Nelle note del mattino, Marco Saligari in diretta aveva usato parole intelligenti. Si ragionava sulla tattica di Simon Yates, visto andare fortissimo al Tour of the Alps, e sul fatto che rispetto al 2018 stesse vivendo un Giro più tranquillo, per venire fuori meglio nella terza settimana. «Può darsi – aveva detto Saligari — ma usare una tattica prudente non significa staccarsi, al massimo significa non contrattaccare. Ma se nelle tappe delicate perdi le ruote, forse significa che non hai le gambe».
900 lunghissimi metri
La svolta c’è stata a 900 metri dall’arrivo, che a riguardare le immagini sono durati una vita. Simon Yates ha risalito il gruppo sulla destra, in piedi e con le mani sopra. Li ha guardati un secondo, mentre davanti c’era ancora Dani Martinez ed è partito secco. Bernal se la sentiva e si è subito accodato, mentre alle loro spalle la testa del gruppo si sfocava alle spalle.
«Ho sentito le gambe che stavano meglio – commenta il britannico – hanno ricominciato a girare. Sono felice per la prestazione, anche se Bernal ad ora è imbattibile. Speravo di uscire da questa giornata con una classifica come questa e anche se è difficile, continuerò ad attaccare, provando a prendermi la maglia rosa».
La grande illusione
Bernal è furbo. E siccome non lascia niente di intentato e tantomeno cade nell’errore di sottovalutare gli avversari, gli è bastato uno sguardo per vedere Evenepoel staccato e Vlasov in difficoltà. E a quel punto, per mettere anche Yates al suo posto, negli ultimi 300 metri ha piazzato uno scatto che il capitano della Bike Exchange ha pagato con 11 secondi di distacco sulla riga.
«Oggi era una tappa test – spiega Vittorio Algeri, diesse del team – aspettavamo questa risposta, perciò stamattina c’era l’attesa dei giorni importanti. Quello che è successo o che non è successo finora si deve probabilmente al fatto che ci aspettavamo tutti di più, dopo averlo visto vincere al Tour of the Alps. Ci siamo resi conto che lui andava forte e che lì c’erano comunque Vlasov e altri rivali che sono qui. Ma non c’erano Bernal e questa Ineos, che hanno un livello superiore».
La fiducia ritrovata
Il risultato di giornata riapre la porta sulla classifica. Yates è salito al secondo posto a 1’33” da Bernal, Caruso resiste al terzo posto a 1’51” e poi c’è Vlasov a 1’57”.
«E’ chiaro che ogni giorno fa storia a sé – saluta Algeri – per cui non si può dare per certo che lunedì a Cortina il risultato sarà altrettanto buono, ma neppure si può escludere. Il fatto di avere una partenza meno spinta del 2018 era uno dei fattori che volevamo raggiungere e indubbiamente questo è successo. Oggi si è ricominciato a vedere il Simon che conosciamo e che ci aspettavamo, soprattutto un corridore che aveva bisogno di fiducia. E adesso ce l’ha. E’ tornato al pullman con un bel sorriso. Tanto è stato fatto, ma tanto c’è da fare. Bernal per ora bisognerebbe lasciarlo stare, ma ci proveremo sino alla fine».