Un Giro d’Italia duro che parte da Torino e prosegue poi in Piemonte. Bello da studiare e probabilmente bello anche da affrontare per i corridori che in quei 21 giorni avranno nelle gambe la forza giusta. Cinque tappe vere per velocisti, senza apparenti dislivelli a sorpresa. Due crono: una all’inizio e una alla fine. E nel mezzo tante montagne belle, di quelle che hanno fatto la storia di questo sport.
Per l’Italia
Si parte da Torino, dunque, come già nel 2011 (foto di apertura). Il 2021 è l’anno del 160° Anniversario dell’Unità d’Italia e in questo segno la corsa rimarrà per le prime tre tappe in Piemonte. E’ un’Italia in affanno quella che abbraccia il Giro, fiaccata dal Covid, con più incertezze che punti di riferimenti. La corsa rosa porterà gioia come sempre? E’ quello che tutti si augurano, nel quadro di incertezze e punti di domanda.
«Sono veramente felice che la partenza del Giro 104 sia da Torino – ha detto Ganna – e dalla mia regione, il Piemonte. Il percorso della prima tappa sembra molto veloce, io sono pronto a fare bene. Cercherò di partire con il piede giusto e replicare quanto fatto l’anno scorso, provando a vestire la prima maglia Rosa».
Le 21 tappe
Ecco le 21 tappe del Giro d’Italia 2021, che conta due giorni di riposo. Una distanza totale (per ora) di 3.450,4 chilometri, dislivello complessivo di 46.900 metri, lunghezza media delle tappe di 164,3 chilometri e dislivello medio per tappa di 2.233 metri.
1ª tappa (8/5) | Torino, crono individuale | 9 |
2ª tappa (9/5) | Stupinigi-Novara | 173 |
3ª tappa (10/5) | Biella Canale | 187 |
4ª tappa (11/5) | Piacenza-Sestola | 186 |
5ª tappa (12/5) | Modena-Cattolica | 171 |
6ª tappa (13/5) | Grotte di Frasassi-San Giacomo (Ascoli Piceno) | 150 |
7ª tappa (14/5) | Notaresco-Termoli | 178 |
8ª tappa (15/5) | Foggia-Guardia Sanframondi | 173 |
9ª tappa (16/5) | Castel di Sangro-Campo Felice | 160 |
10ª tappa (17/5) | L’Aquila-Foligno | 140 |
1° Riposo (18/5) | ||
11ª tappa (19/5) | Perugia-Montalcino | 163 |
12ª tappa (20/5) | Siena-Bagno di Romagna | 209 |
13ª tappa (21/5) | Ravenna-Verona | 197 |
14ª tappa (22/5) | Cittadella-Monte Zoncolan | 205 |
15ª tappa (23/5) | Grado-Gorizia | 145 |
16ª tappa (24/5) | Sacile-Cortina d’Ampezzo | 212 |
2° Riposo (25/5) | ||
17ª tappa (26/5) | Canazei-Sega di Ala | 193 |
18ª tappa (27/5) | Rovereto-Stradella | 228 |
19ª tappa (28/5) | Abbiategrasso-Alpe di Mera | 178 |
20ª tappa (29/5) | Verbania-Valle Spluga | 164 |
21ª tappa | Senago-Milano, crono individuale | 29,4 |
Verso il Sud
Dal Piemonte, di chilometri e vari trasferimenti, si inizierà a scendere. Dopo l’abbuffata di Sud del 2020, quest’anno la frazione più in basso sarà quella che da Foggia andrà a Guardia Sanframondi.
Prime salite
Il gruppo prenderà la via dell’Emilia, con il primo arrivo in salita a Sestola. Poi, continuando la discesa sulla sponda Adriatica, scoprirà un arrivo inedito. La 6ª tappa, con 3.400 metri di dislivello, da Frasassi porterà i corridori a San Giacomo (Ascoli Piceno), scalando prima Forca di Gualdo e poi Forca di Presta, attraversando la piana di Castelluccio di Norcia. La salita finale è poi divisa in due spezzoni, con gli ultimi 5 chilometri piuttosto impegnativi, su una montagna che nel tratto finale ricorda il Ventoux, che guarda a ovest verso i Monti Sibillini e a est verso il mare.
