Dalla Val di Sole Celestino manda un messaggio a Velasco

27.08.2021
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In questi giorni il cittì della nazionale di mountain bike, Mirko Celestino è super impegnato con i campionati mondiali di cross country in Val di Sole. Gli azzurri sono in cerca di riscatto dopo un’Olimpiade, diciamolo pure, brutta. Non tanto perché non si è portato a casa delle medaglia, cosa che ci può stare, ma perché di fatto i nostri non sono mai stati in gara.

Luca Braidot ha mostrato una buona condizione nel team in relay in Val di Sole
Luca Braidot ha mostrato una buona condizione nel team in relay in Val di Sole

Un occhio in Val di Sole

Ma la forza di Mirko è, ed è sempre stata, quella di rialzarsi.

«Le gare qui in Val di Sole – spiega Celestino – sono cominciate ieri. E non come speravamo. Abbiamo chiuso il team relay al quarto posto. Ma abbiamo analizzato cosa è andato e cosa no, e adesso tutto è alle spalle. Pensiamo alle gare che verranno. Soprattutto tra i giovani, abbiamo chi può andare forte». E infatti già ieri ecco il primo bronzo con Sara Cortinovis, tra le juniores.

Si spera, e lo spera anche Celestino, che Gerhard Kersbaumer e Luca Braidot possano avere quella rabbia per riscattare la debacle di Tokyo, tanto più che corrono in Italia. Inoltre l’assenza di Pidckoc e Van der Poel cambia molto gli equilibri e anche le tensioni degli altri. Bisognerà approfittarne.

Velasco impegnato nella Capoliveri Legend Cup, gara che assegnerà i prossimi mondiali
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E uno all’Isola d’Elba

Ma in Italia quest’anno non c’è solo questo di mondiale, c’è anche quello Marathon. Un Mondiale che è molto vicino a Celestino anche come ex corridore. Questa infatti divenne la sua specialità dopo aver lasciato la strada. E anche qui c’è qualche grattacapo, ma anche qualche potenziale carta in più. Il grattacapo è la frattura ad un braccio occorsa al capitano, Samuele Porro. La possibilità è Simone Velasco, ex biker e di casa all’isola d’Elba, sede di questo mondiale.

«Purtroppo Samuele è fuori e non ci possiamo fare nulla. Con Velasco invece non ci ho parlato – spiega il cittì – So che gli piacerebbe fare quel mondiale, però lui sta correndo su strada e gli serve fare anche qualche confronto in Mtb. Lo dico per esperienza diretta. Io ci sono passato e sono due modi diversi di correre. Su strada si parte più piano, in mtb anche nelle marathon si va subito a tutta. Se non tiene i primi 10′ di fuorigiri, poi resta dietro e… ciao. E’ tutt’altro approccio sia dal punto di vista tecnico che tattico. E gli serve fare della Mtb con regolarità».

L’elbano ha recentemente vinto al Tour du Limousin
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Porte aperte ma…

In effetti mettendoci nei panni del cittì non è facile inserire all’improvviso uno stradista nel novero della nazionale. Anche lui ha un gruppo da tutelare. Tuttavia le porte per Simone, che conosce molto bene il percorso iridato e che ha già fatto la Capoliveri Legend (la gara che ospiterà appunto il mondiale), non sono chiuse.

«Ho dato delle prove indicative per tutti – conclude Celestino – e queste sono: il campionato italiano, la Forestiere e la Mythos. Tre gare di livello internazionale che potranno dire i reali valori in campo. Non mi interessa di corridori che vanno a fare la granfondo chissà dove pur di dire al cittì: vedi ho vinto mi devi portare. Serve un cambio di mentalità da parte di atleti e team. E neanche mi piace troppo il discorso che sento quest’anno: si corre in Italia può portare più persone. Io poi devo anche rendere conto. Ne porto 50 per vedere che poi solo uno o due sono andati benino? No, la maglia azzurra è un’altra cosa. E’ un punto di partenza».

Insomma Velasco (e gli altri) sono avvertiti. La nazionale per l’Elba passa da quelle tre gare.