Certe volte bisogna andare oltre il dolore, oltre i segnali che dà il proprio corpo, ma ciò comporta rischi e quindi la scelta è difficile. Una scelta che nelle prossime ore Mathieu Van Der Poel dovrà necessariamente fare: essere o non essere ai Mondiali di Leuven? Fino alla scorsa settimana molti si chiedevano che fine avesse fatto , praticamente scomparso dalla rovinosa caduta nella gara di Mtb dei Giochi Olimpici di Tokyo, poi l’iridato di ciclocross è ricomparso all’Antwerp Port Epic facendo la cosa che gli riesce meglio: vincere.
Un successo di peso, non tanto per il valore della gara quanto perché gli ha ridato fiducia per la sua presenza nella rassegna iridata: da tempo Van Der Poel è alle prese con dolori alla schiena e la sua presenza nella corsa belga era un test proprio per verificare le sue condizioni fisiche, interpretato come se fosse una grande classica: «Dovevo testarmi, dovevo capire – ha dichiarato al sito olandese Wielerflits – dovevo stressare la mia schiena al massimo per vedere a che punto sono in questo momento, ma la vittoria non ha sciolto tutti i miei dubbi».
Van der Poel e il mirino sulla Roubaix
Eppure il suo successo era stato “alla sua maniera”, con un attacco sul pavé (nella foto di apertura) al quale aveva retto solo il connazionale Taco Van Der Hoorn (Intermarché Wanty Gobert), battuto poi allo sprint. Il pavé, già, perché Van Der Poel ha messo da tempo nel suo mirino la straordinaria Parigi-Roubaix di ottobre, gli piacerebbe molto aggiungerla alla sua collezione considerandola ideale per le sue caratteristiche di corridore multidisciplinare, se non ci fosse quella schiena…
Le ore dopo la vittoria di Anversa non sono state le più piacevoli: i dolori sono aumentati, ma Van Der Poel continua ad allenarsi, e tanto. Nel weekend ha in programma altre due corse del calendario belga e per questo i suoi allenamenti sono saliti d’intensità: «Stiamo mettendo più qualità negli allenamenti – ha spiegato il suo diesse Christoph Roodhooft a Het Laaste Nieuws – d’altronde rispetto agli altri Mathieu ha meno ore e chilometri nelle gambe, ma è un gap che non possiamo recuperare ora. Io comunque, fossi nel cittì Koos Moerenhout, VDP lo convocherei, per poi decidere last minute».
Il bel ricordo di Ostenda…
Diciamo la verità: un altro avrebbe già gettato la spugna. I rischi come detto sono alti, anche perché l’origine dei dolori sembra essere stata identificata in un’ernia del disco con versamento di liquido fra due vertebre. Un problema che andrà comunque risolto il che significa che a qualcosa bisognerà rinunciare (la stagione di ciclocross?). Perché allora tanta perseveranza nel trascorrere ore in bici, soffrire nel vero senso della parola?
Al di là delle ambizioni dell’olandese nella Roubaix (che per chi soffre alla schiena non è certo la corsa ideale da affrontare…), a VDP punge vaghezza di tirare un altro scherzetto al suo eterno rivale Van Aert, sfidandolo sul suo terreno, ai Mondiali di Leuven del 26 settembre. In fin dei conti, quest’anno gli è già riuscito il colpo “in trasferta”, sgretolando le ambizioni del campione della Jumbo Visma ai Mondiali di ciclocross a Ostenda quand’era proprio Van Aert il favorito dopo le gare precedenti. Perché non fare lo stesso a Leuven?
Il sogno delle tre maglie
E’ anche vero però che non è un Mondiale semplice, conoscendo il suo percorso. Per questo Van der Poel si sta mettendo alla prova proprio in Belgio, su quelle strade: le due sfide del fine settimana (prima la Primus Classic, corsa del calendario Pro piuttosto impegnativa, poi il Gooikes Pijl più per velocisti) serviranno a mettere chilometri nelle gambe e capire come reagirà il corpo in impegni ravvicinati, ma VDP potrebbe allungare i suoi impegni agonistici fino a martedì, gareggiando nel GP Denain che ha una conformazione che più si avvicina alla Roubaix visto l’alto numero di chilometri sul pavé.
Intanto il figlio d’arte ha messo un punto al suo immediato futuro, rinnovando con l’Alpecin Fenix fino al 2025 chiudendo la porta a tutte le voci che lo davano in partenza per un team del World Tour. Nel team belga, al di là dell’aspetto economico, VDP ha la massima libertà nelle sue scelte e soprattutto appoggio in condizionato a quello che è il grande obiettivo della sua carriera: essere campione del mondo in tre discipline diverse. «Fino a Parigi 2024 è certo che continuerà a dividermi fra strada, ciclocross e Mtb, voglio essere il migliore dappertutto». Nessuno in campo maschile c’è riuscito, non così fra le donne, dove anzi la francese Pauline Ferrand Prevot ha saputo essere in possesso contemporaneamente di tutte e tre le maglie iridate.