Per Dante
Altre salite nella 9ª tappa, che riprendendo la via del Nord, porterà il gruppo fino all’inedito arrivo di Campo Felice. L’indomani da L’Aquila a Foligno un omaggio a Dante Alighieri, ricordando che nella cittadina umbra fu stampata nel 1472 la prima edizione della Divina Commedia.
Strade bianche
Mercoledì 19, la corsa promette spettacolo fra Perugia e Montalcino, con una prima parte ondulata mentre negli ultimi 70 chilometri 35 saranno di Strade Bianche. L’ultimo arrivo a Montalcino, nel 2010, vide Cadel Evans aggiudicarsi la tappa in maglia iridata in una giornata contraddistinta dalla pioggia e dal fango, in cui Nibali perse la chance di conquistare il primo Giro d’Italia.
Gino e Alfredo
Ugualmente in tema di omaggi e ricordi, la tappa successiva che da Siena arriverà a Bagno di Romagna, sarà dedicata a Gino Bartali e al ricordo di Alfredo Martini nei 100 anni dalla nascita, dato che in questa… celebrazione con 3.700 metri di dislivello il gruppo passerà sia per Ponte a Ema, sia per Sesto Fiorentino.
Il Mostro
La temperatura inizia a salire, tanto che dopo l’arrivo in volata di Verona, la 14ª tappa affronterà la Forcella di Monte Rest e poi porterà i corridori ai piedi del Mostro friulano, lo Zoncolan affrontato come già suggerito nei giorni scorsi dal versante di Sutrio, quello della prima volta, di Simoni, di Garzelli e di Pantani.
Il tappone
Puntatina in Slovenia e poi il vero tappone dolomitico, con i chilometri (212) e le salite giusti: Fedaia (Montagna Pantani), Pordoi (Cima Coppi del Giro) e passo Giau prima della picchiata su Cortina d’Ampezzo, a cinque anni dalle Olimpiadi invernali del 2026. La serie tremenda è completata dall’arrivo dell’indomani alla Sega di Ala, preceduta dal Passo di San Valentino.
Ultimi fuochi
Le salite non sono finite, ma la fine della corsa si avvicina. La 19ª tappa ha l’arrivo inedito all’Alpe di Mera in Valsesia (salita provata nei giorni scorsi da Egan Bernal) ma prima si dovranno scalare il Mottarone e la Colma di Varallo. L’indomani, 20ª tappa, Passo San Bernardino, Passo Spluga e arrivo a Montespluga dove già lo scorso anno arrivò il Giro d’Italia U23.
«Il Giro d’Italia – ha detto Egan Bernal – è una corsa che voglio fare da tanti anni. Quest’anno sono veramente felice di esserci e sono già andato a provare una tappa: quella dell’Alpe di Mera. Sarà una frazione difficile e in generale sarà un Giro bellissimo. Aspetto tutti i tifosi davanti alla tv a fare il tifo per me e per tutti i corridori che saranno al via».
A quel punto la crono da Senago a Milano (29,4 chilometri) suggellerà l’acquisito, ma potrà anche sovvertire il risultato: Hindley ricorda ancora come un incubo l’edizione dello scorso anno.
Generazioni contro
Il Giro metterà nuovamente a confronto le nuove leve e i vecchi leoni, che questa volta si spera potranno arrivare alla sfida seguendo il cammino a loro più consono. Non c’è niente di banale in una sfida come questa e una cosa è certa, al di là del nome: non lo vincerà un corridore per caso.
«E’ un percorso che mi piace – ha salutato Nibali – sono contento di come è stato disegnato. Ci sono tante salite, alcune molto importanti, tra queste sicuramente lo Zoncolan! Adesso mi concentrerò per prepararlo al meglio».