Una tappa sulle colline di Fabio Felline. Sabato 21 maggio 2022, il Giro d’Italia farà un bel regalo agli appassionati di ciclismo di Torino e dintorni. Già, perché dopo aver disegnato la cronometro che ha aperto l’edizione 2021 nel pieno centro del capoluogo piemontese, con l’apoteosi rosa di Filippo Ganna, questa volta gli organizzatori si sono sbizzarriti. Ecco pronto un inedito circuito tutto sali e scendi con alcuni passaggi tratti dalla classica più antica che esista: la Milano-Torino.
La 14ª tappa del prossimo Giro d’Italia si snoderà intorno Torino: il via da Santena Felline definisce la tappa (tuttavia non troppo lunga: 153 km) «peggio di una Liegi»
La Maddalena e Superga
La 14ª frazione, che arriverà verso la fine della seconda settimana, potrebbe davvero fare sfracelli. Propone un dislivello di 3.600 metri concentrato in appena 153 chilometri. L’unica pianura prevista è all’inizio, nei 10 iniziali. Dopodiché i corridori dovranno arrampicarsi per tre volte sul Colle della Maddalena (il punto più alto della collina torinese coi suoi 715 metri) e per due a Superga sfiorandò la Basilica, tristemente nota anche per il disastro aereo che costò la vita ai giocatori del Grande Torino il 4 maggio 1949.
Nel finale, ancora lo strappo di Santa Brigida, prima di dirigersi verso il traguardo che sarà di fronte alla Gran Madre al termine del rettilineo di corso Moncalieri. Proprio come accaduto sia in occasione della crono inaugurale di quest’anno sia nella passerella conclusiva del 2016. Quella volta Giacomo Nizzolo venne declassato dai giudici e la vittoria fu assegnata al tedesco Nikias Arndt.
Fra Giro e Tour
Quel Giro se lo aggiudicò Vincenzo Nibali, che quest’anno tornerà all’Astana e sarà uno dei capitani della formazione in cui Felline corre dal 2020. Il trentunenne torinese non sa ancora che cosa l’aspetti nella terza stagione con la squadra kazaka e lo scoprirà soltanto a partire dalla settimana prossima. Dopo la presentazione ufficiale in Kazakhstan, volerà infatti a Calpe per cominciare la preparazione e stilare i programmi.
«Non so ancora dire se farò Giro, Tour o Vuelta tra i grandi Giri – comincia a raccontare – parlando con lo staff però, devo ammettere che, dopo due anni in cui il focus principale è stato sul Giro, ho espresso il mio desiderio di correre soprattutto il Tour. Non perché preferisca l’uno o l’altro, ma perché sono alla ricerca di nuovi stimoli. Con la Grande Boucle, a parte il 2019 che l’ho conclusa, non ho avuto un gran rapporto sin qui. Mi ricordo ancora di quando nel 2017 mi dovetti ritirare perché avevo scoperto di avere la toxoplasmosi. Se invece la priorità sarà il Giro, sarò prontissimo a un’altra avventura rosa».
Largo alle fughe
Anche perché riguardo a quella tappa che si diceva in precedenza, praticamente quelle pagine del Garibaldi potrebbe disegnarle lui.
«Non l’ho disegnata io questa tappa – sorride – perché l’avrei fatta un po’ meno dura rispetto a quella scelta dagli organizzatori. Però penso che quella lì è una un’occasione per andare in fuga per molti corridori, anche perché il giorno dopo c’è il tappone di montagna che finisce a Cogne. Come spesso accade, anche questa volta i big potrebbero lasciare via libera, almeno sulla carta. E’ anche vero però che quel dislivello lì di 3.600 metri in così pochi chilometri può fare veramente male: se un big è in palla, c’è terreno per far veramente danno ai rivali».
Le strade di casa
Fabio pensa al Tour, ma quella tappa così speciale lo stuzzica proprio: «Abito lì sotto le faccio sempre quelle salite. Forse la strada che conosco meno è quella che all’inizio da Santena porta alla collina, mentre tutte le altre le faccio almeno una volta alla settimana quando sono ad allenarmi a Torino. Questa sì che si può dire che sia la tappa di casa e sarebbe uno degli elementi più affascinanti se dovessi partecipare al Giro».
Peggio della Liegi
E facendo volare il pensiero a quest’eventualità, ipotizza i vari scenari: «Fosse una corsa di un giorno come una classica, direi che è proibitiva per me. Ma nel contesto di un grande Giro è diverso e può capitare di trovarsi nelle condizioni ottimali per fare bene. Comunque questa è peggio di una Liegi, sono salite vere: lo chiamano con un altro nome, ma il Bric del Duca sarebbe Sassi-Superga, quella della Milano-Torino e tutti hanno visto almeno in tv che con quelle pendenze così dure non si scherza. Pensare che bisogna farlo due volte e tre la Maddalena, più gli ultimi strappi finali... Se ti trovi nella fuga giusta, può diventare davvero una giornata stimolante. Come detto però, bisognerà vedere anche chi porterà l’Astana come uomo di classifica per il Giro, se Nibali o Lopez oppure entrambi e quindi magari può darsi che la tattica di squadra imponga una corsa più accorta».
Potendo contare su un Cicerone così per quella tappa c’è da star certi che, se Fabio sarà al via della Corsa Rosa, ne vedremo delle belle.