo, assieme a vari contrattempi di salute, ha costretto Davide a rivedere il suo ruolo.

Il tanto lavoro con Fernando non c’è stato, come mai?

Un po’ perché fatica a fidarsi. Io ho fatto la mia parte e al Giro dello scorso anno l’ho fatta anche bene. Quelli che mi erano ruota hanno sempre vinto, peccato che non ci fosse lui. Quest’anno abbiamo fatto insieme il UAE Tour e la prima parte di stagione, poi ci siamo ammalati entrambi a maggio e non siamo riusciti ad avere continuità. E siccome nessuno dei due è mai stato al 100 per cento, ci siamo messi a tirare le volate ai compagni più in forma. Finché lui è caduto, si è rotto la clavicola e non ha recuperato in tempo per il Giro. E alla fine ho dovuto saltarlo anche io per un problema al braccio.

Gaviria sarebbe dovuto tornare per il Tour…

Si aspettavano delle conferme nelle gare prima, che evidentemente non sono arrivate. Almeno penso sia stato per questo che alla fine non lo abbiano convocato. Non ho seguito tanto, perché non avendo lui da aiutare, ho cambiato ruolo

In che senso?

Sto correndo un po’ da regista, tenendo davanti gli scalatori nei momenti giusti. Sono contento di quanto abbiamo fatto al Romandia, con la top 10 di Javier Romo. Al UAE Tour con i ventagli e tutto il resto, ne abbiamo messi due nei primi 10, con Romeo quarto e Castrillo settimo. L’ultima gara che ho fatto è stata la Quattro Giorni di Dunkerque e Carlos Canal ha conquistato il terzo posto finale. Perciò sono soddisfatto. Dopo, sapete, non essendo più un vincente, so bene che per il rinnovo del contratto devo aspettare.

La partecipazione al tricolore ha preceduto la salita a Livigno per completare in altura la preparazione
La partecipazione al tricolore ha preceduto la salita a Livigno per completare in altura la preparazione
Quindi l’idea è di continuare?

Il mio sogno sarebbe di fare l’ultimo anno ad alto livello e poi smettere. Ma vediamo se si trova l’accordo con la squadra.

Però il fatto di non essere vincente va interpretato, perché quando hai avuto spazio, i tuoi piazzamenti in volata li hai sempre fatti e nelle squadre si va sempre più in cerca di punti…

Infatti. L’anno scorso comunque i miei 300 punti li ho portati a casa. Quest’anno mi hanno chiesto un ruolo diverso e l’ho accettato perché so riconoscere i miei limiti. Per cui ora aspetto e cerco di meritarmi la conferma.

Se l’idea è andare avanti, l’umore è senz’altro migliore rispetto a quello di fine 2023?

Sono un’altra persona, ci mancherebbe. Venire in questa squadra è stato importante anche dal punto di vista del morale. Lo staff mi ha accolto in maniera totalmente differente, c’è un altro spirito.

Proprio a Livigno, il 10 luglio, Davide, Alessia e Mia hanno festeggiato il secondo compleanno di Nina (immagine Instagram)
Proprio a Livigno, il 10 luglio, Davide, Alessia e Mia hanno festeggiato il secondo compleanno di Nina (immagine Instagram)
C’è da rimboccarsi le maniche, questo è chiaro. Cosa ti aspetti?

Sono qua mentalizzato per farmi trovare pronto in qualsiasi corsa. Non avendo più l’obiettivo della Vuelta o grandissimi obiettivi sino a fine anno, il principale obiettivo è essere in condizione e mettersi a disposizione della squadra.

Avevamo capito che la Vuelta fosse ancora sul tavolo…

Difficile, è una squadra spagnola. Per andarci bisogna andare fortissimo nelle corse prima. L’obiettivo è quello, però il gruppo della Vuelta c’è già. Sono in altura e seguirà il suo programma. Però c’è sempre quel paio di posti liberi che lasciano a chi in quel periodo andasse fortissimo. Per cui, mai dire mai, però credo sia molto difficile. Ho il mio programma. Farò Vallonia, Polonia e Giro di Germania. Da qui a fine stagione, correrò tanto. Vedremo che cosa saremo in grado di tirare fuori.